Microfoni aperti dalla zona rossa (in continuo aggiornamento)
Scritto dainfosu 3 Aprile 2020
come campi se non hai un lavoro?
e se lavori sei protett*?
la casa e’ davvero un posto sicuro per tutt*?
e chi una casa non ce l’ha?
cosa succede nelle carceri e nei cpr?
perche’ la sanita’ privata continua a lucrare?
da questo stato d’emergenza si tornera’ indietro?
rompi l’isolamento!
chiamaci allo 011 249 5669
mandaci un vocale al 346 667 3263
Di seguito alcuni degli interventi raccolti in questi giorni.
Zona Rossa giorno #25
In una puntata quasi interamente dedicata allo sciopero degli affitti, abbiamo sentito Prendocasa Torino, collettivo per il diritto all’abitare:
Zona Rossa giorno #24
Tornando a parlare di dipendenza, riduzione del danno e Covid 19 oggi abbiamo sentito Alessio, presidente di ItanPud
Zona Rossa giorno #18
Abbiamo parlato con Marcello dell’associazione Nazione Rom della situazione della popolazione sinti a fronte dell’epidemia
Anche la Francia è in lockdown dal 16 marzo. Come il governo ha presentato le misure? Come ha reagito la popolazione, con alle spalle due anni di esperienze di lotta nei gilet gialli?
Zona Rossa giorno #17
Continuando a riflettere su come vanno le cose per gli ultimi, i dimenticati, gli esclusi della società, un interessante chiacchierata con Lorenzo Camoletto del Gruppo Abele: com’è la situazione dei drop in? e dei Seri? come stanno affrontando la situazione le persone con dipendenze e senza fissa dimora?
E nel carcere delle Vallette le cose come stanno andando? ne abbiamo parlato con Luca Abbà
Zona Rossa giorno #15
Prendendo spunto dall’articolo “Coronavirus in Africa: cosa rischiano i debitori della Cina“, dove si sostiene che “l’epidemia del coronavirus in Africa non solo potrebbe rivelarsi tragica considerando l’ampia densità di popolazione e povertà del continente, ma per altro verso richiedere gli aiuti internazionali potrebbe ridurre alcune regioni profondamente indebitate a diventare ufficialmente colonie asiatiche: è proprio il caso del Kenya e dell’Etiopia, tra i maggiori creditori della Cina“, abbiamo cercato di avere uno sguardo su cosa sta accadendo nel continente africano, dove è in corso un pericoloso aumento dei contagi, specialmente in Sudafrica.
Ascolta una prima testimonianza dal Rwanda:
Zona Rossa giorno #11
Nonostante le scuole siano chiuse, la didattica prosegue e gli/le insegnanti continuano a lavorare. C’è, però, chi non ce la fa più a stare dietro alle forme telematiche della didattica ai tempi del Coronavirus. A tutto questo, si aggiunge il problema della retribuzione. La testimonianza di un’insegnante:
E chi una cosa non ce l’ha? La testimonianza di alcune lavoratrici dei dormitori di Torino:
I rider di Torino interrompono la loro attività lavorativa per portare del cibo a chi è senza casa. Ne abbiamo parlato con una rider:
Striscioni per la libertà è un’iniziativa nata all’interno dell’Edera Squat. L’invito è quello di appendere fuori dai balconi uno striscione di solidarietà con tutti i detenuti e le detenute. Ne abbiamo parlato con un compagno dell’Edera Squat:
Non andrà tutto bene. E’ il titolo di un articolo che racconta la diffusione del virus e del suo legame con inquinamento, abbassamento delle difese immunitarie, iperurbanizzazione, deforestazione e altri aspetti legati allo sfruttamento intensivo della terra. Ascolta la diretta con l’autore Gianluca Garetti:
Zona Rossa giorno #10
#stattaccuort – aggiornamenti da quel di Napoli:
e di conseguenza un contributo molto ispirato sul piano esistenziale:
Il punto sulla situazione dei contadini con la stretta su mercati e vendita al dettaglio contenuta negli ultimi decreti. Un momento di estrema difficoltà da parte di allevatori e agricoltori incastrati tra l’impossibilità di fermarsi davanti al naturale proseguo dei cicli stagionali e la prospettiva di non guadagnare alcunché per un periodo ancora indefinito, nell’attuale silenzio delle istituzioni:
E dalla tragica situazione della sanità milanese una testimonianza di un’operatrice, vieppiù infervorata in un climax di rabbia e indignazione:
Zona Rossa giorno #9
Nel giorno in cui il governatore Fontana minaccia di diventare aggressivo (sic) e di vietare le uscite all’aperto, tracciando gli spostamenti dei residenti in Lombardia attraverso i cellulari, non si scorgono segnali di miglioramento complessivo nel paziente Italia. Ma le conseguenze socio economiche del coronavirus si stanno propagando per l’Europa. Di seguito la testimonianza di un ascoltatore da Amsterdam, dove, oltre alle code davanti ai coffeeshop, il crudo sapore di darwinismo sociale olandese comincia a filtrare, sia attraverso voci degli stessi politici, sia dalle drastiche misure adottate in questi giorni da KLM che sta licenziando migliaia di dipendenti.
