Siblings of Zhina – suoni dalle proteste in Iran
liberation front
“Jin Jîyan Az…” – Siblings of Zhina
[English description _ Italian Below]
Protests in Iran in various cities of the country, accompanied by strikes from the oil industries, pupils, students, teachers, and other workers, is forming a feminist revolution that keeps going on since the murder of Zhina for 1 month and 10 days until today. The seeds of the revolution were implanted in an old fight against systematic oppression by a long-lasting dictatorship with its brutal and violent apparats of police, military, para-military, morality police and secret service targeting civilians, especially women, children, gender minorities, ethnic minorities like Kurdish and Balochi people. People on the streets all around the country chant and sing: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, woman life freedom in Kurdish and Farsi, as well as “marg bar dictator”, death to the dictator, “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei is a murder, and his regime is expired, “Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, Iran turned into a prison, and Evin prison into a slaughterhouse, referring to the night that Evin prison got partly burned and shot at its imprisoners, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan e, berxwedan jiyan e”, rebellion is resistance, rebellion is life, resistance is life. The sounds collected in the mix show different powerful moments during this time like schoolgirls in Sanandaj singing a Kurdish song, people singing and drumming on the streets of Saqqez (Zhina Amini’s hometown), countless events from everyday acts of resistance like spraying, to workers going on strikes, to solidarity expressions from different countries around the globe, such as women fights in Afghanistan on the streets or through social media, speeches and field recordings from the demonstration in Berlin last weekend (22.10.22) which counted +120.000 people. Sounds from the revolution and from the hearts of the streets are flowing through minds, devices, and continents, getting merged with new released revolutionary multilingual songs showing the strength and diversity of creative, powerful voices in resistance against the oppression. Sounds from the revolution and from the bottom of the streets are marking these days, through listening to them we are saving these in our bodies, as part of our collective memory, our memory of resistance.
[Italiano] Le proteste in Iran in varie città del paese, accompagnate da scioperi dei lavoratori dell’industria del petrolio, di scolari e studenti, insegnanti e altri lavoratori, sta delineando una rivoluzione femminista che va avanti dall’omicidio di Zhina, un mese e 15 giorni [nella data in cui è stato trasmesso il mixtape su RBO]. I semi della rivoluzione sono stati piantati nella vecchia lotta contro l’oppressione sistematica di una dittatura di lunga data, che si serve del suo apparato brutale e violento di polizia, militari e para-militari, polizia morale e servizi segreti per colpire i civili, specialmente donna, bambini, minorità di genere e minorità etniche come Curdi e Beluci. Le persone in strada in tutto il paese cantano: “Jin Jîyan Azadî”, “Zan Zendegi Azadi”, libertà per la vita delle donne in curdo e farsi, così come “Khamenei qatel-e, hokoumatesh batel-e”, Khamenei è un assassino e il suo regime è giunto al termine, , “Iran shode bazdashtgah, Evin shode koshtargah”, l’Iran è diventato una prigione, e la prigione di Evin in un macello, riferendosi alla notte in cui la prigione di Evin venne parzialmente incendiata e si sparò contro i prigionieri, “serhildan berxwedan, serhildan jiyan e, berxwedan jiyan e”, la ribellione è resistenza, la ribellione è vita, la resistenza è vita. I suoni raccolti nel mix mostrano diventi momenti di grande potenza di questo periodo, come le studentesse in Sanandaj che cantano una canzone Curda, persone che cantano e suonano percussioni nell estrade di Saqqe< (la città natale di Zhina Amini), innumerevoli avvenimenti quotidiani di resistenza come gli spray sui muri, I lavoratori che vanno in sciopero, espresioni di solidarietà da diversi paesi nel mondo, così come le donne in Afghanistan nelle strade o sui social media, discorsi e registrazioni sul campo dalla manifestazione a Berlino del 22.10.22 che ha visto la partecipazione di più di 120mila persone. I suoni che provengono dalla rivoluzione e dal cuore delle strade scorrono attraverso le menti, i dispositivi e i continenti, vengono mescolati con canzoni multi-lingue e rivoluzionarie di recente pubblicazione che mostrano la forza e la diversità di voci creative e potenti nella resistenza contro l’oppressione. I suoni che provengono dalla rivoluzione e dal fondo delle strade stanno segnando queste giornate, e noi ascoltandoli li stiamo salvando all’interno nei nostri corpi, come parte della nostra memoria collettiva, la nostra memoria della resistenza. |
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