","Nuova giornata di lotta allo stabilimento Coca Cola di Nogara","post",1491395369,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/coca-cola/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/nogara/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/si-cobas/",[25,17,23,15,21,19],{"post_content":59,"post_title":64,"tags":67},{"matched_tokens":60,"snippet":62,"value":63},[61],"Nogara","lavoratori della Coca Cola di \u003Cmark>Nogara\u003C/mark> (in provincia di Verona, dove","Da quasi un mese i lavoratori della Coca Cola di \u003Cmark>Nogara\u003C/mark> (in provincia di Verona, dove ha sede il più grande stabilimento del sud Europa della multinazionale statunitense) sono in sciopero per le conseguenze del cambio d’appalto del servizio di logistica dello stabilimento, che ha comportato il licenziamento di 14 lavoratori e la modifica del contratto a tempo indeterminato.\r\n\r\n \r\n\r\nTra le ragioni dello sciopero c’è anche la solidarietà tra lavoratori e l’opposizione alla deriva antisindacale del consorzio: i 14 licenziati sono infatti i più attivi nelle battaglie portate avanti negli ultimi anni da AdlCobas.\r\n\r\n \r\n\r\nNelle scorse settimane la lotta di \u003Cmark>Nogara\u003C/mark> è stata caratterizzata da una repressione spesso brutale, con un grosso dispiego di forze dell'ordine e con episodi in cui i lavoratori sono stati aggrediti anche con l'uso di pistole elettriche, i taser.\r\n\r\n \r\n\r\nDa questa mattina è in corso una nuova giornata di lotta davanti ai cancelli dello stabilimento.\r\n\r\n \r\n\r\nLa corrispondenza dallo sciopero e le ragioni della lotta con Olol di Adl Cobas:\r\n\r\ncocacola_nogara",{"matched_tokens":65,"snippet":66,"value":66},[61],"Nuova giornata di lotta allo stabilimento Coca Cola di \u003Cmark>Nogara\u003C/mark>",[68,70,72,74,77,79],{"matched_tokens":69,"snippet":25},[],{"matched_tokens":71,"snippet":17},[],{"matched_tokens":73,"snippet":23},[],{"matched_tokens":75,"snippet":76},[15],"\u003Cmark>nogara\u003C/mark>",{"matched_tokens":78,"snippet":21},[],{"matched_tokens":80,"snippet":19},[],[82,88,91],{"field":26,"indices":83,"matched_tokens":85,"snippets":87},[84],3,[86],[15],[76],{"field":89,"matched_tokens":90,"snippet":66,"value":66},"post_title",[61],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":62,"value":63},"post_content",[61],578730123365712000,{"best_field_score":96,"best_field_weight":97,"fields_matched":84,"num_tokens_dropped":37,"score":98,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":37},"1108091339008",13,"578730123365711979",6646,{"collection_name":48,"first_q":15,"per_page":29,"q":15},{"facet_counts":102,"found":146,"hits":147,"out_of":336,"page":14,"request_params":337,"search_cutoff":27,"search_time_ms":338},[103,120],{"counts":104,"field_name":118,"sampled":27,"stats":119},[105,108,110,112,114,116],{"count":106,"highlighted":107,"value":107},36,"anarres",{"count":14,"highlighted":109,"value":109},"Spot",{"count":14,"highlighted":111,"value":111},"reset-club",{"count":14,"highlighted":113,"value":113},"metix flow",{"count":14,"highlighted":115,"value":115},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":117,"value":117},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":29},{"counts":121,"field_name":26,"sampled":27,"stats":144},[122,125,127,129,132,134,136,138,140,142],{"count":123,"highlighted":124,"value":124},4,"Ilio Baroni",{"count":84,"highlighted":126,"value":126},"frontiere",{"count":84,"highlighted":128,"value":128},"antimilitarismo",{"count":130,"highlighted":131,"value":131},2,"zad",{"count":130,"highlighted":133,"value":133},"no Muos",{"count":130,"highlighted":135,"value":135},"niscemi",{"count":130,"highlighted":137,"value":137},"toninelli",{"count":130,"highlighted":139,"value":139},"anarchici",{"count":130,"highlighted":141,"value":141},"25 aprile",{"count":130,"highlighted":143,"value":143},"santiago maldonado",{"total_values":145},94,42,[148,227,250,272,293,314],{"document":149,"highlight":181,"highlights":212,"text_match":222,"text_match_info":223},{"comment_count":37,"id":150,"is_sticky":37,"permalink":151,"podcastfilter":152,"post_author":107,"post_content":153,"post_date":154,"post_excerpt":43,"post_id":150,"post_modified":155,"post_thumbnail":156,"post_title":157,"post_type":158,"sort_by_date":159,"tag_links":160,"tags":173},"48670","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-27-luglio-no-muos-w-bresci-lera-marchionne-toninelli-il-tav-e-i-migranti-santiago-maldonado-un-anno-dopo/",[107],"Viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Leone XIII fu il papa della Rerum Novarum cupiditas, l’enciclica con cui venne formulata la dottrina sociale della chiesa cattolica, basata sulla collaborazione di classe in opposizione alla guerra di classe. In questa stessa enciclica vi è una critica dei processi di industrializzazione, che oggi, in tempi mutati potrebbe avere una forte eco.\r\nInoltre un agostiniano sul soglio di Pietro, con l’insistito ruolo della grazia divina come necessaria ispirazione al bene, può rappresentare una forte alternativa alle chiese evangeliche, che stanno scalzando il cattolicesimo sia in Sud America che in Africa.