","ETXARRIREN DESALOJOA GELDITU! GAZTETXEAK DEFENDATU!","post",1744206050,[62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/centri-sociali/","http://radioblackout.org/tag/euskadi/","http://radioblackout.org/tag/euskal-herria/","http://radioblackout.org/tag/movimenti/","http://radioblackout.org/tag/scontri/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/",[69,70,71,72,73,74],"centri sociali","Euskadi","euskal herria","movimenti","scontri","Sgomberi",{"post_content":76,"tags":82},{"matched_tokens":77,"snippet":80,"value":81},[78,79],"centri","sociali","fase stanno attraversando oggi i \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark> sul territorio Euskadi? Come si","Il pomeriggio del 3 aprile l'Ertzaintza è arrivata in forze per sgomberare il gaztetxe Etxarri II, occupato dal 2014, nel quartiere di Errekalde, a Bilbao. 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La partenza è prevista alle 14.30 e il percorso previsto parte dalla Piazza Duca D'Aosta e terminerà all'Arco Della Pace. Il corteo è indetto da Giovani Plaestinesi e Unione Democratica Arabo Palestinese e vede l'adesione di più di 150 realtà tra Realtà Plestinesi, Sindacati, Centri Sociali e Organizzazioni Politiche. La manifestazione segue ad una giornata di sciopero - di oggi, Venerdì 11 Aprile - indetta dal sindacato Si Cobas congiuntamente ai giovai palestinesi. Infatti dal loro comunicato si legge:\r\n\r\nIl genocidio del nostro popolo in Palestina e l'attacco ai diritti dei lavoratori in Italia sono due facce della stessa medaglia: un sistema economico che affama i popoli per finanziare guerre e armamenti.\r\nMentre il governo italiano taglia salari, sanità e istruzione, investe miliardi nell'industria bellica, alimentando un'economia di guerra che schiaccia i lavoratori qui e alimenta il genocidio in Palestina. Non possiamo restare in silenzio mentre i governi e i padroni ci vogliono sempre più poveri per arricchire l'industria militare e trascinarci verso una guerra totale.\r\nLa lotta del nostro popolo in Palestina è anche la vostra lotta: contro lo sfruttamento, contro la guerra, per un mondo di giustizia e libertà.\r\n\r\nNe parliamo con Sara, Giovani Palestinesi Italia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/MilanoNazionaleGPI-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui il link per le partenze pubbliche da Torino","11 Aprile 2025","2025-04-11 16:30:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/WhatsApp-Image-2025-04-11-at-16.29.05-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"222\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/WhatsApp-Image-2025-04-11-at-16.29.05-300x222.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/WhatsApp-Image-2025-04-11-at-16.29.05-300x222.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/WhatsApp-Image-2025-04-11-at-16.29.05.jpeg 750w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Milano: Manifestazione Nazionale \"Fermiamo la macchina bellica, Palestina Libera!\"",1744389039,[155,156,157,158],"http://radioblackout.org/tag/manifestazione-nazionale/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/stop-alle-armi/",[160,28,161,162],"manifestazione nazionale","palestina","stop alle armi",{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":168,"value":169},[166,167],"Centri","Sociali","realtà tra Realtà Plestinesi, Sindacati, \u003Cmark>Centri\u003C/mark> \u003Cmark>Sociali\u003C/mark> e Organizzazioni Politiche. 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Tra le tante imputazioni formulate dalla Procura (sono 72 i reati contestati), spicca quella per il reato associativo – originariamente qualificato come associazione sovversiva e poi derubricato nel delitto di associazione per delinquere aggravata rivolto a 16 militanti del centro sociale Askatasuna. Il processo è ormai alle ultime battute, si sono quasi del tutto esaurite le discussioni delle diverse parti processuali, ma si sono verificati in questi giorni alcuni fatti che meritano di essere segnalati. Sono stati trasmessi in data 20 e 27 gennaio, sul canale televisivo di Retequattro, dei servizi giornalistici, nell’ambito della trasmissione Quarta Repubblica, fortemente ostili nei confronti di Askatasuna e del suo ruolo nell’ambito del conflitto sociale torinese e valsusino, con evidenti richiami al processo in corso. Si tratta di servizi che accostano disinvoltamente le vicende che riguardano il centro sociale con filmati che poco o nulla c’entrano con lo stesso, che utilizzano e mostrano, in contrasto con una specifica previsione legislativa, del materiale\r\nprodotto dalla Digos nel corso delle indagini.\r\nIn secondo luogo, a Torino, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del 25 gennaio scorso, Enrico Aimi, che interveniva in qualità di membro laico e rappresentante del CSM, si è pubblicamente complimentato con l’Avvocatura distrettuale dello Stato per la richiesta di risarcimento dei danni (avanzata nei confronti degli imputati nell’interesse della presidenza del consiglio e dei ministeri\r\ndell’interno e della difesa), per oltre 6 milioni di euro, a fronte, sono le sue parole, “delle devastazioni causate da alcuni centri sociali nei cantieri TAV in Val di Susa”. Subito dopo, nella stessa occasione, la Procuratrice Generale presso la Corte d’Appello ha rincarato la dose, richiamando esplicitamente nel suo intervento le indagini svolte nel processo penale in corso, che dimostrerebbero che i militanti del centro sociale “hanno strutturato una progettualità volta ad innalzare il livello di conflittualità contro le Istituzioni intercettando le tensioni sociali al fine di permearle dentro un’apparente solidarietà, hanno assunto la regia della mobilitazione violenta in Val di Susa, hanno realizzato una struttura organizzativa complessa che consentisse loro di confidare anche sul consenso di una parte dell’opinione pubblica”.\r\nSi tratta di un resoconto abbondantemente ripreso dai giornali locali e nazionali, con intere pagine dedicate alla questione e titoli come “Affondo di Musti su Askatasuna. E’ loro la regia della violenza, Torino capitale dell’eversione”. Tutto ciò ci inquieta profondamente come avvocati e come cittadini.\r\nTale esposizione mediatica rischia di compromettere profondamente la necessaria tranquillità e riservatezza, nonostante il suo carattere pubblico, che deve circondare un processo penale. Per dirla con Hanna Arendt, la giustizia “richiede isolamento, vuole più dolore che collera, prescrive che ci si astenga il più possibile dal mettersi in vista”.\r\n\r\nAl di là dei servizi televisivi, della cui correttezza risponderanno al più gli autori nelle opportune sedi giudiziarie, che il rappresentante di un organo di rilievo costituzionale approvi, senza nemmeno conoscerla (perché se avesse avuto modo di leggerla forse avrebbe intuito le innumerevoli lacune e incongruenze che, a nostro parere, la costellano), una richiesta vertiginosa di danno nei confronti di alcuni cittadini è cosa che lascia stupiti.