","Expo. Sgomberi, repressione e lavoro nero","post",1430237851,[63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/giambellino/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-nero/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/no-expo/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/",[69,70,18,71,72],"giambellino","lavoro nero","no expo","Sgomberi",{"post_content":74,"post_title":79,"tags":83},{"matched_tokens":75,"snippet":77,"value":78},[76],"nero","del mattino, i lavoratori in \u003Cmark>nero\u003C/mark> assunti dalle aziende e dalle","La tensione sale a Milano in vista dell'Expo. Al punto che si sta verificando un effetto boomerang: decine di scuole hanno deciso di cancellare le visite già programmate, perché spaventate dai continui allarmi per la sicurezza.\r\n\r\nQuesta mattina la polizia ha sgomberato alcune case al Giambellino, effettuando perquisizioni alla ricerca di armi. C'é stato un arresto e numerosi fermi di attivisti francesi. Un chiaro segnale intimidatorio prima delle giornate No Expo in programma dal 30 aprile al 3 maggio, il cui fulcro sarà la manifestazione del Primo Maggio nel centro di Milano.\r\n\r\nE' di due giorni fa la notizia – diffusa dal Corriere della Sera – che nei cantieri Expo c'è un ingresso non ufficiale, un cancello appena accostato, dove entrano nelle prime ore del mattino, i lavoratori in \u003Cmark>nero\u003C/mark> assunti dalle aziende e dalle cooperative che hanno avuto un subappalto del subappalto per Expo. La corsa contro il tempo è sempre più forsennata.\r\n\r\nAi tempi in cui si mangia più il marchio che il cibo, quest'Expo all'insegna dell'agrobusiness, non può essere rimandata. Il primo ministro Matteo Renzi ci si gioca la faccia.\r\n\r\nCosì sul fronte del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> si corre come topolini inseguiti dal gatto, per quattro soldi e senza un contratto.\r\n\r\nSul fronte delle contestazioni sono partite, oltre ad una campagna mediatica poco accorta, le misure di polizia.\r\n\r\nL'ampia rete di movimento, che ha costruito l'appuntamento di questo lungo fine settimana, continua sulla sua strada.\r\n\r\nL'appuntamento il Primo Maggio dalle 14 in piazza XXIV maggio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo, un compagno di Milano\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nmassimo_expo\r\n\r\n ",{"matched_tokens":80,"snippet":82,"value":82},[81,76],"lavoro","Expo. 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Tratto comune dei due dispositivi, una forza-lavoro che il capitale pretende sempre più flessibile. Si tratta insomma di spremere il massimo di erogazione di lavoro da chi ha un potere contrattuale molto basso, perché disoccupato o messo al lavoro con uno degli infiniti contratti a termine che le diverse riforme hanno prodotto nell'ultimo qundicennio.\r\nL'occasione per parlare di voucher, buoni usati per pagare prestazioni lavorative occasionali (di cui fanno largo diverse aziende per impiegare dipendenti a chiamata per prestazioni lavorative occasionali, come servizi domestici, ristorazione o attività agricole) ha (stra)parlato in questi giorni Filippo Taddei, responsabile economico del PD, che per legittimarne l'uso li ha definiti “un incentivo all’emersione del lavoro nero\" e quindi \"non va cambiata la legge ma introdotta la tracciabilità per impedire che il datore di lavoro possa denunziare meno ore di quelle lavorate dal cosiddetto voucherista”. Quello che Taddei non sa (o fa finta di non sapere) è che proprio il largo uso di voucher testimonia l'abbondanza di lavoro nero.\r\nSul tema abbiamo intervistato Marta Fana, ricercatrice all'Institut d'Etudes Politiques de Paris, curatrice del blog disordinedeisogni\r\n\r\nmarta fana\r\nUn altro fenomeno recente la cui diffusione è particolarmente indicativa della pervasività delle ragioni dell'impresa (a scapito dei lavoratori) è l'ingiunzione al lavoro domenicale e festivo cui si trovano sottoposti i dipendenti del commercio, soprattutto nella grande distribuzione. A partire dalle ultime festività natalizie, quasi tutti le grosse imprese del settore hanno imposto ai propri dipendenti un'illimitata disponibilità a lavorare durante le festività ordinarie e straordinarie. Nè è nata una campagna di sensibilizzazione (qui una pagina facebook) che per ora non ha però trovato la solidarietà degli utenti-consumatori. L'obbligo non risponde tanto a una necessità effettiva quanto alla competizione al ribasso (giocata sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici del settore) tra le aziende nel dimostrare disponibilità assoluta per i capricci di clienti effettivi o potenziali. Contro questo stato di cose, il prossimo 28 maggio ci sarà uno sciopero dei lavoratori delle imprese della grande distribuzione organizzata che aderiscono a FederComemrcio.\r\nlav CDO","27 Aprile 2016","2016-04-29 14:15:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/13094313_1770878176477144_8072735558907190488_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/13094313_1770878176477144_8072735558907190488_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/13094313_1770878176477144_8072735558907190488_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/13094313_1770878176477144_8072735558907190488_n.jpg 552w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Voucher e lavoro festivo: lo sfruttamento ai tempi della crisi",1461772848,[128,129,130,131,132],"http://radioblackout.org/tag/1-maggio/","http://radioblackout.org/tag/centri-commerciali/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-festivo/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/voucher/",[134,135,136,32,137],"1 maggio","centri commerciali","lavoro festivo","voucher",{"post_content":139,"post_title":143,"tags":146},{"matched_tokens":140,"snippet":141,"value":142},[81,76],"definiti “un incentivo all’emersione del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark>\" e quindi \"non va cambiata","A pochi giorni dal 1 maggio, vale la pena prendere in considerazione due delle forme oggi più abusate di sfruttamento della forza-lavoro: i buoni-voucher per disoccupati e la \"possibilità\" (leggi: obbligo) del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> festivo nella grande distribuzione. 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Un video girato dalla Cgil e dalla Flai di Catania mostra bambini tra i 10 e i 14 anni che lavorano come raccoglitori. Il documentario è stato realizzato nelle campagne del catanese, dove ci sono anche bambini più piccoli e persino neonati. I braccianti li portano con loro per non lasciarli a casa da soli. Molti di loro non vanno quindi a scuola, quelli molto piccoli vengono adagiati dentro le “gabbiette”, le cassettine bucate per la frutta, e lì restano tutta la giornata mentre i genitori fanno la raccolta.\r\n\r\nBambini e ragazzi sono arrivati in Sicilia con i barconi: finiscono nei CARA o clandestini senza documenti nascosti in campagna dove offrono lavoro per poco o nulla.\r\nI caporali li raccolgono sulle piazzole, li portano nei campi e si prendono parte del salario.\r\n\r\nFanno 12 ore al giorno per paghe che vanno dai 20 ai 30 euro totali, da cui si deve sottrarre la percentuale da destinare ai caporali. In genere si va dai 5 ai 15 euro». Il lavoro nero in Sicilia è in costante crescita. Sulle 11 mila aziende agricole della regione l’Inps ne ha ispezionate 270 nel 2014, e ha scoperto 570 lavoratori completamente in nero. Il rapporto è di un bracciante sommerso ogni 3. Nel registro anagrafico di Paternò sono iscritti soltanto sette cittadini marocchini, mentre gli autori del video ne hanno trovati 43 accampati dentro la Falconieri, una scuola abbandonata e diroccata: vivono lì senza acqua né luce.\r\n\r\nIl drastico abbassamento del costo del lavoro favorisce le grandi imprese e porta al fallimento i piccoli agricoltori, che svendono le terre e prendono la via dell'immigrazione verso la Germania e il Belgio.\r\n\r\nIn Sicilia le politiche sull'immigrazione, il trattamento dei rifugiati, la politica dei CARA, il caporalato e il lavoro servile disegnano un puzzle, dove la messa al lavoro in condizioni simili alla schiavitù, senza tuttavia l'obbligo di alloggiare e mantenere il bracciante quando non serve, è la posta in gioco di un capitalismo sempre più feroce.\r\n\r\nSe a questo si aggiunge il ruolo di piattaforma logistica sul Mediterraneo che la Sicilia ha gradualmente assunto il quadro è completo. La Sicilia ha fatto da piattaforma avanzata per le operazioni nei Balcani negli anni ‘90, per le guerre globali dopo l’11 settembre 2001, per le recenti crociate contro le migrazioni nel Mediterraneo.\r\n\r\nInfine è stata la volta del MUOS di Niscemi, della base di Sigonella promossa da Washington e Bruxelles a capitale mondiale dei droni e del dislocamento, sempre a Sigonella della neocostituita forza di pronto intervento del Corpo dei marines, sempre più impegnata nei blitz e in operazioni sporche top secret in Nord Africa e Somalia. Un’escalation senza fine del processo di militarizzazione che ha avuto effetti devastanti per la società, l’economia e la politica siciliana e già nei prossimi mesi potrà avere altri e più pericolosi effetti nel vissuto di tutti i siciliani.\r\n\r\nMare Nostrum, un programma di stampo neocoloniale sin dalla scelta del nome, viene narrata come operazione umanitaria, di salvataggio di migranti e profughi in difficoltà. In realtà per il soccorso non occorre la marina militare, che invece ha tentato di impedire la partenza dei migranti, impiegando droni che sono penetrati sin nell'entroterra libico. L'instabilità della Libia, dopo la guerra del 2011, ha decretato il fallimento dell'operazione, che potrebbe presto essere riprodotta in veste più nettamente bellica.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, attivista No Muos, molto attento alle dinamiche dell'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 03 04 mazzeo lavoro minorile","4 Marzo 2015","2015-03-05 13:15:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/agrumi-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/agrumi-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/agrumi-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/agrumi.jpeg 489w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sicilia. 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L’ha detto nell’agosto del 2010 l’allora ministro Tremonti al BERGEN FEST. Noi non siamo d’accordo, e cercheremo di capire meglio come stanno davvero le cose con l’aiuto di lavoratori e lavoratrici che il problema della sicurezza sul lavoro se lo trovano di fronte tutti i giorni, soprattutto dopo i casi TISSEN e ILVA o, per restare a Torino, i tetti delle scuole che cadono sulla testa degli studenti e degli insegnanti.\r\n\r\nCominciamo con alcune cifre. Nel 2010 gli infortuni sul lavoro in Italia con una prognosi superiore a 4 giorni sono stati 776.000 di cui 973 mortali. Nel 2011 sono stati 725.000 di cui 920 mortali. La leggera diminuzione, come vedremo meglio, deve considerare l’aumento del lavoro nero, la diminuzione della produzione, nonché il ricorso al lavoro autonomo e al precariato anomalo. Tutte condizioni di lavoro che limitano il ricorso a pratiche di infortunio accertabili. Quindi in realtà gli infortuni e i morti sul lavoro sono aumentati. Nel 2012 (non ancora finito) gli infortuni sono stati 827.854 che hanno provocato 827 morti e 20.696 invalidi.\r\nE ora diamo la parola a 2 lavoratrici della sede torinese della COMDATA, leader Italiano nell’outsourcing di servizi di Contact Center, Help Desk, Back Office, Credit Management e molto altro. IRENE è Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e FEDERICA è rappresentante sindacale, entrambe della CUB, che racconteranno come un problema antico come quello della salute si presenta anche in realtà apparentemente all’avanguardia.\r\nMa c’è chi sta peggio. Infatti la sede torinese della COMDATA è stata progettata e attrezzata fin dall’inizio come CALL CENTER, ma il nuovo mercato ha attirato molti furbetti in cerca di guadagno facile e veloce che hanno improvvisato dei CALL CENTER praticamente dal nulla. IRENE accenna anche al stress dda lavoro correlato, una patologia psichiatrica poco nota ma strisciante e devastante, tipica delle professioni con elevato contenuto relazionale, che fa capolino anche nei lavoratori e nelle lavoratrici del telefono, con quello che ne consegue in uso e abuso di psicofarmaci.\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/call-center2.mp3\"] Scarica file\r\n ","17 Dicembre 2012","2025-09-24 22:00:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/lavoro-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/lavoro-300x168.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","SALUTE E SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO",1355745147,[243,244,245,246],"http://radioblackout.org/tag/call-center/","http://radioblackout.org/tag/cub/","http://radioblackout.org/tag/salute/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza/",[248,249,250,251],"call center","cub","salute","sicurezza",{"post_content":253,"post_title":257},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":256},[81,76],"meglio, deve considerare l’aumento del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark>, la diminuzione della produzione, nonché"," \r\n\r\nNon possiamo più permetterci il lusso di una legge sulla sicurezza e salute dei lavoratori. L’ha detto nell’agosto del 2010 l’allora ministro Tremonti al BERGEN FEST. Noi non siamo d’accordo, e cercheremo di capire meglio come stanno davvero le cose con l’aiuto di lavoratori e lavoratrici che il problema della sicurezza sul \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> se lo trovano di fronte tutti i giorni, soprattutto dopo i casi TISSEN e ILVA o, per restare a Torino, i tetti delle scuole che cadono sulla testa degli studenti e degli insegnanti.\r\n\r\nCominciamo con alcune cifre. Nel 2010 gli infortuni sul \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> in Italia con una prognosi superiore a 4 giorni sono stati 776.000 di cui 973 mortali. Nel 2011 sono stati 725.000 di cui 920 mortali. La leggera diminuzione, come vedremo meglio, deve considerare l’aumento del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark>, la diminuzione della produzione, nonché il ricorso al \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> autonomo e al precariato anomalo. 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Infatti la sede torinese della COMDATA è stata progettata e attrezzata fin dall’inizio come CALL CENTER, ma il nuovo mercato ha attirato molti furbetti in cerca di guadagno facile e veloce che hanno improvvisato dei CALL CENTER praticamente dal nulla. 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Parte subito, ma la piena applicazione sarà solo dal 2017, e fino ad allora funzioneranno ancora le diverse tipologie di cassa integrazione e la mobilità. Sarà finanziata da un costo dai lavoratori a tempo indeterminato, dai fondi della Cig in deroga, e da un aumento dei contributi su tutti i contratti a termine, per i quali questo onere contributivo non è accompagnato da un tetto minimo salariale, e quindi il rischio è che certi (im)prenditori, per pagare la tassa, finiscano per ridurre lo stipendio ai lavoratori precari, caricando sulle loro spalle i maggiori costi imposti dalla riforma. Per usufruire dell’ ASpI bisogna avere almeno due anni di anzianità assicurativa e 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio.\r\n\r\n \r\n\r\nL'IMPORTO EROGATO È SCARSO E NON RISPONDE AL REQUISITO MINIMO CHIESTO DAL PARLAMENTO EUROPEO\r\n\r\nL’importo stanziato sarà pari al 75% della retribuzione fino a 1.150 euro e al 25% oltre questa soglia, per un tetto massimo di 1.119 euro lordi al mese. L'assegno verrà tagliato del 15% dopo i primi sei mesi e di un altro 15% dopo il semestre successivo. È un importo che non risponde al requisito che, secondo il Parlamento Europeo, dovrebbe essere quello di garantire una vita dignitosa al lavoratore che ha perso il suo impiego ed alla sua famiglia, cioè non dovrebbe essere inferiore al 60% del reddito mediano dello Stato membro interessato (come da punto 15 della risoluzione). E il 60% del reddito mediano mensile netto italiano è pari a 1.227 euro (dato di partenza di fonte Istat). Pertanto chi si ritrova licenziato avrà un assegno di disoccupazione previsto dall'ASpI pari a 7mila euro all'anno, ed oltretutto sottoposto a continui ribassi (-15% dopo i primi sei mesi, ulteriore ribasso del 15% dopo il secondo semestre): un importo che non garantisce alcuna copertura rispetto al rischio di caduta in povertà legato alla perdita del lavoro. \r\n\r\n \r\n\r\nL’ASPI RIDUCE LA DURATA DELLE PROTEZIONI\r\n\r\nSe fino ad ora si poteva contare su 2 anni di Cassa integrazione straordinaria, dopo i quali scattava la mobilità (2 anni per gli under 50, e 3 per gli over, o 4 anni per gli over 50 del Sud), cioè in totale una protezione dai 2 ai 6 anni, invece dopo il “periodo di transizione” della riforma, cioè dal 2017 quando spariranno la mobilità e la Cassa straordinaria, resterà soltanto 1 misero anno, massimo 1 anno e mezzo per gli anziani, dopo il quale c’è l’inferno della disoccupazione. E per di più il lavoratore che esce dal mercato del lavoro, perderà il vantaggio alla ricollocazione, che prima era assicurato dall’iscrizione nelle liste di mobilità. Dove si collocheranno le lavoratrici e i lavoratori espulsi dai luoghi di lavoro, senza tutele, e lontanissimi dall’accesso alla pensione a causa dell’allungamento abnorme dell'età pensionabile contenuto nella riforma Fornero del dicembre 2011?\r\n\r\n \r\n\r\nALTRE CONSIDERAZIONI:\r\n\r\n1) l’art 62 prevede che il lavoratore decada da ogni trattamento qualora “non accetti una offerta di un lavoro inquadrato in un livello retributivo non inferiore del 20 per cento rispetto all’importo lordo dell’indennità (non della retribuzione!) cui ha diritto”. Ma (art. 24) l’importo lordo dell’indennità, come abbiamo visto, è pari al 75% della retribuzione, a cui si applica una ulteriore “riduzione del 15% dopo i primi sei mesi di fruizione” e una ulteriore “del 15% dopo il dodicesimo mese di fruizione”. Insomma un lavoratore licenziato che percepiva 1.000 euro decadrà dal trattamento qualora non accetterà un impiego per una retribuzione pari a €.433 lordi (!), e ciò del tutto a prescindere da che tipo di attività si tratti e con quale orario, purché il posto di lavoro sia “raggiungibile mediamente in 80 minuti con i mezzi di trasporto pubblici” che con il ritorno a casa fanno 160 minuti e cioè 3 ore solo di viaggio giornaliero casa/lavoro per poco più di 300 euro netti al mese. Ogni commento è superfluo.\r\n\r\n2) l’ASpI è una forma di sussistenza privatistica con la quale la tutela dalla disoccupazione comincia a passare dalla fiscalità generale ad una forma di sussistenza stipulata tra impresa e singolo dipendente. Dunque la disoccupazione perde la sua valenza di problema sociale per diventare un fatto individuale, una specie di disgrazia personale di chi ci incorre. \r\n\r\n3) oggi i lavoratori hanno materialmente più possibilità di riavere presto il loro posto di lavoro, avendo il diritto di prelazione, che dura 6 mesi per i lavoratori in mobilità, e stabilisce che se l'azienda vuole assumere nuovi lavoratori deve dare la precedenza ai propri ex dipendenti ancora iscritti alle liste di mobilità che nel frattempo non abbiano trovato un altro lavoro. Ma la riforma cancella la mobilità alla fine del 2016.\r\n\r\n4) oggi i lavoratori hanno un’attitudine allo stare insieme per cercare di riavere una collocazione o dall’azienda o dalle istituzioni, come accaduto molte volte. Invece, con la riforma Fornero, una volta perso il posto, i lavoratori saranno tutti meno tutelati, molto più isolati e con la paura costante di non trovare più un lavoro.\r\n\r\n5) La riforma degli ammortizzatori sociali cancella dopo il 2016 anche la Cassa in deroga, introdotta nel 2009 al fine di estendere i sussidi alle piccole imprese e ai settori finora esclusi dalla Cassa. \r\n\r\n6) Cancellando la Cassa straordinaria (Cigs) si toglie anche la possibilità di restituzione delle quote di accantonamento del Tfr maturato in costanza di Cigs qualora il lavoratore cessi dal rapporto di lavoro prima della ripresa lavorativa. \r\n\r\n7) Nella valutazione dei requisiti d'accesso all’ASpI andrebbero conteggiate e sommate alle attività di lavoro subordinato anche le settimane per le quali sia stata versata contribuzione destinata a gestioni diverse da quella dei lavoratori dipendenti, al fine di aumentare l'inclusività dell'istituto che, per come e'presentato nel testo, non risponde alle diverse forme del lavoro precario.\r\n\r\n \r\n\r\nLA MINI-ASPI\r\n\r\nÈ riservata ai lavoratori subordinati che abbiano almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 12 mesi, e dura la metà dei mesi per cui si hanno i contributi, al massimo per sei mesi. A conti fatti la mini-ASpI è più generosa del trattamento attuale: per una retribuzione media di 9.855 euro l'anno (quella di un precario), chi ha lavorato 3 mesi prenderà 926 euro in tutto (contro i 731 di oggi), e chi ha lavorato un anno raddoppierà l'assegno (3.700 euro in tutto contro 1.800). Il calcolo è lo stesso previsto per l'AspI.\r\n\r\n1) La mini-ASpI non amplia la platea dei protetti, ma sostiene chi oggi ha già un ombrello\r\n\r\n2) la mini ASpI resta comunque nel complesso poco generosa, tanto da essere quasi ininfluente per chi è senza lavoro e ha bisogno di un sostegno al reddito.\r\n\r\n3) bisogna ottenere che per la mini ASpI l'unicorequisito per la fruizione debba essere lacontribuzione di 13 settimane senza altre aggiunte, e che ilcalcolo dell'istituto debba essere allungato rispetto all’attuale metà dellesettimane su cui sia stata versata contribuzione, per nonprodurre un taglio rispetto al valore dell'indennità didisoccupazione con requisiti ridotti.\r\n\r\n \r\n\r\nASPI ZERO \r\n\r\nL’ASpI non determina una reale universalità nel sostegno al reddito, come invece aveva promesso Monti nel suo discorso di novembre alla risoluzione del Parlamento Europeo. Questa riforma infatti non estende gli ammortizzatori a chi non abbia due anni di anzianità assicurativa e versato almeno 52 settimane di contributi, cioè le giovanigenerazioni del lavoro discontinuo e i giovani disoccupati che non trovano il primo lavoro. Non è prevista nessuna tutela per co.co.pro., collaborazioni occasionali, a chiamata, assegnisti di ricerca: si tratta di 945.141 lavoratori precari, di cui più della metà sono co. co. pro (675.883), cui si aggiungono 52.459 associati in partecipazione, 54.210 co.co.co. statali, 49.179 dottorandi e assegnisti di ricerca, 24 mila venditori porta a porta, 27 mila “collaboratori” generici, 8.913 occasionali (Dati Isfol 2010). A questi vanno aggiunte tutte le finte partite IVA. Siamo quindi ben lontani da un ammortizzatore universale degno di questo nome, o da un reddito di cittadinanza, in procinto di essere invece attuato in Europa.\r\n\r\n \r\n\r\nFONDO SOLIDARIETA’ PER SETTORI NON COPERTI DA CASSA INTEGRAZIONE:\r\n\r\nEntro il 2013 per le aziende con più di 15 dipendenti arriva un Fondo di solidarietà presso l’Inps, che andrà a sostituire parzialmente l’eliminazione della cassa integrazione in deroga, della cig straordinaria e della mobilità. La contribuzione dovrà essere a carico del datore di lavoro (2/3) e del lavoratore (1/3) e ci sarà l’obbligo di bilancio in pareggio dell’ente erogatore. Al finanziamento potrà concorrere anche lo 0,30% attualmente versato ai fondi per la formazione.\r\n\r\n1) i fondi pur essendo privi di personalità giuridica ed essendo definiti come “gestioni dell’Inps” si pongono come evidente transizione verso un modello che ha l’obiettivo di trasferire parti crescenti del welfare dalla garanzia e gestione pubblica a quella della bilateralità fra imprese e sindacati, privatizzando di fatto il welfare e cambiando quindi il ruolo delle organizzazioni sindacali. \r\n\r\n2) L’abolizione della cassa in deroga e straordinaria non diventa occasione per istituire strumenti a carico della fiscalità generale, contributi pubblici a sostegno al reddito come per esempio il reddito sociale minimo, attualmente in discussione in Europa. Il reddito sociale minimo garantirebbe l’autonomia e la libertà di scelta, toglierebbe dalla ricattabilità del lavoro nero e dello schiavismo, permetterebbe a una generazione di compiere scelte non dettate dalla condizione economica della propria famiglia e di avviare un percorso di crescita formativa, professionale e di vita con una minima rete di protezione sociale.\r\n\r\n3) i fondi configurano tutele diverse a secondo dei settori e non garantiscono le tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle imprese con meno di 15 addetti, essendo obbligatori solo al di sopra di tale soglia. \r\n\r\n \r\n\r\nIL CONTRIBUTO DI LICENZIAMENTO\r\n\r\nDal 2013 il datore di lavoro all’atto del licenziamento per i rapporti a tempo indeterminato e per gli apprendisti, dovrà versare all’Inps mezza mensilità ogni 12 mensilità di anzianità aziendale negli ultimi tre anni. Questa novità è probabilmente proposta a seguito della revisione dell'articolo 18 che renderà più facili i licenziamenti. Il contributo di licenziamento sostituirà i contributi oggi versati dalle aziende per la disoccupazione e la mobilità. Il lavoratore riceverebbe invece un indennizzo economico proporzionale all'anzianità di servizio deciso dal Giudice o da un arbitro scelto tra le parti. Il governo dovrebbe però rafforzare le tutele per i lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti, oggi escluse dall'articolo 18.\r\n\r\n \r\n\r\nTUTELA DELLA LAVORATRICE MADRE\r\n\r\nNella riforma del mercato del lavoro c'é la norma contro le dimissioni in bianco, un turpe strumento spesso utilizzato da certi (im)prenditori a discapito delle lavoratrici perché non restino incinta. Si estende fino a tre anni di vita del bambino il “periodo di rafforzamento”, cioè il periodo in cui le dimissioni della lavoratrice madre o del lavoratore padre devono essere convalidate dal Ministero Del Lavoro. \r\n\r\n1) con le previsioni contenute nel ddl la burocratizzazione è aumentata ed è tutta a\r\ncarico della lavoratrice, che comunque sarà ricattabile con la procedura prevista,\r\ncioè l'obbligo, per la convalida delle dimissioni, della firma. Infatti la semplice apposizione di firma da parte del lavoratore in calce alla comunicazione del datore di lavoro di cessazione del rapporto per dimissioni volontarie o risoluzione consensuale non è sufficiente a scongiurare la pratica delle dimissioni in bianco. A garanzia di chi lavora andrebbe esplicitato che il Ministero possa verificare, contestualmente all'invio della comunicazione, le modalità di data e veridicità delle dimissioni.\r\n\r\n2) se il lavoratore non firma la dichiarazione di dimissioni evidentemente non vi è la volontà, e pertanto il rapporto di lavoro non può considerarsi “risolto”, con una penalizzazione per il lavoratore che manifesta l'abuso con la non sottoscrizione della comunicazione di risoluzione.\r\n\r\n3) va chiarito che la non sospensione della prestazione di lavoro da parte della lavoratrice o lavoratore che non hanno sottoscritto la comunicazione di risoluzione o dimissioni rende nullo l'effetto sospensivo e comporta l'automaticità della comminazione di pena per la falsa dichiarazione al datore di lavoro\r\n\r\n4) andrebbe chiarito che non solo le dimissioni o risoluzione sono prive di effetto ma nel periodo pregresso non agisce l'effetto sospensivo\r\n\r\n5) il reato per falsa dichiarazione di dimissioni volontarie o risoluzione consensuale va assimilato al licenziamento illegittimo con le relative conseguenze, e l'ammenda sanzionatoria va chiarito che è aggiuntiva. Altrimenti la falsa dichiarazione che maschera un tentato licenziamento sarebbe punita con una penalizzazione inferiore a quella prevista per analogo illecito: in un caso infatti avremmo la semplice ammenda e sospensione della risoluzione nell'altro indennizzo e reintegro. La progressività dell'ammenda a discrezionalità della Direzione territoriale del lavoro non è giustificabile dal momento che il reato/abuso commesso è il medesimo.\r\n\r\n6) le sanzioniattualmente previste, da 5 a 30 mila euro, sono ancora troppo basse, e le organizzazioni sindacali hanno chiesto che siano raddoppiate, oppure che si preveda la disciplina del licenziamento discriminatorio\r\n\r\n \r\n\r\nSi intendono poi favorire le varie forme di baby-sitting, prevedendo l’introduzione di voucher di cui la lavoratrice madre potrà usufruire in alternativa al facoltativo periodo di maternità.\r\n\r\n1) questa “riforma” ha l’evidente obiettivo di spingere le donne lavoratrici a tornare subito al lavoro, ottenendo “in cambio” per 11 mesi dei voucher per la baby-sitter\r\n\r\n2) I voucher comunque non compensano la carenza di servizi pubblici.\r\n\r\n3) il testo è un passo indietro rispetto a tanti disegni di legge presentati in Parlamento e agli standard europei. \r\n\r\n4) va cancellato il riferimento all'ISEE come indicatore della determinazione del numero e dell'importo dei voucher o servizi corrispettivi poiché attualmente la fruibilità del congedo parentale è un diritto universale che verrebbe sostituito da un'opportunità legata al reddito\r\n\r\n5) I lavoratori iscritti alla gestione separata già pagano un contributo dello 0,72% per le prestazioni sociali (maternità, assegni familiari e malattia): sono fondi che ad oggi rimangono parzialmente inutilizzati. I requisiti per l’accesso a tali prestazioni devono dunque essere allargati e il trattamento deve essere uniformato a quanto previsto per i lavoratori dipendenti.\r\n\r\n\r\nTUTELA DEI LAVORATORI PADRI\r\n\r\nE’ reso obbligatorio il congedo di paternità, da utilizzare fino al compimenti dei 5 mesi di età del bambino, per un massimo di 3 giorni continuativi. \r\n\r\n1) Difficile pensare che un tempo così limitato (3 giorni) favorisca «una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all'interno della coppia» come afferma la riforma.L'Europa chiede almeno due settimane di congedo obbligatorio per i neopadri, dunque i giorni di congedo paternale obbligatorio andrebbero portati almeno a dieci in aggiunta al congedo obbligatorio maternale, in linea con altri paesi europei.\r\n\r\n2) già oggi molti contratti prevedono periodi superiori ai tre giorni per congedo paternale e quindi bisognerebbe specificare che sono aggiuntivi ai periodi già previsti dai CCNL. \r\n\r\n \r\n\r\nTUTELA DEI DISABILI \r\n\r\nCirca i soggetti disabili, al fine di favorirne l’integrazione nel mercato del lavoro, è previsto l’aumento del numero in rapporto ai lavoratori totali, ma sul punto il progetto di riforma è molto vago e poco preciso.\r\n\r\n \r\n\r\nTUTELA DEI MIGRANTI\r\n\r\nRiguardo ai lavoratori migranti, si prevede un aumento del tempo di disoccupazione necessario prima della perdita del permesso di soggiorno.