","Le torture ri-affiorate dell' \"emergenza\" democratica",1334671194,[],[],{"post_content":98},{"matched_tokens":99,"snippet":100,"value":101},[54],"La testimonianza di Enrico \u003Cmark>Triaca\u003C/mark>, uno dei primi torturati \"sistematici\"","La testimonianza di Enrico \u003Cmark>Triaca\u003C/mark>, uno dei primi torturati \"sistematici\" da parte della \"squadretta\" capeggiata da Nicola Ciocia, noto alle vittime con il nome di dott. De Tormentis. E' il 1978, quando Enrico, considerato il \"tipografo\" delle BR viene incappucciato e di lui si perdono le tracce per circa un mese, diventando letteralmente un\r\ndesaparecido.\r\nSubisce una serie di torture terribili, in particolare il sistematico utilizzo del waterboarding sino a che, temendo che morisse, interrompono la pratica. Lo ritroviamo quindi in carcere, in una cella di isolamento del penitenziario di Civitavecchia. Qui inizia il suo calvario detentivo, tra pressioni per spingerlo a collaborare e periodi lunghissimi di isolamento totale. Enrico non cede al \"trattamento\" di spersonalizzazione e annichilamento umano e politico. Altri mollano, come Alberto Buonoconto che si suicida a cinque anni dalle torture e lo stesso Enrico ci confessa di aver valutato, come extrema ratio l'ipotesi del suicidio. Altri ancora si piegheranno alla collaborazione. Ciliegina sulla torta di questa storia di \"straordinaria\" amministrazione statale è il mandato di cattura per calunnia che \u003Cmark>Triaca\u003C/mark> riceve in carcere all'indomani della denuncia, al magistrato Achille Gallucci, delle torture subite.\r\n\r\nAscolta l'intervista con Enrico \u003Cmark>Triaca\u003C/mark>[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/Enrico-su-torture-17-04.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n \r\n\r\nAffrontiamo con Paolo Persichetti, esponente dell'ultima fase della storia BR, estradato dalla Francia nel 2002 dopo una lunga latitanza, il nodo delle torture di stato che a tratti riaffiorano nella storia del nostro paese e che rimangono un nodo fondamentale che le istituzioni si rifiutano di riconoscere e che dunque, in momenti particolari della storia italiana, ritornano come \"operazione sistematica\" (si tratti degli anni della guerriglia in Italia o del dopo-G8 di Genova). Tali episodi sono da interpretare nel quadro di una copertura a vari livelli che include il politico (nel quadro di un \"compromesso\" bipartisan), poi il giudiziario e non ultimo il mediatico\r\n\r\nAscolta l'intervista con Paolo Persichetti [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/Paolo-17-04.mp3\"] Scarica file\r\n\r\nPer approfondimenti: insorgenze - baruda",[103],{"field":75,"matched_tokens":104,"snippet":100,"value":101},[54],578730123365187700,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":34,"score":109,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":34},"1108091338752",14,"578730123365187697",6646,{"collection_name":43,"first_q":15,"per_page":112,"q":15},6,{"facet_counts":114,"found":25,"hits":132,"out_of":234,"page":14,"request_params":235,"search_cutoff":23,"search_time_ms":236},[115,125],{"counts":116,"field_name":123,"sampled":23,"stats":124},[117,119,121],{"count":26,"highlighted":118,"value":118},"I Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"congiunzioni",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"frittura mista","podcastfilter",{"total_values":70},{"counts":126,"field_name":22,"sampled":23,"stats":131},[127,129],{"count":26,"highlighted":128,"value":128},"Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":130,"value":130},"frittura mista radio fabbrica",{"total_values":26},[133,160,188,210],{"document":134,"highlight":147,"highlights":153,"text_match":156,"text_match_info":157},{"comment_count":34,"id":135,"is_sticky":34,"permalink":136,"podcastfilter":137,"post_author":120,"post_content":138,"post_date":139,"post_excerpt":40,"post_id":135,"post_modified":140,"post_thumbnail":141,"post_title":142,"post_type":143,"sort_by_date":144,"tag_links":145,"tags":146},"69037","http://radioblackout.org/podcast/specialmente-congiunzioni2-interessi-politici-e-politiche-della-cura-29-aprile/",[120],"Quali sono le risposte del sistema della cura ai bisogni delle persone? Queste risposte si articolano sui vari territori secondo quali criteri e esigenze? Sappiamo che i presupposti scientifici non sono avulsi da interessi di tipo politico economico, ciò è evidente sin dalla storia meno recente.\r\n\r\nPer quanto riguarda la salute mentale la capacità delle politiche di promozione della salute di essere all’altezza alle richieste di cura delle persone è decisamente minima. \r\n\r\nPer potersi fare carico di un paziente che ha necessità in questo campo occorre avere ben presenti quali sono le cause materiali e le condizioni da cambiare perchè il soggetto possa guadagnarne in salute.. per lo psicoterapeuta questo è possibile stando al funzionamento del sistema sanitario oggi? \r\n\r\nPartiamo dalla storia e ci facciamo accompagnare in questa puntata da alcuni interventi, il primo sarà di Antonio Esposito, giornalista di NapoliMonitor, ricercatore indipendente, che attraverso il suo libro “”Le scarpe dei matti” traccia una storia della psichiatria e degli strumenti che nel corso dei decenni si sono sostituiti e anche rivoluzionati. Il secondo sarà di Gisella Trincas, presidente di UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale) portavoce delle battaglie quotidiane di tutte le persone che si interfacciano ai servizi della salute mentale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021_04_29_congiunzioni-specialmente2.mp3\"][/audio]","9 Maggio 2021","2021-05-09 15:11:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/belgium-statue-knokke-beach-man-on-the-beach-man-sitting-on-the-beach-man-with-hat-on-the-beach-sand-lake-200x110.jpg","SPECIALMENTE CONGIUNZIONI#2 - INTERESSI POLITICI E POLITICHE DELLA CURA - [29 APRILE]","podcast",1620573110,[],[],{"post_content":148},{"matched_tokens":149,"snippet":151,"value":152},[150],"Trincas","Il secondo sarà di Gisella \u003Cmark>Trincas\u003C/mark>, presidente di UNASAM (Unione Nazionale","Quali sono le risposte del sistema della cura ai bisogni delle persone? 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La ricerca di strumenti finanziari per mobilitare le risorse per il riarmo è un altro tassello di questo percorso verso la guerra e il coinvolgimento inconsapevole dei risparmiatori diventa un espediente per reperire ulteriori risorse come ci racconta Alessandro Volpi , mentre il complesso militare industriale s'ingrassa con l'esportazione di armi verso paesi in guerra come Israele che sta perseguendo l'eliminazione del popolo palestinese con la complicità del sistema finanziario; ci racconta questo aspetto Duccio Facchini, mentre Carlo Tombola espone le triangolazioni usate dai mercanti d'armi per nascondere le vere destinazioni finali del commercio di armamenti.\r\n\r\n\r\n\r\nAntonio Mazzeo insegnante impegnato nel movimento antimilitarista ci parla del processo di militarizzazione all'interno degli istituti scolastici con la presenza sempre più pervasiva dei militari che scelgono la scuola come luogo di promozione della carriera militare e di reclutamento. Si esercita la retorica patriottarda per irretire le coscienze e cercare potenziale carne da cannone da gettare nel tritacarne della prossima guerra, fortunatamente tra i giovani studenti ci sono degli anticorpi che si oppongono a questa narrativa edulcorata che descrive l'esercito come una soluzione per il futuro lavorativo.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/militarizzazione-della-scuola--65859014\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alessandro Volpi ,docente di storia contemporanea all'Università di Pisa e autore di varie pubblicazioni ci concentriamo sugli aspetti finanziari della corsa al riarmo e del tentativo dell'Unione Europea di dirottare i risparmi privati per finanziare l'apparato militare industriale. Di questo trasferimento di risorse dalla spesa sociale all'industria degli armamenti beneficeranno i grandi fondi d'investimento nordamericani Blackrock, Vanguard e State street che controllano i grandi gruppi industriali che producono armamenti. Questo piano di riarmo comporterà anche un aumento dell'indebitamento pubblico con conseguente taglio delle risorse per il welfare già colpito dalle rigide regole dell'austerità e dell'equilibrio di bilancio che però non valgono per le armi. Con il nostro interlocutore affrontiamo anche la questione dei dazi legata all'enorme indebitamento statunitense con la conseguente perdita progressiva della centralità del dollaro e la frattura fra l'amministrazione Trump e il sistema finanziario dei grandi fondi che non gradiscono l'instabilità finanziaria innescata dalle politiche economiche della Casa Bianca.