Caso Nisman: trame argentine… e internazionali
Scritto dainfosu 23 Gennaio 2015
La morte del procuratore federale Alberto Nisman trovato esanime nella sua vasca nella notte fra domenica e lunedì è fonte di dubbi che si vanno ad aggiungere ai misteri dell’attentato al centro ebraico porteno, dove complottismo e dietrologie si rincorsero già nel 1994: dopo lo stupore per l’improvvisa scomparsa del pm che la settimana scorsa aveva accusato la presidente Cristina Fernández di aver insabbiato le indagini che avrebbero portato alla matrice iraniana dell’attentato in cambio di scambi commerciali privilegiati, e che avrebbe portato martedì in tribunale le sue presunte prove, ora è il momento degli interrogativi che prevalgono anche sulla tesi del suicidio, considerata finora la più attendibile, se non l’unica. Solo che la perizia che cercava residui di polvere da sparo sulla mano destra della vittima non ha trovato riscontri, per quanto i tecnici non se ne siano stupiti. Riguardo all’arma un collaboratore di Nisman si è presentato agli inquirenti per precisare di esserne il proprietario e di averla ceduta al procuratore sabato sera su sua richiesta per motivi di sicurezza, portandola nel suo appartamento di Torre Le Pac a Puerto Madero. L’accusa del giudice Nisman costituita da 300 pagine di rapporto sarebbe riferita a fonti “ufficiose” del ministero degli esteri israeliano. Documenti generati da servizi segreti che parlano di eventuali pressioni del Ministro degli Esteri Hector Timerman sull’Interpol per abbassare il livello d’allarme dell’Interpol sui funzionari iraniani presunti colpevoli dell’attentato. Héctor è membro autorevole della comunità ebraica argentina, figlio di Jacobo, uno dei più prestigiosi giornalisti del XX secolo, torturato per mesi dalla dittatura in quanto ebreo, si sarebbe prestato secondo la velina del Mossad a un gioco sporco (presunto ed eventuale) sul sangue degli 85 morti dell’AMIA? Spazzatura ripetuta da tre giorni per demonizzare un governo colpevole di non essere allineato, come dimostrano le polemiche estive di un giudice statunitense che aveva dichiarato insolvente lo stato Argentino, accogliendo le istanze di avvoltoi che pretendevano percentuali strozzine. La presidenta è stata contestata dalle solite masse dei quartieri alti orchestrate dagli organi di informazione più vicini al pensiero neoliberista, ma in realtà non è ascrivibile a lei l’eventuale insabbiamento delle indagini in certe direzioni… e ancora poche ore fa pure lei non crede al suicidio del magistrato, spiegandoselo attribuendo il suo comportamento a un orchestratore occulto che poi ha voluto che morisse L’obiettivo della campagna del Clarìn è la casa rosata: le presidenziali sono fissate per ottobre e la trama s’infittisce…. Ne abbiamo parlato con Gennaro Carotenuto, docente all’Università di Macerata ed esperto di questioni latinoamericane.