Primo Maggio. La rivolta di Heymarket
Scritto dainfosu 30 Aprile 2014
Il primo maggio 1886 a Chicago, oltre 50.000 lavoratori proclamano lo sciopero per imporre al padronato le otto ore lavorative. In un clima di tensione, e di numerose provocazioni poliziesche, si susseguono cortei, comizi ed picchetti. Il 3 maggio, davanti alle fabbriche Mc Cormick, in Haymarket square, si svolge un presidio di lavoratori per impedire azioni di crumiraggio, durante il quale prendono la parola gli esponenti di maggior spicco del movimento operaio, tra cui gli anarchici, che consideravano la campagna per le otto ore solo come un primo passo verso la rivoluzione sociale. Al termine della giornata, la polizia carica i manifestanti, sparando all’impazzata. Il bilancio è di quattro morti e centinaia di feriti.
La reazione operaia non si fa attendere. Il giorno seguente, 4 maggio, ventimila lavoratori e lavoratrici si ritrovano in Haymarket square, il luogo della strage. Gli anarchici, Spies, Parsons e Fielden, parlano alla folla, in un clima carico di tensione, ma fondamentalmente tranquillo. La polizia inizia comunque a caricare i manifestanti. Una bomba scoppia in mezzo ad un plotone di poliziotti, uccidendone uno. La polizia spara nuovamente sulla folla. La campagna repressiva contro operai e sindacalisti è immediata: parte una vera caccia al sovversivo.
Le prime vittime sono gli esponenti più noto del movimento dei lavoratori, ovvero gli anarchici che avevano dato forza e coscienza al movimento di lotta: August Spies, Samuel Fielden, Adolph Fischer, George Engel, Michael Schwab, Louis Lingg, Oscar Neebe e Albert Parsons. In buona parte sono lavoratori immigrati dalla Germania.
Il processo inizia il 21 giugno 1886 alla Cooke County. Già la composizione della giuria- uomini d’affari, loro impiegati ed un parente di uno dei poliziotti morti – lascia supporre che la sentenza sia già stata scritta.
Non c’è nessuna prova a carico degli anarchici; tre di loro erano stati oratori al comizio di Haymarket, altri due non c’erano nemmeno andati, gli ultimi tre avevano lasciato la manifestazione prima dello scoppio della bomba. Il processo si svolge su un piano puramente ideologico: sotto accusa sono in realtà l’anarchismo, il socialismo e il movimento operaio.
Il 19 agosto sette degli otto imputati vengono condannati a morte: Adolph Fischer, August Spies, George Engel e Albert Parsons vengono impiccati l’11 novembre del 1887. Louis Lingg sfugge alla forca, a cui era stato condannato, suicidandosi in carcere il giorno prima dell’esecuzione. Samuel Fielden e Michael Schwab, in seguito alla domanda di clemenza, vengono graziati nel 1893, così come Oscar Neebe, condannato inizialmente a 15 anni.
Il primo Maggio, il giorno della rivolta di Haymarket, è divenuto giorno di lotta per i lavoratori di ogni parte del mondo.
Un giorno che oggi troppi vorrebbero seppellire nella memoria e nella pratica concreta degli sfruttati, ma la memoria, quando è memoria resistente, è una memoria che dura. In tanti ricordano le lotte durissime degli operai di Chicago che nel lontano 1886 si battevano per le otto ore.
Cinque di loro vennero impiccati per stroncare quella lotta. Ma i padroni e i governanti dovettero pentirsene, perché la loro morte accese fuochi in ogni dove. Quei fuochi ardono ancora.
Delle origini del Primo Maggio abbiamo parlato con Claudio Venza, docente di Storia contemporanea all’Università di Trieste.
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