Turchia. Altri due giornalisti in carcere
Scritto dainfosu 16 Febbraio 2016
La Turchia è da anni ai primi posti nella classifica degli Stati che reprimono la libera espressione. La guerra scatenata dal governo Erdogan contro le città del Bakur che da luglio hanno proclamato l’autonomia ha moltiplicato gli arresti di giornalisti. Nel mirino sono finiti blogger e free lance come giornalisti dei maggiori quatidiani del paese.
L’11 Febbraio nella città di Antalya durante un’operazione della polizia il giornalista Feyyaz Imrak, dell’agenzia di notizie Dicle è stato preso in detenzione cautelare insieme a 28 persone, 11 di queste minorenni.
Dopo il primo interrogatorio presso il commissariato è stato portato al tribunale di Antalya. Dopo di che con altre persone è stato accompagnato davanti al giudice ed in tarda notte insieme ad altre 17 persone è stato accusato di “far parte di un’organizzazione terroristica” e quindi sono stati accompagnati in carcere.
Con questo ultimo arresto in Turchia risultano in carcere 34 giornalisti detenuti.
Lo stesso giorno era finito dietro le sbarre in altro giornalista di Dicle, Nazim Dastan. Dastan si era occupato per svelare l’eventuale rapporto tra alcuni soldati e l’ISIS attraverso diverse fotografie e documenti. Faccendo che il governo non gradisce che vengano rivelato ai propri cittadini, cui i massacri, i bombardamenti delle case, le persone bruciate vive,, le torture in Bakur vengono descritti come operazioni antiterrorismo.
Il silenzio dei media italiani ed europei sull’assedio di Cezir e di Sur dimostra che nel nostro paese l’informazione è in buona parte arruolata.
La Turchia si è assunta il compito di bloccare i profughi diretti in Europa: in cambio riceve denaro ed appaoggio politico alla politica di genocidio delle città ribelli del Kurdistan.
Ne abbiamo parlato con Murat Cinar, mediattivista, blogger di origine turca che da molti anni vive nella nostra città.
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