“Scuola Possibile”: creatività e nuove tecnologie per formare i leader del futuro
Scritto dainfosu 18 Aprile 2017
A settembre a Torino apriranno due nuove scuole private: la “Scuola Possibile” con sede in Aurora e la “World international school” nel villaggio Juventus alla Continassa. Scuole per ricchi, senza ombra di dubbio, visto che le rette per poterle frequentare si aggirano in media intorno ai 10mila euro l’anno e gli stessi ideatori lo confermano, affermando che tra gli obiettivi c’è proprio la volontà di formare “i nuovi leader etici del futuro”. Ma anche scuole che si propongono di scompaginare i programmi e le metodologie tradizionali di insegnamento proposti nelle scuole pubbliche per “educare alla contemporaneità” a colpi di nuove tecnologie e sguardi olistici sulla realtà. Per capirne meglio l’approccio e per mettere sotto critica il loro progetto abbiamo chiamato Simone di REL ( rete per l’educazione libertaria ) che ci ha spiegato come funzionerà la “Scuola Possibile”, chi sono i suoi promotori e finanziatori e quali sono gli obiettivi taciuti di esperimenti formativi come questi.
Perché se nella propaganda la proposta educativa di queste scuole per ricchi ricalca strade e tentativi percorsi in parte anche negli esperimenti di scuola libertaria, e ciò apre sicuramente una riflessione su quanto sia diffusamente percepito lacunoso e sorpassato l’approccio e la programmazione proposti nelle scuole pubbliche, dall’altro insospettiscono i finanziatori e le intenzioni che dimostrano come l’obiettivo sia sempre quello dell’estrazione di profitto.
Una riflessione ulteriore sorge poi dal concetto di scuola di classe che purtroppo all’oggi si concretizza nell’apertura di scuole per le fasce abbienti della popolazione e meno, e sicuramente con più fatica, nell’ideazione di scuole per il proletariato o il sottoproletariato urbano che siano in grado di fornire gli strumenti per svelare i meccanismi di sfruttamento ed esclusione che muovono questo sistema economico e per provare a combatterlo.
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