OGGI E’ UN BUON GIORNO PER MORIRE – LA PERLA DI LABUAN 6/11/2020

Riccardo

Il 29 dicembre 1890 un gruppo di Sioux Miniconju durante una marcia di trasferimento viene intercettato dal Settimo Cavalleggeri comandato dal colonnello James Forsyth e scortato a Wounded Knee. Qui i soldati aprono il fuoco con le mitragliatrici Gatlin. Quando finisce 300 Sioux Miniconju, uomini, donne e bambini, giacciono morti nella neve. E’ l’ultimo episodio del genocidio dei nativi d’America. Un secolo dopo i loro discendenti di nuovo eseguono la cerimonia di purificazione e impugnano i fucili, e nella notte di nuovo risuona l’antico grido di guerra. Il 28 febbraio 1973 i militanti del movimento indiani d’America occupano la riserva di Pine Ridge. “La carovana di auto entra a Pine Ridge. Un paio di colpi fanno fuori le lampade di illuminazione. La nuova Wounded Knee é iniziata.” I militanti e i residenti sono una cosa sola, nessuno si tira indietro. Riviviamo quell’episodio con il libro-reportage “Wounded Knee – Gli indiani alla riscossa” di Angelo Quattrocchi che ha partecipato. La riserva è subito assediata da centinaia di agenti FBI, guardia nazionale e funzionari dell’Ufficio Affari Indiani. Arrivano i mezzi blindati anti-guerriglia. Ma gli insorti hanno anche degli amici, la nuova Wounded Knee è subito un simbolo per tutti gli alternativi e i radicali d’America. Ci sono i rinnegati della polizia della riserva. “Tutti sanno che Dick Wilson é stato eletto con l’intimidazione e gli imbrogli, ha una gang di sbandati e delinquenti che ha messo al soldo dei padroni bianchi locali.” Ma c’é anche chi si rimette in discussione. “Ramon Roubidou è un avvocato di origine indiana, abito elegante e bella macchina. La ribellione di Wounded Knee lo risveglia da un sonno lungo due decenni. La sua vita non può più essere la stessa.” L’occupazione dura 78 giorni. “E’ stata una guerriglia fatta di pallottole e morti, ma anche di privazioni e di dignità, di fame e di fierezza, di oppressione e di coraggio.” Buon ascolto.




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