\r\n\r\n \r\n\r\nPENALIZZAZIONI PER I LAVORATORI AGRICOLI\r\n\r\nLe misure contenute nel ddl lavoro mirano ad annullare i diritti previdenziali, assistenziali e contrattuali dei lavoratori agricoli e più in generale del lavoro stagionale. L’art. 11 estende l’uso dei voucher -da incassare alla Posta- a tutto il lavoro stagionale nel settore agricolo cosicché esso verrebbe considerato 'meramente occasionale' e i braccianti si ritroverebberosenza un contratto, senza un salario di qualifica e senza le tutele per la maternita'. Gli artt. 24-28 (mini-Aspi) comporteranno inoltre una riduzione media dell’indennità spettante al lavoratore fino al 30% rispetto a quella attuale. E il nuovo sistema di calcolo dei contributi figurativi comporterà un forte taglio della prestazione pensionistica se non, addirittura, il mancato raggiungimento al diritto della stessa.\r\n\r\n \r\n\r\nLAVORATORI ANZIANI\r\n\r\n1) Alle aziende spetta uno sgravio contributivo del 50% (fino a 18 mesi in caso di conferma) per le assunzioni a tempo determinato di lavoratori con 50 anni di età anagrafica e disoccupati da oltre 12 mesi. \r\n\r\n2) Dopo aver cancellato la mobilità e varato a dicembre 2011 un allungamento abnorme dell'età pensionabile, ora il governo Monti tenta di correre ai ripari istituendo un «contributo» per permettere i prepensionamenti. Le aziende con più di 15 dipendenti potranno incentivare l’esodo di lavoratori che maturano i requisiti pensionistici entro 4 anni dal licenziamento, corrispondendo al lavoratore il trattamento di pensione, e dando all’Inps la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti.Ma sembra difficile convincere un datore di lavoro a farsi carico per 4 anni del pagamento della pensione dei lavoratori, contributi compresi, in maniera del tutto volontaria.\r\n\r\nCONCLUSIONE\r\n\r\nLa riforma degli ammortizzatori sociali, dunque, presenta numerose lacune, è sostanzialmente un’operazione di tagli del periodo di copertura e delle indennità, e non prevede neppure sostegno economico per tutte quelle figure che oggi non ne hanno diritto. \r\n\r\n \r\n\r\nFranco Pinerolo\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","23 Maggio 2012","2012-05-23 11:55:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/riforma-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"265\" height=\"190\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/riforma.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI NEL DISEGNO DI LEGGE MONTI – FORNERO ",1337774144,[281],"http://radioblackout.org/tag/riforma-del-lavoro/",[283],"riforma del lavoro",{"post_content":285,"tags":289},{"matched_tokens":286,"snippet":287,"value":288},[81,76],"scelta, toglierebbe dalla ricattabilità del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark> e dello schiavismo, permetterebbe a","Pubblichiamo l'ultimo contributo giunto alla mail informazione@radioblackout.org sulla riforma del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>\r\n\r\n \r\n\r\nL'ASPI, LA NUOVA INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE\r\n\r\nL'Assicurazione sociale per l'impiego (AspI) è il nuovo ammortizzatore sociale. Parte subito, ma la piena applicazione sarà solo dal 2017, e fino ad allora funzioneranno ancora le diverse tipologie di cassa integrazione e la mobilità. Sarà finanziata da un costo dai lavoratori a tempo indeterminato, dai fondi della Cig in deroga, e da un aumento dei contributi su tutti i contratti a termine, per i quali questo onere contributivo non è accompagnato da un tetto minimo salariale, e quindi il rischio è che certi (im)prenditori, per pagare la tassa, finiscano per ridurre lo stipendio ai lavoratori precari, caricando sulle loro spalle i maggiori costi imposti dalla riforma. Per usufruire dell’ ASpI bisogna avere almeno due anni di anzianità assicurativa e 52 settimane di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> nell'ultimo biennio.\r\n\r\n \r\n\r\nL'IMPORTO EROGATO È SCARSO E NON RISPONDE AL REQUISITO MINIMO CHIESTO DAL PARLAMENTO EUROPEO\r\n\r\nL’importo stanziato sarà pari al 75% della retribuzione fino a 1.150 euro e al 25% oltre questa soglia, per un tetto massimo di 1.119 euro lordi al mese. L'assegno verrà tagliato del 15% dopo i primi sei mesi e di un altro 15% dopo il semestre successivo. È un importo che non risponde al requisito che, secondo il Parlamento Europeo, dovrebbe essere quello di garantire una vita dignitosa al lavoratore che ha perso il suo impiego ed alla sua famiglia, cioè non dovrebbe essere inferiore al 60% del reddito mediano dello Stato membro interessato (come da punto 15 della risoluzione). E il 60% del reddito mediano mensile netto italiano è pari a 1.227 euro (dato di partenza di fonte Istat). Pertanto chi si ritrova licenziato avrà un assegno di disoccupazione previsto dall'ASpI pari a 7mila euro all'anno, ed oltretutto sottoposto a continui ribassi (-15% dopo i primi sei mesi, ulteriore ribasso del 15% dopo il secondo semestre): un importo che non garantisce alcuna copertura rispetto al rischio di caduta in povertà legato alla perdita del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>. \r\n\r\n \r\n\r\nL’ASPI RIDUCE LA DURATA DELLE PROTEZIONI\r\n\r\nSe fino ad ora si poteva contare su 2 anni di Cassa integrazione straordinaria, dopo i quali scattava la mobilità (2 anni per gli under 50, e 3 per gli over, o 4 anni per gli over 50 del Sud), cioè in totale una protezione dai 2 ai 6 anni, invece dopo il “periodo di transizione” della riforma, cioè dal 2017 quando spariranno la mobilità e la Cassa straordinaria, resterà soltanto 1 misero anno, massimo 1 anno e mezzo per gli anziani, dopo il quale c’è l’inferno della disoccupazione. E per di più il lavoratore che esce dal mercato del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, perderà il vantaggio alla ricollocazione, che prima era assicurato dall’iscrizione nelle liste di mobilità. Dove si collocheranno le lavoratrici e i lavoratori espulsi dai luoghi di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, senza tutele, e lontanissimi dall’accesso alla pensione a causa dell’allungamento abnorme dell'età pensionabile contenuto nella riforma Fornero del dicembre 2011?\r\n\r\n \r\n\r\nALTRE CONSIDERAZIONI:\r\n\r\n1) l’art 62 prevede che il lavoratore decada da ogni trattamento qualora “non accetti una offerta di un \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> inquadrato in un livello retributivo non inferiore del 20 per cento rispetto all’importo lordo dell’indennità (non della retribuzione!) cui ha diritto”. Ma (art. 24) l’importo lordo dell’indennità, come abbiamo visto, è pari al 75% della retribuzione, a cui si applica una ulteriore “riduzione del 15% dopo i primi sei mesi di fruizione” e una ulteriore “del 15% dopo il dodicesimo mese di fruizione”. Insomma un lavoratore licenziato che percepiva 1.000 euro decadrà dal trattamento qualora non accetterà un impiego per una retribuzione pari a €.433 lordi (!), e ciò del tutto a prescindere da che tipo di attività si tratti e con quale orario, purché il posto di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> sia “raggiungibile mediamente in 80 minuti con i mezzi di trasporto pubblici” che con il ritorno a casa fanno 160 minuti e cioè 3 ore solo di viaggio giornaliero casa/lavoro per poco più di 300 euro netti al mese. Ogni commento è superfluo.\r\n\r\n2) l’ASpI è una forma di sussistenza privatistica con la quale la tutela dalla disoccupazione comincia a passare dalla fiscalità generale ad una forma di sussistenza stipulata tra impresa e singolo dipendente. Dunque la disoccupazione perde la sua valenza di problema sociale per diventare un fatto individuale, una specie di disgrazia personale di chi ci incorre. \r\n\r\n3) oggi i lavoratori hanno materialmente più possibilità di riavere presto il loro posto di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, avendo il diritto di prelazione, che dura 6 mesi per i lavoratori in mobilità, e stabilisce che se l'azienda vuole assumere nuovi lavoratori deve dare la precedenza ai propri ex dipendenti ancora iscritti alle liste di mobilità che nel frattempo non abbiano trovato un altro \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>. Ma la riforma cancella la mobilità alla fine del 2016.\r\n\r\n4) oggi i lavoratori hanno un’attitudine allo stare insieme per cercare di riavere una collocazione o dall’azienda o dalle istituzioni, come accaduto molte volte. Invece, con la riforma Fornero, una volta perso il posto, i lavoratori saranno tutti meno tutelati, molto più isolati e con la paura costante di non trovare più un \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>.\r\n\r\n5) La riforma degli ammortizzatori sociali cancella dopo il 2016 anche la Cassa in deroga, introdotta nel 2009 al fine di estendere i sussidi alle piccole imprese e ai settori finora esclusi dalla Cassa. \r\n\r\n6) Cancellando la Cassa straordinaria (Cigs) si toglie anche la possibilità di restituzione delle quote di accantonamento del Tfr maturato in costanza di Cigs qualora il lavoratore cessi dal rapporto di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> prima della ripresa lavorativa. \r\n\r\n7) Nella valutazione dei requisiti d'accesso all’ASpI andrebbero conteggiate e sommate alle attività di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> subordinato anche le settimane per le quali sia stata versata contribuzione destinata a gestioni diverse da quella dei lavoratori dipendenti, al fine di aumentare l'inclusività dell'istituto che, per come e'presentato nel testo, non risponde alle diverse forme del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> precario.\r\n\r\n \r\n\r\nLA MINI-ASPI\r\n\r\nÈ riservata ai lavoratori subordinati che abbiano almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 12 mesi, e dura la metà dei mesi per cui si hanno i contributi, al massimo per sei mesi. A conti fatti la mini-ASpI è più generosa del trattamento attuale: per una retribuzione media di 9.855 euro l'anno (quella di un precario), chi ha lavorato 3 mesi prenderà 926 euro in tutto (contro i 731 di oggi), e chi ha lavorato un anno raddoppierà l'assegno (3.700 euro in tutto contro 1.800). Il calcolo è lo stesso previsto per l'AspI.\r\n\r\n1) La mini-ASpI non amplia la platea dei protetti, ma sostiene chi oggi ha già un ombrello\r\n\r\n2) la mini ASpI resta comunque nel complesso poco generosa, tanto da essere quasi ininfluente per chi è senza \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> e ha bisogno di un sostegno al reddito.\r\n\r\n3) bisogna ottenere che per la mini ASpI l'unicorequisito per la fruizione debba essere lacontribuzione di 13 settimane senza altre aggiunte, e che ilcalcolo dell'istituto debba essere allungato rispetto all’attuale metà dellesettimane su cui sia stata versata contribuzione, per nonprodurre un taglio rispetto al valore dell'indennità didisoccupazione con requisiti ridotti.\r\n\r\n \r\n\r\nASPI ZERO \r\n\r\nL’ASpI non determina una reale universalità nel sostegno al reddito, come invece aveva promesso Monti nel suo discorso di novembre alla risoluzione del Parlamento Europeo. Questa riforma infatti non estende gli ammortizzatori a chi non abbia due anni di anzianità assicurativa e versato almeno 52 settimane di contributi, cioè le giovanigenerazioni del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> discontinuo e i giovani disoccupati che non trovano il primo \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>. Non è prevista nessuna tutela per co.co.pro., collaborazioni occasionali, a chiamata, assegnisti di ricerca: si tratta di 945.141 lavoratori precari, di cui più della metà sono co. co. pro (675.883), cui si aggiungono 52.459 associati in partecipazione, 54.210 co.co.co. statali, 49.179 dottorandi e assegnisti di ricerca, 24 mila venditori porta a porta, 27 mila “collaboratori” generici, 8.913 occasionali (Dati Isfol 2010). A questi vanno aggiunte tutte le finte partite IVA. Siamo quindi ben lontani da un ammortizzatore universale degno di questo nome, o da un reddito di cittadinanza, in procinto di essere invece attuato in Europa.\r\n\r\n \r\n\r\nFONDO SOLIDARIETA’ PER SETTORI NON COPERTI DA CASSA INTEGRAZIONE:\r\n\r\nEntro il 2013 per le aziende con più di 15 dipendenti arriva un Fondo di solidarietà presso l’Inps, che andrà a sostituire parzialmente l’eliminazione della cassa integrazione in deroga, della cig straordinaria e della mobilità. La contribuzione dovrà essere a carico del datore di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> (2/3) e del lavoratore (1/3) e ci sarà l’obbligo di bilancio in pareggio dell’ente erogatore. Al finanziamento potrà concorrere anche lo 0,30% attualmente versato ai fondi per la formazione.\r\n\r\n1) i fondi pur essendo privi di personalità giuridica ed essendo definiti come “gestioni dell’Inps” si pongono come evidente transizione verso un modello che ha l’obiettivo di trasferire parti crescenti del welfare dalla garanzia e gestione pubblica a quella della bilateralità fra imprese e sindacati, privatizzando di fatto il welfare e cambiando quindi il ruolo delle organizzazioni sindacali. \r\n\r\n2) L’abolizione della cassa in deroga e straordinaria non diventa occasione per istituire strumenti a carico della fiscalità generale, contributi pubblici a sostegno al reddito come per esempio il reddito sociale minimo, attualmente in discussione in Europa. Il reddito sociale minimo garantirebbe l’autonomia e la libertà di scelta, toglierebbe dalla ricattabilità del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark> e dello schiavismo, permetterebbe a una generazione di compiere scelte non dettate dalla condizione economica della propria famiglia e di avviare un percorso di crescita formativa, professionale e di vita con una minima rete di protezione sociale.\r\n\r\n3) i fondi configurano tutele diverse a secondo dei settori e non garantiscono le tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle imprese con meno di 15 addetti, essendo obbligatori solo al di sopra di tale soglia. \r\n\r\n \r\n\r\nIL CONTRIBUTO DI LICENZIAMENTO\r\n\r\nDal 2013 il datore di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> all’atto del licenziamento per i rapporti a tempo indeterminato e per gli apprendisti, dovrà versare all’Inps mezza mensilità ogni 12 mensilità di anzianità aziendale negli ultimi tre anni. Questa novità è probabilmente proposta a seguito della revisione dell'articolo 18 che renderà più facili i licenziamenti. Il contributo di licenziamento sostituirà i contributi oggi versati dalle aziende per la disoccupazione e la mobilità. Il lavoratore riceverebbe invece un indennizzo economico proporzionale all'anzianità di servizio deciso dal Giudice o da un arbitro scelto tra le parti. Il governo dovrebbe però rafforzare le tutele per i lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti, oggi escluse dall'articolo 18.\r\n\r\n \r\n\r\nTUTELA DELLA LAVORATRICE MADRE\r\n\r\nNella riforma del mercato del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> c'é la norma contro le dimissioni in bianco, un turpe strumento spesso utilizzato da certi (im)prenditori a discapito delle lavoratrici perché non restino incinta. Si estende fino a tre anni di vita del bambino il “periodo di rafforzamento”, cioè il periodo in cui le dimissioni della lavoratrice madre o del lavoratore padre devono essere convalidate dal Ministero Del \u003Cmark>Lavoro\u003C/mark>. \r\n\r\n1) con le previsioni contenute nel ddl la burocratizzazione è aumentata ed è tutta a\r\ncarico della lavoratrice, che comunque sarà ricattabile con la procedura prevista,\r\ncioè l'obbligo, per la convalida delle dimissioni, della firma. Infatti la semplice apposizione di firma da parte del lavoratore in calce alla comunicazione del datore di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> di cessazione del rapporto per dimissioni volontarie o risoluzione consensuale non è sufficiente a scongiurare la pratica delle dimissioni in bianco. A garanzia di chi lavora andrebbe esplicitato che il Ministero possa verificare, contestualmente all'invio della comunicazione, le modalità di data e veridicità delle dimissioni.\r\n\r\n2) se il lavoratore non firma la dichiarazione di dimissioni evidentemente non vi è la volontà, e pertanto il rapporto di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> non può considerarsi “risolto”, con una penalizzazione per il lavoratore che manifesta l'abuso con la non sottoscrizione della comunicazione di risoluzione.\r\n\r\n3) va chiarito che la non sospensione della prestazione di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> da parte della lavoratrice o lavoratore che non hanno sottoscritto la comunicazione di risoluzione o dimissioni rende nullo l'effetto sospensivo e comporta l'automaticità della comminazione di pena per la falsa dichiarazione al datore di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>\r\n\r\n4) andrebbe chiarito che non solo le dimissioni o risoluzione sono prive di effetto ma nel periodo pregresso non agisce l'effetto sospensivo\r\n\r\n5) il reato per falsa dichiarazione di dimissioni volontarie o risoluzione consensuale va assimilato al licenziamento illegittimo con le relative conseguenze, e l'ammenda sanzionatoria va chiarito che è aggiuntiva. Altrimenti la falsa dichiarazione che maschera un tentato licenziamento sarebbe punita con una penalizzazione inferiore a quella prevista per analogo illecito: in un caso infatti avremmo la semplice ammenda e sospensione della risoluzione nell'altro indennizzo e reintegro. La progressività dell'ammenda a discrezionalità della Direzione territoriale del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> non è giustificabile dal momento che il reato/abuso commesso è il medesimo.\r\n\r\n6) le sanzioniattualmente previste, da 5 a 30 mila euro, sono ancora troppo basse, e le organizzazioni sindacali hanno chiesto che siano raddoppiate, oppure che si preveda la disciplina del licenziamento discriminatorio\r\n\r\n \r\n\r\nSi intendono poi favorire le varie forme di baby-sitting, prevedendo l’introduzione di voucher di cui la lavoratrice madre potrà usufruire in alternativa al facoltativo periodo di maternità.\r\n\r\n1) questa “riforma” ha l’evidente obiettivo di spingere le donne lavoratrici a tornare subito al \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, ottenendo “in cambio” per 11 mesi dei voucher per la baby-sitter\r\n\r\n2) I voucher comunque non compensano la carenza di servizi pubblici.\r\n\r\n3) il testo è un passo indietro rispetto a tanti disegni di legge presentati in Parlamento e agli standard europei. \r\n\r\n4) va cancellato il riferimento all'ISEE come indicatore della determinazione del numero e dell'importo dei voucher o servizi corrispettivi poiché attualmente la fruibilità del congedo parentale è un diritto universale che verrebbe sostituito da un'opportunità legata al reddito\r\n\r\n5) I lavoratori iscritti alla gestione separata già pagano un contributo dello 0,72% per le prestazioni sociali (maternità, assegni familiari e malattia): sono fondi che ad oggi rimangono parzialmente inutilizzati. I requisiti per l’accesso a tali prestazioni devono dunque essere allargati e il trattamento deve essere uniformato a quanto previsto per i lavoratori dipendenti.\r\n\r\n\r\nTUTELA DEI LAVORATORI PADRI\r\n\r\nE’ reso obbligatorio il congedo di paternità, da utilizzare fino al compimenti dei 5 mesi di età del bambino, per un massimo di 3 giorni continuativi. \r\n\r\n1) Difficile pensare che un tempo così limitato (3 giorni) favorisca «una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all'interno della coppia» come afferma la riforma.L'Europa chiede almeno due settimane di congedo obbligatorio per i neopadri, dunque i giorni di congedo paternale obbligatorio andrebbero portati almeno a dieci in aggiunta al congedo obbligatorio maternale, in linea con altri paesi europei.\r\n\r\n2) già oggi molti contratti prevedono periodi superiori ai tre giorni per congedo paternale e quindi bisognerebbe specificare che sono aggiuntivi ai periodi già previsti dai CCNL. \r\n\r\n \r\n\r\nTUTELA DEI DISABILI \r\n\r\nCirca i soggetti disabili, al fine di favorirne l’integrazione nel mercato del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, è previsto l’aumento del numero in rapporto ai lavoratori totali, ma sul punto il progetto di riforma è molto vago e poco preciso.\r\n\r\n \r\n\r\nTUTELA DEI MIGRANTI\r\n\r\nRiguardo ai lavoratori migranti, si prevede un aumento del tempo di disoccupazione necessario prima della perdita del permesso di soggiorno.\r\n\r\n \r\n\r\nPENALIZZAZIONI PER I LAVORATORI AGRICOLI\r\n\r\nLe misure contenute nel ddl \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> mirano ad annullare i diritti previdenziali, assistenziali e contrattuali dei lavoratori agricoli e più in generale del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> stagionale. L’art. 11 estende l’uso dei voucher -da incassare alla Posta- a tutto il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> stagionale nel settore agricolo cosicché esso verrebbe considerato 'meramente occasionale' e i braccianti si ritroverebberosenza un contratto, senza un salario di qualifica e senza le tutele per la maternita'. Gli artt. 24-28 (mini-Aspi) comporteranno inoltre una riduzione media dell’indennità spettante al lavoratore fino al 30% rispetto a quella attuale. E il nuovo sistema di calcolo dei contributi figurativi comporterà un forte taglio della prestazione pensionistica se non, addirittura, il mancato raggiungimento al diritto della stessa.\r\n\r\n \r\n\r\nLAVORATORI ANZIANI\r\n\r\n1) Alle aziende spetta uno sgravio contributivo del 50% (fino a 18 mesi in caso di conferma) per le assunzioni a tempo determinato di lavoratori con 50 anni di età anagrafica e disoccupati da oltre 12 mesi. \r\n\r\n2) Dopo aver cancellato la mobilità e varato a dicembre 2011 un allungamento abnorme dell'età pensionabile, ora il governo Monti tenta di correre ai ripari istituendo un «contributo» per permettere i prepensionamenti. Le aziende con più di 15 dipendenti potranno incentivare l’esodo di lavoratori che maturano i requisiti pensionistici entro 4 anni dal licenziamento, corrispondendo al lavoratore il trattamento di pensione, e dando all’Inps la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti.Ma sembra difficile convincere un datore di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> a farsi carico per 4 anni del pagamento della pensione dei lavoratori, contributi compresi, in maniera del tutto volontaria.\r\n\r\nCONCLUSIONE\r\n\r\nLa riforma degli ammortizzatori sociali, dunque, presenta numerose lacune, è sostanzialmente un’operazione di tagli del periodo di copertura e delle indennità, e non prevede neppure sostegno economico per tutte quelle figure che oggi non ne hanno diritto. \r\n\r\n \r\n\r\nFranco Pinerolo\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ",[290],{"matched_tokens":291,"snippet":292},[81],"riforma del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>",[294,296],{"field":106,"matched_tokens":295,"snippet":287,"value":288},[81,76],{"field":37,"indices":297,"matched_tokens":298,"snippets":300},[49],[299],[81],[292],{"best_field_score":170,"best_field_weight":171,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":49,"score":228,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":49},{"document":303,"highlight":323,"highlights":328,"text_match":168,"text_match_info":331},{"cat_link":304,"category":305,"comment_count":49,"id":306,"is_sticky":49,"permalink":307,"post_author":52,"post_content":308,"post_date":309,"post_excerpt":55,"post_id":306,"post_modified":310,"post_thumbnail":311,"post_thumbnail_html":312,"post_title":313,"post_type":60,"sort_by_date":314,"tag_links":315,"tags":319},[46],[48],"98497","http://radioblackout.org/2025/06/strike-days/","Il giorno successivo al mancato raggiungimento del quorum per i 5 referendum (4 a tema lavoro, 1 a tema cittadinanza), abbiamo chiesto a Arturo, del sindacato di base SuddCobas, di raccontarci l'esperienza degli ultimi anni di lotta nel distretto di Prato e di parlarci dell'ultima iniziativa che ha mobilitato lx lavoratorx del distretto, gli Strike Days. Un’ondata di scioperi e picchetti nei laboratori dello sfruttamento e del lavoro nero del territorio, come i luoghi di confezionamento, stirerie, stamperie, ovvero nelle aziende più invisibili che lavorano conto terzi nelle filiere del pronto-moda, dove lavorano in maniera pressoché esclusiva lavoratorx migranti.\r\n\r\nUn'iniziativa che si inserisce all'interno della campagna \"Primavera 8x5\", che rivendica la giornata lavorativa di 8 ore distribuite su 5 giorni, che ha già portato al raggiungimento di 15 accordi sindacali in altrettante aziende del distretto tessile-abbigliamento pratese.\r\n\r\nAscolta o scarica l'approfondimento.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/prato_suddcobas.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","11 Giugno 2025","2025-06-11 13:58:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-05-29-at-12.38.40-696x870-1-e1749643072949-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"270\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-05-29-at-12.38.40-696x870-1-e1749643072949-270x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-05-29-at-12.38.40-696x870-1-e1749643072949-270x300.jpeg 270w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-05-29-at-12.38.40-696x870-1-e1749643072949.jpeg 696w\" sizes=\"auto, (max-width: 270px) 100vw, 270px\" />","Strike days!",1749649963,[316,317,318],"http://radioblackout.org/tag/lotte-sindacali/","http://radioblackout.org/tag/prato/","http://radioblackout.org/tag/scioperi/",[320,321,322],"lotte sindacali","Prato","scioperi",{"post_content":324},{"matched_tokens":325,"snippet":326,"value":327},[81,76],"laboratori dello sfruttamento e del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark> del territorio, come i luoghi","Il giorno successivo al mancato raggiungimento del quorum per i 5 referendum (4 a tema \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, 1 a tema cittadinanza), abbiamo chiesto a Arturo, del sindacato di base SuddCobas, di raccontarci l'esperienza degli ultimi anni di lotta nel distretto di Prato e di parlarci dell'ultima iniziativa che ha mobilitato lx lavoratorx del distretto, gli Strike Days. 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La sua morte fece esplodere le tensioni politiche e sociali nel paese. Oggi il suo assassino è libero, i movimenti sono sotto attacco. La solidarietà, oggi come allora, è urgente. \r\n\r\nLa strage di piazza Fontana e l'assassinio di Giuseppe Pinelli. La ferita resta aperta. Un articolo di Massimo Varengo, sul revisionismo di “sinistra” a 50 dalla strage e dalla montatura contro gli anarchici. \r\nMassimo è testimone e protagonista di quei giorni. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 13 dicembre\r\nore 16 in piazza Castello (Regione)\r\nContro la (sacra) famiglia!\r\nPresidio anarcofemminista\r\norganizza Wild C.A.T.\r\n\r\nLunedì 16 dicembre\r\nStrage di Stato. 50 anni dopo\r\nNe parliamo con Massimo Varengo, testimone e partecipe di un'epoca\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 20 dicembre\r\ncena antinatalizia\r\nmenù eretico ed esposizione spettacolare del pres-empio autogestito. \r\nBenefit lotte sociali\r\nQuanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco.\r\nDa ciascuno quanto può, come può, più che può.\r\nPrenotazioni: fai_torino@autistici.org\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli, si moltiplicano le retate.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli. \r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. 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Un incidente è qualcosa di imponderabile, impossibile da prevenire, mentre la continua crescita di morti sul lavoro va di pari passo con i tagli ed i mancati investimenti sulla sicurezza.\r\nNelle ferrovie questo è un fatto strettamente legato alla secca riduzione del personale, all’esternalizzazione dei lavori di manutenzione, agli investimenti sulle linee ad alta velocità a discapito della viabilità ordinaria.\r\n\r\nIntelligenza artificiale. Il lavoro nero dei “turchi meccanici”\r\nL’Intelligenza Artificiale (che la Treccani definisce come quella “disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l’uso di un computer”) e i suoi sviluppi sono al centro dell’attenzione del dibattito massmediologico, ben pochi invece hanno sentito parlare delle centinaia di migliaia di lavoratori che, sottopagati a cottimo, “addestrano” i computer a replicare comportamenti “umani”.\r\nSono i cosiddetti “turchi meccanici” o “turker”, con una trasparente allusione al celebre automa costruito nel 1700 da Wolfgang von Kempelen.\r\nPrendiamo spunto da un articolo di Mauro De Agostini per Umanità Nova\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista. Per un autunno di lotta al militarismo e alla guerra\r\nLa prossima Assemblea Antimilitarista si terrà a a Milano sabato 16 settembre presso la sede dell’Ateneo Libertario/FAM, in viale Monza 255 dalle h.10.\r\nQuesti gli argomenti di discussione:\r\n- report dalle situazioni di lotta dai vari territori\r\n– organizzazione della manifestazione a Torino il 18 novembre contro la città delle armi e l’acceleratore di innovazione della NATO a Torino in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra (Aerospace and Defence Meeting)\r\n- confronto sulla giornata di lotta contro le basi militari del 21 ottobre\r\n- partecipazione agli scioperi generali di autunno, contributi alla piattaforma e all’organizzazione\r\n- 4 novembre\r\n– continuazione e rafforzamento della campagna di sostegno politico e materiale ai disertori, renitenti e oppositori/trici alla guerra in Russia e Ucraina\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario del coordinamento antimilitarista livornese\r\n\r\nLo Zar e il suo cuoco\r\nProviamo a dipanare, a bocce fredde, il risico dell’estate finito con l’abbattimento dell’aereo che trasportava Prigozin il capo della compagnia Wagner. Un esito forse scontato ma che vale la pena analizzare.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. 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Travolti da un treno che non aveva ricevuto nessun segnale di stop, non hanno avuto scampo.\r\nNon è un incidente. Un incidente è qualcosa di imponderabile, impossibile da prevenire, mentre la continua crescita di morti sul \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> va di pari passo con i tagli ed i mancati investimenti sulla sicurezza.\r\nNelle ferrovie questo è un fatto strettamente legato alla secca riduzione del personale, all’esternalizzazione dei lavori di manutenzione, agli investimenti sulle linee ad alta velocità a discapito della viabilità ordinaria.\r\n\r\nIntelligenza artificiale. Il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark> dei “turchi meccanici”\r\nL’Intelligenza Artificiale (che la Treccani definisce come quella “disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l’uso di un computer”) e i suoi sviluppi sono al centro dell’attenzione del dibattito massmediologico, ben pochi invece hanno sentito parlare delle centinaia di migliaia di lavoratori che, sottopagati a cottimo, “addestrano” i computer a replicare comportamenti “umani”.\r\nSono i cosiddetti “turchi meccanici” o “turker”, con una trasparente allusione al celebre automa costruito nel 1700 da Wolfgang von Kempelen.\r\nPrendiamo spunto da un articolo di Mauro De Agostini per Umanità Nova\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista. Per un autunno di lotta al militarismo e alla guerra\r\nLa prossima Assemblea Antimilitarista si terrà a a Milano sabato 16 settembre presso la sede dell’Ateneo Libertario/FAM, in viale Monza 255 dalle h.10.\r\nQuesti gli argomenti di discussione:\r\n- report dalle situazioni di lotta dai vari territori\r\n– organizzazione della manifestazione a Torino il 18 novembre contro la città delle armi e l’acceleratore di innovazione della NATO a Torino in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra (Aerospace and Defence Meeting)\r\n- confronto sulla giornata di lotta contro le basi militari del 21 ottobre\r\n- partecipazione agli scioperi generali di autunno, contributi alla piattaforma e all’organizzazione\r\n- 4 novembre\r\n– continuazione e rafforzamento della campagna di sostegno politico e materiale ai disertori, renitenti e oppositori/trici alla guerra in Russia e Ucraina\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario del coordinamento antimilitarista livornese\r\n\r\nLo Zar e il suo cuoco\r\nProviamo a dipanare, a bocce fredde, il risico dell’estate finito con l’abbattimento dell’aereo che trasportava Prigozin il capo della compagnia Wagner. Un esito forse scontato ma che vale la pena analizzare.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. 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Un anarchico tedesco tra rivoluzione e autogestione\r\nalle ore 21 alla federazione anarchica in corso Palermo 46\r\n\r\nLandauer (1870-2019) attraversa tutti i grandi eventi della sua epoca, dai congressi della Seconda Internazionale, dove matura la separazione tra socialdemocrazia e anarchismo, alla Repubblica dei Consigli di Baviera.\r\nViene barbaramente massacrato da un plotone di Guardie Bianche il 2 maggio 1919.\r\nNonostante l'epoca drammatica in cui vive, Landauer è fermamente convinto che un altro mondo è non solo necessario ma anche possibile qui e ora.\r\nFermo oppositore della guerra, è tra i promotori di esperienze di autogestione, tra cui la comunità Eden di Oranienburg, nei pressi di Berlino.\r\nInterverrà Gianfranco Ragona, docente di storia all’università di Torino, studioso di Landauer, cui ha dedicato numerosi saggi. Tra gli altri ricordiamo: \"Gustav Landauer. Anarchico, ebreo, tedesco\"; le antologie di scritti \"\"La comunità anarchica\" e \"Appello al socialismo\"\r\n\r\nSabato 7 dicembre\r\nLa guerra del lavoro\r\nPunto info nell’anniversario della strage alla Thyssen Krupp\r\nOre 11 al Balon\r\n\r\nDomenica 8 dicembre\r\nmarcia No Tav da Susa a Venaus\r\nsaremo presenti con punto info e spezzone\r\nore 11,30 dal cimitero di Susa\r\n\r\nSabato 14 dicembre\r\nore 10,30 al Balon\r\nContro la (sacra) famiglia!\r\nPresidio anarcofemminista\r\norganizza Wild C.A.T.\r\n\r\nLunedì 16 dicembre\r\nStrage di Stato. 50 anni dopo\r\nNe parliamo con Massimo Varengo, testimone e partecipe di un'epoca\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 20 dicembre\r\ncena antinatalizia\r\nmenù eretico ed esposizione spettacolare del pres-empio autogestito. \r\nBenefit lotte sociali\r\nQuanto costa? 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I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","3 Dicembre 2019","2019-12-03 12:51:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/14a1-200x110.jpg","Anarres del 29 novembre. Gustav Landauer. Antimilitarismo. La guerra del lavoro. 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La rotazione delle attività, la scelta collettiva della attività che servono, il rifiuto di essere merce e di consumare merci.\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Boni, docente di antropologia all’Università di Modena e Reggio, autore, tra gli altri, di Homo Confort\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 10\r\nal mercato di Porta Palazzo\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “quota 100 e reddito di cittadinanza”\r\n\r\nSabato 18 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nUna libertà senza confini\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. 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All’indomani del Primo Maggio, giornata di lotta dei lavoratori, trasformata in festa rituale da quel pezzo di apparato statale che sono diventati i maggiori sindacati italiani, ne abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\nLiberarsi dalla schiavitù del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> salariato è più che mai urgente. La pratica dell’autogestione nella sottrazione conflittuale dall’istituito. La rotazione delle attività, la scelta collettiva della attività che servono, il rifiuto di essere merce e di consumare merci.\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Boni, docente di antropologia all’Università di Modena e Reggio, autore, tra gli altri, di Homo Confort\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 10\r\nal mercato di Porta Palazzo\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “quota 100 e reddito di cittadinanza”\r\n\r\nSabato 18 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nUna libertà senza confini\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. Portiamo in piazza una libertà che non chiede tutele, ma si arma della forza del mutuo appoggio e dell’azione diretta\r\npunto info, giochi antisessisti, mostra e tanto altro…\r\nWild C.A.T – Collettivo Anarco-FemminTorineseista\r\n\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nGeografie della rivoluzione sociale \r\nlo spazio non è un luogo neutro: le mappe tracciate sulla carta, sono la rappresentazione a colori e righe di un dominio che si incide nei corpi e nelle vite di tutti. Lo spazio del dominio e lo spazio di libertà emergono nella loro irriducibile differenza grazie alla geografia sociale.\r\nFederico Ferretti, docente di geografia all’università di Dublino, ci aiuterà a comprendere la narrazione spaziale sulle periferie del mondo e le migrazioni in un intreccio tra sociologia ed antropologia. Con uno sguardo ai geografi anarchici.\r\n\r\nDomenica 26 maggio\r\nNon votare fai festa!\r\nPic Nic autogestito ai Giardini IrReali\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark>.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":506,"snippet":508,"value":508},[507],"Lavoro","Anarres del 3 maggio. Primo Maggio di lotta: Carrara, Parigi, Istanbul, Torino. \u003Cmark>Lavoro\u003C/mark>: precario pericoloso, assassino. 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Infatti, dopo 10 anni di lotte portate avanti con forza e determinazione, i disoccupati erano riusciti a conquistarsi varie interlocuzioni con istituzioni locali e nazionali per cercare delle soluzioni che non fossero solo un temporaneo paliativo, ma che dessero veramente formazione e occupazione a chi cerca da anni di sottrarsi al ricatto lavoro in cambio di voti o al lavoro nero e grigio. Attivisti* e sindacalist* però, stavano già prendendo consapevolezza del fatto, che le promesse ricevute non avrebbero facilmente trovato un seguito, infatti, per assegnare questi posti, erano stati studiati percorsi di inserimento lavorativo tramite programma GOL del centro per l'impiego, ma col tempo le cose si sono trasformate e si è arrivati alla data del 10 luglio con un click day come modalità di entrata, pratica che sconsiderava tutto il percorso già svolto da disoccupati e disoccupate, oltre ad essere facile da raggirare con sistemi tecnologici ad hoc.\r\n\r\nA confermare il fatto che avere un'esercito di lavoratori ricattabili è un elemento cardine per la vita stessa del nostro Stato e della nostra economia, il click day è stato un fallimento, con la piattaforma che di fatto non ha mai funzionato. La reazione de* disoccupat* è stata giustamente carica di rabbia, si è partit* in corteo per le strade di Napoli e in presidio sotto le varie sedi istituzionali, i quali esponenti invece di prendersi le loro responsabilità, hanno preferito letteralmente barricarsi dietro a barriere fisiche e difesi da agenti della digos. Il tutto è culminato con un'efferata carica della polizia e con due arresti tra cui quello di Mimì, che ai nostri microfoni ci racconta più nel dettaglio tutto il percorso di lotta del movimento e le mosse agite in tutta Italia per portare solidarietà a chi vorrebbe solo vivere una vita decente e come unica risposta riceve manganellate.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_15_07_Mimi-SiCobas-Napoli-su-ultime-mobilitazioni-e-repressione-movimento-di-lotta-disoccupati-7-novembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Ernesto Slai Cobas Taranto sul destino della ex ILVA Taranto. Gli ultimi incontri romani con i sindacati confederali e istituzioni locali hanno di fatto dimostrato che sono pronti a dire si a tutto: estensione della cassa integrazione / nave rigassificatore al servizio dei nuovi padroni che imporranno un piano di esuberi / ridimensionamento della fabbrica se non una soluzione spezzatino... Ernesto ci ha motivato perché lo slai cobas dice no a tutto questo è respinge i ricatti di stampo fascista e padronale del governo meloni urso \"noi siamo per la piattaforma operaia -nessun esubero / nessun licenziamento/nessuna chiusura ne’ dello stabilimento ne delle ditte di appalto e indotto - integrazione salariale della cassa integrazione per tutti gli operai acciaieria appalto - utilizzo pieno di tutti gli operai per lavorare alla ambientalizzazione della fabbrica e del territorio / contratto unico nelle ditte d’appalto con eliminazione del contratto multiservizi e altre forme di contratti precari / tutela rigida salute e sicurezza in fabbrica e territorio / si a misure risarcitorie di prepensionamenti amianto lavori usuranti\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_15_07_Ernesto-SLAI-COBAS-aggiornamenti-ILVA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nContinuiamo con la serie podcast \"Dietro alla lavagna\", realizzata da Radio Blackout e dal Sindacato Sociale di Base, per andare a sondare le trasformazioni avvenute e tutt'ora in atto nel mondo della scuola. In questa quinta puntata Serena Tusini, intervista Mario Sanguinetti sulla precarietà endemica dei lavoratori nella scuola italiana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Dietro-alla-lavagna-pt.5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","16 Luglio 2025","2025-07-17 15:13:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/517901566_1160313649463393_2572350946563585039_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 15/07/2025",1752686183,[528],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[530],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":532},{"matched_tokens":533,"snippet":534,"value":535},[81,76],"cambio di voti o al \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark> e grigio. Attivisti* e sindacalist*","Il primo argomento della serata lo abbiamo affrontato in compagnia di Mimì del SiCobas Napoli, per farci raccontare le ultimi mobilitazioni del movimento disoccupati 7 novembre. 