","Si è aperto il processo ad Askapena","post",1445453871,[62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/euskadi/","http://radioblackout.org/tag/internazionalismo/","http://radioblackout.org/tag/occupazione/","http://radioblackout.org/tag/paese-basco/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/resistenze/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[15,71,72,73,74,75,76,77],"Euskadi","internazionalismo","occupazione","paese basco","resistenza","resistenze","solidarietà",{"post_content":79,"tags":83},{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":82},[15],"questi decenni ha favorito la volontà di \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark> del popolo basco. A settembre,","Si è aperto lunedì a Madrid l'ennesimo processo imbastito per criminalizzare tutto ciò che in questi decenni ha favorito la volontà di \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark> del popolo basco. A settembre, proprio nei nostri studios, abbiamo avuto la possibilità di parlare con Aritz Gamboa, storico militante di Askapena nonché uno dei 5 imputati insieme a Walter Wendelin, Gabi Basañez, David Soto, Unai Vázquez, nel processo, avviato dall'Audiencia Nacional spagnola (tribunale speciale ereditato dal franchismo) contro l'organizzazione internazionalista basca. Un processo che colpisce l'iternazionalismo e mira ad illegalizzare e dissolvere Askapena, il collettivo protagonista delle feste popolari a Bilbao, Elkar Truke, un'organizzazione concentrata sulla gestione di un commercio solidale “meno ingiusto” e l'organismo solidale Herriak Aske. Vi offriamo ora qualche aggiornamentosulla calendarizzazione del processo e sulle iniziative di solidarietà che si daranno nel fine settimana nel torinese, in particolare a Susa e a Pinerolo.\r\n\r\nAbbiamo raggiunto in diretta Mikel, attivista basco da molti anni residente in Italia\r\n\r\nMikel",[84,87,89,91,93,95,97,99],{"matched_tokens":85,"snippet":86},[15],"\u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":88,"snippet":71},[],{"matched_tokens":90,"snippet":72},[],{"matched_tokens":92,"snippet":73},[],{"matched_tokens":94,"snippet":74},[],{"matched_tokens":96,"snippet":75},[],{"matched_tokens":98,"snippet":76},[],{"matched_tokens":100,"snippet":77},[],[102,107],{"field":36,"indices":103,"matched_tokens":104,"snippets":106},[48],[105],[15],[86],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":81,"value":82},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":114,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":117,"highlight":136,"highlights":149,"text_match":110,"text_match_info":158},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":48,"id":120,"is_sticky":48,"permalink":121,"post_author":51,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":54,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":59,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":133},[45],[47],"19358","http://radioblackout.org/2013/11/violenza-maschile-ed-autodeterminazione-delle-donne/"," \r\n\r\n\r\n\r\nMentre lo Stato utilizza la violenza sule donne per far passare dentro al decreto sul femminicidio una serie di norme in materia di sicurezza per lo sviluppo, di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, per la prevenzione e il contrasto di fenomeni di particolare allarme sociale, norme in tema di protezione civile e di commissariamento delle Province, le donne No Tav si sono incontrate sabato a Bussoleno per discutere dal basso su come combattere realmente la violenza maschile sulle donne.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Valentina\r\n\r\nvalentina","11 Novembre 2013","2013-11-13 14:10:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/donne-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"244\" height=\"207\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/donne.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Violenza maschile ed autodeterminazione delle donne",1384169558,[62,130,131,132],"http://radioblackout.org/tag/femminicidio/","http://radioblackout.org/tag/femminismo/","http://radioblackout.org/tag/notav/",[15,134,24,135],"femminicidio","notav",{"post_title":137,"tags":140},{"matched_tokens":138,"snippet":139,"value":139},[15],"Violenza maschile ed \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark> delle donne",[141,143,145,147],{"matched_tokens":142,"snippet":86},[15],{"matched_tokens":144,"snippet":134},[],{"matched_tokens":146,"snippet":24},[],{"matched_tokens":148,"snippet":135},[],[150,155],{"field":36,"indices":151,"matched_tokens":152,"snippets":154},[48],[153],[15],[86],{"field":156,"matched_tokens":157,"snippet":139,"value":139},"post_title",[15],{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":114,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":48},{"document":160,"highlight":186,"highlights":204,"text_match":110,"text_match_info":210},{"cat_link":161,"category":162,"comment_count":48,"id":163,"is_sticky":48,"permalink":164,"post_author":51,"post_content":165,"post_date":166,"post_excerpt":54,"post_id":163,"post_modified":167,"post_thumbnail":168,"post_thumbnail_html":169,"post_title":170,"post_type":59,"sort_by_date":171,"tag_links":172,"tags":180},[45],[47],"32345","http://radioblackout.org/2015/11/cagne-sciolte-di-roma-sotto-attacco/","Lo spazio occupato dalle Cagne Sciolte dal 2013 contro la violenza di genere e’ sotto attacco.\r\nUn’ esperienza costruita fuori dalla logica di ogni profitto, che da due anni ha attivato, oltre a un laboratorio sulla violenza di genere, corsi per offrire a tutte le donne e a tutte le soggettività delle proposte concrete per autodeterminarsi e uscire dall’isolamento, una comunità resistente allo sfruttamento e all’omologazione.\r\nUn luogo che ospita lo sportello contro la violenza sulle donne “Una stanza tutta per se’”.\r\n\r\nDopo essere passati in Agosto a staccare acqua ed elettricità’, i carabinieri e l’Acea sono tornati a farlo di nuovo l'altro ieri, identificando dieci persone venute a portare solidarietà’. 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Da questa mattina sono sette le famiglie che hanno occupato per rivendicare il loro diritto all'abitare. Nello stabile manca a tutto, per questo gli occupanti chiedono solidarietà ed aiuto per sistemare.\r\n\r\nSul sito Macerie si trova un testo degli/delle occupanti. \"Siamo stanchi di dover fare i salti mortali per pagare l'affito ad un ricco proprietario o il mutuo ad una banca. 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Inoltre abbiamo ricordato ancora le centinaia di prigioniere e prigionieri politici reclusi in Spagna e Francia, che si trovano in carceri molto distanti dai luoghi di origine e per i quali da tempo è in atto una fortissima mobilitazione in Euskadi e in altri territori.\r\n\r\nAscolta l'intervento di Lander\r\n\r\nLander con noi","31 Marzo 2014","2014-04-07 12:11:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/lander-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"232\" height=\"217\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/lander.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Lander a Radio Blackout",1396273553,[62,261,63,262,263,264,265,266],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/lander-libero/","http://radioblackout.org/tag/paesi-baschi/","http://radioblackout.org/tag/prigionieri-poltici/","http://radioblackout.org/tag/spagna/","http://radioblackout.org/tag/tortura/",[15,268,71,269,31,270,271,272],"carcere","Lander libero","prigionieri poltici","Spagna","tortura",{"tags":274},[275,277,279,281,283,285,287,289],{"matched_tokens":276,"snippet":86},[15],{"matched_tokens":278,"snippet":268},[],{"matched_tokens":280,"snippet":71},[],{"matched_tokens":282,"snippet":269},[],{"matched_tokens":284,"snippet":31},[],{"matched_tokens":286,"snippet":270},[],{"matched_tokens":288,"snippet":271},[],{"matched_tokens":290,"snippet":272},[],[292],{"field":36,"indices":293,"matched_tokens":294,"snippets":296},[48],[295],[15],[86],{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":115,"num_tokens_dropped":48,"score":211,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":48},{"document":299,"highlight":317,"highlights":327,"text_match":110,"text_match_info":333},{"cat_link":300,"category":301,"comment_count":48,"id":302,"is_sticky":48,"permalink":303,"post_author":51,"post_content":304,"post_date":305,"post_excerpt":54,"post_id":302,"post_modified":306,"post_thumbnail":307,"post_thumbnail_html":308,"post_title":309,"post_type":59,"sort_by_date":310,"tag_links":311,"tags":314},[45],[47],"20448","http://radioblackout.org/2014/01/manifestazione-oceanica-a-bilbao/","Erano più di centomila i manifestanti sabato a Bilbao nella marcia di protesta in favore dei militanti dell'Eta in carcere. 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Infatti per la prima volta da molti anni ai partiti della sinistra indipendentista si sono uniti i conservatori del Partito nazionalista basco, quello che è al potere nel governo regionale.\r\n\r\nUn fenomeno molto simile a ciò che è avvenuto in Catalogna, dove le rivendicazioni indipendentiste hanno unito il nazionalismo moderato tradizionale (Convergencia i Uniò) con la sinistra radicale di \"Esquerra Republicana\".\r\n\r\nLa principale ragione della protesta nei Paesi Baschi riguarda il rifiuto del governo Rajoy di consentire il trasferimento dei carcerati dell'Eta in penitenziari più vicini ai loro luoghi di origine e di residenza delle famiglie. 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Grande conquista per le donne, furono i Corsi 150ore sull'autodeterminazione e la salute delle donne, a cui le lavoratrici (operaie e impiegate) poterono partecipare durante l'orario del lavoro venendo ugualmente retribuite. Un'occasione incredibile di confronto, crescita, condivisione, di vissuti, esperienze, problematiche personali e politiche, talmente forte da fare saltare moltissime contraddizioni interne alle famiglie di provenienza, al sindacato e al movimento stesso. Pensate cosa significarono, in termini di libertà, autodeterminazione, presa di coscienza, eventi come quello dell'occupazione del reparto del Sant'Anna, dell'Intercategoriale e delle 150ore. Carla Quaglino cerca, raccontando e raccontandosi, di restituirci quelle atmosfere e quelle vicende, oggi quasi inimmaginabili, partendo da se stessa e dalla sua esperienza personale, che attraverso la parola e la narrazione si fa storia collettiva e prassi politica.\r\n***L'intervista in diretta con Monica del gruppo delle donne valsusine dell'Alvà della Clarea che ci ha presentato l'iniziativa che si svolgerà venerdì 21 novembre nel salone polivalente di San Didero, dedicata a come affrontare un fermo di polizia. Quando si ha a che fare quotidianamente con la repressione, come in un territorio militarizzato quale è la Valsusa, è utile dotarsi di strumenti concreti per poter gestire nel modo più consapevole possibile situazioni che sono all'ordine del giorno e che possono colpire tutte e tutti. Qui tutte le info.\r\n***Alcune anticipazioni sull'iniziativa che bolle nella pentola del Colpo della Strega per il 25 novembre prossimo, Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne. Qui la locandina e le info sulla serata.