La Perla di Labuan – 16 febbraio 2018 – Angelica, marchesa degli Angeli
“La pitoccheria non perdonava i traditori. Ma la loro crudeltà di lupi dai denti lunghi ispirava ad Angelica meno terrore di quella di certi personaggi raffinati, i loro cenci fetidi la rivoltavano meno che non i bei vestiti che nascondevano atroci bassezze.” Anne Golon (pseudonimo di Simone Changeux) a partire dal 1952 scrive 15 romanzi ambientati nella Francia del re Sole. La protagonista si chiama Angelica. Figlia di un signorotto di provincia, é costretta a sposare un uomo che non ama e che si diletta in alchimia. Caduta in disgrazia si rifugia nella Corte dei Miracoli tra ladri, mendicanti e prostitute, fa fortuna nel commercio della cioccolata (una novità arrivata dall’America), diventa mamma, é introdotta alla corte di Versailles dove si scontra con la favorita marchesa de Montespan, é coinvolta nello scandalo dei veleni, diventa schiava del sultano del Marocco, emigra in Canada dove condivide la dura dura vita dei coloni. Molti li considerano romanzetti leggeri e frivoli, ma chi li legge scopre che si basano su un enorme lavoro di ricerca. Tra il 1964 e il 1968 diventano cinque film interpretati da Michéle Mercier, e in seguito anche un manga. Rientrata in possesso dei diritti, Anne Golon passa gli ultimi anni a correggere e ampliare l’opera della sua vita e muore nel 2017. Notizie sulla reggia di Versailles, dove 10.000 aristocratici passavano tutto il loro tempo, tra specchi, lampadari e fontane, a ballare, giocare e banchettare, uno strumento del re per tenerli sotto controllo, un mondo dorato e falso che la rivoluzione spazzò via per sempre. Notizie anche sullo scandalo dei veleni, quando venne alla luce l’abitudine di alcune marchese e duchesse, tra cui anche la favorita madame de Montespan, di aiutare la loro carriera partecipando a messe nere e avvelenando le rivali, il primo caso di satanismo nel senso moderno del termine. Elargiva i sinistri servizi la “strega” Catherine La Voisin, che fu bruciata nella place de Greve a Parigi. “Non avrebbe più potuto affrontare la stupidità e la vanità. Sarebbe andata a prendere i suoi figli e sarebbe partita. Sì, se ne sarebbe andata. Ma dove?” Buon ascolto.