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/44BEIjQ7l2iM5NHxtM4fmd?si=gG5NZYTeSHStQnCPboTYmw\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-VOLPI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDuccio Facchini, direttore di “Altraeconomia”, parla delle importazioni di armi israeliane da parte italiana, la prima provincia per importazioni è Parma mentre leader per esportazioni – sia pur di armi destinate ai civili – è la provincia di Lecco. Queste armi arrivano in mano anche ai coloni che colpiscono i residenti palestinesi in Cisgiordania, anche le munizioni prodotte dalla Fiocchi. A proposito della guerra israeliana ci si domanda chi siano i gestori di fondi d'investimento e banche che hanno nei loro portafogli i titoli debito israeliani emessi proprio allo scopo di sostenere lo sforzo bellico sionista. 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I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Gennaio 2025","2025-01-20 15:32:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",1737387136,[173],[128],{"post_content":202},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[178],"mare in veri e propri \u003Cmark>tritac\u003C/mark>arne autorizzati, che mettono le persone","Simone del collettivo \"Rotte balcaniche\" ci racconta la terribile esperienza vissuta al confine tra Bulgaria e Turchia.E' stato arrestato il 21 dicembre insieme a due compagne per aver soccorso dei migranti nel sud-est della Bulgaria, subendo un trattamento brutale da parte della polizia bulgara che si è di fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei migranti in difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci sono arrivate segnalazioni di tre minorenni soli e a rischio immediato di morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città di Burgas, nel sud-est della Bulgaria. I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri \u003Cmark>tritac\u003C/mark>arne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[207],{"field":75,"matched_tokens":208,"snippet":204,"value":205},[178],{"best_field_score":186,"best_field_weight":108,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":34,"score":187,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":70},{"document":211,"highlight":225,"highlights":230,"text_match":184,"text_match_info":233},{"comment_count":34,"id":212,"is_sticky":34,"permalink":213,"podcastfilter":214,"post_author":215,"post_content":216,"post_date":217,"post_excerpt":40,"post_id":212,"post_modified":218,"post_thumbnail":219,"post_title":220,"post_type":143,"sort_by_date":221,"tag_links":222,"tags":224},"91131","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-16-07-2024/",[122],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stato quello del bracciantato agricolo che lavora in Piemonte. Ci siamo spostati ad Alba grazie al collegamento telefonico con un compagno del collettivo Mononoke, che ci ha aggiornati sulla situazione di chi raccoglie frutta e verdura nei campi di quel territorio. Le condizioni non sembrano essere molto difformi da quelle che abbiamo sentito in altri posti, cooperative formali e non di intermediazione che sfruttano e picchiano, padroni che non fanno contratti adeguati e istituzioni inermi di fronte al costante problema abitativo dei braccianti, per citare alcuni tra i problemi più comuni, ma ce ne sarebbero molti altri.\r\n\r\nIn tutto questo, c'è stato uno sciopero lanciato da CGIL con corteo per le strade di Alba, al quale il sindacato ha invitato a partecipare gli imprenditori per continuare a raccontarsi tra loro stessi che sta andando tutto bene, che c'è qualche mela marcia che sfrutta e maltratta, ma bisogna piangere forzatamente qualche lacrima di coccodrillo alla visione delle immagini di aggressioni agli operai agricoli, che dai social sono finiti anche in quel tritacarne che è il dibattito mediatico nazionale. Il collettivo mononoke ha deciso di contestare questa mobilitazione e il compagno in collegamento, ci ha raccontato com'è andato questo momento e come intendono agire per il futuro: insomma prepariamoci a qualche risposta organizzata dall'albese nel giro di qualche settimana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_16_07_Collettivo-mononoke-ci-racconta-contestazione-piazza-confederali-e-situazione-braccianti-nellalbese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di un capotreno dell'Assemblea Nazionale PdM/PdB (personale di macchina/personale di bordo \"Siamo il gruppo auto-organizzato di Macchinisti e Capitreno delle FSI che rivendica un giusto rinnovo del CCNL\") sullo sciopero nazionale del 6/7 Luglio 2024 di 24H. Abbiamo fatto un resoconto politico alla luce del comunicato dell'Assemblea Nazionale:\r\n\"L’altissima adesione allo sciopero di Macchinisti e Capitreno dimostra l’estremo disagio del personale dei treni nei confronti di una normativa di lavoro divenuta ormai insostenibile.