CIE di Gradisca. Chiuso dopo la rivolta

Scritto dasu 6 Novembre 2013

1376753208360L’ultima rivolta che ha scosso il CIE di Gradisca ha portato a termine la distruzione cominciata in agosto, quando la struttura isontina era stata attraversata da rivolte, fughe e incendi.
Di oggi la notizia che il centro è stato completamente svuotato. Sin dal 4 novembre c’erano stati i primi trasferimenti a Torino e Milano, il giorno successivo 36 immigrati sono stati portati nel CIE di Trapani-Milo. Ieri pareva che qualche recluso sarebbe rimasto nel CIE, per alimentare l’illusione che la prigione per senza carte fosse ancora operativa. Oggi è caduta l’ultima foglia di fico. Il lager modello di Gradisca, costruito per impedire le fughe e le rivolte, ma, nel contempo anche per propagandare l’immagine di una struttura dal volto umano ha, nei fatti, chiuso i battenti. L’immagine da cartolina della propaganda governativa è andata in frantumi, distrutta dalla voglia di libertà di chi vi era chiuso dentro, dalla disumanità di gestori e guardiani, dalle tante fughe, dal fuoco delle rivolte, che lo hanno più volte danneggiato sino a renderlo inagibile.
L’ultima spallata p stata data nell’ultimo fine settimana di ottobre
Nella notte fra il 30 e il 31 ottobre: un gruppo di prigionieri, dopo un fallito tentativo di fuga, ha bruciato materassi, rotto vetrate e divelto alcune reti per protestare contro le condizioni di vita all’interno della struttura e per la lunghezza dell’internamento. I vigili del fuoco dichiareranno inagibili cinque stanze su otto mentre un paio di immigrati finiranno all’ospedale per un lieve intossicamento. I reclusi vengono costretti a dormire nei corridoi per terra senza materassi e al freddo. Un pugno di ferro adottato dopo le rivolte del febbraio-marzo 2011.
Questa volta non funziona.
Nella notte  fra il 1 e il 2 novembre e fra il 2 e il 3 novembre l’opera di distruzione del CIE viene completata con l’incendio alle camere rimaste agibili.

Sabato 9 novembre gli antirazzisti della Regione si sono dati appuntamento al carcere di Gorizia, dove sono reclusi cinque immigrati arrestati dalla polizia tra l’estate e l’autunno per le rivolte nel CIE di Gradisca. Una manifestazione di solidarietà con loro e con tutti i detenuti.

Ne abbiamo parlato con Federico, un antirazzista triestino, impegnato da anni nella lotta per la chiusura del CIE. Grande la sua gioia nel darci la notizia che il centro era ormai vuoto.

Ascolta la diretta:

gradisca

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