","Vaccini: sicuri che siano sicuri?","post",1508610827,[58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/decreto-lorenzin/","http://radioblackout.org/tag/no-vax/","http://radioblackout.org/tag/vaccini/",[25,19,21],{"post_content":63},{"matched_tokens":64,"snippet":67,"value":68},[65,66],"terno","parti","si opera siano insicure: un \u003Cmark>terno\u003C/mark> al lotto). E poi sono \u003Cmark>parti\u003C/mark>colarmente gravi il ricatto sull'accesso alla","Ma sarà poi davvero isteria come dipingono i genitori preoccupati delle conseguenze del vaccino sui loro figli? Ci sono casi di \u003Cmark>parti\u003C/mark>colari conseguenze su piccoli; la nostra interlocutrice ci racconta anche di assenza di controlli (e se lo stato prevede risarcimenti per eventuali danni collaterali è evidente che le modalità con cui si opera siano insicure: un \u003Cmark>terno\u003C/mark> al lotto). E poi sono \u003Cmark>parti\u003C/mark>colarmente gravi il ricatto sull'accesso alla scuola dell'infanzia e le sanzioni.\r\n\r\nIn effetti sembra tutto un po' costruito ad hoc: i casi di morbillo evidenziati a dismisura, in occasione dei protocolli farmaceutici che consentivano lo smercio di un vaccino ad aprile; le meningiti, di cui non si era mai parlato e che i media hanno esagerato... Ci sono anche sospetti che dietro a tutto le case farmaceutiche possano lucrare: sarebbe molto strano – non è mai successo, vero?! –, certo che a pensare male si fa peccato, ma... sentiamo come pensa male Stefania e forse alla fine si può immaginare di andare il 21 ottobre alle 15,30 a porle qualche domande in piazza Palazzo di Città a Torino, per valutare le sue argomentazioni.\r\n\r\nVaccini: sicuri che siano sicuri?\r\n\r\ned ecco alcuni interventi dal corteo di sabato 21 ottobre 2017, prima alla \u003Cmark>partenza\u003C/mark> da via Palazzo di città, con Mary Pasteur, dell'Association Prévention vacin, vaccinathion e Unacs:\r\n\r\nNo Vax, inizio corteo\r\n\r\ne poi al termine alle 18, da piazza Vittorio, con Renex:\r\n\r\nNo Vax, fine corteo\r\n\r\n ",[70],{"field":71,"matched_tokens":72,"snippet":67,"value":68},"post_content",[65,66],1157451298971320300,{"best_field_score":75,"best_field_weight":76,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":44,"score":77,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":78},"2211813654528",14,"1157451298971320433",5,{"document":80,"highlight":103,"highlights":108,"text_match":111,"text_match_info":112},{"cat_link":81,"category":82,"comment_count":44,"id":83,"is_sticky":44,"permalink":84,"post_author":47,"post_content":85,"post_date":86,"post_excerpt":50,"post_id":83,"post_modified":87,"post_thumbnail":88,"post_thumbnail_html":89,"post_title":90,"post_type":55,"sort_by_date":91,"tag_links":92,"tags":99},[41],[43],"66611","http://radioblackout.org/2021/02/guerra-al-covid-o-guerra-ai-poveri-antimilitarista13f/","Sabato 13 febbraio è stata lanciata una giornata di informazione e lotta antimilitarista in piazza Castello a Torino dalle 15,30.\r\nInterventi, mostre azioni performanti e… Alessio Lega e Guido Baldoni che intervengono su De Andrè e il canzoniere antimilitarista.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Werther della Miccia\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-09-antimili-werther.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2021 02 09 antimili werther\r\n\r\nDi seguito il testo di presentazione dell’iniziativa:\r\n\r\n“Il governo aumenta la spesa di guerra, finanzia la diplomazia in armi dell’Eni in Africa, accelera sul Tav e le altre grandi opere.\r\nA dieci mesi dall’inizio della pandemia nulla è stato fatto per porre rimedio alle scelte criminali dei governi.\r\nNegli ultimi 10 anni sono stati tagliati 43.000 posti di lavoro nella sanità. In Italia ci sono 3,2 posti letto ogni mille abitanti, contro i 4,7 della media europea. In Italia i posti letto sono calati del 30 per cento tra il 2000 e il 2017.