Congiunzioni #3 – Psichiatria e Salute Mentale– 28/05/20

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La cura del benessere psichico non è certo una priorità dell’agenda politica. Il disagio causato da tutti gli elementi in gioco in questo periodo di interruzione, perdita e paura è delegato alla disponibilità degli sportelli del terzo settore e di professionisti a pagamento. Le persone che già venivano seguite in una psicoterapia hanno perso in alcuni casi il servizio, in altri la presenza di chi li stava seguendo, tutti quanti la propria routine riabilitativa.

Non c’è da stupirsi dunque se in un articolo della rivista Lancet Psychiatry, un team composto da 44 psichiatri ( the International COVID-19 Suicide Prevention Research Collaboration) ha lanciato un allarme mondiale per l’incremento vertiginoso del tasso dei suicidi, che non si limita al periodo della pandemia, ma si preannuncia anche sul lungo termine. Non indifferente in questo senso è la perdita di un futuro costruito sulle fragili certezze che precedevano la pandemia. È un dilagante impoverimento per cui non vengono prese soluzioni adeguate e su ampia scala. Sono le recrudescenze di un isolamento che non ha fatto che esasperare la solitudine e l’individualismo che caratterizzano il vivere in una società neoliberista. Se poi vogliamo gettare uno sguardo ad uno specifico ambito, è la sindrome da stress post-traumatico che tanti operatori e operatrici sanitarie accusano dopo mesi sotto sforzo, in balia di richieste impossibili, scarsezza di dispositivi e senso di colpa per rendersi eventuali vettori di contagio per pazienti e parenti.

In questa puntata ascolteremo diverse persone che si occupano di categorizzare la salute mentale, di costituire un tassello della sua cura sul territorio nonché di immaginarsi le prospettive nell’immediato futuro.

 

 

 

 




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