","Ventimiglia: meglio la stalla dell'accoglienza","post",1469842637,[56,57,58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/campi-informali/","http://radioblackout.org/tag/campi-istituzionali/","http://radioblackout.org/tag/ex-stalla/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/ventimiglia/",[27,29,23,19,25],{"post_content":63,"post_title":69,"tags":72},{"matched_tokens":64,"snippet":67,"value":68},[65,66],"ex","stalla","di metri di riattare una \u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>stalla\u003C/mark>, dove mancano cibo, l'acqua è","L'inasprimento della chiusura della frontiera, le retate, gli sgomberi di campi informali... sono diventati carità pelosa e scaricabarile, in attesa di una nuova serie di pesanti repressioni, mentre i migranti che resistono a tutto si sono divisi tra chi ha accettato il nuovo campo istituzionale collocato nel parco ferroviario Roja, schedati, recintati e ghettizati a 5 chilometri dal centro cittadino gestito dalla Croce Rossa, con Unhcr e polizia (può ospitare 180 migranti ma estendibili a 700) e chi ha scelto – non fidandosi affatto di queste figure istituzionali – a poche centinaia di metri di riattare una \u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>stalla\u003C/mark>, dove mancano cibo, l'acqua è stata tagliata dalla polizia, i posti per dormire sono insufficienti, mentre con l'aiuto di alcuni solidali si è allestita una cucina da campo autonoma e tentato di rendere lo spazio vivibile e nel rispetto della dignità umana dei singoli è sorto un campo informale.\r\n\r\nAbbiamo chiamato Andrea per capire meglio a che punto siamo di questo secondo anno del problema del blocco della frontiera a ridosso del campeggio che si svolgerà dal 6 agosto\r\n\r\n \r\n\r\nVentimiglia",{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":71},[66],"Ventimiglia: meglio la \u003Cmark>stalla\u003C/mark> dell'accoglienza",[73,75,77,80,82],{"matched_tokens":74,"snippet":27},[],{"matched_tokens":76,"snippet":29},[],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[65,66],"\u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>stalla\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":19},[],{"matched_tokens":83,"snippet":25},[],[85,90,93],{"field":30,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[34],[88],[65,66],[79],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":67,"value":68},"post_content",[65,66],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":71,"value":71},"post_title",[66],1157451471441625000,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":42,"score":101,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":42},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",{"document":103,"highlight":118,"highlights":123,"text_match":126,"text_match_info":127},{"cat_link":104,"category":105,"comment_count":42,"id":106,"is_sticky":42,"permalink":107,"post_author":45,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":48,"post_id":106,"post_modified":110,"post_thumbnail":48,"post_thumbnail_html":48,"post_title":111,"post_type":53,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":117},[39],[41],"20488","http://radioblackout.org/2014/01/fiat-a-stelle-strisce-laccordo-con-chrysler/","All'inizio dell'anno Fiat ha completato l'acquisizione del gruppo Chrysler. Il gruppo guidato da Marchionne ha concluso un accordo molto favorevole per Fiat con il Veba Trust che controllava il 41,5% della fabbrica automobilistica statunitense. La Fiat pagherà cash 1.750 milioni di dollari utilizzando la liquidità disponibile. A questa cifra si aggiungono altri 1.900 milioni di dollari che Veba incasserà attraverso una erogazione straordinaria che Chrysler Group erogherà a tutti i soci.\r\nLa parte del dividendo straordinario spettante all'azionista Fiat (attraverso la Fiat North America, Fna, interamente controllata dal Lingotto) sarà versata al Veba Trust e costituirà parte del prezzo di acquisto della partecipazione. In totale, dunque, il prezzo del 41,5% di Chrysler è fissato in 3,65 miliardi di dollari. Con questa operazione Fiat diventa azionista unico di Chrysler. In altri termini Fiat ha comprato Chrysler usando i soldi di Chrysler. Il Veba Trust è il fondo previdenziale che assicura le prestazioni sanitarie agli ex dipendenti della Chrylser. Negli Stati Uniti è frequente che i fondi pensione acquisiscano ditte e giochino in borsa.\r\nIn molti hanno giudicato l'accordo storico. Ma per chi? Quali conseguenze avrà per i lavoratori degli stabilimenti italiani, buttati da anni nel limbo della cassa integrazione? Il loro futuro è più che mai pericolante, al punto che lo stesso Zanonato avrebbe chiesto a Marchionne precise garanzie. Che è come chiudere la stalla quando i buoi sono già fuggiti.\r\nPer i 5300 di Mirafiori non pare esserci alternativa al progressivo licenziamento.\r\n\r\nSul piano produttivo le cose non vanno troppo bene su nessuna delle due spondell'Atlantico. Marchionne aveva dichiarato a suo tempo che per sopravvivere bisogna mettere sul mercato sei milioni di autoveicoli. Siamo lontani da quella quota, visto che nel 2013 il gruppo di Detroit non è andato oltre i due terzi di quella cifra.\r\nIntanto resta il fatto che i modelli attualmente prodotti vengono smerciati negli Stati Uniti e in Brasile. In Europa domina invece Volswagen.\r\nNel gioco del capitale Marchionne, Elkann e la grande famiglia degli eredi dell'Avvocato, festeggiano.\r\nI lavoratori hanno poco da fare festa. D'altra parte, per loro, l'unica vera festa è quella che si fa ai padroni.\r\n\r\nPer meglio capire le dinamiche di questo storico accordo abbiamo parlato con Renato Strumia.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nfiat","15 Gennaio 2014","2014-01-20 17:07:37","Fiat a stelle strisce. L'accordo con Chrysler",1389803670,[114,115,116],"http://radioblackout.org/tag/chrysler/","http://radioblackout.org/tag/fiat/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/",[21,15,17],{"post_content":119},{"matched_tokens":120,"snippet":121,"value":122},[65],"assicura le prestazioni sanitarie agli \u003Cmark>ex\u003C/mark> dipendenti della Chrylser. Negli Stati","All'inizio dell'anno Fiat ha completato l'acquisizione del gruppo Chrysler. 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Una manifestazione culturale parecchio fuori dall'ordinario, infatti si svolgerà per la seconda volta, al presidio del collettivo di lavoratori ex GKN, forse nel contesto migliore possibile per parlare di queste tematiche. La rassegna piena di spettacoli teatrali, presentazione di libri e dibattiti, andrà a toccare il tema della narrativa prodotta dalla classe lavoratrice stessa (o da ambienti limitrofi per così dire) , andando a pescare dalla tradizione letteraria di diversi paesi, oltre all'Italia, Regno Unito e Svezia. Il tutto, come dicevamo, si svolge nella cornice repressiva contro i lavoratori in lotta, che proprio la notte prima in cui è stata realizzata questa intervista, hanno dovuto affrontare l'intrusione di qualcuno nel presidio che ha tentato di tolto l'allaccio elettrico allo stabilimento, un attacco anticipato da alcuni precedenti con la proprietà, avvenuti il mese scorso. Il 4 Aprile si svolgerà una conferenza stampa di presentazione alle 11:30 presso la stazione di Santa Maria Novella e anche un momento di anteprima del festival alle 20 presso il Teatro Dante, sempre a Firenze. Mentre il festival si svolgerà a Campi Bisenzio in Via Fratelli Cervi 1 il 5,6 e 7 Aprile, qui il programma completo \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_02_04_Alberto-Prunetti-presenta-il-festival-di-letteratura-working-class.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo trattato in compagnia di Delio Fantasia ex operaio Stellantis a Cassino sul presidio che si terrà sabato 6 aprile 24 a partire dalle 10.30 in piazza Diamare a Cassino indetto dalla FLMU CUB. Lo smantellamento degli insediamenti produttivi dell'area industriale di Cassino sta producendo migliaia di licenziamenti: nel solo reparto automobilistico tra Stellantis e indotto siamo arrivati già oltre i 15oo posti. Come gli effetti sono concatenati al territorio e legati allo smantellamento della ex FIAT sono gli argomenti che si porteranno in piazza con l'obbiettivo di organizzare un' adeguata risposta operaia.