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Oggi in piena fase 2 le notizie sembrano essere più ottimiste, i contagi e i ricoveri scendono, si inizia ad avere qualche reparto in vari ospedali che deve essere riconvertito in reparto normale pre emergenza. se sul piano sanitario, almeno da come vengono narrate le notizie dai giornali nazionali, sembra si possa tirare un sospiro di sollievo, sul piano economico iniziano a sentirsi i primi scricchiolii, dalle code infinite all’anagrafe centrale al suo primo giorno di aperttura o davanti all’agenzia delle entrate, o al banco dei pegni qualche tempo fa, la preoccupazione si rivolge alla crisi sociale ed economica. in realtà a ben vedere le stesse problematiche si riflettono sul piano della salute, siamo in un momento di transizione in cui il tanto agognato “ritorno alla normalità” mostra sin da subito tutti i suoi limiti e difficoltà. se da un lato il ritorno alla normalità per tutti e tutte coloro che l’hanno da sempre considerata un problema non è auspicabile, dall’altro lato è in ogni caso uno specchietto per le allodole. riprendere il filo da dove si era messo in stand by, perchè l’unico modo di gestire le cose in questo sistema è farlo in maniera emergenziale, rivela tutte le sue contraddizioni. e non solo per quanto riguarda la sfera della produzione ma anche la riproduzione sociale. tornando all’argomento della nostra trasmissione, ossia la salute e il sistema sanitario, vorremmo provare a capire meglio come questa fase si porti dietro tutte le conseguenze di un SSN incentrato sulle eccellenze ospedaliere come grandi poli di cui tutto si occupano e di un sistema sanitario territoriale lasciato all’abbandono, senza risorse e senza possibilità di svolgere il suo ruolo di prevenzione e cura.
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Per gli approfondimenti di oggi abbiamo raccolto il contributo di Fabrizio Faggiano professore di igiene presso l’Università del Piemonte Orientale
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A seguire un contributo da Michela Chiarlo, internista, che ci restituisce una fotografia degli ultimi mesi dai reparti d’ospedale.
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“Il problema medico si colloca nell’ambito del processo onnicomprensivo della tecnicizzazione del mondo. […] Fra medico e malato si inseriscono cliniche, mutue, laboratori di ricerca. Sorge un mondo che rende possibile una pratica medica im- mensamente accresciuta nella sua efficacia, ma contrastante poi con la condizione stessa di medico. I medici divengono funzioni: medico generico, medico specialista, medico ospedaliero, tecnico specializzato, medico di laboratorio, radiologo. Inoltre, non diven- gono medici tanto in virtù di un corso di formazione e di una libera elezione della propria sede di attività, ma solo attraverso un’abilitazione, un’assunzione e una nomina nei vari posti delle strutture sanitarie. Fra medico e malato si inseriscono dei poteri alle cui regole entrambi devono attenersi. La fiducia fra uomo e uomo va perduta.”
Karl Jaspers, filosofo e psichiatra tedesco a cavallo tra 800 e 900. brani tratti da “Il medico nell’età della tecnica” saggio pubblicato in italiano nel 91, ma che raccoglie 5 saggi scritti tra il 50 e il 55.