","Armi. Il business che non va mai in crisi","post",1669134161,[59,60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/industria-bellica/","http://radioblackout.org/tag/rapporto-sipri/","http://radioblackout.org/tag/vendita-e-produzione-di-armi/",[64,65,66,67],"antimilitarismo","industria bellica","rapporto sipri","vendita e produzione di armi",{"post_content":69,"tags":74},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"Sipri","Ricerche sulla Pace di Stoccolma (\u003Cmark>Sipri\u003C/mark>), nel 2021 il nostro Paese","L’Italia è il quarto paese al mondo nella classifica dell’export di armi. Secondo l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (\u003Cmark>Sipri\u003C/mark>), nel 2021 il nostro Paese ha più che raddoppiato le vendite di armi all’estero, rispetto all’anno precedente (+102,7%).\r\nL’industria della difesa italiana è un fiore all’occhiello della manifattura tricolore: l’Italia è undicesima al mondo nella produzione di armi.\r\nStiamo parlando delle “major weapons”, vale a dire quelle pesanti (aerei, navi, sottomarini, carri armati e sistemi missilistici), ma nel settore delle armi “leggere” (pistole, mitragliette, fucili etc) la produzione armiera italiana non è da meno.\r\nL’industria della morte cammina a pieno ritmo a garantisce lauti guadagni.\r\nNe abbiamo parlato con \u003Cmark>Daniele\u003C/mark> Ratti\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-22-rarri-industria-bellica.mp3\"][/audio]",[75,77,79,83],{"matched_tokens":76,"snippet":64},[],{"matched_tokens":78,"snippet":65},[],{"matched_tokens":80,"snippet":82},[81],"sipri","rapporto \u003Cmark>sipri\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":67},[],[86,89],{"field":87,"matched_tokens":88,"snippet":72,"value":73},"post_content",[71],{"field":33,"indices":90,"matched_tokens":91,"snippets":93},[14],[92],[81],[82],1155199603042156500,{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":45,"score":98,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},"1112352751616",14,"1155199603042156658",{"document":100,"highlight":123,"highlights":129,"text_match":132,"text_match_info":133},{"cat_link":101,"category":102,"comment_count":45,"id":103,"is_sticky":45,"permalink":104,"post_author":48,"post_content":105,"post_date":106,"post_excerpt":51,"post_id":103,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":56,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":121},[42],[44],"34044","http://radioblackout.org/2016/02/rojava-tra-guerra-e-rivoluzione/","In Siria si sta combattendo una guerra di proporzioni globali, dove le alleanze e le narrazioni degli eventi sono a declinazione variabile.\r\nAll'interno di questo scacchiere ci sono i cantoni del Rojava, dove nel 2012, profittando della vacanza dei poteri centrali, è stato proclamato l'autogoverno. Tra l'autunno del 2014 e l'inverno del 2015 la lunga e vittoriosa resistenza dei miliziani e delle miliziane del Rojava contro lo Stato Islamico ha forato il muro che avvolge i media main stream.\r\n\r\nLe milizie del Rojava controllano buona parte del confine tra la Siria e la Turchia, chiudendo di fatto il passaggio alle truppe dell'Isis, appoggiate per anni dal governo turco, che aveva garantito loro il passaggio di armi, volontari e approvvigionamenti.\r\n\r\nIl Rojava, esperienza anomala nello scontro di potenza, che ha trasformato la Siria in un cumulo di macerie, si trova in posizione nevralgica, nello scontro durissimo tra le aree di influenza shiite e quelle sunnite, tra Russia e Stati Uniti, tra il califfo di Raqqa e quello di Ankara, in un'area nevralgica per la produzione petrolifera e per la definizione del prezzo dell'oro nero.\r\n\r\nDa luglio il governo turco ha rotto gli indugi proclamando il coprifuoco in numerose città a quartieri del Bakur, la regione a sud-est della Turchia, abitata in prevalenza da popolazioni di lingua curda.\r\n\r\nDa dicembre l'esercito turco attacca con artiglieria pesante e cannoni le città del Bakur, dove, in risposta alla repressione e agli arresti di massa, è stato proclamata l'autonomia.\r\n\r\nLa gente resiste agli attacchi, nonostante l'enorme divario di forze. In questi giorni nel fragoroso silenzio dei media italiani, il governo turco sta massacrando la popolazione di Cezir e Sur, da 70 giorni sotto assedio. Hanno abbattuto le case con l’artiglieria e bruciato gli abitanti, hanno lasciato morire dissanguati i feriti, impedendo alle ambulanze di avvicinarsi. Hanno ammazzato centinaia di persone che si erano rifugiate nelle cantine.