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Questa è partita nel suo iter, come proposta di legge di \"iniziativa popolare\", il virgolettato è d'obbligo perchè stiamo parlando di uno storico cavallo di battaglia della CISL e approvata letteralmente in tempi record. Basti pensare che dal 1980 ad oggi solo 3 su 262 di queste proposte sono passate come leggi, il che indica quanto in realtà questa misura sia stata solo una regalo per Stato e padroni. Con il nostro ospite siamo entrati nei dettagli dei diversi articoli che compongono la legge, che di fatto dà la possibilita di partecipazione ai rappresentanti dei lavoratori negli organismi direttivi dell’azienda, in funzione di sorveglianza, quasi scontato dire che ovviamente non avranno voce in capitolo rispetto alla gestione della gestione economica, ma che soprattutto vengono scelti dai datori di lavoro. Quest'ultimo è il fulcro della legge, che di fatto va a creare ulteriori gangli burocratici immaginando una contrattazione tutta interna, più che sindacale, oltre a destare una ovvia preoccupazione per questi individui che hanno interesse anche economico a fare crescere i fatturati delle aziende per cui lavorano. La legge regola anche la distribuzione degli utili di impresa tra i lavoratori, la liberalizzazione dei pagamenti tramite azioni aziendali e in generale l'obiettivo implicito è quello di legare sempre di più il salario alla produttività, un altro strumento che servirà per dividere i lavoratori e fare prosperare le aziende.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Federico-Giusti-delegato-CUB-su-nuova-legge-partecipazione-lavoratori-nellimprese-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di un capotreno dell’assemblea Nazionale PdM/PdB (personale di macchina/personale di bordo) sul prossimo sciopero che inizierà alle ore 21:00 di lunedì 7 luglio e terminerà alle ore 18:00 di martedì 8 luglio. Il decimo sciopero dell'assemblea oltre alle tematiche legate a maggiore sicurezza nei cantieri ferroviari, migliori condizioni contrattuali per macchinisti e capitreno, l’adozione di un contratto unico per tutto il personale ferroviario, si concentra contro il rinnovo contrattuale appena firmato dai confederali. Infatti \"I ferrovieri dicono NO!\" è lo slogan che l'assemblea ha lanciato durante un sondaggio tra i lavorator* che fino al 20/06/25 ha visto di più di 4.000 adesioni. Inoltre si invitano i lavorator* a:\r\n\"COMUNICAZIONE IMPORTANTE\r\nColleghe e colleghi, a partire da oggi, e fino a venerdi 4 Luglio sono aperte le consultazioni referendarie sul CCNL Attività Ferroviaria. Vista la confusione creatasi a livello di informazione invitiamo tutti ad informarsi sulla localizzazione delle sedi di voto nel proprio territorio. Ricordiamo inoltre che tutti possono (e devono) andare a votare, anche i non iscritti al sindacato, e vi ricordiamo l’importanza di votare NO ad un rinnovo che non recepisce nulla di ciò per cui stiamo scioperando e anzi, per l'ennesima volta bastona il personale mobile come già successo negli ultimi venticinque anni.\r\nAndiamo a votare 2/3/4 luglio e scioperiamo dalle ore 21 del 7 luglio 2025.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Capotreno-Pdm_Pdb-su-ultime-mobilitazioni-e-prossimo-sciopero-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo argomento della serata lo abbiamo affrontato ospitando Francesca del SUDD COBAS, lo Strike Days Vol.3 uno stato di mobilitazione che ha preso vita dal 26 giugno e che andrà avanti fino al 6 luglio. Lavoratrici e lavoratori che operano per aziende in subappalto che forniscono grandi marchi della moda e della pelletteria nel distretto tessile e di confezionamento industriale di Prato, sono decisi a battersi per :\r\n\r\n\" la fine dei turni di 12 ore per 7 giorni. Per la fine del lavoro nero. Per la fine dei finti contratti part-time. Per una vita più bella, a testa alta, insieme. Colleghə di un’unica fabbrica, fratelli e sorelle di un’unica lotta.\" come recita un loro volantino. L'aspetto che ci è interessato di questo tipo di mobilitazione è che crea un circolo virtuoso, per il quale tra colleghi ci si riconosce nelle stesse problematiche e vedere nel magazzino a fianco al tuo che si riesce a fare un blocco della merce in uscita, puntando i piedi e pretendendo risposte da chi sfrutta e continua a farlo, inizia a raccogliere i suoi frutti. Infatti Francesca ci racconta ad esempio che alla data dell'intervista, sono stati chiusi 15 accordi su 19 con le aziende per fare avere un contratto regolare e full time a lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nIn queste calde giornate, scandite da tentativi di sgombero dei picchetti da parte padronale e delle forze dell'ordine, si è svolto anche un presidio fuori dal distretto, per una lotta di cui abbiamo parlato dai nostri microfoni e che continua:\r\n\r\n\"Oggi, 1° luglio, parte un processo che potrebbe cambiare tutto. Non sarà una causa facile, ma quando si lotta per cambiare le cose niente lo è mai.\r\n\r\n\r\nDavanti al negozio Montblanc di Firenze, al grido di \"Non per noi ma per tuttə\", i lavoratori in appalto hanno manifestato mentre, nella sezione lavoro del Tribunale di Firenze, si apriva un processo che potrebbe diventare storico. Sei operai pakistani della Z Production chiedono il riconoscimento del loro vero datore di lavoro: Pelletteria Richemont Firenze, società del colosso del lusso Richemont (proprietaria del marchio Montblanc).\r\n\r\n\r\nIl cuore della causa? Dimostrare che quello che sembrava un appalto era in realtà lavoro subordinato mascherato. Se il Tribunale darà loro ragione, potrebbe essere la svolta per migliaia di lavoratori e lavoratrici sfruttati nelle filiere del Made in Italy.\r\n\r\n\r\nDietro il lusso, turni massacranti, falsi contratti, lavoro nero, 3 euro l’ora. Una realtà denunciata da anni, e ora finalmente messa sotto processo. Questo causa non riguarda solo sei persone. Riguarda un intero sistema che dovrà iniziare a rispondere.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Francesca-Sudd-Cobas-su-Strike-days-vol.3-e-vertenza-Montblanc-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","5 Luglio 2025","2025-07-05 02:45:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/512678791_1243359340914472_6822456555099716444_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 01/07/2025",1751683461,[528],[530],{"post_content":554},{"matched_tokens":555,"snippet":556,"value":557},[81,76],"giorni. Per la fine del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark>. Per la fine dei finti","Il primo argomento della puntata lo abbiamo trattato in compagnia telefonica di Federico Giusti delegato CUB, ovvero la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese. 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Infatti Francesca ci racconta ad esempio che alla data dell'intervista, sono stati chiusi 15 accordi su 19 con le aziende per fare avere un contratto regolare e full time a lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nIn queste calde giornate, scandite da tentativi di sgombero dei picchetti da parte padronale e delle forze dell'ordine, si è svolto anche un presidio fuori dal distretto, per una lotta di cui abbiamo parlato dai nostri microfoni e che continua:\r\n\r\n\"Oggi, 1° luglio, parte un processo che potrebbe cambiare tutto. Non sarà una causa facile, ma quando si lotta per cambiare le cose niente lo è mai.\r\n\r\n\r\nDavanti al negozio Montblanc di Firenze, al grido di \"Non per noi ma per tuttə\", i lavoratori in appalto hanno manifestato mentre, nella sezione \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> del Tribunale di Firenze, si apriva un processo che potrebbe diventare storico. Sei operai pakistani della Z Production chiedono il riconoscimento del loro vero datore di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>: Pelletteria Richemont Firenze, società del colosso del lusso Richemont (proprietaria del marchio Montblanc).\r\n\r\n\r\nIl cuore della causa? Dimostrare che quello che sembrava un appalto era in realtà \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> subordinato mascherato. Se il Tribunale darà loro ragione, potrebbe essere la svolta per migliaia di lavoratori e lavoratrici sfruttati nelle filiere del Made in Italy.\r\n\r\n\r\nDietro il lusso, turni massacranti, falsi contratti, \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> \u003Cmark>nero\u003C/mark>, 3 euro l’ora. Una realtà denunciata da anni, e ora finalmente messa sotto processo. Questo causa non riguarda solo sei persone. Riguarda un intero sistema che dovrà iniziare a rispondere.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Francesca-Sudd-Cobas-su-Strike-days-vol.3-e-vertenza-Montblanc-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[559],{"field":106,"matched_tokens":560,"snippet":556,"value":557},[81,76],{"best_field_score":170,"best_field_weight":171,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":49,"score":332,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":398,"first_q":70,"per_page":17,"q":70},["Reactive",565],{},["Set"],["ShallowReactive",568],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$frZDmj3pozhUMcSY1IJV82EahATlxU55qGmYOaGev818":-1},true,"/search?query=lavoro+nero"]