Catania, San Berillo: incuria e divieti come a L’Aquila
Scritto dainfosu 20 Novembre 2015
Domenica 22 novembre in via opificio nel quartiere di San Berillo alle ore 10:30, si terrà un assemblea, indetta dalla Casa di Quartiere “Comefa”di cui il Comitato è promotore insieme al Circolo Arci Melquiades e Circolo Faber. Un incontro con abitanti del quartiere, associazioni, giuristi e tecnici urbanisti per discutere sulle soluzioni da individuare nell’immediato sulla questione abitativa e sulla questione della messa in sicurezza degli immobili. Ma cosa è successo esattamente a San Berillo e perché è interessante quello che sta avvenendo a Catania in un quartiere assimilabile a Boccadasse a Genova?
L’ultimo episodio è quello che ha permesso alla giunta Bianco di sgomberare un edificio in buona parte occupato da famiglie che pagavano l’affitto, ma dichiarandolo pericolante, la speculazione ha avuto buon gioco a chiudere al transito molte vie con un effetto simile a quello desolante del centro de L’Aquila dopo il terremoto, con porte saldate per impedire l’accesso. L’incuria ha avuto lo stesso effetto di un terremoto, volutamente, perché la zona è soggetta a vincoli e così si potrà invece procedere a un nuovo sventramento che ricorda tristemente quello del 1957. Già perché ricadendo nella zona “A” del centro Storico, non è possibile demolire palazzi e case a San Berillo, ma dal momento che la demolizione è avvenuta per “Cause naturali” e in situazione di rischio crollo si fa un gran regalo agli immobiliaristi che vorranno costruire sulle macerie godendo anche di premi di cubatura, perseguendo i loro progetti di gentrificazione già in corso con ovvia espulsione dell’attuale comunità, giudicata ainadatta a coabitare con i prossimi inquilini del quartiere: vie di artisti in collaborazione con presunti prestanome della mafia.
Paradossale che si parli di decoro, mentre si cerca di aumentare il degrado con la costruzione di vicoli ciechi derivanti da chiusure di strade e demolizioni di edifici, per completare la riconversione.
Ma sentiamo Federico di Officina Rebelde che ci fa un quadro più preciso della situazione, attendendo le decisioni dell’assemblea di domenica prossima