\r\nSui social media hanno pubblicato le foto di donne curde denudate, torturate orrendamente e infine uccise.\r\nLe città e i paesi del Bakur sotto attacco rappresentano un’esperienza di autogoverno che non vuole farsi Stato, perché aspira ad un mondo senza frontiere.\r\nUn affronto che Erdogan non può tollerare. Un affronto che nessun governo, nessuno Stato può tollerare.\r\n\r\nCerta sinistra avvezza a considerare il nazionalismo uno strumento di emancipazione, fa fatica a comprendere l'importanza dell'esperienza del Rojava, dove i curdi, pur in maggioranza, lavorano fianco a fianco con i turcomanni, gli assiri, gli armeni, e le minoranze religiose cristiana e yezida.\r\n\r\nI vari cantoni del Rojava difendono la propria autonomia ma non possono fare a meno di stringere alleanze con chi nell'area ha lo stesso nemico. E' una questione di sopravvivenza che spesso alle nostre latitudini è mal compresa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Daniele, buon conoscitore delle esperienze di autogoverno in Rojava e in Bakur, autore, negli anni di opuscoli di approfondimento.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-02-16-daniele-autogoverno","16 Febbraio 2016","2016-02-18 11:54:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/cizir-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/cizir-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/cizir-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/cizir.jpg 669w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rojava tra guerra e rivoluzione",1455637812,[113,114,115,116,117,118,119,120],"http://radioblackout.org/tag/autogoverno/","http://radioblackout.org/tag/bakur/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/guerra-globale/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/turchia/","http://radioblackout.org/tag/ypg/",[23,17,21,30,12,122,19,15],"Siria",{"post_content":124},{"matched_tokens":125,"snippet":127,"value":128},[126],"copri","rotto gli indugi proclamando il \u003Cmark>copri\u003C/mark>fuoco in numerose città a quartieri","In Siria si sta combattendo una guerra di proporzioni globali, dove le alleanze e le narrazioni degli eventi sono a declinazione variabile.\r\nAll'interno di questo scacchiere ci sono i cantoni del Rojava, dove nel 2012, profittando della vacanza dei poteri centrali, è stato proclamato l'autogoverno. 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In poco più di due mesi sono oltre 100 i civili (uomini, donne, anziani e bambini) uccisi dalle forze speciali turche, numerose città sono state sottoposte al coprifuoco, polizia e militari assediano, torturano e massacrano la in un crescendo di orrori.\r\nLe barbarie contro i civili vanno avanti anche oggi in un silenzio assordante.\r\nInoltre quasi 3000 persone sono state arrestate con l'accusa di essere militanti o simpatizzanti del PKK. Nel mirino c’è il partito dei popoli democratici (HDP), che alle elezioni di primavera è riuscito a superare lo sbarramento elettorale del 10%. Molti sindaci sono stati sollevati dal loro incarico e incarcerati per “appartenenza ad un organizzazione terroristica”.\r\nNel mirino c’è comunque un’esperienza di autogoverno locale, che dal Rojava al Bakur dimostra nei fatti che lo Stato e i confini, possono essere superati da una pratica che ne fa a meno, liberandosi delle logiche nazionaliste ed escludenti, come dalla pretesa di sottomettere la società ai dicktat religiosi.\r\n\r\nIl vero terrorista è Erdogan. In questi mesi sono state ampiamente dimostrare le collusioni di settori dei servizi segreti e dell'esercito turco con miliziani dell'ISIS, ampiamente sostenuta dalla Turchia con il passaggio di armi e rifornimenti.\r\nIl 31 ottobre e il 1° novembre sono state lanciate due giornata di mobilitazione a livello internazionale per sostenere la resistenza kurda\r\n\r\nAnche Torino il 31 ottobre ci sarà una manifestazione. Dalle 10 presidio - Ore 14:30 corteo -\r\nAppuntamento all’ex Stazione Ceres - Corso Giulio Cesare ang. via Andreis - Porta Palazzo\r\n\r\nAbbiamo parlato della situazione nell’area con Daniele e con Giulio.\r\n\r\nAscolta la diretta con Daniele:\r\n\r\n2010-10-27-daniele-kurdistan\r\n\r\nAscolta la diretta con Giulio:\r\n\r\n2010-10-27-giulio-kurdistan","28 Ottobre 2015","2015-10-30 11:47:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/kurdistan-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"240\" height=\"159\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/kurdistan.