\r\nIl governo si è gingillato tra banchi a rotelle e ponte sullo stretto ma solo le briciole sono state stanziate per assumere medici, infermieri, assistenti sanitari, per aprire nuovi reparti, per la prevenzione e la cura nel territorio, per le USCA, le unità di assistenza domiciliare.\r\nI sanitari che rendono pubbliche le condizioni in cui sono obbligati a lavorare sono sottoposti a provvedimenti disciplinari e rischiano il posto.\r\nI soldi del recovery found non verranno utilizzati per tutelare la nostra salute, ma per sostenere le imprese, la lobby del cemento e del tondino, l’industria bellica e l’apparato militare.\r\nOggi la sanità è al collasso: i posti letto scarseggiano, non ci sono strutture e personale per curare adeguatamente tutti.\r\nPer chi se le può permettere ci sono le cliniche private, la prevenzione, le cure. Per gli altri la vita è oggi più che mai un terno al lotto. Ma a decidere non è mai il destino. Decidono i governi.\r\nI responsabili siedono sui banchi del parlamento, nei consigli regionali e nelle segreterie di tutti i partiti. Tutti hanno governato, trasformando la salute in business.\r\n\r\nNel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019. Calcolate quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete la misura della criminalità di questo e di tutti i governi di questi anni.\r\n\r\nIn questi lunghi mesi è diventato “normale” scegliere chi vive e chi muore in caso “le risorse non siano sufficienti”. Chi è povero, malato, anziano non merita di vivere. La sua vita è un costo insostenibile per chi sceglie di spendere per rinforzare l’apparato bellico che sostiene l’imperialismo tricolore e gli interessi di multinazionali come ENI e Leonardo.\r\nLa bozza di piano pandemico stabilisce che i responsabili di “fughe di notizie” vengano censurati: la verità sulla gestione della pandemia non deve essere resa pubblica.\r\n\r\nI militari, promossi a poliziotti durante la pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.\r\nSono per le strade dei quartieri dove arrivare a fine mese è sempre più difficile, dove si allungano le file di poveri, senza casa, senza reddito, precari. \r\nLa crisi pandemica che ha colpito la maggior parte dei paesi europei ha prodotto una crisi sociale senza precedenti, che sta innescando momenti di rivolta sociale.\r\nSe non ci sono i soldi per il fitto e le bollette, la tutela della salute diventa un lusso che pochi possono permettersi. Per mettere insieme il pranzo con la cena, molti si sono dovuti adattare ad una miriade di lavori precari sottopagati, senza reali tutele dal rischio di contagio.\r\nLa chiamano pandemia ma è una sindemia, perché il virus colpisce e uccide soprattutto i più poveri, quelli che più degli altri sono colpiti da malattie croniche, che dipendono dallo stile di vita, dall’esposizione all’inquinamento, dal cibo spazzatura, dal mancato accesso a prevenzione e cura.\r\nIl coprifuoco serale, inutile per contenere il virus, è mera ginnastica d’obbedienza, uno dei tanti dispositivi disciplinari sperimentati in vista di possibili insorgenze sociali. La produzione non si deve mai fermare, costi quel che costi, mentre le nostre vite sono sempre più compresse.\r\nIl governo teme le rivolte e elargisce elemosine a scadenza agli imprenditori colpiti dalle chiusure. Ma per i tanti che lavoravano in nero o con contratti di poche settimane non c’è né cassa integrazione, né “ristori”.\r\nIl governo si è preso pieni poteri, ha reso permanente lo stato di emergenza, per avere mano libera nella repressione delle lotte. I tanti pacchetti sicurezza usati per dare scacco agli indesiderabili, ai corpi in eccesso, ai sovversivi non bastano ad un governo che vuole mettere sotto controllo militare l’intera popolazione.\r\n\r\nPresto finiranno blocco degli sfratti e cassa integrazione, presto non ci saranno più salvagente, presto gli ultimi saranno chiamati a pagare un prezzo ancora più alto per la crisi pandemica.