Chiudere i Poligoni in Sardegna
Scritto dainfosu 16 Maggio 2012
Con un lavoro durato poco più di un anno la procura di Lanusei ha risolto “il mistero” – che da 11 anni si vuole tale – del disastro ambientale e sanitario causato dal poligono Quirra-Perdasdefogu. Ha trovato alcune delle “armi del delitto”: lo smaltimento della spazzatura bellica Italia-Nato, sia in discariche fuorilegge, sia con i brillamenti fuorilegge, e conseguente contaminazione di aria, suolo, acque; le emissioni radar; il torio radioattivo sparso dai missili, accumulato e conservato nelle povere ossa degli uccisi.
Ha messo sotto accusa:* alcuni degli intoccabili in divisa, otto generali, un maggiore, due colonnelli, il tenente ex sindaco di Perdasdefogu;* alcuni complici di alcuni dei depistaggi, i sei responsabili di due indagini “scientifiche” truffa approntate dal ministero della Difesa;* due esponenti della vasta “zona grigia” dedita all’ostinata rimozione dell’evidenza.
Il sindaco di Perdasdefogu e il medico competente del poligono sono indagati per ostacolo aggravato alla difesa da un disastro e favoreggiamento aggravato.Nulla toglie alla dimostrazione oggettiva del nesso causale tra le attività militari e la strage l’ipotesi, purtroppo realistica, che “gli intoccabili” evitino l’accusa di omicidio plurimo volontario. I meandri e i mille rivoli della catena di comando, la distribuzione di responsabilità in un groviglio inestricabile di livelli (dal soldato che ha eseguito l’ordine al Capo Supremo delle Forze Armate Italiane, ai vertici Nato) garantiscono l’anonimato, rendono improbabile individuare gli assassini con nome e cognome, e quindi procedere contro. L’approfondimento con un’attivista di Gettiamo le Basi[audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Attivista-Comitato-Gettiamo-le-basi-16-05.mp3|titles=Attivista Comitato Gettiamo le basi 16-05] Scarica file