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Torino. 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Per quanto il futuro della Siria resti fosco, molti indizi sembrano convergere su questa accelerazione possibile. La presa di posizione di Germania e stati addentellati sulla questione dei profughi siriani, la conclusione positiva di marca Usa dell'accordo sul nucleare italiano, il raffreddamento della guerra tiepida Occidente-Russia,con parziali concessioni sull'autonomia delle regioni ucraine filorusse e un possibile allentamento delle sanzioni. Contemporaneamente, e non senza concatenazioni, la Turchia approfitta della situazione per regolare conti all'interno e all'esterno con i propri nemici. Assistiamo dunque a una polarizzazione dei conflitti all'interno dello stato turco che offre uno scenario certamente fluido e interessante ma non per questo meno pericoloso e temibile per chi abbia a cuore i valori della libertà e della giustizia sociale.\r\nA farne le spese sono certamente i curdi ma anche le organizzazioni della sinistra radicale turca e anche di quella moderata.\r\nVeniamo alla cronaca dei giorni scorsi.\r\nUna folla di persone ha attaccato la sede centrale del partito filo-curdo, Partito Democratico del Popolo (Hdp), ad Ankara. Nella tarda serata delI’8 settembre i manifestanti ultranazionalisti, hanno preso d'assalto la sede dell’Hdp, rompendo finestre e tentando di appiccare le fiamme nell'edificio.\r\nOltre all’attacco di Ankara, si sono verificati centinaia di ulteriori assalti a sedi del partito filo-curdo in diverse zone della Turchia. Anche a Istanbul non sono mancati episodi di violenza contro organizzazioni politiche e abitazioni e negozi di cittadini curdi mentre contemporaneamente veniva circondata e danneggiata la sedi di Hurryet, uno dei principali quotidiani turchi, voce della sinistra istituzionale turca.\r\nLa rabbia dei nazionalisti turchi è cresciuta dopo che 14 agenti della polizia a bordo di un bus diretto verso la repubblica autonoma di Nakhchivan, un'exclave dell’Azerbaijan, sono stati uccisi in un attacco bomba del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) nella parte est del Paese. L’attacco bomba è avvenuto un giorno dopo che i militanti avevano ucciso 16 soldati delle forze armate turche per rappresaglia contro i bombardamenti dell'aviazione turca ma soprattutto lo stato di assedio, il coprifuoco e i continui attacchi di esercito e polizia contro la popolazione curda sul confine con l'Iraq.\r\nInsomma la partita è ancora lunga ma le paventate accelerazioni sul piano internazionale spingono la Turchia a mettere a segno qualche punto importante per spezzare la resistenza curda ma soprattutto un progetto politico autonomo che cerca disperatamente di darsi e mantenere una certa continuità territoriale disperso com'è tra entità statali diverse.\r\nAbbiamo realizzato due interviste a commento della situazione:\r\nDaniele Pepino\r\npepino_rojava_set15\r\nUna corrispondenza da Istanbul con un compagno turco e uno italiano\r\nraf_josef_istanbul_set2015","12 Settembre 2015","2015-09-16 18:20:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/turchia_proteste1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/turchia_proteste1-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/turchia_proteste1-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/turchia_proteste1.jpg 605w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il doppio fronte di guerra nella Turchia di Erdogan",1442078157,[115,179,180,181,117,119,120],"http://radioblackout.org/tag/istanbul/","http://radioblackout.org/tag/kurdistan/","http://radioblackout.org/tag/pkk/",[21,183,184,185,12,19,15],"Istanbul","Kurdistan","pkk",{"post_content":187},{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":190},[126],"lo stato di assedio, il \u003Cmark>copri\u003C/mark>fuoco e i continui attacchi di","La partita che si svolge sul grande scacchiere mediorientale, i cui giocatori principali hanno preferito affrontare sinora per procura, sembra giungere a un punto di svolta. 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L’attacco bomba è avvenuto un giorno dopo che i militanti avevano ucciso 16 soldati delle forze armate turche per rappresaglia contro i bombardamenti dell'aviazione turca ma soprattutto lo stato di assedio, il \u003Cmark>copri\u003C/mark>fuoco e i continui attacchi di esercito e polizia contro la popolazione curda sul confine con l'Iraq.\r\nInsomma la partita è ancora lunga ma le paventate accelerazioni sul piano internazionale spingono la Turchia a mettere a segno qualche punto importante per spezzare la resistenza curda ma soprattutto un progetto politico autonomo che cerca disperatamente di darsi e mantenere una certa continuità territoriale disperso com'è tra entità statali diverse.\r\nAbbiamo realizzato due interviste a commento della situazione:\r\n\u003Cmark>Daniele\u003C/mark> Pepino\r\npepino_rojava_set15\r\nUna corrispondenza da Istanbul con un compagno turco e uno italiano\r\nraf_josef_istanbul_set2015",[192],{"field":87,"matched_tokens":193,"snippet":189,"value":190},[126],{"best_field_score":134,"best_field_weight":97,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":45,"score":135,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":11},{"document":196,"highlight":214,"highlights":220,"text_match":132,"text_match_info":223},{"cat_link":197,"category":198,"comment_count":45,"id":199,"is_sticky":45,"permalink":200,"post_author":48,"post_content":201,"post_date":202,"post_excerpt":51,"post_id":199,"post_modified":203,"post_thumbnail":51,"post_thumbnail_html":51,"post_title":204,"post_type":56,"sort_by_date":205,"tag_links":206,"tags":210},[42],[44],"23187","http://radioblackout.org/2014/05/iniziative-a-milano-in-solidarieta-con-gli-zapatisti/","E’ di pochi giorni fa la notizia gravissima dell’assassinio di uno zapatista nel caracol di La Realidad,a seguito di una vile aggressione, in stile paramilitare, condotta da organizzazioni legate ai partiti dello stato del Chiapas: il 2 maggio le zapatiste egli zapatisti della comunità di La Realidad sono stati aggrediti da un centinaio di uomini armati che hanno distrutto la scuola e il presidio sanitario autonomo, ferito gravemente 15 persone e ucciso un compagno accanendosi su di lui a colpi di machete, bastoni e pistole.\r\nLo chiamavano Galeano ed era , tra l’altro, un maestro dell’Escuelita Zapatista.\r\n\r\nA seguito di questa aggressione vigliacca e premeditata, fatta passare dalle autorità e dai media come un conflitto intercomunitario (il modo consueto del malgoverno per coprire le aggressioni militari alle comunità indigene in lotta), l’EZLN ha sospeso a tempo indeterminato tutte le attivita pubbliche previste da qui ai prossimi mesi, chiamando all’attenzione e alla vigilanza le realtà solidali messicane ed internazionali.\r\n\r\nL'Associazione Ya Basta! di Milano ha fatto irruzione ieri mattina dentro il consolato kmessicano per srotolare dalle finestre uno striscione di solidarietà e ha poi in serata dato vita a un presidio pubblico davanti al consolato stesso per esigere che le autorità messicane fermino una volta per tutte le aggressioni e la guerra sporca che governo e paramilitari conducono da vent’anni contro gli zapatisti, per quanto fosse da dieci anni che non attaccassero direttamente un menbro dell'EZLN piuttosto che qualche contadino povero o qualche indio.\r\n\r\n\r\nAbbiamo ascoltato il racconto di Daniele, di YaBasta! Milano\r\n\r\nDaniele","20 Maggio 2014","2014-05-22 13:24:14","Iniziative a Milano in solidarietà con gli zapatisti",1400588804,[207,208,209],"http://radioblackout.org/tag/chiapas/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/zapatismo/",[211,212,213],"Chiapas","milano","zapatismo",{"post_content":215},{"matched_tokens":216,"snippet":218,"value":219},[217],"coprire","modo consueto del malgoverno per \u003Cmark>coprire\u003C/mark> le aggressioni militari alle comunità","E’ di pochi giorni fa la notizia gravissima dell’assassinio di uno zapatista nel caracol di La Realidad,a seguito di una vile aggressione, in stile paramilitare, condotta da organizzazioni legate ai partiti dello stato del Chiapas: il 2 maggio le zapatiste egli zapatisti della comunità di La Realidad sono stati aggrediti da un centinaio di uomini armati che hanno distrutto la scuola e il presidio sanitario autonomo, ferito gravemente 15 persone e ucciso un compagno accanendosi su di lui a colpi di machete, bastoni e pistole.\r\nLo chiamavano Galeano ed era , tra l’altro, un maestro dell’Escuelita Zapatista.