Sigonella. Piattaforma di guerra
Scritto dainfosu 15 Maggio 2013
500 marines spostati dalla Spagna alla base NATO di Sigonella. Ufficialmente per garantire la sicurezza dei cittadini statunitensi in Libia.
In realtà Sigonella è una base di guerra attiva ogni giorno, per operazioni più o meno coperte di polizia internazionale. Da Sigonella partono i droni destinati a colpire nemici degli interessi statunitensi nell’area Mediterranea, a Sigonella si elaborano le strategie di appoggio agli alleati in Libia, Siria, Libano.
I signori e i marcanti di morte hanno ipotecato ruolo e funzioni della Sicilia: trampolino di guerra per colpire nemici lontani; enorme centrale di spionaggio per incunearsi nelle vite di ognuno, dall’Atlantico agli Urali, dall’Africa all’estremo oriente. Sigonella è la più grande base militare Usa, Nato ed extra-Nato nel Mediterraneo.
Le operazioni sono costantemente concordate con i governi italiani, che, a destra come a sinistra, sono allineati con l’alleato/occupante statunitense. In Italia non ci sono solo le basi, ma anche i centri di comando, come quello di Napoli.
Da tempo Sigonella è al centro di grandi manovre, che mirano a trasformare la base siciliana in uno dei maggiori centri logistici per i conflitti nell’area mediterranea e mediorientale.
L’arrivo dei 500 marines è solo l’ultimo tassello di un complesso mosaico di morte.
Ne abbiamo parlato con Manlio Dinucci, geografo e collaboratore del Manifesto.
Ne è scaturita un’analisi a tutto campo, che ha investito i principali teatri di guerra in cui gli Stati Uniti sono impegnati. Un capitolo a parte è stato dedicato alle relazioni tra USA e Italia al tempo della seconda repubblica.
Ascolta l’intervista