
Il populismo finanziario del governo nasconde le manovre di potere sulle banche.
martedì 11 novembre 2025
C’è da chiedersi se e quanto la tassa sulle banche stia colpendo la rendita bancaria oppure stia solo spostando risorse dentro lo stesso equilibrio di potere .La legge di bilancio 2026 prevede l’ aumento temporaneo IRAP per banche e assicurazioni, limitazioni a taluni crediti d’imposta e meccanismi per sbloccare le riserve create come alternativa al prelievo del 2023, queste riserve verrano trasformate in dividendi per gli azionisti con un cospicuo sconto fiscale. Le stime convergono su un contributo per il comparto dell’ordine di 4,4-4,5 miliardi, pur con elementi di “volontarietà” che lasciano margini di incertezza sul gettito effettivo.In realtà il tema è che le politiche monetarie hanno favorito gli asset finanziari, mentre l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto, con effetti regressivi sui redditi fissi.
Ma questa grancassa sulle rendite finanziarie nasconde la manovra di potere che ha coinvolto il MPS e Mediobanca con l’intervento a gamba tesa del governo e la partecipazione di soggetti privati quali la famiglia Del Vecchio e Caltagirone .
MPS non solo è stata per anni sull’orlo del fallimento, ma ora è riuscita ad acquisire una banca molto più grande, che è sempre stata in salute ,i maggiori artefici dell’acquisizione, cioè Del Vecchio e Caltagirone l’hanno voluta seguendo loro logiche di potere e il governo ha rivestito un ruolo rilevante perseguendo il tentativo di costituire un terzo polo bancario di area lombarda sotto il suo controllo puntando con incroci di partecipazioni al controllo di Generali.
Ne parliamo con Renato Strumia del Sallca cub ,sindacato autorganizzato dei lavoratori del credito.
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