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_02_04_Delio-ex-operaio-Stellantis-su-futuro-stabilimenti-e-lancio-assemblea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Anna Vitiello licenziata dalla scuola perché malata. Con il suo aiuto abbiamo analizzato la situazione inaccettabile frutto di\r\nun'inefficienza, di una disumanità e di una burocrazia cieca di fronte ad un caso di questa gravità. Qualche giorno fà i nodi sono venuti al pettine e qualcosa si è sbloccata.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_02_04_Anna-Vitiello-licenziata-e-non-liquidata-dopo-malattia-grave.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","3 Aprile 2024","2024-04-03 21:39:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/FWC24_ARTICOLO-2-1024x598-1-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 02/04/2024","podcast",1712180365,[188],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[152],{"post_content":191},{"matched_tokens":192,"snippet":194,"value":195},[65,193],"Stella","in compagnia di Delio Fantasia \u003Cmark>ex\u003C/mark> operaio \u003Cmark>Stella\u003C/mark>ntis a Cassino sul presidio che"," \r\n\r\nIl primo approfondimento è stato sul festival di letteratura Working Class, grazie al collegamento con Alberto Prunetti, direttore artistico del festival. 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Il processo di Astana (accordo fra Russia ,Turchia e Iran) ha disinnescato il conflitto congelandolo ,ma la crisi di egemonia dell'impero americanao si è rivelata ulteriormente con la constatazione che gli Stati Uniti non sono in grado di sostenere una guerra su più fronti. L'egemonia americana si esercita solo sul piano militare , grazie alla presenza di basi militari dislocate in tutto il mondo e alla bulimica spesa per la difesa che viene finanziata attraendo dollari che sono considerati un bene rifugio di fronte al caos che diventa funzionale al mantenimento dell'egemonia statunitense.\r\n\r\nIl capitale investito nella guerra ucraina ritorna per un 90% negli U.S.A. attraverso il complesso militare industriale che produce gli armamenti venduti al governo di Kiev , con la guerra per procura l'egemone americano ha ottenuto di dividere l'Europa dalla Russia, azzerare l'affluso di energia a basso costo proveniente dalla Russia che sosteneva la produzione tedesca con la distruzione dei gasdotti ,colpendo un potenziale concorrente e ha rivitalizzto la Nato . Nelle aspettative dei think tank neoconservatori come \"Heritage foundation\" che ancora condizionano la politica estera statunitense ,la guerra per procura contro la Russia avrebbe dovuto portare al collasso di Mosca e di conseguenza un indebolimento della Cina ,indicata come il nemico principale dal PNAC (Project for the New American Century) .\r\n\r\nL'operazione Maidan guidata da Victoria Nuland faceva parte del progetto di espansione della Nato fino ai confini della Russia e la guerra nel Donbass è stata alimentata ad arte depotenziando fino a renderli inefficaci gli accordi di Minsk come ha avuto modo di confermare pubblicamente la ex cancelliera tedesca Merkel.\r\n\r\nLe prospettive di un coinvolgimento nel conflitto della Nato sono reali considerando le difficoltà sul campo dell'esercito ucraino ,si sta preparando l'opinione pubblica a questa eventualità mutando attraverso la propaganda bellica la stessa percezione della guerra ,creando le premesse per un arruolamento anche delle coscienze .\r\n\r\nL'unica risposta alla classica domanda sul \"che fare\" rimane la guerra contro le borghesie nazionali che ci stanno portando alla catastrofe e la diserzione di massa contro la mobilitazione guerrafondaia che viene alimentata dalla propaganda bellicista.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-GUERRA-MONESTAROLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse redattore della rivista Focus on Africa parliamo del Corno d'Africa in particolare del processo di dissoluzione dell'entità statale somala dopo le prese di posizione del Puntland ,(regione semiautonoma della Somalia) , che ha ritirato il 31 marzo il suo riconoscimento delle autorità federali somale, dopo che il parlamento di Mogadiscio ha approvato una riforma costituzionale che introduce, tra le altre cose, l’elezione diretta del presidente e gli permette di nominare il primo ministro senza l’approvazione del parlamento . Finora la Somalia aveva votato con un sistema indiretto, in cui i rappresentanti dei clan facevano da intermediari. Secondo il governo le riforme sono necessarie per la stabilità politica, ma chi le critica pensa che l’esecutivo stia cercando di accentrare il potere. Le autorità del Puntland chiedono un referendum nazionale sulle riforme.\r\n\r\nA questo si aggiunge l'accordo tra Etiopia e Somaliland che prevede per l’Etiopia l'accesso ai porti del Somaliland, che in cambio otterrà il riconoscimento ufficiale da parte di Addis Abeba (al momento il Somaliland non è riconosciuto dalla comunità internazionale).\r\n\r\nPer quanto non legalmente vincolante, il memorandum d’intesa è considerato un passo molto importante sia per l’Etiopia, che così avrà uno sbocco commerciale e navale sul Mar Rosso – che gli è precluso dal 1993, anno dell'indipendenza dell'Eritrea – sia per il Somaliland, che uscirebbe ufficialmente per la prima volta dall'isolamento internazionale in cui si trova. L'accordo ha scatenato la reazione ostile da parte della Somalia con una crisi diplomatica con l'Etiopia ,a dimostrazione delle tensioni che si addensano sul Corno d'Africa ,un area estremamente sensibile rispetto agli equilibri strategici e commerciali globali in via di ridefinizione.\r\nParliamo anche del Sudan ad un anno dallo scoppio della guerra tra l'esercito sudanese e le RSF (le forze di supporto rapido) di Hemmeti , la situazione dal punto di vista militare è di stallo con il paese diviso in due ,la diplomazia internazionale è totalmente inefficace ,si richiede la riapertura dei colloqui fra le parti per far ripartire le trattative ,la società civile sudanese che 5 anni fa ersa stata protagonista delle mobilitazione che avevano portato alla caduta di Al Bashir è schiacciata dalla guerra che ha un impatto devastante sulla popolazione.\r\n\r\nNell'indifferenza generale dell'informazione si sta producendo in Sudan un vera e propria catastrofe umanitaria ,metà della popolazione sudanese è bisognosa di assistenza sanitaria ,otto milioni di profughi interni e più di un milione e mezzo di rifugiati nei paesi confinanti non hanno accesso ai presidi sanitari ,hanno difficoltà a reperire cibo ,si stanno diffondendo epidemie ,si assiste a ripetute violazioni dei diritti umani da parte di entrambi i contendenti con stupri di massa ed episodi di pulizia etnica sempre più frequenti.\r\n\r\nNessuno dei contendenti puo' vincere militarmente e gli interessi dei paesi coinvolti nel sostegno della guerra alimentano il conflitto nel silenzio complice delle diplomazie occidentali , mentre il popolo sudanese è sprofondato in un incubo senza fine dopo le speranze alimentate dalla caduta del dittatore Al Bashir 5 anni fa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-MATTEO.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2024","2024-04-14 12:10:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 11/04/2024- GUERRA IN UCRAINA,DECLINO DELL'IMPERO E CONTESA PER L'EGEMONIA GLOBALE -SUDAN AD UN ANNO DALLA GUERRA FRA WARLORDS NESSUN VINCITORE POSSIBILE E UNA CRISI UMANITARIA DEVASTANTE .",1713096601,[216],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[164],{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[65],"modo di confermare pubblicamente la \u003Cmark>ex\u003C/mark> cancelliera tedesca Merkel.\r\n\r\nLe prospettive","Bastioni di Orione con Giorgio Monestarolo che si occupa principalmente di storia economica e socio-culturale dell’età moderna, con particolare attenzione ai rapporti tra capitalismo, economia di mercato e dinamiche sociali e ambientali nonchè autore del libro \"Ucraina ,Europa mondo \" parliamo della guerra in Ucraina e i riflessi del conflitto sulla contesa per l'egemonia globale in corso.