\r\n\r\nMa ancor di più stupiscono le parole di un’autorevole magistrata della Procura Generale che, davanti ad una platea composta di giudici dello stesso distretto in cui si svolge il processo, commenti lo stesso con accenti di particolare perentorietà, in contrasto con il valore del dubbio e la prudenza del giudizio, entrando nel merito di una concreta vicenda giudiziaria e anticipandone quasi l’esito. Tutto ciò in contrasto con un principio assiologico del nostro ordinamento, costituito dalla presunzione di non colpevolezza degli imputati, con le regole di galateo istituzionale e anche di specifiche norme di legge, che dovrebbero sconsigliare gli interventi pubblici su un processo in via di definizione.\r\n\r\nTorino, 28 gennaio 2025.\r\n\r\nValentina Colletta\r\nSara Gamba\r\nDanilo Ghia\r\nValentina Groppo\r\nRoberto Lamacchia\r\nClaudio Novaro\r\nGianluca Vitale\r\n\r\n \r\n\r\nper maggiori informazioni: https://associazionearesistere.org","29 Gennaio 2025","2025-01-29 16:39:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/askatasuna-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/askatasuna-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/askatasuna-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/askatasuna-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/askatasuna.jpg 992w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Processo Askatasuna/NoTav: il collegio di difesa prende parola",1738168609,[192,193,194,195],"http://radioblackout.org/tag/askatasuna/","http://radioblackout.org/tag/notav/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[197,198,18,15],"Askatasuna","notav",{"post_content":200},{"matched_tokens":201,"snippet":202,"value":203},[78,79],"delle devastazioni causate da alcuni \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark> nei cantieri TAV in Val","Mentre il processo contro 28 compagn* del centro sociale Askatasuna e militanti No Tav della Val Susa per \"associazione a delinquere\" sta giungendo al termine del 1° grado - con la richiesta di complessivi 88 anni di carcere e una penale di 7 milioni di euro - assistiamo ad alcune sbilanciate mosse propagandistiche a mezzo televisivo (alcuni servizi andati in onda la scorsa settimana in prima serata su Rete4) per forzare in qualche modo la percezione di quello che si sta giudicando nelle aule di tribunale, con la sovraesposizione del punto di vista della Questura di Torino e il solito montaggio tendenzioso di intercettazioni audio (peraltro non consentito dall'ultimo codice di procedura penale).\r\n\r\nCome se non bastasse, in alcune recenti occasioni istituzionali, alcune figure non di secondo piano della Magistratura prendono parola per esprimere giudizi ricalcati pedissequamente sulle tesi dell'accusa (di un processo non ancora concluso) quasi a dare per scontate (orientare?) le condanne richieste.\r\n\r\nContro questa ingerenza indebita si sono espressi in forma chiara e puntuale gli avvocati del collegio di difesa del processo, con un comunicato che sotto riportiamo.\r\n\r\nAbbiamo raggiunto al telefono l'avvocato Claudio Novaro per ragionare sui nodi sollevati dal comunicato degli avvocati della difesa\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/novaro_processso_aska_2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nComunicato difensori No Tav su ingerenze illegittime nel Processo Sovrano\r\nSiamo i difensori di alcuni attivisti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, imputati in un processo attualmente in corso avanti alla prima sezione del Tribunale di Torino. 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Gli eredi della dittatura oggi sono al governo e, giorno dopo giorno, moltiplicano la stretta repressiva nei confronti di pover* e oppositor* politic* e social*.\r\nIl governo Meloni fa un lieve lifting ma, giorno dopo giorno, rivendica le proprie origini, mentre occupa militarmente tutte le istituzioni culturali, i media e le posizioni cruciali per il controllo del territorio e delle coscienze. Meloni mira alla costruzione di una visione del passato, che riabiliti il fascismo. Criminalizzano le resistenza: le parole del ministro Lollobrigida sui morti fatti dall’antifascismo sono del tutto esplicite.\r\nHanno cominciato con il revisionismo sulle foibe, che seppelliscono definitivamente la memoria della ferocia dell’occupazione italiana e del regio esercito in Jugoslavia e in corno d’Africa. La sordina l’ha messa per prima la sinistra, ansiosa di chiudere con le fasi insurrezionali della Resistenza per costruire uno stato solido, secondo quando deciso da Stalin, Churchill e Roosvelt a Yalta. Togliatti, ministro comunista della giustizia decretò l’amnistia per i fascisti, lasciando in galera tanti che avevano combattuto il fascismo sin dagli anni Venti. I criminali di guerra italiani non sono mai stati perseguiti. É solo grazie a ricercatori come Del Boca se la storia della enorme violenza del colonialismo italiano non è finita come polvere sotto il tappeto. La sinistra ha arato il terreno ai fascisti oggi al governo.\r\nIl fascismo, apparentemente sconfitto dall’insurrezione armata della Resistenza, non ha mai smesso di operare, sotto varie vesti, dall’immediato dopoguerra ad oggi, a volte come semplice supporto alla destra politica ed economica, a volte come elemento di punta dell'offensiva reazionaria e conservatrice: lo testimonia la lunga scia di sangue e di violenza che ha attraversato questo paese (come non ricordare le stragi di P.zza Fontana, di Brescia, ai treni, alla stazione di Bologna...).\r\nOggi con il diffondersi di un clima generale di intolleranza, razzismo e sessismo – che ha modificato i rapporti sociali, i comportamenti collettivi e le dimensioni individuali, basato com'è sul disprezzo e l’odio per le presunte “diversità” – si ripropone come sbocco “naturale” di una mentalità autoritaria e di una strutturazione gerarchica della vita sociale. Le politiche suicide della sinistra hanno fatto il resto con la precarizzazione del lavoro, l’adesione al neo liberismo, l’attacco alle conquiste sociali del ciclo di lotta precedente, l’ossessione per la legalità dimenticando che la legge è sempre frutto dei rapporti di forza sociali. Il risultato lo vediamo con Meloni e la sua cricca al potere. Oggi c’è il rafforzamento di una vasta rete di alleanze di fatto, che va dalle destre istituzionali alla criminalità organizzata e ad ampi settori dell’apparato statale, fino ai gruppuscoli dell’estremismo più becero. Al di là dei linguaggi, i loro obiettivi sono identici (migranti, realtà anarchiche e comuniste, centri sociali, sindacati di base, comportamenti giovanili, etc.) e fatti propri anche da quei sedicenti “moderati” che vorrebbero più polizia e più repressione, rafforzando quell’apparato statale che, tramite magistratura e polizia, arresta, denuncia e persegue penalmente l’attivismo antifascista, criminalizzando le manifestazioni di piazza con il principio della responsabilità collettiva e dilatando l’applicazione degli articoli sull’associazione sovversiva. Quello stesso apparato che, tra le file delle forze di repressione interna ed esterna, dell’esercito, arruola e mantiene in servizio individui dichiaratamente fascisti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno di Milano, Massimo Varengo\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-24-25-aprile-guerra-revisionismo-vareng.mp3\"][/audio]","24 Aprile 2024","2024-04-24 16:37:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"290\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-300x290.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-300x290.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-1024x990.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà-768x742.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/libertà.jpeg 1194w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","25 aprile tra revisionismo e guerra",1713975838,[222,223,224,225,226,227,228],"http://radioblackout.org/tag/25-aprile-2024/","http://radioblackout.org/tag/amnistia-di-togliatti/","http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/fascismo/","http://radioblackout.org/tag/governo-meloni/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/revisionismo/",[230,231,36,232,233,25,234],"25 aprile 2024","amnistia di togliatti","fascismo","governo meloni","revisionismo",{"post_content":236},{"matched_tokens":237,"snippet":238,"value":239},[78,79],"migranti, realtà anarchiche e comuniste, \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark>, sindacati di base, comportamenti giovanili,","Tra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo. Gli eredi della dittatura oggi sono al governo e, giorno dopo giorno, moltiplicano la stretta repressiva nei confronti di pover* e oppositor* politic* e social*.\r\nIl governo Meloni fa un lieve lifting ma, giorno dopo giorno, rivendica le proprie origini, mentre occupa militarmente tutte le istituzioni culturali, i media e le posizioni cruciali per il controllo del territorio e delle coscienze. Meloni mira alla costruzione di una visione del passato, che riabiliti il fascismo. Criminalizzano le resistenza: le parole del ministro Lollobrigida sui morti fatti dall’antifascismo sono del tutto esplicite.\r\nHanno cominciato con il revisionismo sulle foibe, che seppelliscono definitivamente la memoria della ferocia dell’occupazione italiana e del regio esercito in Jugoslavia e in corno d’Africa. 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A Napoli, Bologna e Torino ci sono state altrettante street parade, e anche a Firenze c'è stata un'iniziativa in contemporanea. \r\n\r\nDiversi i motivi alla base della protesta: su tutti le contestazioni al governo a guida Meloni e l’opposizione al decreto anti-rave, approvato tre giorni fa in Senato, che incide anche sulla disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo. Lo striscione del carro di apertura, a Torino, recitava \"Contro repressione, sorveglianza e 41 bis // SMASH REPRESSION\", per esplicitare i molteplici nodi che vanno a erodere progressivamente la libertà di tutt*, e il sostegno a chi lotta in regime di 41 bis.\r\n\r\nFin dalla sua prima stesura - e nonostante le limitazioni introdotte successivamente – questo decreto ha incarnato lo scopo evidente di colpire non solo le feste, ma anche i concerti e le iniziative nei centri sociali, negli squat, in uno spazio urbano abbandonato o in un bosco, attaccando tutti gli eventi “musicali o aventi altro scopo di intrattenimento” con la scusa della “sicurezza e dell’igiene”.\r\n\r\nStanno plasmando un mondo in cui la nostra unica speranza è quella di sopravvivere in \"sicurezza\"... tra una pandemia e una guerra mondiale. Un concetto di sicurezza o di igiene evidentemente strumentale, che si traduce in un mondo in cui scuole pericolanti o farcite di amianto, fabbriche d’armi, allevamenti intensivi e depredazione del pianeta sono considerati “sicuri e igienici”... mentre ballare in una fabbrica, in un bosco, occupare una casa per un concerto o una proiezione, diventano fenomeni punibili come “minacce alla sicurezza”.\r\n\r\nAbbiamo parlato con un compagno del decreto, delle piazze di Torino, Bologna, Roma, Napoli e Firenze, provando a elaborare qualche riflessione sulla giornata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/street.mp3\"][/audio]","19 Dicembre 2022","2022-12-19 18:40:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d-1086x1536.jpg 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/5f2044943e32e9b70b6dcc9dfd06633d.jpg 1131w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Street parade contro il DL anti rave",1671475243,[258,259,226,260,261,195],"http://radioblackout.org/tag/bologna/","http://radioblackout.org/tag/dl-anti-rave/","http://radioblackout.org/tag/napoli/","http://radioblackout.org/tag/street-parade/",[263,264,233,265,266,15],"Bologna","dl anti rave","napoli","street parade",{"post_content":268},{"matched_tokens":269,"snippet":270,"value":271},[78,79],"concerti e le iniziative nei \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark>, negli squat, in uno spazio","Sabato 17 è stata una giornata di mobilitazione contro l’articolo 633bis. 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Ancora, analisi della situazione dei femminielli nella società napoletana durante il periodo fascista.\r\n\r\n\r\n\r\nLe voci della rubrica schegge che avete ascoltato quest'oggi ci sono state gentilmente concesse dal collettivo Polente Froce. È un collettivo nato recentemente, è stabile in Valchiusella, dove la loro sfida, la loro intenzione è quella di riuscire un po' a cambiare la narrazione sulla montagna. Quindi non solo più rudi uomini di montagna, boscaioli e allevatori con i soliti atteggiamenti di pregiudizio nei confronti di tutto ciò che non appartiene al loro luogo e alla loro visione, ma cercare di raccontarsi all'interno di questo ambiente che dire ostile è dire poco. Infatti ci sono già state delle azioni, delle ripercussioni proprio per la scelta di trovarsi in alcuni luoghi a raccontarsi come froce. 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Ancora, analisi della situazione dei femminielli nella società napoletana durante il periodo fascista.\r\n\r\n\r\n\r\nLe voci della rubrica schegge che avete ascoltato quest'oggi ci sono state gentilmente concesse dal collettivo Polente Froce. È un collettivo nato recentemente, è stabile in Valchiusella, dove la loro sfida, la loro intenzione è quella di riuscire un po' a cambiare la narrazione sulla montagna. Quindi non solo più rudi uomini di montagna, boscaioli e allevatori con i soliti atteggiamenti di pregiudizio nei confronti di tutto ciò che non appartiene al loro luogo e alla loro visione, ma cercare di raccontarsi all'interno di questo ambiente che dire ostile è dire poco. Infatti ci sono già state delle azioni, delle ripercussioni proprio per la scelta di trovarsi in alcuni luoghi a raccontarsi come froce. 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con particolare frequenza nell’ultimo anno - lo strumento repressivo della “associazione a delinquere” stia venendo sovrapposto non solo a centri sociali e collettivi politici, ma anche alle lotte di sindacati di base come SiCobas e USB, tentando di ridurre a un mero aspetto “criminale” le pratiche extra-legali che da sempre mette in campo chi sceglie di lottare.\r\n\r\nIn una fase di precarietà sociale potenzialmente esplosiva, queste inchieste sembrano assumere anche una funzione preventiva, di compressione degli orizzonti del possibile e di sterilizzazione\r\n\r\ndel potenziale che determinate realtà e comunità in lotta possono produrre in un contesto insostenibile come quello che si sta palesando.\r\n\r\nDi tutto questo ne parliamo insieme a Gianluca, un compagno di Askatasuna\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BCUPCB_gianlu-processo-aska.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n/ / / Parole chiave: Askatasuna, Neruda, No Tav, repressione","25 Ottobre 2022","2022-10-25 12:32:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/bcupcb-normalize-200x110.jpg","PROCESSO ASKATASUNA E STERILIZZAZIONE DEL CONFLITTO",1666701170,[],[],{"post_content":372},{"matched_tokens":373,"snippet":374,"value":375},[78,79],"venendo sovrapposto non solo a \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark> e collettivi politici, ma anche","Estratto dalla puntata del 24 ottobre 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 20 ottobre 2022 si è aperto il processo riguardante l'operazione repressiva denominata Sovrano: un tentativo, attraverso la lente interpretativa di Digos e Procura, di definire “associazione a delinquere” il contributo di compagne e compagni dell'Askatasuna e del Neruda alla resistenza No Tav in Valle di Susa e alle lotte nella città di Torino.\r\n\r\nE’ importante ricordare come - 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Sembra paradossale che il più grave reato previsto dal nostro ordinamento giuridico sia stato ritenuto sussistente in tale episodio e non nelle tante gravissime vicende accadute in Italia negli ultimi decenni, dalla strage di Piazza Fontana a quella della stazione di Bologna, da Capaci a Via D’Amelio e Via dei Georgofili ecc.\r\n\r\nNel mese di aprile 2022 uno dei due imputati era stato inoltre destinatario di un decreto applicativo del cd. carcere duro, ai sensi dell’art. 41 bis comma 2 O.P. (introdotto nel nostro sistema penitenziario per combattere le associazioni mafiose e che presuppone la necessità di impedire collegamenti tra il detenuto e l’associazione criminale all’esterno per fini criminosi), altra vicenda singolare essendo notorio che il movimento anarchico rifugge in radice qualsiasi struttura gerarchica e/o forma organizzata, tanto da far emergere il serio sospetto che con il decreto ministeriale si voglia impedire l’interlocuzione politica di un militante politico con la sua area di appartenenza piuttosto che la relazione di un associato con i sodali in libertà.\r\n\r\nSempre nel mese di luglio u.s. è stata pronunciata una ulteriore aspra condanna in primo grado, a 28 anni di reclusione, contro un altro militante anarchico per un attentato alla sede della Lega Nord, denominata K3, anche per tale episodio nessuno ha riportato conseguenze lesive. Inoltre, nell’estate del 2020 altri cinque militanti anarchici sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di terrorismo, trascorrendo circa un anno in AS2 (Alta Sorveglianza, altro regime carcerario “duro”), nonostante i fatti a loro concretamente attribuiti fossero bagatellari, quali manifestazioni non preavvisate, imbrattamenti, ecc.\r\n\r\nAltri processi contro attivisti anarchici sono intentati per reati di opinione, ad esempio due a Perugia, qualificati come istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo, in quanto i rei avrebbero diffuso slogan violenti anarchici; quegli stessi slogan e idee che soltanto alcuni anni or sono sarebbero stati ricondotti alla fattispecie di cui all’art. 272 cp, propaganda sovversiva, fattispecie abrogata nel 2006, sulla base dell’assunto che la 2 propaganda, anche di ideologie di sovversione violenta, debba essere tollerata da uno Stato che si dica democratico, pena la negazione del suo stesso carattere fondante.\r\n\r\nAltre iniziative giudiziarie per reati associativi sono state intentate a Trento, nuovamente a Torino, a Bologna a Firenze, contro altri militanti anarchici, con diffusa quanto incomprensibile applicazione di misure cautelari in carcere.\r\n\r\nLa narrazione mediatica sempre degli ultimi due anni, costruita sulla scorta di dichiarazioni qualificate del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, vede inoltre gli anarchici responsabili, istigatori, delle rivolte in carcere del mese di marzo 2020, salva recente successiva smentita da parte della commissione ad hoc istituita per stabilire le cause dell’insorgenza dei detenuti.\r\n\r\nPiù in generale, in epoca recente, all’indistinta area anarchica è stata attribuita una enfatica pericolosità sociale da parte delle relazioni semestrali dei servizi segreti.\r\n\r\nE’ lecito domandarsi cosa stia avvenendo in questo paese e se gli anarchici rappresentino effettivamente un pericolo per l’incolumità pubblica meritevole di essere affrontato in termini muscolari e talvolta spregiudicati oppure se, in coerenza con il passato, rappresentino gli apripista per una ristrutturazione e/o un rafforzamento in chiave autoritaria degli spazi di agibilità politica e democratica nel paese.\r\n\r\nChi scrive svolge la professione di avvocato ed è direttamente impegnato nella difesa di numerosi anarchici in altrettante vicende penali ed è così che riscontra la sempre più diffusa e disinvolta sottrazione delle garanzie processuali a questa tipologia di imputati: in primo luogo in tema di valutazione delle prove in ordine alla riconducibilità soggettiva dei fatti contestati; oppure di abbandono del diritto penale del fatto, a vantaggio del diritto penale del tipo d’autore, realizzato attraverso l’esaltazione della pericolosità dell’ideologia a cui il reo appartiene.\r\n\r\nSiamo consapevoli che la genesi di un possibile diritto penale del nemico si radica nella storia recente di questo paese nel contrasto giudiziario alle organizzazioni combattenti, nel corso dei processi degli anni 70/80 del secolo scorso, e che poi le continue emergenze susseguitesi negli anni hanno permesso di condividere ed estendere ad altre categorie di imputati (ad esempio ai migranti, ma non solo) l’atteggiamento giudiziario tenuto ieri nei confronti dei militanti della lotta armata. Atteggiamento che oggi viene riproposto verso gli anarchici, rei soprattutto di manifestare una alterità irriducibile all’ordine costituito.\r\n\r\nDa avvocati e avvocate ci troviamo ad essere spettatori di una deriva giustizialista che rischia di contrapporre ad un modello di legalità penale indirizzato ai cittadini, con le garanzie e i 3 diritti tipici degli stati democratici, uno riservato ai soggetti ritenuti pericolosi, destinatari di provvedimenti e misure rigidissimi, nonché di circuiti di differenziazione penitenziaria.\r\n\r\nTutto ciò ci preoccupa perché comporta un progressivo allontanamento dai principi del garantismo giuridico, da quello di legalità (per cui si punisce per ciò che si è fatto e non per chi si è) a quello di offensività, sino ad un pericoloso slittamento verso funzioni meramente preventive e neutralizzatrici degli strumenti sanzionatori, come gli esempi sopra richiamati dimostrano.\r\n\r\nDa Roma: Avv. Flavio Rossi Albertini, Avv. Caterina Calia, Avv. Simonetta Crisci, Avv. Ludovica Formoso Avv. Ivonne Panfilo; Avv. Marco Grilli; Avv. Pamela Donnarumma; Avv. Gregorio Moneti; Avv. Leonardo Pompili.\r\n\r\nDa Torino: Avv. Gianluca Vitale, Avv. Claudio Novaro, Avv. Gianmario Ramondini.\r\n\r\nDa Bologna: Avv. Ettore Grenci, Avv. Daria Mosini,Avv. Danilo Camplese \r\n\r\nDa Milano: Avv. Margherita Pelazza, Avv. Eugenio Losco, Avv.Benedetto Ciccaroni, Avv.Tania Bassini\r\n\r\n Da Firenze: Avv. Sauro Poli\r\n\r\nDa La Spezia: Avv. Fabio Sommovigo\r\n\r\nDa Napoli: Avv. 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nAnarchici, partigiani, disertori\r\nUna guerra in atto nel cuore dell’Europa, con i suoi ritorni mediatici ed uno straripante “uso pubblico della Storia”, ci stimola a proporre un contributo metodologico / interpretativo. Che definisca e circoscriva lemmi comparativi di largo uso come Resistenza, antifascismo, antimilitarismo. \r\n\r\nDue fenomeni, di forte impatto e di lunga durata, hanno qualificato e contraddistinto la prassi libertaria negli ultimi due secoli: la diserzione e il volontariato in armi.\r\nAbbiamo provato ad approfondire tali categorie storiografiche attraverso la disamina di traiettorie individuali di militanti e l’utilizzo dell’approccio culturale psicosociale, focalizzando sia il contesto europeo che italiano fra 2^ guerra mondiale e Resistenza, e ricostruendone possibili mappe.\r\nIn vista del 25 aprile ne abbiamo parlato con Giorgio Sacchetti, docente di storia all’università di L’Aquila e Firenze\r\n\r\nGuerra, internazionalismo, sciopero generale\r\nVi proponiamo una riflessione sulla guerra e le prospettive di lotta prendendo spunto dalle riflessioni maturate all’interno dell’IFA, l’Internazionale di Federazioni Anarchiche e dal documento finale dell’assemblea del sindacalismo di base dello scorso 9 aprile a Milano, nella quale è stato lanciato lo sciopero generale contro la guerra del 20 maggio. \r\nNe abbiamo parlato con Federico Ferretti\r\n\r\nTorino e Asti. Cronache antimilitariste\r\nLo scorso sabato svariate centinaia di persone hanno dato vita ad un corteo antimilitarista da piazza Borgodora sino a piazza Vittorio. Dopo un lungo presidio al Balon, dove la Murga ha dato vita ad un ampio giro informativo, il corteo, aperto dallo striscione “contro la guerra e chi la arma” si è mosso verso porta Palazzo, il più grande mercato all’aperto d’Europa, dove, nonostante gli svariati tentativi di riqualificazione escludente, pulsa il cuore della Torino che fa fatica ad arrivare a fine mese, che vive di lavori precari, che non ce la fa più a pagare fitti, mutui e bollette. In mezzo ai banchi della frutta e della verdura tanta gente si è fermata ad ascoltare gli interventi che si sono susseguiti.\r\nLa Murga ha dato vita ad un breve ed intensa performance sulla spesa di guerra. Una enorme scritta “contro tutte le guerre e chi le arma” è stata tracciata al centro della piazza.\r\nIl corteo è poi proseguito verso il centro cittadino, fermandosi brevemente davanti alla RAI, per denunciare la propaganda di guerra che domina nei palinsesti informativi, ricordando la lettera dei corrispondenti di guerra che hanno deciso di non indossare l’elmetto. Il corteo, dopo aver attraversato via Po, si è concluso in piazza Vittorio.\r\nAlla manifestazione hanno partecipato tantissime realtà politiche, sociali, sindacali, transfemministe queer, case occupate, centri sociali, assemblee di lotta.\r\nIn un grande cerchio si è dato vita ad un’assemblea di piazza, che ha ribadito la ferma opposizione a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, frontiere, nazionalismi.\r\nA Torino prossimo appuntamento il primo maggio con lo spezzone antimilitarista da piazza Vittorio alle 9. \r\nDisertiamo la Guerra!\r\n\r\nAd Asti, lo scorso sabato l’Assemblea antimilitarista cittadina ha dato vita ad un rumoroso cacerolazo contro le celebrazioni militariste per i cento anni della sezione astigiana degli alpini, disturbando l'ammassamento in piazza san Secondo. Tra interventi, cori e azioni di disturbo hanno provato ad opporsi e a comunicare alla città l'assurdità di questa tre giorni. Nell’ultimo mese in quella piazza si sono incontrate associazioni, individui e collettivi per la pace e la fine del conflitto Russo - Ucraino, mentre in piazza Alfieri una \"Cittadella Militare\" è stata allestita per la tre giorni degli alpini. Disturbare e bloccare l’invasione militare del centro delle nostre città è necessario se ci si vuole opporre concretamente al guerra. Prossimo appuntamento ad Asti il corteo del 25 aprile in solidarietà a tutt* i disertor*, contro tutte le guerre !\r\nNe abbiamo parlato con Werther della Miccia\r\n\r\nIl cigno non danza più. Il diktat di Zelensky\r\nIn numerosi teatri europei il Lago dei cigni di Ciajkovskij è stato cancellato dalla programmazione, perché alcuni dei ballerini ucraini che lavoravano a questa edizione sono stati minacciati di ritorsioni dal presidente Zelensky, che considera “traditore” chiunque abbia a che fare con la cultura russa, foss’anche per rappresentare uno dei balletti più celebri.\r\nLa follia nazionalista che caratterizza la propaganda di Zelensky non meno di quella di Putin mette in rilievo come la categoria del nemico modellata sull’identità culturale crei a tavolino spaccature il cui unico scopo e dividere con violenza i buoni dai cattivi. A costo persino del ridicolo. Non dimentichiamo tuttavia che questa farsa oscena alimenta la tragedia della guerra. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLunedì 25 aprile ore 15\r\nDisertori di tutte le guerre\r\nPartigiani contro tutti gli Stati\r\nricordo, fiori, bicchierata, interventi e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\nE dal vivo… canzoniere anarchico, partigiano e antifascista\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nPace tra gli oppressi, guerra agli oppressori\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini\r\n* per prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nDomenica 8 maggio\r\nore 10\r\nAssemblea Antimilitarista a Livorno\r\npresso l’ex Caserma Occupata, Via Adriana 16\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","24 Aprile 2022","2022-04-24 11:35:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-16-manif-25-aprile-blawhi-200x110.jpg","Anarres del 15 aprile. Anarchici, partigiani, disertori. Guerra, internazionalismo, sciopero generale. Cronache antimilitariste...",1650800121,[],[],{"post_content":417},{"matched_tokens":418,"snippet":419,"value":420},[78,79],"sindacali, transfemministe queer, case occupate, \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark>, assemblee di lotta.\r\nIn un","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nAnarchici, partigiani, disertori\r\nUna guerra in atto nel cuore dell’Europa, con i suoi ritorni mediatici ed uno straripante “uso pubblico della Storia”, ci stimola a proporre un contributo metodologico / interpretativo. Che definisca e circoscriva lemmi comparativi di largo uso come Resistenza, antifascismo, antimilitarismo. \r\n\r\nDue fenomeni, di forte impatto e di lunga durata, hanno qualificato e contraddistinto la prassi libertaria negli ultimi due secoli: la diserzione e il volontariato in armi.\r\nAbbiamo provato ad approfondire tali categorie storiografiche attraverso la disamina di traiettorie individuali di militanti e l’utilizzo dell’approccio culturale psicosociale, focalizzando sia il contesto europeo che italiano fra 2^ guerra mondiale e Resistenza, e ricostruendone possibili mappe.