\r\nil colpo della strega_17nov2014_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_17nov2014_secondaparte\r\n\r\n ","18 Novembre 2014","2018-10-24 17:35:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","I podcast de Il Colpo della strega: 17novembre2014","podcast",1416335284,[407,408,62,409,410,411,412,413,132,414,68,415,416,417],"http://radioblackout.org/tag/aborto/","http://radioblackout.org/tag/acab/","http://radioblackout.org/tag/donne-notav/","http://radioblackout.org/tag/femminismi/","http://radioblackout.org/tag/intercategoriale-donne/","http://radioblackout.org/tag/legge194/","http://radioblackout.org/tag/movimento-delle-donne/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sindacato/","http://radioblackout.org/tag/storie-di-donne/","http://radioblackout.org/tag/valsusa/",[22,419,15,420,421,422,423,424,135,378,76,425,376,426],"acab","donne notav","femminismi","intercategoriale donne","legge194","movimento delle donne","sindacato","valsusa",{"post_content":428,"tags":432},{"matched_tokens":429,"snippet":430,"value":431},[15],"significarono, in termini di libertà, \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark>, presa di coscienza, eventi come"," *** Una lunga intervista a Carla Quaglino, femminista e protagonista del movimento delle donne torinese dagli Anni Settanta, oggi animatrice della Casa delle donne di Torino, che ci ha raccontato l'occupazione dell'Ospedale Sant'Anna (novembre 1978, anno dell'approvazione delle Legge194 sull'interruzione volontaria di gravidanza) e l'esperienza, importantissima per la nostra città, dell'Intercategoriale Donne del Sindacato. Grande conquista per le donne, furono i Corsi 150ore sull'autodeterminazione e la salute delle donne, a cui le lavoratrici (operaie e impiegate) poterono partecipare durante l'orario del lavoro venendo ugualmente retribuite. Un'occasione incredibile di confronto, crescita, condivisione, di vissuti, esperienze, problematiche personali e politiche, talmente forte da fare saltare moltissime contraddizioni interne alle famiglie di provenienza, al sindacato e al movimento stesso. Pensate cosa significarono, in termini di libertà, \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark>, presa di coscienza, eventi come quello dell'occupazione del reparto del Sant'Anna, dell'Intercategoriale e delle 150ore. Carla Quaglino cerca, raccontando e raccontandosi, di restituirci quelle atmosfere e quelle vicende, oggi quasi inimmaginabili, partendo da se stessa e dalla sua esperienza personale, che attraverso la parola e la narrazione si fa storia collettiva e prassi politica.\r\n***L'intervista in diretta con Monica del gruppo delle donne valsusine dell'Alvà della Clarea che ci ha presentato l'iniziativa che si svolgerà venerdì 21 novembre nel salone polivalente di San Didero, dedicata a come affrontare un fermo di polizia. Quando si ha a che fare quotidianamente con la repressione, come in un territorio militarizzato quale è la Valsusa, è utile dotarsi di strumenti concreti per poter gestire nel modo più consapevole possibile situazioni che sono all'ordine del giorno e che possono colpire tutte e tutti. 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E lo sguardo pruriginoso dei media occidentali sulle guerrigliere curde.\r\n“Donne vendute al bazar per cinque dollari. Esposte come buoi, con il cartellino del prezzo al collo, condannate a essere oggetto sessuali per i militari dell’Isis: schiave del Califfato”. È la denuncia di Nursel Kilic, rappresentante internazionale del Movimento delle donne Curde. “Secondo le stime ufficiali le donne rapite e vendute nei bazar sono 3,000, in realtà sono molte di più. 1200 poi giacciono nelle prigioni nella zona di Mosul e lì vengono violentate, torturate, subiscono ogni genere di violenza.”\r\n\"Il genocidio in atto colpisce in maniera particolare il diritto alla vita e la libertà delle donne. Come è già avvenuto in altri recenti conflitti, dal Kosovo al Rwanda, le pratiche di genocidio includono atti sempre più visibili ed estesi di violenza nei confronti delle donne come gruppo. I femminicidi di massa perpetrati da ISIS possono essere considerati crimini di guerra e contro l'umanità, non solo perché costituiscono una strategia politica dello “Stato islamico”, ma anche perché sono rivolti a colpire in maniera specifica e sistematica donne e bambini. Gli atti di femminicidio sono utilizzati dalle milizie dell'ISIS come strumento di dominio patriarcale e come arma di guerra, funzionale allo sterminio delle minoranze etniche e religiose e per la distruzione del modello del Rojava\". Barbara Spinelli\r\nUno straordinario esperimento di comunità altra che da più di due anni il popolo del Rojava – regione a maggioranza curda nel nord della Siria – sta portando avanti, liberando il proprio territorio e sperimentando una vera e propria rivoluzione sociale, fondata sulla partecipazione dal basso, l'uguaglianza tra uomini e donne e il rispetto dell'ambiente.\r\nLa carta del Rojava è un testo che parla di libertà, giustizia, dignità e democrazia; di uguaglianza e di «ricerca di un equilibrio ecologico». Nel Rojava il femminismo è incarnato non soltanto nei corpi delle guerrigliere in armi, ma anche nel principio della partecipazione paritaria a ogni istituto di autogoverno, che quotidianamente mette in discussione il patriarcato. E l’autogoverno, pur tra mille contraddizioni e in condizioni durissime, esprime davvero un principio comune di cooperazione, tra liberi e uguali. E ancora: coerentemente con la svolta anti-nazionalista del Pkk di Öcalan, a cui le Ypg/Ypj sono collegate, netto è il rifiuto non solo di ogni assolutismo etnico e di ogni fondamentalismo religioso, ma della stessa declinazione nazionalistica della lotta del popolo kurdo. Basta ascoltare le parole dei guerriglieri e delle guerrigliere dell’Ypg/Ypj, per capire che questi ragazzi e queste ragazze hanno preso le armi per difendere la loro terra, ma soprattutto per affermare e difendere questo modo di vivere e di cooperare.