\r\n\r\nA seguito di questa aggressione vigliacca e premeditata, fatta passare dalle autorità e dai media come un conflitto intercomunitario (il modo consueto del malgoverno per \u003Cmark>coprire\u003C/mark> le aggressioni militari alle comunità indigene in lotta), l’EZLN ha sospeso a tempo indeterminato tutte le attivita pubbliche previste da qui ai prossimi mesi, chiamando all’attenzione e alla vigilanza le realtà solidali messicane ed internazionali.\r\n\r\nL'Associazione Ya Basta! di Milano ha fatto irruzione ieri mattina dentro il consolato kmessicano per srotolare dalle finestre uno striscione di solidarietà e ha poi in serata dato vita a un presidio pubblico davanti al consolato stesso per esigere che le autorità messicane fermino una volta per tutte le aggressioni e la guerra sporca che governo e paramilitari conducono da vent’anni contro gli zapatisti, per quanto fosse da dieci anni che non attaccassero direttamente un menbro dell'EZLN piuttosto che qualche contadino povero o qualche indio.\r\n\r\n\r\nAbbiamo ascoltato il racconto di \u003Cmark>Daniele\u003C/mark>, di YaBasta! 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Un volume di fuoco intensissimo che fino a questo momento ha investito una quantità imprecisata di obiettivi: alcune fonti in rete parlano di 1300 siti defacciati. Altre, più caute, riportano numeri più bassi ma ugualmente significativi: sono almeno un centinaio, tra agenzie governative, banche e forze armate, i server finiti nel mirino. La lista degli obbiettivi è lunga: fra questi la Knesset, l'home page del primo ministro, quella della polizia e del ministero delle infrastrutture nazionali. Ma il vero piatto forte è un altro ovvero i 19000 account Facebook israeliani di cui le crew di hacker, almeno una ventina quelle coinvolte, hanno preso possesso: una ritorsione messa in atto come risposta alla recente chiusura di diversi profili di attivisti filo-palestinesi. Sono stati inoltre divulgati diversi leaks ottenuti in seguito a delle azioni di hacking: una di queste è quella del Latin Hack Team che ha violato i database del sito israelmilitary.com, il sito ufficiale di forniture militari dell'Israel Defence Force. Come risultato sono finiti on-line centinaia di numeri di carte di credito appartenenti a membri dell'esercito israeliano ed alcuni documenti secretati (la cui attendibilità non è però al momento dimostrata). Questa prima fase di #OpIsrael 2.0, forse perché annunciata con largo anticipo, non ha però colto del tutto impreparati gli amministratori dei network governativi e militari israeliani i quali, pur limitandosi ad un atteggiamento di difesa passiva, sono riusciti a contenere i danni. In alcuni casi infatti i siti istituzionali colpiti sono stati ripristinati in pochi minuti. È ancora presto dunque per dire quale sarà il risultato di questa partita.\r\n\r\nAscolta la diretta con Daniele del collettivo Info Free Flow Daniele","9 Aprile 2013","2013-04-12 14:47:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/8990f2bfb95e21bdbb79fc7277564510_immagine_oleft-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/8990f2bfb95e21bdbb79fc7277564510_immagine_oleft-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/8990f2bfb95e21bdbb79fc7277564510_immagine_oleft-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/8990f2bfb95e21bdbb79fc7277564510_immagine_oleft.jpg 416w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Anonymous vs. Israele",1365510334,[238,239,240,241],"http://radioblackout.org/tag/anonymous/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/mediactivism/","http://radioblackout.org/tag/palestina/",[243,244,28,245],"anonymous","Israele","palestina",{"post_content":247},{"matched_tokens":248,"snippet":250,"value":251},[249],"ripri","siti istituzionali colpiti sono stati \u003Cmark>ripri\u003C/mark>stinati in pochi minuti. 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Il breve periodo trascorso in montagna con Giustizia e Libertà è rimasto dunque sostanzialmente fuori dai suoi scritti. Esiste tuttavia un’eccezione: un breve racconto del 1949 che si ispira alla sua deludente esperienza di partigiano. Fine del marinese colpisce soprattutto per il punto di vista “impossibile” dal quale sono narrati gli eventi. Levi adotta, infatti, una prima persona plurale: a parlare sono i compagni di un partigiano catturato dai tedeschi, eppure questo noi è informato su tutti i movimenti dell’animo del prigioniero: la paralisi e lo sconforto, la rassegnazione e il desiderio di reagire, fino alla decisione di…\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 13 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [Radio Blackout]: “Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. 