Uragano a Mayotte: un’isola devastata e le miserie della politica coloniale francese

Scritto dasu 20 Dicembre 2024

A Mayotte, Dominio d’Oltremare (DOM) francese nell’Oceano Indiano, si contano già diverse decine di morti – che in realtà ammontano probabilmente ad almeno un migliaio, ma qualcuno parla già di 50 o 60 000 vittime – dopo il passaggio del devastante ciclone Chido, per non parlare delle devastazioni subite dall’isola, rimasta senz’acqua potabile, senza linee telefoniche, senza carburante. Il maggior numero di vittime probabilmente si conterà nelle baraccopoli costruite dalla numerosissima popolazione migrante dell’isola, proveniente dalle vicine isole Comore (arcipelago di 4 isole, tra le quali – grazie ad un referendum vinto dalla destra francese – solo Mayotte fa parte della Republique) e dal continente africano. L’isola è da sempre teatro di tensioni e fortemente militarizzata dalla Francia, una politica del resto comune ai DOM dello Stato francese, che equivalgono in tutto e per tutto a territori occupati e saccheggiati da un impero coloniale. Anche dopo questa catastrofe, la Francia non ha saputo rispondere che con l’invio di ulteriori truppe, che ha però utilizzato per imporre un coprifuoco “finalizzato ad evitare i saccheggi” mentre in intere zone dell’isola, completamente disastrate, nessuno (tranne la popolazione locale con i propri, scarsi, mezzi) si sta muovendo per scavare tra le macerie, recuperare superstiti e cercare le vittime.

Ai nostri microfoni Marta, ricercatrice che ha vissuto gli ultimi anni a Mayotte:

 

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