\r\n\r\nSi parte con un collegamento tra il conflitto ucraino e la guerra in Libia e in Siria dove la fine di Gheddafi è stata un campanello di allarme per Putin e il tentativo di cambio di regime in Siria è fallito a causa dell'intervento militare russo che ha sostenuto il suo cliente storico Assad per tutelare la propria proiezione nel Mediterraneo . Il processo di Astana (accordo fra Russia ,Turchia e Iran) ha disinnescato il conflitto congelandolo ,ma la crisi di egemonia dell'impero americanao si è rivelata ulteriormente con la constatazione che gli Stati Uniti non sono in grado di sostenere una guerra su più fronti. L'egemonia americana si esercita solo sul piano militare , grazie alla presenza di basi militari dislocate in tutto il mondo e alla bulimica spesa per la difesa che viene finanziata attraendo dollari che sono considerati un bene rifugio di fronte al caos che diventa funzionale al mantenimento dell'egemonia statunitense.\r\n\r\nIl capitale investito nella guerra ucraina ritorna per un 90% negli U.S.A. attraverso il complesso militare industriale che produce gli armamenti venduti al governo di Kiev , con la guerra per procura l'egemone americano ha ottenuto di dividere l'Europa dalla Russia, azzerare l'affluso di energia a basso costo proveniente dalla Russia che sosteneva la produzione tedesca con la distruzione dei gasdotti ,colpendo un potenziale concorrente e ha rivitalizzto la Nato . Nelle aspettative dei think tank neoconservatori come \"Heritage foundation\" che ancora condizionano la politica estera statunitense ,la guerra per procura contro la Russia avrebbe dovuto portare al collasso di Mosca e di conseguenza un indebolimento della Cina ,indicata come il nemico principale dal PNAC (Project for the New American Century) .\r\n\r\nL'operazione Maidan guidata da Victoria Nuland faceva parte del progetto di espansione della Nato fino ai confini della Russia e la guerra nel Donbass è stata alimentata ad arte depotenziando fino a renderli inefficaci gli accordi di Minsk come ha avuto modo di confermare pubblicamente la \u003Cmark>ex\u003C/mark> cancelliera tedesca Merkel.\r\n\r\nLe prospettive di un coinvolgimento nel conflitto della Nato sono reali considerando le difficoltà sul campo dell'esercito ucraino ,si sta preparando l'opinione pubblica a questa eventualità mutando attraverso la propaganda bellica la stessa percezione della guerra ,creando le premesse per un arruolamento anche delle coscienze .\r\n\r\nL'unica risposta alla classica domanda sul \"che fare\" rimane la guerra contro le borghesie nazionali che ci stanno portando alla catastrofe e la diserzione di massa contro la mobilitazione guerrafondaia che viene alimentata dalla propaganda bellicista.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-GUERRA-MONESTAROLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse redattore della rivista Focus on Africa parliamo del Corno d'Africa in particolare del processo di dissoluzione dell'entità statale somala dopo le prese di posizione del Puntland ,(regione semiautonoma della Somalia) , che ha ritirato il 31 marzo il suo riconoscimento delle autorità federali somale, dopo che il parlamento di Mogadiscio ha approvato una riforma costituzionale che introduce, tra le altre cose, l’elezione diretta del presidente e gli permette di nominare il primo ministro senza l’approvazione del parlamento . Finora la Somalia aveva votato con un sistema indiretto, in cui i rappresentanti dei clan facevano da intermediari. Secondo il governo le riforme sono necessarie per la stabilità politica, ma chi le critica pensa che l’esecutivo stia cercando di accentrare il potere. Le autorità del Puntland chiedono un referendum nazionale sulle riforme.\r\n\r\nA questo si aggiunge l'accordo tra Etiopia e Somaliland che prevede per l’Etiopia l'accesso ai porti del Somaliland, che in cambio otterrà il riconoscimento ufficiale da parte di Addis Abeba (al momento il Somaliland non è riconosciuto dalla comunità internazionale).\r\n\r\nPer quanto non legalmente vincolante, il memorandum d’intesa è considerato un passo molto importante sia per l’Etiopia, che così avrà uno sbocco commerciale e navale sul Mar Rosso – che gli è precluso dal 1993, anno dell'indipendenza dell'Eritrea – sia per il Somaliland, che uscirebbe ufficialmente per la prima volta dall'isolamento internazionale in cui si trova. L'accordo ha scatenato la reazione ostile da parte della Somalia con una crisi diplomatica con l'Etiopia ,a dimostrazione delle tensioni che si addensano sul Corno d'Africa ,un area estremamente sensibile rispetto agli equilibri strategici e commerciali globali in via di ridefinizione.\r\nParliamo anche del Sudan ad un anno dallo scoppio della guerra tra l'esercito sudanese e le RSF (le forze di supporto rapido) di Hemmeti , la situazione dal punto di vista militare è di \u003Cmark>stallo\u003C/mark> con il paese diviso in due ,la diplomazia internazionale è totalmente inefficace ,si richiede la riapertura dei colloqui fra le parti per far ripartire le trattative ,la società civile sudanese che 5 anni fa ersa stata protagonista delle mobilitazione che avevano portato alla caduta di Al Bashir è schiacciata dalla guerra che ha un impatto devastante sulla popolazione.\r\n\r\nNell'indifferenza generale dell'informazione si sta producendo in Sudan un vera e propria catastrofe umanitaria ,metà della popolazione sudanese è bisognosa di assistenza sanitaria ,otto milioni di profughi interni e più di un milione e mezzo di rifugiati nei paesi confinanti non hanno accesso ai presidi sanitari ,hanno difficoltà a reperire cibo ,si stanno diffondendo epidemie ,si assiste a ripetute violazioni dei diritti umani da parte di entrambi i contendenti con stupri di massa ed episodi di pulizia etnica sempre più frequenti.\r\n\r\nNessuno dei contendenti puo' vincere militarmente e gli interessi dei paesi coinvolti nel sostegno della guerra alimentano il conflitto nel silenzio complice delle diplomazie occidentali , mentre il popolo sudanese è sprofondato in un incubo senza fine dopo le speranze alimentate dalla caduta del dittatore Al Bashir 5 anni fa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BASTIONI-110424-MATTEO.mp3\"][/audio]",[224],{"field":91,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":222},[65],1155199603042156500,{"best_field_score":228,"best_field_weight":129,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":229,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":34},"1112352751616","1155199603042156657",{"document":231,"highlight":244,"highlights":249,"text_match":226,"text_match_info":252},{"comment_count":42,"id":232,"is_sticky":42,"permalink":233,"podcastfilter":234,"post_author":208,"post_content":235,"post_date":236,"post_excerpt":48,"post_id":232,"post_modified":237,"post_thumbnail":238,"post_title":239,"post_type":185,"sort_by_date":240,"tag_links":241,"tags":243},"85493","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-30-11-2023-argentina-milei-si-allea-con-la-cupola-finanziaria-sudan-scenario-libico-bangladesh-proteste-contro-il-governo/",[143],"Bastioni di Orione ritorna sull'esito delle elezioni argentine con Alfredo Somoza scrittore e giornalista che ci parla dei rapporti del nuovo presidente Milei con gli ambienti finanziari e affaristici alla luce della scelta del ministro dell'economia Luis Caputo ,ex presidente della banca centrale che nella sua campagna elettorale l'economista loco ha promesso di smantellare. Milei sta stipulando la sua assicurazione contro le eventuali proteste di piazza che la sua selvaggia politica neoliberale provocherà,accordandosi con i settori del peronismo più accomodanti legati al sindacalismo corrotto.Le sue promesse elettorali roboanti si sgonfieranno facendo posto ad una ristrutturazione neo liberista incentrata sulla svendita degli asset del paese e una macelleria sociale che colpirà ancora di piu' le classi popolari già martoriate da un inflazione galoppante .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/BASTIONI-301123-SOMOZA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTorniamo a parlare del Sudan e anche del corno d'Africa con Matteo Palamidesse che scrive su \"Focus on Africa \" ,il quale ci racconta di uno scenario libico come conseguenza dello stallo della guerra . Da una parte le forze di supporto rapido (RSF) guidate da Hemmeti hanno il controllo del Darfur e di buona parte della capitale mente l'esercito regolare di Al Bhuran controlla la parte orientale e si è installato a Port Sudan. In considerazione delle enormi distanze e delle dimensioni del paese ,le forze in campo non hanno una logistica che gli consenta di coprire un fronte così esteso quindi è presumibile il consolidarsi di una divisione del paese con un governo ufficiale che controlla solo una parte del Sudan. Uno scenario libico che s'intreccia con la disastrosa situazione umanitaria e le violenze brutali contro la popolazione civile che provocano milioni di profughi. Affrontiamo anche le tensioni crescenti tra Etiopia ed Eritrea dopo la rivendicazione di uno sbocco al mare da parte di Addis Abeba .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Palamidesse_Sudan-Etiopia-Bastioni.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Giuliano Battiston di Lettera 22 esperto di Asia ,parliamo della situazione in Bangladesh dove si susseguono le manifestazioni di piazza dell'opposizione al governo della prima ministra Sheikh Hasina, che punta a ottenere un quarto mandato consecutivo,e che ha avviato una vasta e violenta repressione delle opposizioni . Nelle violenze che hanno caratterizzato le proteste delle settimane scorse hanno perso la vita 16 persone, inclusi 2 agenti di polizia, e 5.500 persone sono rimaste ferite. Il Partito nazionalista, la principale forza di opposizione nel Paese, ha contestato il calendario elettorale e si è mobilitato con manifestazioni e scioperi. Il Bnp chiede da mesi le dimissioni del governo in carica e l’insediamento di un esecutivo ad interim fino alle elezioni.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/BASTIONI-301123-BANGLADESH.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Dicembre 2023","2023-12-01 22:39:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/11/2023-ARGENTINA MILEI SI ALLEA CON LA CUPOLA FINANZIARIA - SUDAN SCENARIO LIBICO -BANGLADESH PROTESTE CONTRO IL GOVERNO.",1701470362,[242],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[160],{"post_content":245},{"matched_tokens":246,"snippet":247,"value":248},[65],"del ministro dell'economia Luis Caputo ,\u003Cmark>ex\u003C/mark> presidente della banca centrale che","Bastioni di Orione ritorna sull'esito delle elezioni argentine con Alfredo Somoza scrittore e giornalista che ci parla dei rapporti del nuovo presidente Milei con gli ambienti finanziari e affaristici alla luce della scelta del ministro dell'economia Luis Caputo ,\u003Cmark>ex\u003C/mark> presidente della banca centrale che nella sua campagna elettorale l'economista loco ha promesso di smantellare. 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Da qualche anno grazie ai lavori di alcuni studiosi anche italiani ne sappiamo di più.\r\nAnarres ne ha parlato con David Bernardini, autore di un libro su Rocker e di un altro libro sulle Schiere Nere.\r\nAscolta l'intervista con David:\r\n2016-04-15-res-anar-ger\r\nDi seguito un articolo che ha scritto per Anarres\r\nLa storia della resistenza anarchica tedesca non è molto conosciuta. Cercherò quindi di fornire molto schematicamente un minimo di orientamento all'interno di un argomento così poco trattato.\r\nPer iniziare è necessario forse dire due parole sulla storia del movimento anarchico in Germania. Max Nettlau ha identificato le sue origini in quel Circolo dei Liberi di Berlino che si formò intorno al 1848, di cui faceva parte anche Max Stirner, i fratelli Bauer e altri. Nel corso della seconda metà dell'Ottocento si delinea progressivamente un movimento anarchico che deve però fare i conti con il più forte partito socialdemocratico d'Europa, la SPD. Il piccolo movimento anarchico tedesco vive un eclatante ma effimero boom negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, andando probabilmente incontro ad un diffuso antimilitarismo presente nella popolazione, stremata dal conflitto e dalle sue pesanti conseguenze sociali. L'anarcosindacalista FAUD (Freie Arbeiter Union Deutschlands – Libera Unione dei Lavoratori tedeschi), sorta nel 1919 sulle ceneri di un'organizzazione sindacalista rivoluzionaria del preguerra, arriva a toccare tra il 1921 e il 1922 la notevole cifra di 200.000 attivisti, affermandosi come la principale organizzazione anarchica (ma non l'unica) in Germania. Dal 1923 inizia però una grave fase di decadenza che porta la FAUD nel 1929 a poter contare ancora su solo poche migliaia di attivisti. È in queste condizioni che gli anarchici tedeschi iniziano ad affrontare la sempre più brutale e preoccupante ascesa del Partito nazista di Adolf Hitler.\r\nSimilmente a quella italiana, anche la resistenza anarchica al nazismo è “lunga”. Inizia infatti diversi anni prima dell'ascesa al potere di Hitler, come contrapposizione ad un partito (quello nazista) in lotta per il potere, per proseguire successivamente, allargandosi ben al di fuori dai confini tedeschi.\r\nPrima del regime nazista\r\nGli anarchici si preoccupano presto dell'ascesa del nazismo, tanto che sulla stampa anarchica già sul finire degli anni Venti si possono leggere articoli che avvertono del pericolo nazista. Ma l'antinazismo degli anarchici non si esaurisce nell'attività pubblicistica. Dalle file della FAUD emerge sul finire del 1929 l'esperienza delle Schwarze Scharen (Schiere nere) una delle espressioni più eclatanti e dirompenti dell'antifascismo anarchico degli anni precedenti all'inizio del regime nazista. Le Schiere nere sono una rete di gruppi diffusi in alcune parti della Germania (Alta Slesia, Berlino, Assia, Turingia, Renania Settentrionale-Vestfalia) che praticano l'autodifesa militante in chiave antifascista, riconoscendosi come organizzazione integrativa ma indipendente della FAUD e presentandosi pubblicamente vestiti completamente di nero. Questi gruppi praticano l'antifascismo con la propaganda, anche attraverso giornali come Die proletarische Front di Kassel o Die Schwarze Horde (L'orda nera), e con l'azione militante. Le Schiere nere infatti ingaggiano dove presenti violenti scontri con i nazisti, e in particolare con le SA, anche con armi in pugno (revolver, fucili). La polizia nel maggio 1932 scopre addirittura un deposito clandestino di esplosivi e di armi allestito dalla Schiera nera di Beuthen (oggi in Polonia) in previsione della presa del potere da parte di Hitler. I militanti che animano le Schiere nere, in maggior parte giovani proletari disoccupati, sono pochi, si parla infatti di qualche centinaio di attivisti sparsi in tutta la Germania, ma nelle zone dove sono presenti fanno decisamente sentire il loro peso e cercano di stimolare la costruzione di una sorta di fronte unitario dal basso di tutti gli sfruttati, al di là e al di sopra dei partiti di appartenenza, basato sull'azione diretta antifascista.\r\nDopo il regime nazista dentro e fuori la Germania\r\nLa repressione che si abbatte già a partire dal 1932 sulle Schiere nere e sul movimento anarchico tedesco si intensifica ulteriormente nel 1933, quando Hitler assume il potere. Già nel corso del 1932 infatti la FAUD, riunita in congresso a Erfurt, aveva deciso di prepararsi alla clandestinità.\r\nDa questo momento, schematizzando al massimo si potrebbero identificare grossomodo tre filoni all'interno delle vicende della resistenza anarchica al nazismo.\r\nDentro la Germania (1933-1937/38): poche ore dopo l'incendio del Reichstag (27 febbraio 1933), il poeta anarchico Erich Mühsam viene arrestato (verrà assassinato nel campo di concentramento di Sachsenhausen l'anno successivo), mentre Rudolf Rocker insieme alla sua compagna Milly riesce a rifugiarsi in Svizzera: due importanti esponenti del movimento anarchico tedesco sono così fuori gioco. Dopo un primo momento di sbandamento gli anarchici riescono comunque a organizzare una rete clandestina che può contare anche su alcuni appoggi all'estero (Amsterdam, Spagna). Già nel maggio 1933 vengono diffuse in Germania le prime pubblicazioni anarchiche clandestine. Tra queste è da ricordare Die Soziale Revolution di Lipsia, giornale promosso da Ferdinand Götze che verrà stampato tra il 1933 e il 1935 (otto numeri documentabili), con una diffusione di circa duecento copie a numero. Le attività di resistenza cessano tra il 1937/38 a causa della dura repressione che si abbatte sulle file degli anarchici, repressione che riduce la resistenza ad una dimensione “individuale”, anche se non cessano, per esempio, i sabotaggi nei grandi porti del nord come Amburgo. Tra queste attività di resistenza, certamente di dimensioni veramente ridotte ma comunque importanti e interessanti, mi piace ricordare la figura di Fritz Scherer, già custode del Rifugio Bakunin nel corso degli anni Venti (un rifugio in montagna autocostruito e autogestito dagli anarchici di Meiningen, piccola cittadina della Turingia). Durante il regime nazista Scherer, che in quanto pompiere nella capitale tedesca viene lasciato (più o meno) in pace dalla Gestapo, aiuta come può i suoi compagni in difficoltà e diffonde materiale antifascista e libertario. Inoltre riusce a salvare dalla furia del Terzo Reich e dalle distruzioni della seconda guerra mondiale molti libri e opuscoli anarchici, ricopertinandoli con titoli insospettabili politicamente. Saranno proprio i libri e gli opuscoli custoditi da Scherer ad essere letti e ristampati dalla nuova generazione di attivisti anarchici uscita dall'esperienza del Sessantotto tedesco... .\r\nFuori dalla Germania (1933-1945) in Spagna, Francia, Polonia ecc...: La FAUD sin dai primissimi anni Trenta segue con grande interesse lo sviluppo del movimento operaio spagnolo e della CNT. Nel 1932 alcuni militanti delle Schiere nere braccati dalla polizia si rifugiano non a caso in Spagna. Le file dell'anarchismo tedesco in esilio si ingrossano dall'inizio del 1933, tanto che nel 1934 viene fondato a Barcellona un Gruppe DAS (Gruppo Anarcosindacalisti tedeschi) che si dota anche di un proprio giornale. Il gruppo partecipa ai combattimenti di Barcellona nel luglio 1936, prendendo d'assalto il Club tedesco, un importante punto di riferimento del regime nazista in Catalogna. Attiviste e attivisti anarchici si ritrovano poi in varie esperienze della rivoluzione spagnola. Un Gruppo Erich Mühsam combatte a Huesca, militanti tedeschi prendono parte alla Colonna Durruti e attiviste come Etta Federn partecipano alle Mujeres Libres e alle scuole libertarie. Con la vittoria franchista, gli anarchici tedeschi si disperdono: chi inizia un lungo e doloroso viaggio per i campi di concentramento di mezza Europa (sia quelli allestiti dal governo francese per gli ex combattenti in Spagna, sia ovviamente quelli nazisti), chi prenderà successivamente parte alla resistenza francese, come l'ex membro delle Schiere nere Paul Czakon, o alla resistenza polacca, come Alfons Pilarski, fondatore della prima Schiera nera tedesca (quella di Ratibor), che viene ferito gravemente negli scontri della rivolta di Varsavia nel 1944.\r\nDentro la Germania (fine anni Trenta-1944 circa): quest'ultimo gruppo si tratta del caso di più difficile definizione. Semplificando, si può affermare che ci sono pezzi della gioventù che, pur essendo indottrinata e irregimentata dalle istituzioni del regime nazista come la Gioventù Hitleriana, sul finire degli anni Trenta si ribella al regime stesso, approdando in alcuni casi all'aperta resistenza. Faccio riferimento in particolar modo a quei gruppi usciti da un ambiente tendenzialmente operaio come gli Edelweisspiraten (Pirati della stella alpina) della Germania occidentale (specialmente, in città come Colonia, Wuppertal, Essen, Francoforte ecc) e i Meuten (Orde) di Lipsia. All'interno di questi gruppi giovanili c'era una presenza anarchica: il gruppo degli Edelweisspiraten di Wuppertal per esempio contava tra i propri membri un ex membro delle Schiere nere come Hans Schmitz (il quale narrerà le sue esperienze nel libriccino “Umsonst is dat nie”) così come anche nelle Meuten è stata recentemente rilevata una presenza libertaria (prima il gruppo era descritto come di tendenza comunista), tra cui Irma Götze, sorella di Ferdinand, che poi andrà in Spagna.\r\nPer approfondire\r\nIn italiano ci sono a mia conoscenza due libri sulla resistenza anarchica tedesca:\r\n\r\n\r\n\t\r\nAA.VV., Piegarsi vuol dire mentire. Germania: la resistenza libertaria al nazismo nella Ruhr e in Renania 1933-1945), Zero in Condotta, Milano, 2005.\r\n\r\n\t\r\nLeonhard Schäfer, Contro Hitler. Gli anarchici e la resistenza tedesca dimenticata, Zero in Condotta, Milano, 2015.\r\n\r\n\r\nA questi mi permetto di aggiungere il mio Il barometro segna tempesta. Le Schiere nere contro il nazismo, La Fiaccola, Ragusa, 2014 (in un certo senso anticipato da un articolo uscito sulle pagine di “A” rivista un anno prima, nel n. 382). Sugli Edelweisspiraten ho scritto su “A” rivista anarchica (n. 385) un breve articolo in cui si può trovare una piccola bibliografia in merito. Esistono inoltre alcuni contributi su alcune figure della resistenza anarchica al nazismo pubblicati sul Bollettino dell'Archivio Pinelli (consultabile anche online sul sito centrostudilibertari.it) come Kurt Wafner (n. 32), Heinrich Friedetzky (n. 16), Alfons Pilarski (n. 44) e Fritz Scherer (n. 45). Altri profili biografici sull'argomento si possono trovare narrati nel numero di aprile di “A” rivista di quest'anno.\r\nPer chi masticasse il tedesco la letteratura è più vasta. Mi sembrano importanti per una prima introduzione il saggio di Andreas Graf e Dieter Nelles contenuto nel libro di Rudolf Benner Die unsichtbare Front. Bericht über die illegale Arbeit in Deutschland (1937) della Libertad Verlag cosi come il libro Anarchisten gegen Hitler. Anarchisten, Anarcho-Syndikalisten, Rätekommunisten in Widerstand und Exil della Lukas Verlag. Si tratta di contributi che presentano anche le questioni aperte, le problematiche della storiografia sull'argomento ecc. Ricchi di numerose informazioni (pur con qualche disattenzione) sono i due libri di Helge Döhring sulle Schwarze Scharen e sulla resistenza anarcosindacalista al regime nazista. Döhring è tra l'altro tra i promotori dell'Institut für Syndikalismusforschung, dove si possono reperire molte informazioni anche sull'argomento qui trattato e diverse bibliografie ragionate. Diverso materiale online (purtroppo sempre in lingua tedesca) si trova anche sul portale anarchismus.at, qualcosa in inglese è invece reperibile (se non ricordo male) sul sito libcom.org. Tra le pubblicazioni più recenti segnalo un libro che tratta dell'impegno degli anarchici tedeschi durante la guerra civile spagnola che mi pare decisamente ben fatto. Si tratta di Deutsche AnarchistInnen in Barcellona 1933-1939. Die Gruppe «Deutsche Anarchosyndikalisten» (DAS) di Dieter Nelles, Ulrich Linse, Harald Piotrowki e Carlos Garcia pubblicato nel 2013 per la casa editrice Graswurzelrevolution (si tratta di una rivista su cui sono apparsi contributi anche sull'argomento qui trattato). Di questo libro so che esiste una versione in spagnolo, anche se non ho mai avuto l'occasione di averla in mano.","21 Aprile 2016","2018-10-17 22:59:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/resistenza-sconosciuta-200x110.jpg","Schiere Nere e altri anarchici tedeschi contro Hitler",1461269042,[265,266,267,268,269],"http://radioblackout.org/tag/anarchici-contro-il-nazismo/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/l-faud/","http://radioblackout.org/tag/resistenza-anarchica-tedesca/","http://radioblackout.org/tag/schiere-nere/",[168,156,154,170,158],{"post_content":272},{"matched_tokens":273,"snippet":274,"value":275},[65],"dal governo francese per gli \u003Cmark>ex\u003C/mark> combattenti in Spagna, sia ovviamente","La Resistenza anarchica in Germania è poco nota. Da qualche anno grazie ai lavori di alcuni studiosi anche italiani ne sappiamo di più.\r\nAnarres ne ha parlato con David Bernardini, autore di un libro su Rocker e di un altro libro sulle Schiere Nere.\r\nAscolta l'intervista con David:\r\n2016-04-15-res-anar-ger\r\nDi seguito un articolo che ha scritto per Anarres\r\nLa storia della resistenza anarchica tedesca non è molto conosciuta. Cercherò quindi di fornire molto schematicamente un minimo di orientamento all'interno di un argomento così poco trattato.\r\nPer iniziare è necessario forse dire due parole sulla storia del movimento anarchico in Germania. Max Nettlau ha identificato le sue origini in quel Circolo dei Liberi di Berlino che si formò intorno al 1848, di cui faceva parte anche Max Stirner, i fratelli Bauer e altri. Nel corso della seconda metà dell'Ottocento si delinea progressivamente un movimento anarchico che deve però fare i conti con il più forte partito socialdemocratico d'Europa, la SPD. Il piccolo movimento anarchico tedesco vive un eclatante ma effimero boom negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, andando probabilmente incontro ad un diffuso antimilitarismo presente nella popolazione, stremata dal conflitto e dalle sue pesanti conseguenze sociali. L'anarcosindacalista FAUD (Freie Arbeiter Union Deutschlands – Libera Unione dei Lavoratori tedeschi), sorta nel 1919 sulle ceneri di un'organizzazione sindacalista rivoluzionaria del preguerra, arriva a toccare tra il 1921 e il 1922 la notevole cifra di 200.000 attivisti, affermandosi come la principale organizzazione anarchica (ma non l'unica) in Germania. Dal 1923 inizia però una grave fase di decadenza che porta la FAUD nel 1929 a poter contare ancora su solo poche migliaia di attivisti. È in queste condizioni che gli anarchici tedeschi iniziano ad affrontare la sempre più brutale e preoccupante ascesa del Partito nazista di Adolf Hitler.\r\nSimilmente a quella italiana, anche la resistenza anarchica al nazismo è “lunga”. Inizia infatti diversi anni prima dell'ascesa al potere di Hitler, come contrapposizione ad un partito (quello nazista) in lotta per il potere, per proseguire successivamente, allargandosi ben al di fuori dai confini tedeschi.\r\nPrima del regime nazista\r\nGli anarchici si preoccupano presto dell'ascesa del nazismo, tanto che sulla stampa anarchica già sul finire degli anni Venti si possono leggere articoli che avvertono del pericolo nazista. Ma l'antinazismo degli anarchici non si esaurisce nell'attività pubblicistica. Dalle file della FAUD emerge sul finire del 1929 l'esperienza delle Schwarze Scharen (Schiere nere) una delle espressioni più eclatanti e dirompenti dell'antifascismo anarchico degli anni precedenti all'inizio del regime nazista. Le Schiere nere sono una rete di gruppi diffusi in alcune parti della Germania (Alta Slesia, Berlino, Assia, Turingia, Renania Settentrionale-Vestfalia) che praticano l'autodifesa militante in chiave antifascista, riconoscendosi come organizzazione integrativa ma indipendente della FAUD e presentandosi pubblicamente vestiti completamente di nero. Questi gruppi praticano l'antifascismo con la propaganda, anche attraverso giornali come Die proletarische Front di Kassel o Die Schwarze Horde (L'orda nera), e con l'azione militante. Le Schiere nere infatti ingaggiano dove presenti violenti scontri con i nazisti, e in particolare con le SA, anche con armi in pugno (revolver, fucili). La polizia nel maggio 1932 scopre addirittura un deposito clandestino di esplosivi e di armi allestito dalla Schiera nera di Beuthen (oggi in Polonia) in previsione della presa del potere da parte di Hitler. I militanti che animano le Schiere nere, in maggior parte giovani proletari disoccupati, sono pochi, si parla infatti di qualche centinaio di attivisti sparsi in tutta la Germania, ma nelle zone dove sono presenti fanno decisamente sentire il loro peso e cercano di stimolare la costruzione di una sorta di fronte unitario dal basso di tutti gli sfruttati, al di là e al di sopra dei partiti di appartenenza, basato sull'azione diretta antifascista.\r\nDopo il regime nazista dentro e fuori la Germania\r\nLa repressione che si abbatte già a partire dal 1932 sulle Schiere nere e sul movimento anarchico tedesco si intensifica ulteriormente nel 1933, quando Hitler assume il potere. Già nel corso del 1932 infatti la FAUD, riunita in congresso a Erfurt, aveva deciso di prepararsi alla clandestinità.\r\nDa questo momento, schematizzando al massimo si potrebbero identificare grossomodo tre filoni all'interno delle vicende della resistenza anarchica al nazismo.\r\nDentro la Germania (1933-1937/38): poche ore dopo l'incendio del Reichstag (27 febbraio 1933), il poeta anarchico Erich Mühsam viene arrestato (verrà assassinato nel campo di concentramento di Sachsenhausen l'anno successivo), mentre Rudolf Rocker insieme alla sua compagna Milly riesce a rifugiarsi in Svizzera: due importanti esponenti del movimento anarchico tedesco sono così fuori gioco. Dopo un primo momento di sbandamento gli anarchici riescono comunque a organizzare una rete clandestina che può contare anche su alcuni appoggi all'estero (Amsterdam, Spagna). Già nel maggio 1933 vengono diffuse in Germania le prime pubblicazioni anarchiche clandestine. Tra queste è da ricordare Die Soziale Revolution di Lipsia, giornale promosso da Ferdinand Götze che verrà stampato tra il 1933 e il 1935 (otto numeri documentabili), con una diffusione di circa duecento copie a numero. Le attività di resistenza cessano tra il 1937/38 a causa della dura repressione che si abbatte sulle file degli anarchici, repressione che riduce la resistenza ad una dimensione “individuale”, anche se non cessano, per esempio, i sabotaggi nei grandi porti del nord come Amburgo. Tra queste attività di resistenza, certamente di dimensioni veramente ridotte ma comunque importanti e interessanti, mi piace ricordare la figura di Fritz Scherer, già custode del Rifugio Bakunin nel corso degli anni Venti (un rifugio in montagna autocostruito e autogestito dagli anarchici di Meiningen, piccola cittadina della Turingia). Durante il regime nazista Scherer, che in quanto pompiere nella capitale tedesca viene lasciato (più o meno) in pace dalla Gestapo, aiuta come può i suoi compagni in difficoltà e diffonde materiale antifascista e libertario. Inoltre riusce a salvare dalla furia del Terzo Reich e dalle distruzioni della seconda guerra mondiale molti libri e opuscoli anarchici, ricopertinandoli con titoli insospettabili politicamente. Saranno proprio i libri e gli opuscoli custoditi da Scherer ad essere letti e ristampati dalla nuova generazione di attivisti anarchici uscita dall'esperienza del Sessantotto tedesco... .\r\nFuori dalla Germania (1933-1945) in Spagna, Francia, Polonia ecc...: La FAUD sin dai primissimi anni Trenta segue con grande interesse lo sviluppo del movimento operaio spagnolo e della CNT. Nel 1932 alcuni militanti delle Schiere nere braccati dalla polizia si rifugiano non a caso in Spagna. Le file dell'anarchismo tedesco in esilio si ingrossano dall'inizio del 1933, tanto che nel 1934 viene fondato a Barcellona un Gruppe DAS (Gruppo Anarcosindacalisti tedeschi) che si dota anche di un proprio giornale. Il gruppo partecipa ai combattimenti di Barcellona nel luglio 1936, prendendo d'assalto il Club tedesco, un importante punto di riferimento del regime nazista in Catalogna. Attiviste e attivisti anarchici si ritrovano poi in varie esperienze della rivoluzione spagnola. Un Gruppo Erich Mühsam combatte a Huesca, militanti tedeschi prendono parte alla Colonna Durruti e attiviste come Etta Federn partecipano alle Mujeres Libres e alle scuole libertarie. Con la vittoria franchista, gli anarchici tedeschi si disperdono: chi inizia un lungo e doloroso viaggio per i campi di concentramento di mezza Europa (sia quelli allestiti dal governo francese per gli \u003Cmark>ex\u003C/mark> combattenti in Spagna, sia ovviamente quelli nazisti), chi prenderà successivamente parte alla resistenza francese, come l'ex membro delle Schiere nere Paul Czakon, o alla resistenza polacca, come Alfons Pilarski, fondatore della prima Schiera nera tedesca (quella di Ratibor), che viene ferito gravemente negli scontri della rivolta di Varsavia nel 1944.\r\nDentro la Germania (fine anni Trenta-1944 circa): quest'ultimo gruppo si tratta del caso di più difficile definizione. Semplificando, si può affermare che ci sono pezzi della gioventù che, pur essendo indottrinata e irregimentata dalle istituzioni del regime nazista come la Gioventù Hitleriana, sul finire degli anni Trenta si ribella al regime stesso, approdando in alcuni casi all'aperta resistenza. Faccio riferimento in particolar modo a quei gruppi usciti da un ambiente tendenzialmente operaio come gli Edelweisspiraten (Pirati della \u003Cmark>stella\u003C/mark> alpina) della Germania occidentale (specialmente, in città come Colonia, Wuppertal, Essen, Francoforte ecc) e i Meuten (Orde) di Lipsia. All'interno di questi gruppi giovanili c'era una presenza anarchica: il gruppo degli Edelweisspiraten di Wuppertal per esempio contava tra i propri membri un \u003Cmark>ex\u003C/mark> membro delle Schiere nere come Hans Schmitz (il quale narrerà le sue esperienze nel libriccino “Umsonst is dat nie”) così come anche nelle Meuten è stata recentemente rilevata una presenza libertaria (prima il gruppo era descritto come di tendenza comunista), tra cui Irma Götze, sorella di Ferdinand, che poi andrà in Spagna.\r\nPer approfondire\r\nIn italiano ci sono a mia conoscenza due libri sulla resistenza anarchica tedesca:\r\n\r\n\r\n\t\r\nAA.VV., Piegarsi vuol dire mentire. Germania: la resistenza libertaria al nazismo nella Ruhr e in Renania 1933-1945), Zero in Condotta, Milano, 2005.\r\n\r\n\t\r\nLeonhard Schäfer, Contro Hitler. Gli anarchici e la resistenza tedesca dimenticata, Zero in Condotta, Milano, 2015.\r\n\r\n\r\nA questi mi permetto di aggiungere il mio Il barometro segna tempesta. Le Schiere nere contro il nazismo, La Fiaccola, Ragusa, 2014 (in un certo senso anticipato da un articolo uscito sulle pagine di “A” rivista un anno prima, nel n. 382). Sugli Edelweisspiraten ho scritto su “A” rivista anarchica (n. 385) un breve articolo in cui si può trovare una piccola bibliografia in merito. Esistono inoltre alcuni contributi su alcune figure della resistenza anarchica al nazismo pubblicati sul Bollettino dell'Archivio Pinelli (consultabile anche online sul sito centrostudilibertari.it) come Kurt Wafner (n. 32), Heinrich Friedetzky (n. 16), Alfons Pilarski (n. 44) e Fritz Scherer (n. 45). Altri profili biografici sull'argomento si possono trovare narrati nel numero di aprile di “A” rivista di quest'anno.\r\nPer chi masticasse il tedesco la letteratura è più vasta. Mi sembrano importanti per una prima introduzione il saggio di Andreas Graf e Dieter Nelles contenuto nel libro di Rudolf Benner Die unsichtbare Front. Bericht über die illegale Arbeit in Deutschland (1937) della Libertad Verlag cosi come il libro Anarchisten gegen Hitler. Anarchisten, Anarcho-Syndikalisten, Rätekommunisten in Widerstand und Exil della Lukas Verlag. Si tratta di contributi che presentano anche le questioni aperte, le problematiche della storiografia sull'argomento ecc. Ricchi di numerose informazioni (pur con qualche disattenzione) sono i due libri di Helge Döhring sulle Schwarze Scharen e sulla resistenza anarcosindacalista al regime nazista. 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Al centro degli scioperi e relativi blocchi di hub di tutto il Paese, c'è stato il nuovo ccnl trasporto merci e logistica firmato a gennaio dai sindacati confederali, che, tanto per cambiare non recupera i rincari degli ultimi anni e il costo della vita, oltre a promuovere di fatto il lavoro precario.\r\nSi sono contestati e anche bloccati con scioperi, i maggiori gruppi di trasporti GLS, SDA e BRT per la loro volontà di sottrarrsi ad accordi conquistati in anni di lotte dei lavoratori del SiCobas, come degli altri in generale che lavorano per questi gruppi in continua crescita economica, macinando miliardi sul risparmio del costo del lavoro e sull'evasione fiscale. In conclusione abbiamo fatto un focus sugli scioperi, sempre nella logistica, a livello piemontese e rilanciato le prossime mobilitazioni di piazza in cui il sindacato di base è coinvolto, che vanno al di là delle sole questioni vertenziali, come la piazza che ci sarà il 12 Aprile a Milano contro il comportamento predatorio di Israele, il riarmo europeo, l'economia di guerra e il ddl 1236 ex ddl 1660.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Fabio-Santoro-SiCobas-Torino-su-sciopero-nazionale-logistica@.mp3\"][/audio]\r\nBuon ascolto \r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello del lavoro sociale, ne abbiamo parlato in diretta radio telefonica con Roberto, membro del neonato gruppo di educatori e OSS autorganizzati di Torino e provincia. L'occasione per realizzare questa intervista è nata dal presidio da loro organizzato per lunedì 24 marzo in P.za Palazzo di Città davanti al Municipio, ma oltre a presentare il gruppo di autorganizzati, si è parlato in generale delle critiche condizioni in cui verte il settore a livello locale.\r\nInfatti non essendo state aggiornate le tariffe per l'accreditamento dei servizi di assistenza socio sanitaria scaduti a fine 2024, i fondi rischiano di non essere sufficienti per permettere i servizi stessi, con la prospettiva di lasciare abbandonate persone con grosse fragilità, dalle disabilità fisiche e mentali alle tossicodipendenze. Per questo anche gli utenti e le loro famiglie, sono stati coinvolti nella lotta degli autorganizzati, una lotta che si prospetta lunga e non semplice, ma assolutamente necessaria per migliaia di lavoratori e lavoratrici ed utenti di Torino e Provincia. Infine Roberto invita tutte e tutti a partecipare al presidio previsto per il 12 Aprile, nel pomeriggio, in piazza castello. Per sapere l'orario preciso, tenervi aggiornati e/o potervi unire al loro gruppo, vi lasciamo di seguito i link alle loro social. [1] [2] [3]\r\nBuon ascolto \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Roberto-presenta-educatori-e-oss-autorganizzati-di-Torino-e-provincia-mobilitazioni-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con Delio Fantasia\r\ndella FMLUniti-CUB di Cassino (FR) sul convegno nazionale automotive del\r\n12/04/2025 che si terrà nella Sala Consiliare del COMUNE PIEDIMONTE S.G.\r\n(FR). La sua esperienza come operaio e militante sindacale gli ha fatto\r\nsubire il licenziamento ma non ha fermato il suo attivismo. \"È da almeno\r\n15 anni che non ci si fermava a discutere tra operai dell'annosa crisi del\r\nmanifatturiero legato all'automotive e questo convegno è nato con\r\nl'intenzione di non rispondere più alle provocazioni padronale solo di pancia\" ci spiega Delio \"ed è per questo che sono stati invitati Stefano\r\nFassina per affrontare/discutere le proposte e le soluzioni ad una crisi\r\nindustriale nazionale, Giuseppe Marziale per affrontare/discutere i\r\ndiritti sindacali esercitati contro le politiche di contrasto alla\r\ndeindustrializzazione e Davide Bubbico per affrontare/discutere\r\nsull'automotive in Italia tra transizione tecnologica e rischio\r\ndeindustrializzione\". Al convegno è prevista la partecipazione con\r\ninterventi di operai/e del gruppo stellantis ed indotto provenienti dagli stabilimenti italiani. 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In conclusione abbiamo fatto un focus sugli scioperi, sempre nella logistica, a livello piemontese e rilanciato le prossime mobilitazioni di piazza in cui il sindacato di base è coinvolto, che vanno al di là delle sole questioni vertenziali, come la piazza che ci sarà il 12 Aprile a Milano contro il comportamento predatorio di Israele, il riarmo europeo, l'economia di guerra e il ddl 1236 \u003Cmark>ex\u003C/mark> ddl 1660.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Fabio-Santoro-SiCobas-Torino-su-sciopero-nazionale-logistica@.mp3\"][/audio]\r\nBuon ascolto \r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello del lavoro sociale, ne abbiamo parlato in diretta radio telefonica con Roberto, membro del neonato gruppo di educatori e OSS autorganizzati di Torino e provincia. 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La sua esperienza come operaio e militante sindacale gli ha fatto\r\nsubire il licenziamento ma non ha fermato il suo attivismo. \"È da almeno\r\n15 anni che non ci si fermava a discutere tra operai dell'annosa crisi del\r\nmanifatturiero legato all'automotive e questo convegno è nato con\r\nl'intenzione di non rispondere più alle provocazioni padronale solo di pancia\" ci spiega Delio \"ed è per questo che sono stati invitati Stefano\r\nFassina per affrontare/discutere le proposte e le soluzioni ad una crisi\r\nindustriale nazionale, Giuseppe Marziale per affrontare/discutere i\r\ndiritti sindacali esercitati contro le politiche di contrasto alla\r\ndeindustrializzazione e Davide Bubbico per affrontare/discutere\r\nsull'automotive in Italia tra transizione tecnologica e rischio\r\ndeindustrializzione\". Al convegno è prevista la partecipazione con\r\ninterventi di operai/e del gruppo \u003Cmark>stella\u003C/mark>ntis ed indotto provenienti dagli stabilimenti italiani. Verrà anche trasmesso in diretta streaming, sui\r\ncanali CUB, e ci saranno le registrazioni disponibili dopo. Abbiamo avuto\r\nmodo di affrontare anche l'annoso nodo del rinnovo contrattuale alla luce\r\ndelle 8 ore di sciopero dei metalmeccanici, proclamate dalla triade\r\nconfederale stranamente unita, per il 28/03/2025 con manifestazioni\r\nregionali e provinciali in tutta Italia per riaprire la trattativa con\r\nFedermeccanica e Assistal.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Delio-Fantasia-presenta-giornata-12-aprile-su-convegno-nazionale-stellantis-e-automotive.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[299],{"field":91,"matched_tokens":300,"snippet":296,"value":297},[65],1155199568682418200,{"best_field_score":303,"best_field_weight":129,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":304,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":100},"1112335974400","1155199568682418289",{"document":306,"highlight":318,"highlights":323,"text_match":301,"text_match_info":326},{"comment_count":42,"id":307,"is_sticky":42,"permalink":308,"podcastfilter":309,"post_author":179,"post_content":310,"post_date":311,"post_excerpt":48,"post_id":307,"post_modified":312,"post_thumbnail":313,"post_title":314,"post_type":185,"sort_by_date":315,"tag_links":316,"tags":317},"71889","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-09-11-2021/",[139],"Il primo collegamento l'abbiamo fatto con Giulia Druetta, avvocatessa dei riders in causa contro Uber Eats e i suoi intermediari, che ci ha raccontato come è nata l'intenzione da parte di questi ragazzi di origine africana auto organizzati, a portare avanti una lotta per pretendere giustizia per loro e per i loro colleghi. Inoltre abbiamo lanciato l'appuntamento della cena benefit organizzata per raccogliere i fondi necessari ai viaggi di spostamento tra Torino e Milano che serviranno ai riders per andare a presidiare nei tribunali dove avverranno questi processi contro i loro aguzzini. Questo è quanto recita il testo dell'evento per la cena di cui sopra che si terrà il 15 Novembre all'Edera Squat:\r\n\r\nIl 15 novembre all’Edera squat, in via Pianezza,115, ci sarà una gustosa cena benefit dai sapori africani per sostenere i riders di Uber eats. \r\nQuesti lavoratori venivano assunti da un intermediario, FRC, ma di fatto erano alle dipendenze di Uber eats. Le condizioni di lavoro alle quali erano sottoposti: pagati 3 euro a consegna, multati senza giustificazioni, licenziati con un click, costretti a ritmi di lavoro massacranti, senza nessuna misura di sicurezza, reclutati per lo più nei centri di accoglienza, tutti stranieri in fuga da territori ostili, facilmente ricattabili.\r\nI lavoratori di Milano e di Torino si sono uniti e organizzati in maniera autonoma animando sciopero e presidi e dando vita a diverse cause, penali e civili, contro Uber e FRC.\r\nQuesto benefit ha l'obiettivo di raccogliere fondi affinché i rider possano spostarsi tra Milano e Torino per poter partecipare ai processi che li riguardano e avere l’opportunità di rivendicare ancora una volta uniti i propri diritti.\r\nIl 18 novembre verrà emessa la sentenza di primo grado, la prima in Italia, che deciderà del caso dei rider di Uber e noi saremo presenti per portare solidarietà ai nostri colleghi. \r\nhttps://www.facebook.com/1251882561499034/posts/4737705979583324/\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Druetta-su-causa-riders-Uber-Eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Cosimo Scarinzi della CUB Torino che ci ha illustrato le motivazioni che hanno spinto il sindacato di base di cui fa parte, oltre che Asia Usb, Potere al popolo, Cambiare Rotta, Mamme in piazza per la libertà di dissenso Case Occupate di zona San Paolo Assemblea No Tav Torino e cintura, Associazione amici di via Revello, di scendere in presidio davanti a palazzo di città per ribadire che:\r\n\r\nLa nuova giunta Lo Russo sa già di vecchio: le prime dichiarazioni riportano senza sconti al modello basato su grandi progetti speculativi, centro città come una vetrina per grandi eventi, esternalizzazioni e precarietà lavorativa, sostegno ai privati a scapito del pubblico e assessori “consigliati” dalle fondazioni bancarie.\r\n\r\nUn modello che i 5 Stelle avevano dichiarato di voler stravolgere ricevendo un largo sostegno da larghe fette di popolazione. Aspettative che hanno però totalmente disatteso sia ignorando i bisogni delle periferie sia avvicinandosi nuovamente al medesimo modello di gestione del Sistema Torino.\r\n\r\nUn modello di sviluppo che ha prodotto in oltre tre decenni problematiche sociali sempre più pesanti per la città. Una gestione che ha creato diseguaglianze crescenti orientando le risorse della città a favore di pochi grandi imprenditori e gruppi finanziari a scapito di un’altissima fetta di lavoratori che vivono di lavori sempre più precari e meno pagati.\r\n\r\nLa giunta Lo Russo ripropone oggi tale visione politica, che ha compromesso l’accesso a strati di popolazione sempre più ampi da diritti elementari come la casa, il lavoro, la sanità, i trasporti fino ai documenti.\r\n\r\nConvochiamo un presidio pubblico sotto il Comune di Torino il giorno del primo consiglio comunale l'8 novembre alle 16.30, aperto a tutte le realtà e ai singoli che da anni portano avanti battaglie per contrastare questo modello escludente di sviluppo. Scendiamo in piazza per rafforzare l’alternativa sociale in questa città e rimettere al centro i bisogni e le necessità delle classi popolari, dei lavoratori e degli emarginati.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Scarinzi-su-presidio-instaurazione-giunta-Lo-Russo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Edi Lazzi, segretario FIOM Torino, col quale abbiamo provato a capire le intenzioni presenti e future che Stellantis intende applicare sui propri stabilimenti, a Torino e non. Nella fattispecie abbiamo parlato di una decisione, ovvero quella di trasferire (e di fatto ridimensionare drasticamente) le produzioni della Maserati di Grugliasco (Ex Bertone) a Mirafiori, ma senza poter garantire il posto di lavoro a chi verrà escluso da questo ridimensionamento, nè garantendo sicurezze a chi inizierà a lavorare in un nuovo stabilimento senza sapere per quanto tempo ancora. Per questo il 13 ottobre, di fronte alla prospettiva di circa 1100 lavoratori in esubero (contando anche il personale in appalto, mense, pulizie ecc..) c'è stato un presidio con assemblea davanti allo stabilimento Maserati, dal quale è uscita forte la richiesta di avere risposte chiare dal colosso Stellantis.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_FIOM-su-trasferimento-Maserati-Grugliasco-e-Stellantis.mp3\"][/audio]","17 Novembre 2021","2021-11-17 18:24:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/treves_mi-spiace-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/11/2021",1637173493,[],[],{"post_content":319},{"matched_tokens":320,"snippet":321,"value":322},[193],"intenzioni presenti e future che \u003Cmark>Stella\u003C/mark>ntis intende applicare sui propri stabilimenti,","Il primo collegamento l'abbiamo fatto con Giulia Druetta, avvocatessa dei riders in causa contro Uber Eats e i suoi intermediari, che ci ha raccontato come è nata l'intenzione da parte di questi ragazzi di origine africana auto organizzati, a portare avanti una lotta per pretendere giustizia per loro e per i loro colleghi. 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