\r\nPer il governo le nostre vite non valgono fuori dalla gabbia del produci, consuma, crepa.\r\nLe restrizioni imposte dal governo non basteranno a fermare il virus. Un virus che continuerà a correre finché la logica del profitto e della guerra sarà più importante delle nostre vite.\r\n\r\nFermarli dipende da ciascuno di noi. Salute e giustizia sociale vanno di pari passo.\r\n\r\nLe fabbriche d’armi, le caserme, i poligoni di tiro, le basi militari sono a due passi dalle nostre case.\r\nGettare sabbia negli ingranaggi del militarismo è possibile ed urgente.\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nAssemblea antimilitarista – Torino\r\nLaboratorio Anarchico Perlanera – Alessandria\r\nLa Miccia – Asti”","9 Febbraio 2021","2021-02-09 17:29:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/antiwar_poster-black-intero-blu-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"282\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/antiwar_poster-black-intero-blu-300x282.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/antiwar_poster-black-intero-blu-300x282.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/antiwar_poster-black-intero-blu-1024x963.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/antiwar_poster-black-intero-blu-768x722.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/antiwar_poster-black-intero-blu-1536x1444.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/antiwar_poster-black-intero-blu.jpg 1606w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Guerra al covid o guerra ai poveri? #antimilitarista13F",1612891757,[93,94,95,96,97,98],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarista13f/","http://radioblackout.org/tag/giornata-antimilitarista/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-poveri/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione-delle-citta/","http://radioblackout.org/tag/spesa-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[100,29,14,101,12,102],"#antimilitarista13F","militarizzazione delle città","torino",{"post_content":104},{"matched_tokens":105,"snippet":106,"value":107},[65],"oggi più che mai un \u003Cmark>terno\u003C/mark> al lotto. 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Il governo ha celebrato l’unione sacra degli italiani contro il Coronavirus con un’esibizione di frecce tricolori, che hanno sorvolato la penisola, per approdare oggi a Roma, per la “festa” della Repubblica.\r\nIn Piemonte si sono svolte numerose iniziative antimilitariste tra Asti, Alessandria, Caselle e Torino.\r\n\r\nSabato 30 c’è stato un presidio in via dei Martiri ad Alessandria\r\n\r\nNel pomeriggio uno striscione con la scritta “Chiudiamo le fabbriche di morte” è stato appeso davanti alla Microtecnica-Collins Aerospace di piazza Graf a Torino.\r\n\r\nSempre a Torino, un altro striscione “L’Alenia produce morte” è apparso all’ingresso dello stabilimento di corso Marche dell’azienda che produce bombardieri e droni da guerra.\r\n\r\nIn serata a Caselle Torinese, sulla rotonda dove è stata collocata una Freccia Tricolore un gruppo di antimilitaristi ha appeso lo striscione “Quanti ospedali vale una freccia tricolore?” e acceso fumogeni.\r\n\r\nLunedì 1 giugno c’è stato un presidio al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nNel pomeriggio del 1 giugno presidio in piazza della Libertà ad Asti. La notte precedente ad Asti era comparso un cartello nei pressi dell’ospedale con la scritta “Andrà tutto bene se aboliremo gli eserciti”\r\n\r\nOggi – martedì 2 giugno - dalle 16.30 presidio dei senzapatria in piazza Castello\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’Assemblea antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-02-stefano-antimili.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLeggi l’appello per le giornate di informazione e lotta dal 29 maggio al 2 giugno:\r\n\r\n2 giugno dei senzapatria\r\n\r\nBombardieri F35? Valgono centocinquantamila terapie intensive. La portaerei Trieste? Cinquantamila respiratori polmonari. Una manciata di blindati e un elicottero? Trecentotrentamila posti letto oppure dieci miliardi di mascherine.\r\n\r\nLa produzione bellica non si è mai fermata. In pieno lockdown l’AIAD, la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, membro di Confindustria, scriveva ai propri associati che c’era “l’opportunità per le società e le aziende federate, di proseguire la propria attività, concentrando l’operatività sulle linee produttive ritenute maggiormente essenziali e strategiche”.\r\nEssenziale e strategico per chi e per cosa? Per i governi e per le agenzie di sicurezza che li acquistano per i vari teatri di guerra. Questo settore dell’industria bellica, che ha in Piemonte uno dei suoi centri di eccellenza, non ha mai smesso di funzionare a pieno regime, perché la guerra per il governo Conte è un motore “essenziale” dell’economia, un tassello indispensabile per i giochi di potenza a livello planetario.\r\nGli anziani delle RSA, i lavoratori obbligati a far circolare le merci, i commessi dei supermercati, i medici, infermieri e OSS erano sacrificabili. Pedine di poco valore sullo scacchiere della storia. \r\nMentre cacciabombardieri, elicotteri da combattimento, missili e droni venivano prodotti dalle varie industrie piemontesi, la gente continuava ad ammalarsi senza ricevere cure adeguate, oggi la prevenzione è ancora un’utopia, mentre visite ed esami specialistici per altre patologie restano pressoché azzerati.\r\n\r\nA maggio hanno riaperto buona parte delle attività produttive e commerciali, la sanità privata offre i suoi servizi a pagamento, mentre l’attività ambulatoriale resta in lockdown.\r\n\r\nLa metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla strage di questi mesi. Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia?\r\n\r\nLe spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità. Per chi se le può permettere ci sono le cliniche private, la prevenzione, le cure. Per gli altri la vita, specie in questi mesi, è diventata un terno al lotto.\r\nMa a decidere non è mai il destino. Decidono padroni e governi.\r\nSono loro che hanno deciso dove e come investire, dove e perché spendere il denaro sottratto alle nostre buste paga.\r\nLa spesa militare è passata dall’1,25 per cento del Pil fino a raggiungere un picco del 1,45 per cento mentre quella sanitaria è scesa di un punto percentuale, con una previsione per il 2020 che si aggira sul 6,5 per cento del Pil.\r\nSecondo i dati elaborati dall’Osservatorio Mil€x nel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019. 5,9 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma.\r\nProvate a calcolare quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete la misura della criminalità di chi ci governa oggi e di chi ci ha governato in questi anni.\r\nNeppure l’epidemia ha fermato il business bellico. Anzi. La portaerei Cavour, costata 1,3 miliardi ed entrata in servizio nel 2009, è stata utilizzata per promuovere il made in Italy armiero nel mondo. Una nuova portaerei, la Trieste, varata lo scorso anno ci è costata 1,2 miliardi di euro.\r\nIn piena pandemia il governo ha deciso di acquistare per la Marina Militare due sommergibili dal costo di 1,3 miliardi di euro, che saranno costruiti da Fincantieri.\r\nLe armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.\r\nSette miliardi di euro sono stati sbloccati dal Ministero della Difesa e dal MISE per la prevista \"Legge Terrestre\" che dovrebbe garantire la costruzione di diversi armamenti.\r\nIn aprile Fincantieri ha vinto la gara per alcune fregate destinate alla Marina Militare staunitense.\r\nLe 36 missioni militari all’estero, al servizio dell’imperialismo tricolore, costano 1,3 miliardi l’anno. C’è anche un bonus per l’industria bellica: un blindato Lince, testato in zona di guerra, ha un valore aggiunto per i nuovi acquirenti.\r\nLe guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: le armi che uccidono civili in ogni dove, sono prodotte non lontano dai giardini dove giocano i nostri bambini. I blindati Lince, oltre che in Afganistan, sono stati testati tra le montagne piemontesi, nel cantiere-fortino di Chiomonte, in Val Susa.\r\nIn questi anni i militari italiani facevano sei mesi in Iraq, Libano, Afganistan e sei mesi per le strade delle nostre città. Guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia.\r\nI militari, promossi a poliziotti durante la pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.\r\nIn molte località sono impiegati nei zone popolari. In Piemonte sono concentrati soprattutto a Torino, dove hanno stretto in una morsa le strade di Aurora e Barriera, quartieri dove la povertà, la precarietà, la difficoltà a mettere qualcosa in tavola, a pagare i fitti e le bollette, già forte, è aumentata durante il lockdown.\r\nIn questi due mesi e mezzo il governo ha alternato il bastone alla carota, regalando elemosine e distribuendo multe e denunce. Il loro nemico sono i poveri, quelli che rischiano la vita lavorando in nero, perché altrimenti non saprebbero come camparla, il loro nemico sono i lavoratori sacrificabili, i braccianti che devono chinare il capo e non pretendere protezioni. Niente deve fermare la macchina del profitto: chi la inceppa è trattato da nemico, da vittima sacrificabile.\r\n\r\nNegli ultimi 10 anni sono stati tagliati 43.000 posti di lavoro nella sanità. In Italia ci sono 3,2 posti letto ogni mille abitanti, contro i 4,7 della media europea. In Germania sono otto: inutile chiedersi perché lì la diffusione dell’epidemia sia stata controllata molto meglio che da noi. In Italia i posti letto (15mila euro l’uno) sono calati del 30 per cento tra il 2000 e il 2017.\r\nI responsabili siedono in tutte le poltrone rosse del parlamento.\r\n\r\nDopo due mesi e mezzo di pandemia, la situazione non è migliorata: non ci sono state nuove assunzioni di medici, infermieri, assistenti sanitari, gli ospedali non sono luoghi sicuri né per chi ci lavora né per chi vi è ricoverato.\r\nChi osa denunciare la situazione viene deferito ai consigli di disciplina o licenziato. I lavoratori della sanità devono scegliere tra la borsa e la vita. Tra rischiare la vita per avere uno stipendio, o rischiare il posto per difendere la propria vita e quella degli altri.\r\n\r\nIn questi mesi il governo ha provato a renderci complici di una strage di stato, soffocandoci di retorica patriottica e coprendoci con un sudario tricolore.\r\nL’unione sacra degli italiani nella “guerra” al coronavirus, il sacrificio della libertà per il bene di tutti. Una favola che si scioglie di fronte a bombardieri prodotti a Cameri, mentre alle persone ammalate venivano prescritti tachipirina e scongiuri.\r\n\r\nAnche questo due giugno, che, come ogni anno verrà celebrato con cerimonie militari e appelli patriottici, saremo in piazza, per dire che non ci stiamo, che non ci arruoliamo. Il nazionalismo è un virus mortale, che di anno in anno sta infettando la nostra società. La paura del domani viene usata per innalzare nuove barriere, per finanziare guerre, stragi, occupazioni militari.\r\nGli anziani sacrificati nelle RSA mentre si costruivano sommergibili da guerra sono l’emblema di regole sociali che è nostro impegno spezzare. Noi siamo con chi sciopera per non morire di lavoro, con chi ha resistito alla militarizzazione ed ha creato reti solidali.\r\nDisertori, anarchici, senzapatria saremo in piazza, con tutte le precauzioni necessarie, contro tutti gli eserciti, tutte le frontiere, tutte le guerre. 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Il governo ha celebrato l’unione sacra degli italiani contro il Coronavirus con un’esibizione di frecce tricolori, che hanno sorvolato la penisola, per approdare oggi a Roma, per la “festa” della Repubblica.\r\nIn Piemonte si sono svolte numerose iniziative antimilitariste tra Asti, Alessandria, Caselle e Torino.