\r\nLe soluzioni devono essere parte fondante nel rinnovo del CCNL A.F., non trafiletti di accordi aziendali che hanno il fiato corto, anzi, cortissimo... e chi proprio adesso li sta discutendo lo\r\nsa benissimo. Sebbene la Commissione di Garanzia ci abbia costretto a revocare l'adesione (ciò ha imposto una sorta di silenzio da parte dell'Assemblea Nazionale), Macchinisti e Capitreno hanno\r\naderito in massa allo sciopero. Questo perché i lavoratori hanno compreso che i sindacati proclamanti (Cub ed Sgb) sostengono integralmente la piattaforma rivendicativa che è stata\r\nelaborata sulla base delle loro indicazioni ed intorno alla quale è nata l'Assemblea Nazionale: un'espressione trasversale ed unitaria del Personale dei Treni.\r\nOltre ad una normativa di lavoro adeguata, esiste anche un serio problema economico. Il crollo del potere di acquisto ha colpito le retribuzioni di Capitreno e Macchinisti su due fronti:\r\nsulla parte fissa della retribuzione (come per tutti i lavoratori) e sulla parte variabile - cioè quella che dovrebbe compensare la particolarità del lavoro svolto, ma che è ferma da 20 anni.\r\nNon sarà una lotta breve, ma dalla nostra parte c’è la forza della ragione... ed abbiamo ragione, sia sul piano normativo che su quello economico. Sono rimasti ormai in pochissimi i colleghi che non lo hanno capito...\r\nConfidiamo che a comprenderlo, e alla svelta, siano anche gli altri sindacati.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_16_07_Capo-treno-ci-aggiorna-su-situazione-ferrovieri-e-mobilitazioni-assemblea-PDM_PDB.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quelle delle lotte dei lavoratori e lavoratrici del magazzino di Cablog a Tortona. Per approfondire la questione abbiamo intervistato Claudio di ADL COBAS, che ci ha raccontato i motivi per i quali sono nati gli scioperi che hanno animato questa azienda di impacchettamento merci. Inoltre ci ha spiegato quanto in questo caso in particolare siano stati i lavoratori e lavoratrici ad avere trainato le lotte con determinazione, fino ad arrivare alla vittoria. Infatti i loro colleghi che sarebbero stati dovuti rimanere senza lavoro sostituiti da una cooperativa, hanno ottenuto il reintegro, con contratto a tempo indeterminato e altre migliorie.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/F_m_16_07_Claudio-ADL-Cobas-su-vittoria-lotte-stabilimento-Cablog-Tortona.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","21 Luglio 2024","2024-07-21 17:11:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/PDM-PDC-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 16/07/2024",1721581862,[223],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[130],{"post_content":226},{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":229},[178],"sono finiti anche in quel \u003Cmark>tritac\u003C/mark>arne che è il dibattito mediatico"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stato quello del bracciantato agricolo che lavora in Piemonte. 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Abbiamo fatto un resoconto politico alla luce del comunicato dell'Assemblea Nazionale:\r\n\"L’altissima adesione allo sciopero di Macchinisti e Capitreno dimostra l’estremo disagio del personale dei treni nei confronti di una normativa di lavoro divenuta ormai insostenibile.\r\nLe soluzioni devono essere parte fondante nel rinnovo del CCNL A.F., non trafiletti di accordi aziendali che hanno il fiato corto, anzi, cortissimo... e chi proprio adesso li sta discutendo lo\r\nsa benissimo. Sebbene la Commissione di Garanzia ci abbia costretto a revocare l'adesione (ciò ha imposto una sorta di silenzio da parte dell'Assemblea Nazionale), Macchinisti e Capitreno hanno\r\naderito in massa allo sciopero. Questo perché i lavoratori hanno compreso che i sindacati proclamanti (Cub ed Sgb) sostengono integralmente la piattaforma rivendicativa che è stata\r\nelaborata sulla base delle loro indicazioni ed intorno alla quale è nata l'Assemblea Nazionale: un'espressione trasversale ed unitaria del Personale dei Treni.\r\nOltre ad una normativa di lavoro adeguata, esiste anche un serio problema economico. Il crollo del potere di acquisto ha colpito le retribuzioni di Capitreno e Macchinisti su due fronti:\r\nsulla parte fissa della retribuzione (come per tutti i lavoratori) e sulla parte variabile - cioè quella che dovrebbe compensare la particolarità del lavoro svolto, ma che è ferma da 20 anni.\r\nNon sarà una lotta breve, ma dalla nostra parte c’è la forza della ragione... ed abbiamo ragione, sia sul piano normativo che su quello economico. 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