Anche la situazione nelle carceri a livello europeo seguire l’andamento del propagarsi virale: La scorsa settimana le rivolte in Italia, di questa settimana invece le notizie dei primi contagi e il propagarsi dell’incertezza per la condizione dei detenuti. La Spagna e la Francia stanno per raggiungerci in questa triste escalation, come raccontano queste testimonianze di Radio Onda d’urto.
Nel rapido scomparire di tutele e diritti per tutti, che ne sarà, ad esempio dei tossicodipendenti? Tra algebra del bisogno e carenze strutturali, dovrà pur esistere una forma di mediazione che tenga in qualche modo conto di queste persone, che in Italia sono tante. Oppure le lasceremo morire, smantellando gli ultimi pezzi di questo già precario apparato? In che modo anni di leggi liberticide in materia di droghe hanno contribuito a corrodere alla base qualunque possibile alternativa alla detenzione di migliaia di persone con dipendenze, atomizzando nelle già sovraffollate carceri una popolazione bisognosa, con le conseguenze che stiamo vedendo? Ne abbiamo parlato con una operatrice del settore
A Torino le richieste delle associazioni sono state in qualche modo accolte e i dormitori sono aperti, ma il personale di diverse altre strutture sembra non avere ancora tutti gli strumenti per affrontare l’emergenza. Le tutele lavorative per gli operatori sono scarse, con orizzonti prossimi di cassa integrazione, le mascherine scarseggiano e l’incertezza sui protocolli da seguire sembra essere piuttosto diffusa, causata dal caos continuo di nuove disposizioni. Ma lo sguardo è rivolto necessariamente anche agli utenti di questi servizi. Ne abbiamo parlato con una operatrice di comunità per disabili medio gravi, dove la fragile condizione dell’utenza è aggravata dalla quarantena forzata e dal continuo rincorrersi dei cambiamenti legislativi
Infine abbiamo gettato uno sguardo a scenari economici, discutendo con un redattore della radio di attualità legata agli operatori del settore ma anche di futuri possibili e inesorabili ricadute su tutti noi. Compresa la possibile fine del denaro contante.
Zona Rossa giorno #8
Controllo e repressione si fanno sempre più asfissianti a Torino, arrivando nei cortili dei palazzi, fino alle porte di casa. La municipale inizia ad entrare nei condomini per controllare residenze e domicili.
Ascolta una testimonianza arrivata ai nostri microfoni questo pomeriggio dal quartiere Aurora:
Mancano le mascherine, scatta la protesta spontanea. Dalle 6 di questa mattina al Carrefour h24 di corso Montecucco, uno dei più grandi nella zona ovest di Torino, le lavoratrici e i lavoratori hanno incrociato le braccia rifiutandosi di iniziare il turno. Sono poi spuntate delle mascherine e lo sciopero è rientrato, ma per chi protesta i problemi non sono certo risolti: “Che senso ha ora tenere aperto la notte – dicono – riduciamo gli orari e riduciamo le occasioni di contagio. Noi stiamo sempre aperti. Carrefour persegue solo il profitto e il business in questo momento?“. Il supermercato è uno dei primi ad aver avviato l’apertura totale in città.
Dalla GDO alla logistica, continuano a moltiplicarsi le mobilitazioni spontanee di chi è sfruttato: vicino a Piacenza è infatti in corso uno sciopero nel megahub Amazon di Castel San Giovanni, per l’assenza di misure di sicurezza per chi è costretto a lavorare. Sono 1.100 i dipendenti che si sono fermati .
Ascolta un commento a caldo di Stefano della CUB Torino:
Il decreto “Cura Italia” approvato ieri ha stanziato 85 milioni per agevolare le scuole nel dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali per la didattica a distanza, una modalità di organizzazione dell’istruzione pubblica intrinsecamente classista e attorno a cui ruota un florido business per i giganti privati del digitale.
Ascolta la testimonianza di una professoressa, che ha sollevato le criticità della scuola telematica….
