Tav. Il governo si nasconde dentro la montagna

Scritto dasu 18 Febbraio 2015

L’ultima mossa del governo è un evidente segno di debolezza. In questi mesi è entrata in ballo una variante al progetto del tunnel di base, il super tunnel di 57 chilometri nel massiccio dell’Ambin, il nodo strutturale della Torino Lyon, ormai ridotta al solo tunnel e alla stazione di Susa, perché il resto viaggerebbe sulla linea “storica”.
L’uovo di Colombo sarebbe la decisione di rimandare di un decennio i cantieri a Susa, facendo partire i lavori per il tunnel di base dalla conclusione del tunnel geognostico di Chiomonte. Il governo intenderebbe cominciare il tunnel dentro la montagna, costruendo una sorta di mega caverna dove verrebbe montata la nuova talpa.
Una soluzione “tecnica” ad una questione che è squisitamente politica. Il timore di blocchi e proteste che rendano ingovernabile la bassa valle è all’origine di questa trovata che farà inevitabilmente lievitare i costi dell’opera. Poco importa che in tutta questa partita nessuna delle regole del gioco sia stata rispettata: ancora oggi non c’è un progetto definitivo per il tunnel, né un calcolo dei costi per chiedere il finanziamento del 40% dell’opera all’Unione Europea.
Un groviglio normativo nel quale le istituzioni non hanno timore di impigliarsi, mentre hanno ancora paura del movimento No Tav.

In questo clima il movimento No Tav si prepara a scendere in piazza il 21 febbraio per un corteo che ribadirà con forza le ragioni dell’opposizione all’opera e la solidarietà a chi è finito nel mirino della repressione per la lotta contro un progetto inutile, devastante, costosissimo.

Ne abbiamo parlato con Alberto Perino.

Ascolta la diretta:

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