\r\n\r\nSabato 30 c’è stato un presidio in via dei Martiri ad Alessandria\r\n\r\nNel pomeriggio uno striscione con la scritta “Chiudiamo le fabbriche di morte” è stato appeso davanti alla Microtecnica-Collins Aerospace di piazza Graf a Torino.\r\n\r\nSempre a Torino, un altro striscione “L’Alenia produce morte” è apparso all’ingresso dello stabilimento di corso Marche dell’azienda che produce bombardieri e droni da guerra.\r\n\r\nIn serata a Caselle Torinese, sulla rotonda dove è stata collocata una Freccia Tricolore un gruppo di antimilitaristi ha appeso lo striscione “Quanti ospedali vale una freccia tricolore?” e acceso fumogeni.\r\n\r\nLunedì 1 giugno c’è stato un presidio al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nNel pomeriggio del 1 giugno presidio in piazza della Libertà ad Asti. La notte precedente ad Asti era comparso un cartello nei pressi dell’ospedale con la scritta “Andrà tutto bene se aboliremo gli eserciti”\r\n\r\nOggi – martedì 2 giugno - dalle 16.30 presidio dei senzapatria in piazza Castello\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’Assemblea antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-02-stefano-antimili.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLeggi l’appello per le giornate di informazione e lotta dal 29 maggio al 2 giugno:\r\n\r\n2 giugno dei senzapatria\r\n\r\nBombardieri F35? Valgono centocinquantamila terapie intensive. La portaerei Trieste? Cinquantamila respiratori polmonari. Una manciata di blindati e un elicottero? Trecentotrentamila posti letto oppure dieci miliardi di mascherine.\r\n\r\nLa produzione bellica non si è mai fermata. In pieno lockdown l’AIAD, la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, membro di Confindustria, scriveva ai propri associati che c’era “l’opportunità per le società e le aziende federate, di proseguire la propria attività, concentrando l’operatività sulle linee produttive ritenute maggiormente essenziali e strategiche”.\r\nEssenziale e strategico per chi e per cosa? Per i governi e per le agenzie di sicurezza che li acquistano per i vari teatri di guerra. Questo settore dell’industria bellica, che ha in Piemonte uno dei suoi centri di eccellenza, non ha mai smesso di funzionare a pieno regime, perché la guerra per il governo Conte è un motore “essenziale” dell’economia, un tassello indispensabile per i giochi di potenza a livello planetario.\r\nGli anziani delle RSA, i lavoratori obbligati a far circolare le merci, i commessi dei supermercati, i medici, infermieri e OSS erano sacrificabili. Pedine di poco valore sullo scacchiere della storia. \r\nMentre cacciabombardieri, elicotteri da combattimento, missili e droni venivano prodotti dalle varie industrie piemontesi, la gente continuava ad ammalarsi senza ricevere cure adeguate, oggi la prevenzione è ancora un’utopia, mentre visite ed esami specialistici per altre patologie restano pressoché azzerati.\r\n\r\nA maggio hanno riaperto buona \u003Cmark>parte\u003C/mark> delle attività produttive e commerciali, la sanità privata offre i suoi servizi a pagamento, mentre l’attività ambulatoriale resta in lockdown.\r\n\r\nLa metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla strage di questi mesi. Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia?\r\n\r\nLe spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità. Per chi se le può permettere ci sono le cliniche private, la prevenzione, le cure. Per gli altri la vita, specie in questi mesi, è diventata un \u003Cmark>terno\u003C/mark> al lotto.\r\nMa a decidere non è mai il destino. Decidono padroni e governi.\r\nSono loro che hanno deciso dove e come investire, dove e perché spendere il denaro sottratto alle nostre buste paga.\r\nLa spesa militare è passata dall’1,25 per cento del Pil fino a raggiungere un picco del 1,45 per cento mentre quella sanitaria è scesa di un punto percentuale, con una previsione per il 2020 che si aggira sul 6,5 per cento del Pil.\r\nSecondo i dati elaborati dall’Osservatorio Mil€x nel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019. 5,9 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma.\r\nProvate a calcolare quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete la misura della criminalità di chi ci governa oggi e di chi ci ha governato in questi anni.\r\nNeppure l’epidemia ha fermato il business bellico. Anzi. La portaerei Cavour, costata 1,3 miliardi ed entrata in servizio nel 2009, è stata utilizzata per promuovere il made in Italy armiero nel mondo. Una nuova portaerei, la Trieste, varata lo scorso anno ci è costata 1,2 miliardi di euro.\r\nIn piena pandemia il governo ha deciso di acquistare per la Marina Militare due sommergibili dal costo di 1,3 miliardi di euro, che saranno costruiti da Fincantieri.\r\nLe armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.\r\nSette miliardi di euro sono stati sbloccati dal Ministero della Difesa e dal MISE per la prevista \"Legge Terrestre\" che dovrebbe garantire la costruzione di diversi armamenti.\r\nIn aprile Fincantieri ha vinto la gara per alcune fregate destinate alla Marina Militare staunitense.\r\nLe 36 missioni militari all’estero, al servizio dell’imperialismo tricolore, costano 1,3 miliardi l’anno. C’è anche un bonus per l’industria bellica: un blindato Lince, testato in zona di guerra, ha un valore aggiunto per i nuovi acquirenti.\r\nLe guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: le armi che uccidono civili in ogni dove, sono prodotte non lontano dai giardini dove giocano i nostri bambini. I blindati Lince, oltre che in Afganistan, sono stati testati tra le montagne piemontesi, nel cantiere-fortino di Chiomonte, in Val Susa.\r\nIn questi anni i militari italiani facevano sei mesi in Iraq, Libano, Afganistan e sei mesi per le strade delle nostre città. Guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia.\r\nI militari, promossi a poliziotti durante la pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.\r\nIn molte località sono impiegati nei zone popolari. In Piemonte sono concentrati soprattutto a Torino, dove hanno stretto in una morsa le strade di Aurora e Barriera, quartieri dove la povertà, la precarietà, la difficoltà a mettere qualcosa in tavola, a pagare i fitti e le bollette, già forte, è aumentata durante il lockdown.\r\nIn questi due mesi e mezzo il governo ha alternato il bastone alla carota, regalando elemosine e distribuendo multe e denunce. Il loro nemico sono i poveri, quelli che rischiano la vita lavorando in nero, perché altrimenti non saprebbero come camparla, il loro nemico sono i lavoratori sacrificabili, i braccianti che devono chinare il capo e non pretendere protezioni. Niente deve fermare la macchina del profitto: chi la inceppa è trattato da nemico, da vittima sacrificabile.\r\n\r\nNegli ultimi 10 anni sono stati tagliati 43.000 posti di lavoro nella sanità. In Italia ci sono 3,2 posti letto ogni mille abitanti, contro i 4,7 della media europea. In Germania sono otto: inutile chiedersi perché lì la diffusione dell’epidemia sia stata controllata molto meglio che da noi. In Italia i posti letto (15mila euro l’uno) sono calati del 30 per cento tra il 2000 e il 2017.\r\nI responsabili siedono in tutte le poltrone rosse del parlamento.\r\n\r\nDopo due mesi e mezzo di pandemia, la situazione non è migliorata: non ci sono state nuove assunzioni di medici, infermieri, assistenti sanitari, gli ospedali non sono luoghi sicuri né per chi ci lavora né per chi vi è ricoverato.\r\nChi osa denunciare la situazione viene deferito ai consigli di disciplina o licenziato. I lavoratori della sanità devono scegliere tra la borsa e la vita. Tra rischiare la vita per avere uno stipendio, o rischiare il posto per difendere la propria vita e quella degli altri.\r\n\r\nIn questi mesi il governo ha provato a renderci complici di una strage di stato, soffocandoci di retorica patriottica e coprendoci con un sudario tricolore.