I convegni che si nutrono di Expo
Scritto dainfosu 5 Febbraio 2015
Nel prossimo fine-settimana si registrano alcuni appuntamenti che cominciano a dare idea di cosa significherà il mondo ai tempi dell’Expo milanese del 2015: quello SìExpo, più pubblicizzato per la presenza annunciata del premier (che in genere all’ultimo minuto si prende spavento e tira il pacco) presso l’Hangar Bicocca, nei fumosi intenti degli organizzatori dovrebbe accentrarsi intorno alal Carta di Milano, un documento con i suggerimenti del mondo della scienza sulla nutrizione e lo sviluppo sostenibile, e non più ai cantieri o alle questioni giudiziarie a essi collegate: infatti si prevede una vacuità assoluta fin dal titolo: “l’Expo delel idee”.
L’apuntamento NìExpo si terrà direttameten a Palazzo Marino. Si tratta del convegno “Expo: nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali?” annunciati, tra gli altri, Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto e il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo.Indignati perché hanno scoperto che le protagoniste assolute saranno le grandi multinazionali”. Sono tutti un po’ scettici ma si limitano a essere critici e non decisamente contrari al grande evento.
Venerdì invce si terrà l’appuntamento più serio: al Lambretta si incontrano i precari, gli studenti, quella generazione che dovrebbe negli intenti dei primi due convegni lavorare gratis per l’Expo e ringraziare anche per il cappellino di cui saranno dotati, cadeaux offerto munificamente a ricordo delal loro partecipazione; queste realtà hanno le idee più chiare. Infatti nel documento di indizione dell’assemblea (6 febbraio alle 15 presso il C.S.O.A. Lambretta) si legge: «Expo 2015 sarà una vetrina della nostra società dove da un lato sfruttatori e devastatori si venderanno al pubblico come promotori di modelli di sviluppo sostenibile e dove noi saremo ridotti al solo ruolo di consumatori e spettatori senza la possibilità di prender parola rispetto a qualsiasi decisione o manifestare il nostro dissenso. Sono 18.500 gli studenti volontari che dovrebbero regalare la loro forza-lavoro a Expo2015 e al malaffare che lo gestisce. Ma, oltre al lavoro gratuito, gli studenti di Milano sono costretti a subire un’altra grande offesa: la trasfigurazione che Milano in questi anni sta subendo. Il disegno di chi gestisce la città è chiaro: millantare di voler far diventare Milano una capitale “europea” continuando a perseguire il modello di sviluppo che ci riduce da ormai 7 anni in un austera crisi che sembra non avere via d’uscita, dando centralità quindi al mondo della finanza piuttosto che rivalutare zone degradate o creare spazi di socialità e aggregazione accessibili a tutti. Tutte le piazze e i luoghi di socialità della città vengono pensati in funzione al profitto: i parchi recintati, le strade riempite di telecamere, reprimendo qualsiasi forma di espressione non conforme al modello “lavora, consuma e obbedisci”».
Ne abbiamo parlato con Luca: