FIABE INDIANE – LA PERLA DI LABUAN 7/4/2021
Riccardo
“Kalì lancò un’orrenda maledizione, poi giurò di vendicarsi e scomparve in un fumo tenebroso.” Il demone del gioco non tollera che la bellissima Damaianti gli abbia preferito come sposo un mortale, e tormenta il buon Nala fino a quando gioca e perde ai dadi tutto ciò che possiede. Per molti italiani l’India é stata solo quella di Emilio Salgari, con i Tigrotti della Malesia e la setta dei Tugh. Per altri l’India fu il luogo (reale o fantasioso) in cui rifugiarsi dopo le le delusioni dei movimenti degli anni 70. Ma c’é stata un’India molto pià antica che inventò le frazioni, l’algebra e lo zero, calcolava gli equinozi, i solstizi e le eclissi, curava la malattia considerando il corpo umano nel suo insieme, mille anni prima degli europei. Tutto questo sotto lo sguardo benevolo di Indra, il dio della tempesta, di Varuna, il dio delle acque, di Agni, il dio del fuoco, e di Jama, il dio dei morti. Rivisitiamo quella civiltà rileggendo alcune fiabe che aiutavano gli indiani ad affrontare i problemi della vita quotidiana. “Sita era un fanciulla bellissima ma emanava un disgustoso odore di pesce, e spesso si rifugiava nel bosco piangendo amaramente.” L’India arrivò in Italia anche nei fumetti con “Chiomadoro, principe del sogno” e “Fiordistella, reginetta del cielo” apparse su L’Intrepido negli anni 50-70 con la matita di Lina Buffolente, la prima donna italiana del fumetto dove lavorò per 50 anni. “Nella foresta viveva un essere mostruoso, non uomo e non scimmia, che si nutriva di carne umana”. Buon ascolto.