\r\nL’unione sacra degli italiani nella “guerra” al coronavirus, il sacrificio della libertà per il bene di tutti. Una favola che si scioglie di fronte a bombardieri prodotti a Cameri, mentre alle persone ammalate venivano prescritti tachipirina e scongiuri.\r\n\r\nAnche questo due giugno, che, come ogni anno verrà celebrato con cerimonie militari e appelli patriottici, saremo in piazza, per dire che non ci stiamo, che non ci arruoliamo. Il nazionalismo è un virus mortale, che di anno in anno sta infettando la nostra società. La paura del domani viene usata per innalzare nuove barriere, per finanziare guerre, stragi, occupazioni militari.\r\nGli anziani sacrificati nelle RSA mentre si costruivano sommergibili da guerra sono l’emblema di regole sociali che è nostro impegno spezzare. Noi siamo con chi sciopera per non morire di lavoro, con chi ha resistito alla militarizzazione ed ha creato reti solidali.\r\nDisertori, anarchici, senzapatria saremo in piazza, con tutte le precauzioni necessarie, contro tutti gli eserciti, tutte le frontiere, tutte le guerre. 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17 ore 13,30 – Torino disco cross #8 lato A 64 minuti [Radio Blackout, Torino Disco Cross]:\r\n\r\nTorino Disco Cross è una fanzine di musica elettronica, un team di produttori e dj’s che dal 2003 assembla tracce audio raccolte in volumi che periodicamente vengono presentati al pubblico in eventi dal vivo. Per l’occasione vengono offerte copie su cd, slegate dal circuito di distribuzione commerciale. Più che un’organizzazione di serate dance è un laboratorio di sperimentazione e confronto dove l’unione di generi, l’intreccio di esperienze, la ricchezza di stili e la totale indipendenza dei partecipanti contribuiscono ad accrescere il patrimonio collettivo…Ad oggi gli artisti coinvolti nel progetto hanno partecipato alla realizzazione dei volumi in totale autonomia, senza sponsor o produttori esterni, in sintesi no-profit.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 18 ore 12,30 – Cinema Underground: Paolo Gioli 11 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nFotografo e Sperimentatore di nuove tecniche fotografiche analogiche, artista e cineasta avanguardista, Gioli utilizza media molto diversi tra loro, esplorando nuovi linguaggi e rifiutando lo schema che i media stessi impongono. 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Sintetizzatori primitivi in HD.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 08,30 – 8 Marzo anticarcerario 113 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesto 8 Marzo, oltre alle consuete dirette dalla piazza Torinese di Non Una Di Meno, la redazione informativa di Radio Blackout ha deciso di dedicare una serie di approfondimenti a tema Abolizionismo Carcerario e Femminismo Anti-punitivista.\r\n\r\nAbbiamo contattato diverse realtà in giro per il mondo che si occupano di questo tema, da collettivi che lavorano sulla giustizia riparativa, associazioni che si occupano di relazioni con le persone vittime di repressione prima e dopo la scarcerazione, fino a campagne per la liberazione di singole persone, per concludere con una diretta dal presidio sotto la sezione femminile del carcere di Cagliari.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 23 ore 13,30 – Speciale Lou Reed 40 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]:\r\n\r\nSpeciale su Lou Reed, con interviste tratte da trasmissioni radio e televisive.","16 Febbraio 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Le decorazioni come forma espressiva artistica ma anche politica in quanto DIY e spesso pregna di significati, simboli, voci caratterizzanti il movimento underground delle feste.\r\n\r\nNella seconda parte della puntata la voce di Gabri, uno dei Colpos, band electropunk Torinese che sta per partorire, attraverso una gestazione estenuante lunga ben 4 anni, il suo secondo e attesissimo disco \"Padroni di niente servi di chiunque\". 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