…e quella di due studenti torinesi, che questa emergenza non la vogliono pagare:
Zona Rossa giorno #7
#stagaloeucc – aggiornamenti da quel di Milano:
Zona Rossa giorno #6
Ascolta la testimonianza di Luca, NOTAV, detenuto semilibero al carcere delle Vallette di Torino, dove ai tempi del virus la semilibertà è sempre meno libera:
Se la tecnologia potesse proteggerti da una pandemia, la useresti? Dovrebbe prendere ogni tipo di tua informazione personale: il tuo nome, i tuoi contatti, le informazioni demografiche, ma potrebbe tenerti “al sicuro”. Ai tempi di Covid-19 questa è una domanda a cui in diversi territori si sta rispondendo – con l’imposizione autoritaria o con il “libero” consenso democratico – attraverso la diffusione di dispositivi tecnologici propri di un capitalismo della sorveglianza. Dalla Cina, alla Corea del Sud, a Seul, passando per il Canada, fino all’Italia, dove gli scenari sono tutt’altro che rassicuranti: quali sono le implicazioni future di queste tecnologie?
Ne abbiamo parlato con un redattore di Stakka Stakka:
Zona Rossa giorno #5
Per molte donne e persone lgbtqia* #stareacasa non è qualcosa di minimamente rassicurante. Lo spazio domestico per molte e molti è un luogo di violenza. A causa dei decreti restrittivi, inoltre, i centri anti-violenza faticano a portare avanti la loro attività, esacerbando di fatto l’isolamento di chi si trova rinchiuso tra le insicure mura domestiche suo malgrado.
A questo si aggiunge il fatto che con la zona rossa sta aumentando in maniera esponenziale il carico del lavoro di cura, che ricade quasi esclusivamente sulla componente femminile delle famiglie. Se questa era la situazione ordinaria, le persone in situazioni di violenza domestica in questi giorni stanno vedendo un enorme peggioramento della propria condizione di vita.
Ascolta la diretta con Chiara:
Un intervento di Fabio dei SolCobas sugli scioperi spontanei di questi giorni e sulle prospettive di lotta nel mondo del lavoro, dove alla questione sicurezza sanitaria si somma la questione salariale:
Zona Rossa giorno #4
Tiziano del
Voci da Genova. Con un compagno proviamo a delineare una panoramica della situazione del mondo del lavoro nel capoluogo ligure in queste concitate giornate. Dalla logistica ai portuali, tra manifestazioni spontanee, autorganizzate, chiamate dei sindacati di base e richieste di sanificazione degli impianti, non manca chi continua a opporsi all’indifferenza di aziende e istituzioni rivendicando maggiore sicurezza sul posto di lavoro:
Zona Rossa giorno #3
Marco Meotto, professore di filosofia torinese, ha scritto un articolo su Doppiozero, interessante perché ha focalizzato alcuni problemi correlati al covid19 nel senso della spinta a accelerare la diffusione dell’e-learning da parte del mondo affaristico e del profitto privato in previsione di mantenere alla fine della emergenza le posizioni conquistate da sistemi che possono ledere la funzione docente e l’apprendimento fondato sulla normale relazione docente/discente… le sue considerazioni ci hanno condotto lontano spaziando dall’istruzione dei disabili al capovolgimento del concetto della scuola dell’inclusione che ha informato finora i criteri della formazione democratica, esautorando i protagonisti e accentuando le figure autoritarie, a cui è demandata la scelta di strumenti informatici che potranno così trattare dati sensibili in grandi quantità:
Una voce da Lesvos, isola di detenzione, dove migliaia di persone vengono quotidianamente lasciate morire da uno stato razzista e classista. Le condizioni sanitarie di chi vive intrappolato alle porte delle fortezza Europa sono indecenti, mentre sull’isola è stato appena dichiarato il primo caso di Coronavirus, che potrebbe conseguentemente produrre un’ecatombe tra tutta quella umanità che stato e capitale considerano in eccesso. Ascolta la diretta con Nikos, compagno che vive a Lesvos:
Zona Rossa giorno #2
Ascolta il contributo di un rider su cui si è abbattuta l’emergenza Coronavirus….
…e di un lavoratore di una comunità di assistenza per disabili:
Abbiamo poi fatto un primo punto della situazione con un compagno cuoco per quanto riguarda il comparto lavorativo della ristorazione torinese ai tempi del covid19, laddove alla già diffusa precarietà si aggiunge adesso l’assenza di salario e di reddito, così come il rischio o la realtà della perdita del lavoro:
Uno sguardo a cosa sta succedendo nel mondo dello spettacolo, dove la chiusura di teatri, cinema e tutti i luoghi di cultura ha portato a lasciare in strada migliaia di lavoratrici e lavoratori, già di per sé soggetti a lavoro nero, intermittente, contratti a chiamata e precarietà estrema. Alcuni di loro in diverse città si stanno organizzando per richiedere un “reddito di quarantena”, ovvero un fondo che garantisca continuità salariale a chi è costretto all’inattività. Un lavoratore ci dà il suo punto di vista rispetto alla situazione torinese: