Free(k) Pride. Rivolta frocia senza confini
Scritto dainfosu 14 Luglio 2020
Sabato 11 luglio un Pride critico ha attraversato la città a piedi, bici, carretto, pattini a rotelle. I corpi e le soggettività fuori norma, eccedenti, si sono prese lo spazio pubblico per liberarlo dalle imposizioni eteropatriarcali, dalla mercificazione arcobaleno, dall’ingombro del pink washing istituzionale.
Ne abbiamo parlato con Sbrock di ah Squeerto.
Ascolta la diretta:
Di seguito il comunicato finale del Free(k) Pride
“Per il terzo anno consecutivo a Torino è stata lotta frocia contro il sistema etero-cis-patriarcale e capitalista.
I corpi indecorosi, patologizzati, quotidianamente discriminati si sono ripresi lo spazio pubblico attraversando la città senza chiedere il permesso e rivendicando la propria libertà di essere e di autodeterminarsi.
La Frocial Mass di sabato è stata partecipata da oltre un migliaio di persone in un lungo corteo colorato, indecoroso e inclusivo che fuori dalle logiche del pinkwashing capitalistico, senza le speculazioni politiche dei partiti e rifiutando la normalizzazione della lotta frocia e le narrazioni pacificate ha dato vita ad uno spazio di liberazione collettiva.
“Il binarismo è solo per i computer”, “lotta dura contro-natura”, “lotta anale contro il capitale”, “frocie sempre, fasciste mai”, “contro la violenza di generi e confini, rivoluzione trans, espellere Salvini” sono solo alcuni dei tanti cori e slogan che hanno animato un pride intersezionale che riconosce nella violenza capitalistica e patriarcale l’elemento costitutivo che vorrebbe tutti i corpi non conformi al sistema etero-cis-patriarcale esclusi, reclusi, violentati ed invisibilizzati.
Durante il corteo, abbiamo voluto lasciare traccia del nostro passaggio con tre azioni:
• alla partenza del corteo, in piazza Castello, abbiamo lasciato un’installazione temporanea per denunciare il pinkwashing istituzionale, ovvero quell’atteggiamento di governi e grandi aziende che ostentano un appoggio di facciata ai diritti LGBT e/o delle donne per distogliere l’attenzione dalle violazioni dei diritti umani da loro agite in altri ambiti o dallo sfruttamento de* lavorator*;
• in piazza, davanti al Comune, abbiamo avvolto un drappo rosa intorno alla statua di Amedeo VI di Savoia, comunemente detto “Conte Verde”, simbolo militarista e machista risignificato in senso transfemminista e queer;
• al nostro arrivo ai giardini Madre Teresa di Calcutta, li abbiamo rinominati con una targa in onore della rivolta di Stonewall (27-28 giugno 1969), perché pensiamo meriti un tributo toponomastico ben più di una “santa” antiabortista sulle cui opere caritatevoli aleggiano non poche ombre.
La Free-k pride è una mostra dalle mille teste che sabato si è ripresa le strade, è salita sui tram, sulle bici e tricicli, si è sparpagliata in mille direzioni per convergere in Piazza Paleocapa dove le translellebifrocie hanno contestato i nogender, provita e cattofascisti che in diverse città l’undici luglio sono scesi/e in piazza contro l’approvazione del ddl Zan.
Qui mostrx provenienti da diverse città e galassie hanno ruggito e alzato insieme le tentacole, siamo uscitx dall’armadio e abbiamo turbato “i poveri padri e le povere madri di famiglia” che ora di certo avranno per un pó a disposizione del materiale su cui fantasticare nel buio delle loro stanzette.
Conosciamo la violenza di questo sistema etero-cis-patriarcale e la viviamo nelle case, in famiglia, per le strade, nei carceri e nella polizia, nelle istituzioni e nelle relazioni.
Free-K Pride è l’urlo e la lotta di chi rivendica libertà ed autodeterminazione sul proprio corpo e sulla propria vita abbattendo confini e barriere che mantengono in vita e riproducono violenze, sfruttamento ed ingiustizia!