\r\nIn vista del 25 aprile ne abbiamo parlato con Giorgio Sacchetti, docente di storia all’università di L’Aquila e Firenze\r\n\r\nGuerra, internazionalismo, sciopero generale\r\nVi proponiamo una riflessione sulla guerra e le prospettive di lotta prendendo spunto dalle riflessioni maturate all’interno dell’IFA, l’Internazionale di Federazioni Anarchiche e dal documento finale dell’assemblea del sindacalismo di base dello scorso 9 aprile a Milano, nella quale è stato lanciato lo sciopero generale contro la guerra del 20 maggio. \r\nNe abbiamo parlato con Federico Ferretti\r\n\r\nTorino e Asti. Cronache antimilitariste\r\nLo scorso sabato svariate centinaia di persone hanno dato vita ad un corteo antimilitarista da piazza Borgodora sino a piazza Vittorio. Dopo un lungo presidio al Balon, dove la Murga ha dato vita ad un ampio giro informativo, il corteo, aperto dallo striscione “contro la guerra e chi la arma” si è mosso verso porta Palazzo, il più grande mercato all’aperto d’Europa, dove, nonostante gli svariati tentativi di riqualificazione escludente, pulsa il cuore della Torino che fa fatica ad arrivare a fine mese, che vive di lavori precari, che non ce la fa più a pagare fitti, mutui e bollette. In mezzo ai banchi della frutta e della verdura tanta gente si è fermata ad ascoltare gli interventi che si sono susseguiti.\r\nLa Murga ha dato vita ad un breve ed intensa performance sulla spesa di guerra. Una enorme scritta “contro tutte le guerre e chi le arma” è stata tracciata al centro della piazza.\r\nIl corteo è poi proseguito verso il centro cittadino, fermandosi brevemente davanti alla RAI, per denunciare la propaganda di guerra che domina nei palinsesti informativi, ricordando la lettera dei corrispondenti di guerra che hanno deciso di non indossare l’elmetto. Il corteo, dopo aver attraversato via Po, si è concluso in piazza Vittorio.\r\nAlla manifestazione hanno partecipato tantissime realtà politiche, \u003Cmark>sociali\u003C/mark>, sindacali, transfemministe queer, case occupate, \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark>, assemblee di lotta.\r\nIn un grande cerchio si è dato vita ad un’assemblea di piazza, che ha ribadito la ferma opposizione a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, frontiere, nazionalismi.\r\nA Torino prossimo appuntamento il primo maggio con lo spezzone antimilitarista da piazza Vittorio alle 9. \r\nDisertiamo la Guerra!\r\n\r\nAd Asti, lo scorso sabato l’Assemblea antimilitarista cittadina ha dato vita ad un rumoroso cacerolazo contro le celebrazioni militariste per i cento anni della sezione astigiana degli alpini, disturbando l'ammassamento in piazza san Secondo. Tra interventi, cori e azioni di disturbo hanno provato ad opporsi e a comunicare alla città l'assurdità di questa tre giorni. Nell’ultimo mese in quella piazza si sono incontrate associazioni, individui e collettivi per la pace e la fine del conflitto Russo - Ucraino, mentre in piazza Alfieri una \"Cittadella Militare\" è stata allestita per la tre giorni degli alpini. Disturbare e bloccare l’invasione militare del centro delle nostre città è necessario se ci si vuole opporre concretamente al guerra. Prossimo appuntamento ad Asti il corteo del 25 aprile in solidarietà a tutt* i disertor*, contro tutte le guerre !\r\nNe abbiamo parlato con Werther della Miccia\r\n\r\nIl cigno non danza più. Il diktat di Zelensky\r\nIn numerosi teatri europei il Lago dei cigni di Ciajkovskij è stato cancellato dalla programmazione, perché alcuni dei ballerini ucraini che lavoravano a questa edizione sono stati minacciati di ritorsioni dal presidente Zelensky, che considera “traditore” chiunque abbia a che fare con la cultura russa, foss’anche per rappresentare uno dei balletti più celebri.\r\nLa follia nazionalista che caratterizza la propaganda di Zelensky non meno di quella di Putin mette in rilievo come la categoria del nemico modellata sull’identità culturale crei a tavolino spaccature il cui unico scopo e dividere con violenza i buoni dai cattivi. A costo persino del ridicolo. Non dimentichiamo tuttavia che questa farsa oscena alimenta la tragedia della guerra. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLunedì 25 aprile ore 15\r\nDisertori di tutte le guerre\r\nPartigiani contro tutti gli Stati\r\nricordo, fiori, bicchierata, interventi e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\nE dal vivo… canzoniere anarchico, partigiano e antifascista\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nPace tra gli oppressi, guerra agli oppressori\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini\r\n* per prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nDomenica 8 maggio\r\nore 10\r\nAssemblea Antimilitarista a Livorno\r\npresso l’ex Caserma Occupata, Via Adriana 16\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[422],{"field":103,"matched_tokens":423,"snippet":419,"value":420},[78,79],{"best_field_score":175,"best_field_weight":176,"fields_matched":135,"num_tokens_dropped":49,"score":177,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},{"document":426,"highlight":441,"highlights":446,"text_match":173,"text_match_info":449},{"comment_count":49,"id":427,"is_sticky":49,"permalink":428,"podcastfilter":429,"post_author":431,"post_content":432,"post_date":433,"post_excerpt":54,"post_id":427,"post_modified":434,"post_thumbnail":54,"post_title":435,"post_type":342,"sort_by_date":436,"tag_links":437,"tags":439},"69729","http://radioblackout.org/podcast/contro-bande-09-radio-ondarossa/",[430],"contro-bande","samba","# Radio Ondarossa\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/controbande-09-radio-ondarossa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n# intro e storia \r\n\r\nun po' di storia di una radio che da parecchio tempo nell'etere da voce ad un movimento che ha anni alle spalle di lotta operaia, molto legata al lavoro.\r\n\r\n\r\nRadio ondarossa nasce nel '77, il 24 maggio, nel movimento che ha scosso parecchio la societa' italiana dall'iniziativa di alcuni compagni che facevano riferimento ai collettivi del policlinico,\r\n\r\ndei ferrovieri e agli studenti universitari. Nasce perche' l'informazione corrente distorceva quello che accadeva nella societa' e c'era una necessita' di dare voce ai senza-voce. Si era iniziato con i microfoni aperti, chiunque poteva intervenire in qualsiasi momento. Non c'era all'inizio un palinsesto, poi piano piano la radio si è strutturata. Dopo le manifestazioni del '77 ci si attaccava alla radiolina per sentire radio ondarossa e capire come muoversi. Poi nel 1980 la radio si occupa di andare a intervistare gli operai che in quel momento stavano occupando la fabbrica. Sempre negli anni '80 andarono a Parigi, nel caso 7 Aprile, quando moltissimi compagni delle autonomie furono accusati di aver organizzato e diretto un organizzazione chiamata Brigate Rosse. Fino a quando la repressione, molto pesante in quegli anni, ad un certo punto fece chiudere la radio e molti redattori furono arrestati, mentre altri furono latitanti.\r\n\r\nCosì nel 1995 la redazione di ondarossa decide di aprire le porte e proporre un grande seminario, comprendendo tutti i percorsi esistenti dai comitati, alle associazioni ai centri sociali, per reclutare o comunque chiedere alle compagne ed ai compagni di partecipare alla trasformazione della radio. Da li inziarono tantissime trasmissioni, dove compagni e compagne con nuove forze, temi e contenuti politici controinformativi iniziarono a dibattere e tessere contenuti e relazioni con il mondo.\r\n\r\nInfatti poco dopo la radio diede voce al movimento della Pantera, già presente in molte università italiane, tantè che da quel movimento oltre a vari compagni che parteciparono con la radio ci furono poi un gruppo chiamato Onda Rossa Posse che furono poi quelli che ora conosciamo come Gli Assalti Frontali.\r\n\r\n\r\n\r\nE poi ancora altre partecipazioni con diverse radio e realtà come: Radio GAP, Indymedya, Radio Sherwood, ...\r\n\r\n\r\n\r\nInsomma una radio che è ascoltata nei quartieri popolari. Ascoltata rispetto a delle tematiche che non vengono toccate dai media mainstream e delle quali c'e' un grande bisogno.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n# Come funziona ROR?\r\n \r\n\r\nOndarossa si coordina attraverso una redazione. Qualsiasi persona che partecipa in radio, con una trasmissione oppure collabora, supporta la radio o ancora partecipa alle assemblee è da considerarsi un redattore o una redattrice. La radio ha a cuore il contatto con il territorio e vuole dare voce alle lotte e alle informazioni che possono uscire dai gruppi politici a livello locale, nazionale e globale.\r\n\r\nL'assemblea di radio Ondarossa avviene il lunedì ed è sempre un momento importante di confronto. Il confronto avvine non solo sulle trasmissioni, ma anche sul palinsesto e sui temi politici che richiedono un confronto vivo e attivo costante.\r\n\r\nRadio Ondarossa affronta l'informazione con una visione critica verso la realtà circostante. La critica non tende verso un unica soluzione o visione, è chiaro che la complessità raccoglie\r\n\r\n\r\nL'obiettivo non è avere una linea unica, ma un confronto e una consapevolezza su ciò che si sta dicendo.\r\nPer questo in radio non si trasmette a titolo personale, ma si è comunque voce di un'esperienza collettiva. Tant'è che in ROR si evita l'uso dei nomi quando si trasmette.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nla maggior parte degli spazi in ROR sono considerati \"redazionali\", sono cioè a cura della redazione. \r\n\r\nIn generale la radio ha un palinsesto che viene organizzato ogni settimana, i redattori e le redattrici si organizzano per coprire tutti gli spazi redazionali in modo da fare la rassegna stampa, con cui si apre e poi fino alle 12.30 circa ci sono approfondimenti, corrispondenze, presentazioni. Alcuni giorni gli spazi redazionali riprendono anche dalle 18 alle 20.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLe altre trasmissioni su radio Ondarossa si affrontano tematiche non generaliste. Ci sono trasmissioni che approfondiscono temi o stili musicali, altre trasmissioni che danno voce ale lotte in atto in quel momento o che seguono aspetti culturali. L'idea è sempre quella di mantenere un confronto tra tutta la radio sui temi trattati.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n# Come si sostiene radio ondarossa?\r\nSi sostiene con un sacco di spese (30mila€/anno), \r\n\r\nRadio ondarossa vive molto di donazioni. anche di iniziative ma una parte comunque minoritaria rispetto alle donazioni dirette che gli abbonati o i donatori e le dondatrici fanno singolarmente.\r\n\r\nDopo una riflessione interna, ROR comprende quanto le donazioni fossero una necessità stabile, in generale si stiamo che mantenere ondarossa richiede 30mila euro l'anno.\r\n\r\nPer questo motivo radio Ondarossa ha deciso di lanciare la modalità del radioabbonamento, un abbonamento annuale, che può essere pagato quando si vuole e quanto si vuole in funzione delle proprie tasche, ma che ha anche un importo suggerito (30€) perché conosciamo le nostre spese. Poi capitano anche nella radio stessa capitano guai e imprevisti, ma finora è andato bene!\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n# Come funziona tecnicamente la radio?\r\ncon un mixer, un sacco di cavi, un'antenna, un computer che fa lo streaming. Anche se la tecnologia ora permette di trasmettere fuori dalla radio, si evita quando possibile proprio per dare centralità al luogo fisico. Il covid ovviamente ha cambiato tutto, ma dopo il lockdown del 2020 le cose sono tornate quasi come erano prima e si trasmette di nuovo localmente.\r\n\r\n\r\nLa radio crede in un autonomia completa e quindi a tecnicamente la radio ha sempre cercato di autogestirsi il più possibile, inclusi tutti gli strumenti digitali (come ad esempio mail, sito, server vari...).\r\n\r\nintorno al 2001 inizia l'informazione anche via streaming , mentre intorno al 2005 l'infrastruttura tecnica viene riorganizzata seguendo l'esperienza dei servizi autogestiti. Il motivo principale di questa scelta è dovuto al fatto che la radio è sempre stata attraversata da gruppi e individualità legate all'hacking che quindi hanno contribuito direttamente nelle scelte tecnologiche e nella condivisione degli strumenti.\r\n\r\n\r\nLa radio oltre allo streaming trasmette anche in FM sulla frequenza 87.9, la radio copre abbastanza bene la città di Roma e buona parte della provincia, soprattutto verso nord. \r\n\r\n \r\nAlcuni audio da radio ondarossa:\r\n\r\n \t\r\nChiarimento su Virus - Intervista a Ernesto Burgio - Radio Ondarossa - [10m]\r\n \tSpottino: Contro il Lavoro.mp3 - [1m]\r\n \tSpottino Ikea.mp3 - [1m]\r\n \tZapruder - Storie in Movimento - Intervista Radio Ondarossa.pdf","8 Giugno 2021","2021-06-11 14:10:45","CONTRO/BANDE 09 - RADIO ONDAROSSA",1623178428,[438],"http://radioblackout.org/tag/controbande/",[440],"controbande",{"post_content":442},{"matched_tokens":443,"snippet":444,"value":445},[78,79],"dai comitati, alle associazioni ai \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark>, per reclutare o comunque chiedere","# Radio Ondarossa\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/controbande-09-radio-ondarossa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n# intro e storia \r\n\r\nun po' di storia di una radio che da parecchio tempo nell'etere da voce ad un movimento che ha anni alle spalle di lotta operaia, molto legata al lavoro.\r\n\r\n\r\nRadio ondarossa nasce nel '77, il 24 maggio, nel movimento che ha scosso parecchio la societa' italiana dall'iniziativa di alcuni compagni che facevano riferimento ai collettivi del policlinico,\r\n\r\ndei ferrovieri e agli studenti universitari. 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Qualsiasi persona che partecipa in radio, con una trasmissione oppure collabora, supporta la radio o ancora partecipa alle assemblee è da considerarsi un redattore o una redattrice. La radio ha a cuore il contatto con il territorio e vuole dare voce alle lotte e alle informazioni che possono uscire dai gruppi politici a livello locale, nazionale e globale.\r\n\r\nL'assemblea di radio Ondarossa avviene il lunedì ed è sempre un momento importante di confronto. Il confronto avvine non solo sulle trasmissioni, ma anche sul palinsesto e sui temi politici che richiedono un confronto vivo e attivo costante.\r\n\r\nRadio Ondarossa affronta l'informazione con una visione critica verso la realtà circostante. La critica non tende verso un unica soluzione o visione, è chiaro che la complessità raccoglie\r\n\r\n\r\nL'obiettivo non è avere una linea unica, ma un confronto e una consapevolezza su ciò che si sta dicendo.\r\nPer questo in radio non si trasmette a titolo personale, ma si è comunque voce di un'esperienza collettiva. Tant'è che in ROR si evita l'uso dei nomi quando si trasmette.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nla maggior parte degli spazi in ROR sono considerati \"redazionali\", sono cioè a cura della redazione. \r\n\r\nIn generale la radio ha un palinsesto che viene organizzato ogni settimana, i redattori e le redattrici si organizzano per coprire tutti gli spazi redazionali in modo da fare la rassegna stampa, con cui si apre e poi fino alle 12.30 circa ci sono approfondimenti, corrispondenze, presentazioni. Alcuni giorni gli spazi redazionali riprendono anche dalle 18 alle 20.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLe altre trasmissioni su radio Ondarossa si affrontano tematiche non generaliste. Ci sono trasmissioni che approfondiscono temi o stili musicali, altre trasmissioni che danno voce ale lotte in atto in quel momento o che seguono aspetti culturali. L'idea è sempre quella di mantenere un confronto tra tutta la radio sui temi trattati.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n# Come si sostiene radio ondarossa?\r\nSi sostiene con un sacco di spese (30mila€/anno), \r\n\r\nRadio ondarossa vive molto di donazioni. anche di iniziative ma una parte comunque minoritaria rispetto alle donazioni dirette che gli abbonati o i donatori e le dondatrici fanno singolarmente.\r\n\r\nDopo una riflessione interna, ROR comprende quanto le donazioni fossero una necessità stabile, in generale si stiamo che mantenere ondarossa richiede 30mila euro l'anno.\r\n\r\nPer questo motivo radio Ondarossa ha deciso di lanciare la modalità del radioabbonamento, un abbonamento annuale, che può essere pagato quando si vuole e quanto si vuole in funzione delle proprie tasche, ma che ha anche un importo suggerito (30€) perché conosciamo le nostre spese. Poi capitano anche nella radio stessa capitano guai e imprevisti, ma finora è andato bene!\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n# Come funziona tecnicamente la radio?\r\ncon un mixer, un sacco di cavi, un'antenna, un computer che fa lo streaming. Anche se la tecnologia ora permette di trasmettere fuori dalla radio, si evita quando possibile proprio per dare centralità al luogo fisico. Il covid ovviamente ha cambiato tutto, ma dopo il lockdown del 2020 le cose sono tornate quasi come erano prima e si trasmette di nuovo localmente.\r\n\r\n\r\nLa radio crede in un autonomia completa e quindi a tecnicamente la radio ha sempre cercato di autogestirsi il più possibile, inclusi tutti gli strumenti digitali (come ad esempio mail, sito, server vari...).\r\n\r\nintorno al 2001 inizia l'informazione anche via streaming , mentre intorno al 2005 l'infrastruttura tecnica viene riorganizzata seguendo l'esperienza dei servizi autogestiti. Il motivo principale di questa scelta è dovuto al fatto che la radio è sempre stata attraversata da gruppi e individualità legate all'hacking che quindi hanno contribuito direttamente nelle scelte tecnologiche e nella condivisione degli strumenti.\r\n\r\n\r\nLa radio oltre allo streaming trasmette anche in FM sulla frequenza 87.9, la radio copre abbastanza bene la città di Roma e buona parte della provincia, soprattutto verso nord. \r\n\r\n \r\nAlcuni audio da radio ondarossa:\r\n\r\n \t\r\nChiarimento su Virus - Intervista a Ernesto Burgio - Radio Ondarossa - [10m]\r\n \tSpottino: Contro il Lavoro.mp3 - [1m]\r\n \tSpottino Ikea.mp3 - [1m]\r\n \tZapruder - Storie in Movimento - Intervista Radio Ondarossa.pdf",[447],{"field":103,"matched_tokens":448,"snippet":444,"value":445},[78,79],{"best_field_score":175,"best_field_weight":176,"fields_matched":135,"num_tokens_dropped":49,"score":177,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},{"document":451,"highlight":466,"highlights":471,"text_match":173,"text_match_info":474},{"comment_count":49,"id":452,"is_sticky":49,"permalink":453,"podcastfilter":454,"post_author":456,"post_content":457,"post_date":458,"post_excerpt":54,"post_id":452,"post_modified":459,"post_thumbnail":460,"post_title":461,"post_type":342,"sort_by_date":462,"tag_links":463,"tags":465},"65323","http://radioblackout.org/podcast/resetclub-special-guest-suit-kei-podcast-11-dicembre-2020/",[455],"reset-club","resetclub","Ritorna a volare nell'etere torinese il vostro dirigibile elettronico Resetclub. In questa puntata oltre alle tracce selezionate da parte di Yashin del collettivo militante Underground Resistance, AUX 88 214 Legowelt Artefakt Amandra Sickdisco DJ Deep Black Cadmium Broken English Club, ascolteremo il set registrato dalla brava SUIT KEI. DJ e Producer è anche fondatrice del collettivo internazionale di artiste indipendenti Witches Are Back e della crew Drastic Beat che è stata punto di riferimento dell’underground italiano. Porta in giro per l’Europa uno stile musicale eclettico e ricco di influenze, che poggia le sue basi su un solido scheletro techno che gioca con breakbeat, electro, funk, house, un’insana perversione per le sonorità ruvide degli anni ’80, i groove psichedelici e una maniacale attenzione per le fusioni ritmiche e armoniche. Formata dal gothic underground dei '90 e dal movimento degli illegal rave europei dal 1998, suona in qualche band fino a che non diventa DJ nel 2001, milita nella scena elettronica italiana e dal 2006 al 2013 produce con Drastic Beat numerosi eventi con una scelta di ospiti che lascerà il segno in svariate location della capitale e non solo, dai grandi centri sociali a storici club. Un percorso che la porta all'attenzione del pubblico al di fuori dei confini nazionali, in particolare Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Germania, Olanda. Si esibisce in diverse città, club e festival, con i grandi nomi dell’elettronica internazionale. Dal 2013 frequenti gig a Berlino la portano in Germania dove ha trovato un suolo fertile per la sua musica, concentrandosi sullo sviluppo del progetto Witches Are Back, che raccoglie feedback di tutto rispetto organizzando eventi in diverse capitali europee, e che dal 2020 è anche una label e un programma settimanale di controcultura transfemminista e queer intitolato \"Radio Strega\", trasmesso dalla radio del Forte Prenestino di Roma.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Podcast-Resetclub-11-Dicembre-Suit-Kei-1-Parte.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Podcast-Resetclub-11-Dicembre-Suit-Kei-2-Parte.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/podcast-Resetclub-11-Dicembre-Suit-Kei-3Parte.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","12 Dicembre 2020","2020-12-12 23:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/facebook_1607813685030_6743659370383419176-200x110.jpg","Resetclub Special Guest SUIT KEI Podcast 11 Dicembre 2020",1607817477,[464],"http://radioblackout.org/tag/resetclub/",[456],{"post_content":467},{"matched_tokens":468,"snippet":469,"value":470},[78,79],"e non solo, dai grandi \u003Cmark>centri\u003C/mark> \u003Cmark>sociali\u003C/mark> a storici club. 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