\r\nLotta contro il patriarcato e contro il capitalismo/fascismo finalmente insieme. Lotta di genere e lotta di classe che camminano insieme, simultaneamente. Non dopo, non poi, ma qui e ora, si sperimenta una comunità altra, nuova, rivoluzionaria, nel farsi e nel darsi della lotta quotidiana. 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La potete rileggere sul nostro blog.\r\n\r\nA seguire finalmente un buona notizia, l'annullamento dell'ergastolo per Pinar Selek, militante, sociologa, femminista, dal 2009 rifugiata in Francia. Qui e qui tutte le informazioni sulla notizia.\r\n\r\nCi siamo poi occupate delle lotte delle facchine a Bologna, leggendo il comunicato della Coordinamenta di Roma che crediamo centri alcuni nodi importanti della vicenda e facendo una diretta con Eleonora del Laboratorio Crash di Bologna, che fin dall'inizio ha seguito con passione le lotte della logistica. Una storia, quella della facchine, di cui potete trovare sul sito Infoaut.org tutte le informazioni e la cronaca. Una lotta esplosa dopo che le facchine per anni hanno subito molestie e ricatti sessuali del capo reparto a cui si sono aggiunte gravissime irregolarità nella busta paga e lo spregio di qualsiasi diritto . 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Anche se siamo sole con i nostri figli, abbiamo deciso di reagire e condividere le nostre esperienze, perché ci saremmo ammalate davvero, se non avessimo trovato il coraggio di riprenderci insieme la nostra libertà. Noi vogliamo un luogo di pace e armonia, dove sentirci autonome e felici.\"\r\n\r\nPer concludere un tributo speciale a Nina Simone, sacerdotessa del soul e icona del movimento di liberazione afroamericano, la storia della sua vita accompagnata dall'ascolto di alcune delle sue canzoni più significative. Nella prossima puntata continueremo con la seconda parte.\r\n\r\nPer riascoltare la puntata...\r\n\r\nil colpo della strega_16giugno2014_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_16giugno2014_secondaparte",[612,614,616,618,620,622,624,626,628,630,632,634,636,638,640,642,644,646,648,650,652],{"matched_tokens":613,"snippet":591,"value":591},[],{"matched_tokens":615,"snippet":86,"value":86},[15],{"matched_tokens":617,"snippet":268,"value":268},[],{"matched_tokens":619,"snippet":592,"value":592},[],{"matched_tokens":621,"snippet":593,"value":593},[],{"matched_tokens":623,"snippet":594,"value":594},[],{"matched_tokens":625,"snippet":595,"value":595},[],{"matched_tokens":627,"snippet":596,"value":596},[],{"matched_tokens":629,"snippet":597,"value":597},[],{"matched_tokens":631,"snippet":598,"value":598},[],{"matched_tokens":633,"snippet":599,"value":599},[],{"matched_tokens":635,"snippet":600,"value":600},[],{"matched_tokens":637,"snippet":601,"value":601},[],{"matched_tokens":639,"snippet":602,"value":602},[],{"matched_tokens":641,"snippet":26,"value":26},[],{"matched_tokens":643,"snippet":603,"value":603},[],{"matched_tokens":645,"snippet":604,"value":604},[],{"matched_tokens":647,"snippet":378,"value":378},[],{"matched_tokens":649,"snippet":75,"value":75},[],{"matched_tokens":651,"snippet":605,"value":605},[],{"matched_tokens":653,"snippet":77,"value":77},[],[655,661],{"field":36,"indices":656,"matched_tokens":657,"snippets":659,"values":660},[115],[658],[15],[86],[86],{"field":108,"matched_tokens":662,"snippet":609,"value":610},[15],{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":114,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":48},{"document":665,"highlight":690,"highlights":720,"text_match":110,"text_match_info":729},{"comment_count":48,"id":666,"is_sticky":48,"permalink":667,"podcastfilter":668,"post_author":398,"post_content":669,"post_date":670,"post_excerpt":54,"post_id":666,"post_modified":570,"post_thumbnail":571,"post_title":671,"post_type":404,"sort_by_date":672,"tag_links":673,"tags":682},"23610","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-de-il-colpo-della-strega-9giugno2014/",[343],"In occasione della due giorni organizzata in Valsusa da un gruppo di donne sul tema della violenza di stato i redattori e le redattrici di Radio Blackout hanno deciso di contribuire con un percorso radiofonico che attraversi e interroghi questo tema, più che mai attuale, in tutte le sue sfaccettature. Dalle violenze in Valsusa, alle torture sui detenuti e le detenute politiche, in Italia come altrove, dagli abusi in divisa agiti contro le donne alla repressione contro chi partecipò alla lotta armata, dagli stupri nei Cie fino alle aggressioni contro comuni cittadini e cittadine. Un’occasione per ragionare sul monopolio statale della violenza, sul legame tra apparato repressivo, magistratura e media mainstream, sulla violenza legittimata dalle istituzioni come forma di controllo sociale e dispositivo di “contenimento”, marginalizzazione e repressione non solo delle lotte sociali e politiche ma anche di tutti quei comportamenti ritenuti antisociali, disturbanti, non normabili, in qualche modo eccedenti rispetto ad una norma sociale sempre più rigida e aggressiva.\r\n\r\nAnche noi abbiamo partecipato al percorso radiofonico con un approfondimento sulla violenza in divisa agita contro le donne. Violenza maschile che assume un elemento di caratterizzazione ulteriore quando indossa la divisa e incarna l’arroganza criminale legittimata dallo stato. Non si tratta soltanto del rapporto uomo/donna attraverso l’esercizio di un potere che la divisa amplifica. Questo potere si rafforza infatti in ogni contesto di subordinazione o di fragilità, pensiamo alla relazione con un datore di lavoro che ci pone in una posizione di estrema ricattabilità. La divisa dunque non è solo fattore di amplificazione, ma rappresenta le istituzioni e l’esercizio di potere e di controllo sociale sui corpi delle donne. 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E a ribadire quanto la violenza contro le donne non sia fatto eccezionale ed episodico, la teoria e l’esperienza femministe ci insegnano che la violenza commessa contro le donne in tempo di guerra replica e perpetua la violenza contro le donne in tempo di pace.\r\n\r\nPer la rassegna stampa invece, abbiamo raccolto alcuni casi, pochi rispetto ai numerosissimi fatti riportati dalle cronache....abbiamo scelto quelli che ci sembrano più emblematici per le dinamiche che mettono in campo. Si tratta sempre di violenze e abusi agiti da uomini in divisa. Poliziotti, carabinieri, finanzieri, soldati, militari...ma anche vigili urbani e perchè no preti e sacerdoti.\r\n\r\nAbbiamo inoltre ricordato che per lo striscione “Nei centri di espulsione la polizia stupra” a Milano, il 25 novembre del 2009, le compagne vennero pesantemente caricate e prese a mazzate: quella verità non doveva emergere, non doveva essere esplicitata. Quando si esplicitano queste violenze, le si nomina, le divise si innervosiscono in maniera particolare, Anche quando siamo andate all'udienza per Marta, la compagna pisana molestata durante un fermo di polizia in valsusa, eravamo fuori dal tribunale di Torino in presidio, abbiamo cercato di appendere uno striscione dai toni molto simili, la celere ci ha bloccate, caricate ferendo alcune di noi e in una decina siamo state pure denunciate.\r\n\r\nInsomma, tutte le volte che come compagne abbiamo alzato la voce sulle violenze in divisa agite sulle donne, dall'altra parte c'è sempre stata una reazione forte e chiara, questo forse ci indica e significa che in quei momenti eravamo sulla giusta strada. La strada della reazione, dell'autodeterminazione. Trasformiamo la paura in rabbia, la rabbia in forza, la forza in lotta, recita uno slogan che ci ha accompagnato in tante manifestazioni femministe e di donne degli ultimi anni. Probabilmente il nodo è tutto lì.\r\n\r\nNon avere paura di reagire, non sentirsi colpevoli. Scardinare i luoghi comuni che vogliono le donne deboli, vittime, sempre e comunque pacifiche e nonviolente. Mettere in campo la nostra forza per contrastare la paura in cui e con cui ci vorrebbero rinchiudere. Imparare ad difenderci, ad autodifenderci in maniera collettiva e autonoma. Imparare a reagire e ad autodeterminarci. E soprattutto non pensare di poter delegare a questi personaggi la nostra sicurezza e la tutela dei nostri corpi. Potrebbe essere la strada giusta contro la violenza maschile, una volta in più se questa indossa una divisa, rappresenta e viene legittimata dalle istituzioni statali.\r\n\r\nPer la rubrica MALERBE, con Silvia, la nostra esperta, abbiamo parlato di arnica: come e quando raccoglierla, come trasformarla e quando utilizzarla.\r\n\r\nQui la prima parte della trasmissione:\r\n\r\nil colpo della strega_9giugno2014_primaparte\r\n\r\ne qui potete riascoltare la seconda:\r\n\r\nil colpo della strega_9giugno2014_secondaparte\r\n\r\n ","10 Giugno 2014","I podcast de Il colpo della strega (9giugno2014)",1402360560,[674,408,62,675,676,677,678,679,417,495,680,681],"http://radioblackout.org/tag/abusi-in-divisa/","http://radioblackout.org/tag/autodifesa/","http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza/","http://radioblackout.org/tag/stupro/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/violenza-maschile-sulle-donne/",[683,419,15,684,685,686,687,384,426,373,688,689],"abusi in divisa","autodifesa","cie","guerra","sicurezza","violenza di stato","violenza maschile sulle donne",{"post_content":691,"tags":695},{"matched_tokens":692,"snippet":693,"value":694},[15],"per ritrovare nuova capacità di \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark> e autodifesa collettiva.\r\n\r\nDallo stupro","In occasione della due giorni organizzata in Valsusa da un gruppo di donne sul tema della violenza di stato i redattori e le redattrici di Radio Blackout hanno deciso di contribuire con un percorso radiofonico che attraversi e interroghi questo tema, più che mai attuale, in tutte le sue sfaccettature. 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Dai tempi dell'antica Grecia ad oggi, le donne sono state vittime: imprigionate, torturate, violentate, usate come schiave. Per lungo tempo la violenza sessuale sulle donne è stata vista e anche tollerata come uno degli inevitabili mali della guerra. In Bosnia, però, durante la guerra, i nazionalisti serbi hanno perfezionato questa pratica, trasformando lo stupro in una precisa strategia, pianificata e coordinata. Per la prima volta nella storia della guerra, in Bosnia Erzegovina gli stupri sono diventati parte di una strategia militare. In Bosnia, il corpo femminile è stato letteralmente, territorio di contesa. In quel contesto si è trattato di devastazione premeditata e ‘scientificamente’ fondata. Lo stupro, in Bosnia come in Ruanda, in Somalia, in Algeria e in ogni guerra moderna, non è stata ‘conseguenza’ della guerra ma arma che ha affiancato le operazioni di pulizia etnica. 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Abbiamo discusso di libertà, autodeterminazione, del concetto di sovranità sui nostri corpi, di dispositivi di controllo, di endosorveglianza e di nuovi processi di soggettivazione tesi a creare corpi e soggetti liberi ma docili. Siamo partite dal caso scoppiato sul web dopo la pubblicazione a fini elettorali della sua foto \"di culo\" da parte di Paola Bacchiddu, responsabile della comunicazione della Lista Tsipras, per arrivare a confrontarci su alcuni concetti chiave per il femminismo (e non solo!). Dopo la pubblicazione della foto si sono levate molte voci discordanti e dubbiose, tuttavia per dimostrare solidarietà alla candidata, c'è stata/o anche chi ha lanciato e condiviso sui propri blog la campagna \"Ce lo chiede l'Europa\". Tra i vari interventi abbiamo segnalato quelli di Ida Dominijanni, che potete leggere qui e qui e quanto ha scritto Cristina Morini, intervenuta (anche ai nostri microfoni) con l'articolo \"Libera sarai tu?\", mossa dal desiderio di decostruire la falsa dicotomia tra femminismo moralista e femminismo libertario - che se certamente esiste va individuato altrove - e di esplicitare come oggi la libertà e l'autodeterminazione siano elementi anch'essi necessari e funzionali alla realizzazione ri/produttiva. L'arte di governare non consiste nel trasformare un soggetto in puro oggetto passivo ma “nel portarlo a fare ciò che accetta di voler essere e fare” (Pierre Dardot, Christian Laval, 2013). Chi plaude al gesto della Bacchiddu come gesto politico teso a ridefinire e difendere la libertà individuale femminile, di fatto associa il mito femminista dell’assoluta proprietà del corpo alla precettistica neoliberale dell’autoimprenditorialità e dell’autosfruttamento del proprio capitale umano, corporeo e sessuale...con il rischio - ovvio - della completa sussunzione della libertà femminile nella libertà di mercato. ”Il corpo è mio e lo gestisco io”, slogan inventato quarant’anni fa per esprimere la volontà di riappropriarsi del corpo femminile sequestrato dal patriarcato, può servire oggi a legittimarne spensieratamente la prostituzione nel post-patriarcato?\r\n\r\nIl capitalismo da almeno vent'anni ha cominciato a socializzarsi, in risposta alla sfida del socialismo rivoluzionario e a dotarsi di un suo sistema di divertimenti e di organizzazione del tempo libero, attraverso il consumo, poichè il controllo attraverso lo sfruttamento del lavoro non bastava più. Bisognava che sorgesse un nuovo complesso di dispositivi di potere/sapere, tale da implicare nuovi processi di soggettivazione: dispositivi che mirano alla creazione di soggettività e dunque anche di corpi liberi ma docili (Foucault). Un certo grado di libertà e di rappresentazione della stessa è necessaria perchè l'endosorveglianza funzioni a pieno regime, ed è necessaria soprattutto per consentire la riproduzione del consumo. Libertà depotenziata, spettacolarizzata, estetizzata, simulacro di libertà funzionale al pieno controllo. L'idea di libertà e di autodeterminazione sono completamente deformate e neutralizzate. E' una caricatura della libertà in cui la donna è lasciata la sovranità piena della propria immagine perchè non ne ha altra. ma questa sedicente sovranità assoluta sul proprio corpo come se fosse un bene di consumo, una proprietà autonoma rispetto a sè, è libertà? Significa una qualche forma di potenza?\r\n\r\nPoter fare del proprio corpo ciò che si vuole, e dunque prestarlo a una campagna elettorale o alla vendita di merce, è la libertà del piccolo proprietario, di comprare e di vendere, la libertà mercantile. Una libertà che ci riporta alla mente una forma di impotenza di altre epoche, come quella rappresentata dall'anoressia delle sante medievali, quando la santa che, in quanto donna spesso non sceglieva il monastero ed era comunque destinata ad un ruolo subordinato a quello del clero maschile, opponeva alla mediazione patriarcale del clero la propria comunicazione diretta con Dio e per la quale la negazione del bisogno del nutrimento materiale, l'anoressia, rappresentava l'indipendenza da un mondo nel quale - in quanto donna - era ridotta e confinata all'impotenza. (Holy Anorexia, Rudolph M. Bell).\r\n\r\nPer la rubrica \"Storie di donne\", la storia di Assata Shakur e del suo arresto, avvenuto il 2 maggio 1973. Da tempo infatti Assata è ricercata dal Fbi e dalle polizie di ogni parte degli Usa, nel quadro della campagna tesa a criminalizzare, discreditare e distruggere il movimento di liberazione Nero. Il percorso politico di Assata è quello tipico di ogni rivoluzionaria/o nera/o che, dalle prime esperienze nel movimento afroamericano degli anni '60, ha finito pre gravitare e poi militare nel Black Panther Party, l'organizzazione rivoluzionaria che, dal 1966 al 1971, ha agito come potente catalizzatore della protesta, della resistenza e della lotta nera più cosciente. La pratica del Black Panther Party diventa il punto più avanzato di un forte movimento di massa contro la guerra, contro il razzismo, contro lo sfruttamento capitalistico. 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Chi plaude al gesto della Bacchiddu come gesto politico teso a ridefinire e difendere la libertà individuale femminile, di fatto associa il mito femminista dell’assoluta proprietà del corpo alla precettistica neoliberale dell’autoimprenditorialità e dell’autosfruttamento del proprio capitale umano, corporeo e sessuale...con il rischio - ovvio - della completa sussunzione della libertà femminile nella libertà di mercato. ”Il corpo è mio e lo gestisco io”, slogan inventato quarant’anni fa per esprimere la volontà di riappropriarsi del corpo femminile sequestrato dal patriarcato, può servire oggi a legittimarne spensieratamente la prostituzione nel post-patriarcato?\r\n\r\nIl capitalismo da almeno vent'anni ha cominciato a socializzarsi, in risposta alla sfida del socialismo rivoluzionario e a dotarsi di un suo sistema di divertimenti e di organizzazione del tempo libero, attraverso il consumo, poichè il controllo attraverso lo sfruttamento del lavoro non bastava più. Bisognava che sorgesse un nuovo complesso di dispositivi di potere/sapere, tale da implicare nuovi processi di soggettivazione: dispositivi che mirano alla creazione di soggettività e dunque anche di corpi liberi ma docili (Foucault). Un certo grado di libertà e di rappresentazione della stessa è necessaria perchè l'endosorveglianza funzioni a pieno regime, ed è necessaria soprattutto per consentire la riproduzione del consumo. Libertà depotenziata, spettacolarizzata, estetizzata, simulacro di libertà funzionale al pieno controllo. L'idea di libertà e di \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark> sono completamente deformate e neutralizzate. E' una caricatura della libertà in cui la donna è lasciata la sovranità piena della propria immagine perchè non ne ha altra. ma questa sedicente sovranità assoluta sul proprio corpo come se fosse un bene di consumo, una proprietà autonoma rispetto a sè, è libertà? Significa una qualche forma di potenza?\r\n\r\nPoter fare del proprio corpo ciò che si vuole, e dunque prestarlo a una campagna elettorale o alla vendita di merce, è la libertà del piccolo proprietario, di comprare e di vendere, la libertà mercantile. Una libertà che ci riporta alla mente una forma di impotenza di altre epoche, come quella rappresentata dall'anoressia delle sante medievali, quando la santa che, in quanto donna spesso non sceglieva il monastero ed era comunque destinata ad un ruolo subordinato a quello del clero maschile, opponeva alla mediazione patriarcale del clero la propria comunicazione diretta con Dio e per la quale la negazione del bisogno del nutrimento materiale, l'anoressia, rappresentava l'indipendenza da un mondo nel quale - in quanto donna - era ridotta e confinata all'impotenza. (Holy Anorexia, Rudolph M. Bell).\r\n\r\nPer la rubrica \"Storie di donne\", la storia di Assata Shakur e del suo arresto, avvenuto il 2 maggio 1973. Da tempo infatti Assata è ricercata dal Fbi e dalle polizie di ogni parte degli Usa, nel quadro della campagna tesa a criminalizzare, discreditare e distruggere il movimento di liberazione Nero. Il percorso politico di Assata è quello tipico di ogni rivoluzionaria/o nera/o che, dalle prime esperienze nel movimento afroamericano degli anni '60, ha finito pre gravitare e poi militare nel Black Panther Party, l'organizzazione rivoluzionaria che, dal 1966 al 1971, ha agito come potente catalizzatore della protesta, della resistenza e della lotta nera più cosciente. La pratica del Black Panther Party diventa il punto più avanzato di un forte movimento di massa contro la guerra, contro il razzismo, contro lo sfruttamento capitalistico. Il Black Panther diventa subito, al suo primo apparire, la minaccia numero uno alla tranquillità interna degli Stati Uniti e viene individuato come nemico interno contro cui governo, polizia, Fbi, Cia conducono una guerra senza quartiere, scatenando una repressione e una persecuzione senza precedenti.\r\n\r\nPer la rubrica \"Donne in arte\"...occhi di ghiaccio e calzamaglia nera, chignon biondo e carattere d'acciaio ... insieme dal 1962, ma quanti ricordano che Diabolik ed Eva Kant nascono dalla fantasia di due sorelle della borghesia milanese del boom economico? con il contributo di una nostra ascoltatrice, vi proponiamo una breve presentazione di Angela e Luciana Giussani, le creatrici del nero tascabile più famoso degli ultimi 50 anni e più!\r\n\r\nPer riascoltare la puntata, qui la prima parte\r\n\r\nil colpo della strega_26maggio2014_primaparte\r\n\r\ne qui la seconda\r\n\r\nil colpo della strega_26maggio2014_secondaparte",[759,761,763,765,767,769,771,773,775,777],{"matched_tokens":760,"snippet":86,"value":86},[15],{"matched_tokens":762,"snippet":747,"value":747},[],{"matched_tokens":764,"snippet":748,"value":748},[],{"matched_tokens":766,"snippet":749,"value":749},[],{"matched_tokens":768,"snippet":750,"value":750},[],{"matched_tokens":770,"snippet":593,"value":593},[],{"matched_tokens":772,"snippet":751,"value":751},[],{"matched_tokens":774,"snippet":421,"value":421},[],{"matched_tokens":776,"snippet":752,"value":752},[],{"matched_tokens":778,"snippet":376,"value":376},[],[780,786],{"field":36,"indices":781,"matched_tokens":782,"snippets":784,"values":785},[48],[783],[15],[86],[86],{"field":108,"matched_tokens":787,"snippet":756,"value":757},[15],{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":114,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":48},{"document":790,"highlight":815,"highlights":843,"text_match":110,"text_match_info":852},{"comment_count":48,"id":791,"is_sticky":48,"permalink":792,"podcastfilter":793,"post_author":398,"post_content":794,"post_date":795,"post_excerpt":54,"post_id":791,"post_modified":796,"post_thumbnail":571,"post_title":797,"post_type":404,"sort_by_date":798,"tag_links":799,"tags":807},"23236","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-de-il-colpo-della-strega-decima-puntata-19maggio2014/",[343],"Seconda parte dell'approfondimento sull'aborto clandestino iniziato nella puntata precedente. L'attenzione si è concentrata soprattutto su Torino e sulle mobilitazioni che si sono date nella nostra città rispetto alla questione dell'aborto, della violenza sessuale, degli anticoncezionali e non solo.Il Coordinamento dei consultori autogestiti e dei collettivi femministi è stato sicuramente tra i protagonisti principali della lotta e ha tenuto insieme una rete molto capillare sui territori, in particolare nei quartieri operai e popolari. Attivo dal 1974 al 1978, successivamente il coordinamento ha dato al vita al Movimento per la salute della Donna e si è fuso con la cosiddetta \"Intercategoriale Donne\", composta dalle attiviste e/o delegate di Cgil-Cisl-Uil, organizzando corsi per le 150 ore.\r\n\r\nMolto attive anche le donne dei gruppi del movimento e della sinistra extraparlamentare, da Lotta Continua ad Autonomia Operaia, gruppi che non avevano però colto la portata rivoluzionaria della parola d’ordine dell’autogestione nel dibattito intorno alla legge sull’aborto, limitandosi a sostenerla e non cogliendone i limiti rispetto alle aspirazioni di autodeterminazione delle donne. La rivendicazione di libertà di scelta e di critica nel partito/gruppo, d’altronde, era un tutt’uno con quella che le femministe come movimento collettivo portavano avanti nella lotta sia contro lo stato e le istituzioni che volevano arrogarsi il diritto di scegliere per conto delle donne, sia contro le condizioni in cui veniva praticato l’aborto clandestino.\r\nPer loro, la battaglia per la libera interruzione di gravidanza era una parte, molto importante, ma solo una parte, della rivendicazione di essere soggetto sociale e politico in quanto donne e dell’autogestione dei propri corpi. Ma per essere soggetti in questa società non si poteva scollegare queste rivendicazioni dalla lotta contro quel modello di società , attraverso spazi e strumenti politici “pubblici” collettivi delle donne stesse.\r\nCaricata di contenuti, valori ed obiettivi che per certi versi trascendevano la specificità del suo oggetto, la battaglia sulla legge sull’aborto, per il diritto di “proprietà” delle donne sulla propria vita e contro quello patriarcale sui figli e sulla moglie, diventava la battaglia contro tutti i partiti parlamentari, esclusi per certi versi Democrazia Proletaria e forse il Partito Radicale. I progetti di legge erano otto: comunista, socialista, radicale, repubblicano, liberale, socialdemocratico, della sinistra indipendente ed infine quello firmato da DP, ma formulato da alcuni collettivi femministi e sostenuto anche dalle redattrici di Lotta Continua.\r\nSul banco degli accusati, quindi, anche il PCI. Se il movimento femminista e la nuova sinistra puntavano quasi esclusivamente alla depenalizzazione dell’aborto e alla legalizzazione degli anticoncezionali, quella che diventò poi la legge 194/78 sull’interruzione di gravidanza era figlia del compromesso storico DC-PCI, fortemente voluto da Berlinguer, preoccupato, come in occasione della legge sul divorzio, di non andare allo scontro col partito cattolico.\r\nCompromesso storico che lavorò anche per introdurre l’obiezione di coscienza e ad eliminare il “pericolo” dei consultori autogestiti con il pretesto che essi non avrebbero dato alcuna “garanzia” sul terreno sanitario. Nei discorsi di Berlinguer non c'è traccia della parola aborto, si parla soltanto di maggior protagonismo della giovane madre...per il PCI le masse non sono ancora mature per affrontare simili questioni...Meglio stare in attesa e costruire un terreno d‘intesa con la Dc su altri temi, in modo da favorire l‘accordo anche sull‘aborto ma solo quando sarà il momento. Un attendismo e un'ambiguità che traspare chiaramente nelle posizioni di tutta la sinistra.\r\n\r\nConcluso l'approfondimento, abbiamo intervistato Federica Ruggiero, l'autrice del libro che presenteremo venerdì 23 maggio in radio, intitolato \"Modificazioni genitali femminili: una questione postcoloniale, il nostro sguardo sulla nostra alterità\". Testo che riflette su alcuni concetti chiave che coinvolgono tutte le donne: integrità del corpo, autodeterminazione, salute, controllo della sessualità e del piacere femminile. Le MGF, e soprattutto le ragioni che le sottendono, ci riguardano direttamente come donne più di quanto immaginiamo. Da donne occidentali ci illudiamo di essere libere ed emancipate, arrogandoci il diritto di relazionarci a donne di altre culture come sorelle maggiori, dimenticando di appartenere invece ad un mondo che, come gli altri, controlla i nostri corpi e ci discrimina come donne.\r\n\r\nPer riascoltare la puntata, qui la prima parte\r\n\r\nil colpo della strega_19maggio2014_primaparte\r\n\r\ne qui la seconda\r\n\r\nil colpo della strega_19maggio2014_secondaparte","21 Maggio 2014","2018-10-24 17:36:13","I podcast de Il colpo della strega: decima puntata (19maggio2014)",1400668577,[407,800,801,62,802,803,489,804,490,805,806],"http://radioblackout.org/tag/aborto-clandestino/","http://radioblackout.org/tag/anticoncezionali/","http://radioblackout.org/tag/corpo-delle-donne/","http://radioblackout.org/tag/ivg/","http://radioblackout.org/tag/modificazioni-genitali-femminili/","http://radioblackout.org/tag/pci/","http://radioblackout.org/tag/salute-delle-donne/",[22,808,809,15,810,811,505,812,506,813,814],"aborto clandestino","anticoncezionali","corpo delle donne","ivg","modificazioni genitali femminili","PCI","salute delle donne",{"post_content":816,"tags":820},{"matched_tokens":817,"snippet":818,"value":819},[15],"limiti rispetto alle aspirazioni di \u003Cmark>autodeterminazione\u003C/mark> delle donne. 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