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Specialmente in Lombardia nell’ultimo ventennio, è stata svuotata di senso la relazione tra pubblico e salute per sostituirla con una performatività economica basata su concorrenza e messa a valore del corpo malato.\r\n\r\nGià forma di comando giuridico-amministrativo “keynesiano” – nelle cui pieghe si erano insinuate pratiche significative di lotta dei lavoratori e di riuso sociale della strutture pubbliche -, la Sanità è stata trasformata ex lege in un’arena concorrenziale tra consorterie che marchia il quotidiano dei suoi luoghi di degenza, opprime i lavoratori che vi sono impiegati e impedisce vere relazioni di solidarietà e protezione sociale , dichiarandole obsolete.\r\n\r\nDi questo e di altro abbiamo parlato insieme con quattro lavoratori della Sanità in Lombardia\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Sanità-in-Lombardia_28.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 ore 8,30 - Working class 29 minuti [Radio Blackout]: Racconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. 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Sulla guerra contro le comunità resistenti in Chiapas, Messico\r\n\r\nRadio Blackout torna a parlare di Chiapas e di Messico, in un podcast con la preziosa collaborazione dell compagn@ del Nodo Solidale, un collettivo di solidarietà, controinformazione, resistenza e lotta tra Italia e Messico.\r\n\r\nLa crescente spirale di violenza nel sud del Messico, in Chiapas, tocca anche i quartieri della città San Cristóbal de las Casas. Il 20 Ottobre la cittadina chiapaneca, meta di turismo internazionale da tutto il mondo, si riempie di rabbia e dolore: nel quartiere Cuxtitali Fra Marcelo Pérez Pérez, parroco ribelle indigeno della chiesa Nuestra Senora de Guadalupe a San Cristóbal, viene freddato da due persone in moto appena finita la messa. Una vita passata a denunciare gli interessi del narcotraffico e le ambiguità del potere governativo locale, sempre in prima linea per i diritti e a sostegno le lotte delle comunità indigene in Chiapas e in tutto il mondo. Un compagno di lotta, figura centrale nel sostenere i molteplici fronti di resistenza dal basso in Chiapas.\r\nL’assassinio di Fra Marcelo non è un segno isolato, ma si inserisce in un inasprimento sempre più crescente della violenza contro le comunità indigene resistenti, in particolare zapatiste, nell’area Chiapaneca.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista-a-Nodo-Solidal_40.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 23,30 - Compulsive Pene Madonna - Scoddata Bro? 6 minuti [Compulsive Pene Madonna, Radio Blackout]: Compulsive Pene Madonna (CPM) is the rationalized, tuneful torment of two Turin-born entities, namely Mattia Giustetto and Nima Taheri. The duo has been continuously juxtaposing different musical instances, aesthetics, and pieces of gear since the origins in the mid-2010s. Spanning from corrupted, brazen synth-punk all the way to outbursts of soothingly dark and distorted ambient works, CPM’s key feature could be identified by the word instability.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Compulsive-Pene-Madonna-Scoddata-Bro_6.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 9 - Tutta colpa dei padroni? 1 10 minuti [Marcello Pini, Federico Bosis]: Chi scrive i contratti? Chi decide gli stipendi? Cosa sono i rapporti di forza? Cominciamo dai fatti fondamentali.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.1_10.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 10 - Psychotronic Radio Vol.1 35 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.1_35.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nDomenica 17 ore 13,30 - Due libri su New York 27 minuti [Radio Blackout]: Presentazione dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” di Davide Grasso e “Uomini Talpa” di Jennifer Toth.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\r\n\r\n[Download]","10 Novembre 2024","2024-11-20 01:56:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dall'11 al 17 Novembre 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