Caso Regeni, un anno senza verità

Scritto dasu 25 Gennaio 2017

Un anno fa, il 25 gennaio 2016, il ricercatore italiano Giulio Regeni veniva rapito al Cairo, torturato per giorni e poi ucciso. Un anno dopo, la battaglia per ottenere verità sulla sua morte è ancora lontana dal concludersi.

 

Le autorità egiziane hanno fin da subito e ripetutamente costruito false versioni e depistaggi attorno al caso Regeni, per allontanare le responsabilità del proprio braccio operativo – la polizia e i servizi segreti – arrivando infine a sostenere una versione di comodo che additerebbe alcune “mele marce” del sistema, che avrebbero agito in autonomia senza una catena di comando alle spalle. Una versione, questa, che mira a costruire un alone di eccezionalità attorno alla morte di Giulio, nascondendo invece la sistematicità di una pratica di cui il regime egiziano di Al Sisi è autore da anni: la sparizione forzata e violenta di centinaia di persone.

 

Un anno durante il quale il governo italiano (primo tra tutti quello di Renzi e ora quello fotocopia di Gentiloni) ha continuato a intrattenere lucrosi affari e accordi con l’Egitto.

 

Oggi in tutta Italia si tengono iniziative e manifestazioni in ricordo di Giulio, per continuare a portare avanti la battaglia per la verità intrapresa un anno fa.

 

Ne abbiamo parlato con Chiara Cruciati, collaboratrice de Il Manifesto:

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