\r\nNe abbiamo parlato con Giorgio Sacchetti, docente di storia all’Università di Firenze\r\n\r\nReferendum. Una trappola insidiosa\r\nI referendum abrogativi sul reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, le indennità per i lavoratori licenziati nelle imprese con meno di 15 dipendenti, i contratti a termine, la responsabilità delle aziende committenti sugli infortuni nel lavoro in caso di appalti e la riduzione del tempo necessario per richiedere la cittadinanza italiana da parte dei cittadini stranieri, sono ancora una volta un'arma spuntata per i movimenti sociali.\r\nIl gioco referendario ha le sue regole ferree: se non si raggiunge il quorum del 50% + 1, il referendum viene invalidato, portando acqua al mulino del governo.\r\nNon solo. 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Se si aggiungono il conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi degli attacchi turchi in Rojava, i massacri degli alewiti in Siria, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti per il controllo delle risorse nel continente africano dal Sudan al Congo, il rischio di una guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nI paesi europei, indeboliti da tre anni di guerra e dal conseguente aumento della spesa energetica, reagiscono al repentino mutamento nella politica estera statunitense con un processo di riarmo, che potrebbe aprire a nuove pericolose escalation belliche.\r\nLa guerra non è più così lontana come un tempo.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nLa propaganda bellica targata UE\r\nIl 2 aprile il Parlamento ha approvato una risoluzione \"sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune\"\r\nTra le tante cose al punto 164 si legge:\r\n\"è necessaria una comprensione più ampia, tra i cittadini dell'UE, delle minacce e dei rischi per la sicurezza al fine di sviluppare una comprensione condivisa e un allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa e di creare una nozione globale di difesa europea; sottolinea altresì che garantire un sostegno da parte delle istituzioni democratiche e, di conseguenza, dei cittadini è essenziale per sviluppare una difesa dell'UE efficace e coerente a lungo termine, cosa che richiede un dibattito pubblico informato; invita l'UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l'importanza delle forze armate, e a rafforzare la resilienza e la preparazione delle società alle sfide in materia di sicurezza, consentendo nel contempo un maggiore controllo e scrutinio pubblico e democratico del settore della difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare tali programmi nel quadro dello scudo europeo per la democrazia, seguendo il modello di programmi nazionali come l'iniziativa svedese di emergenza civile\"\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli\r\n\r\n5 milioni in marcia contro Trump e il suo mondo\r\nIl ciclone Trump comincia a trovare ostacoli lungo il percorso.\r\nLe imponenti manifestazioni che hanno attraversato gli States il 5 aprile sono il segnale del raggrumarsi di un’opposizione dal basso all’ondata reazionaria scatenata dal presidente statunitense.\r\nAbbiamo provato ad analizzare questo movimento per comprenderne le potenzialità, con uno sguardo alle dinamiche dello scontro di classe\r\nCe ne ha parlato Robertino Barbieri\r\n\r\nDecreto sicurezza. La zampata del governo\r\nCon un colpo di mano il governo ha scippato il ddl 1236 dalla discussione parlamentare e ha fatto passare un testo profondamente liberticida con il ricorso, a dir poco irrituale, alla decretazione di urgenza.\r\nL’orizzonte delle leggi fascistissime del 1926 è sempre più vicino.\r\nAbbiamo approfondito la questione con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rivoluzionario contro le guerre promosse dai “nostri” governi e sosteniamo chi, in ogni dove, diserta, sabota, inceppa gli ingranaggi della guerra\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Aprile 2025","2025-05-28 17:52:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_8593-bis-200x110.png","Anarres dell’11 aprile. 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A Gaza è ripresa la pulizia etnica nella prospettiva della deportazione dei gazawi. Se si aggiungono il conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi degli attacchi turchi in Rojava, i massacri degli alewiti in Siria, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti per il controllo delle risorse nel continente africano dal Sudan al Congo, il rischio di una guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nI paesi europei, indeboliti da tre anni di guerra e dal conseguente aumento della spesa energetica, reagiscono al repentino mutamento nella politica estera statunitense con un processo di riarmo, che potrebbe aprire a nuove pericolose escalation belliche.\r\nLa guerra non è più così lontana come un tempo.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nLa propaganda bellica targata UE\r\nIl 2 aprile il Parlamento ha approvato una risoluzione \"sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune\"\r\nTra le tante cose al punto 164 si legge:\r\n\"è necessaria una comprensione più ampia, tra i cittadini dell'UE, delle minacce e dei rischi per la sicurezza al fine di sviluppare una comprensione condivisa e un allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa e di creare una nozione globale di difesa europea; sottolinea altresì che garantire un sostegno da parte delle istituzioni democratiche e, di conseguenza, dei cittadini è essenziale per sviluppare una difesa dell'UE efficace e coerente a lungo termine, cosa che richiede un dibattito pubblico informato; invita l'UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l'importanza delle forze armate, e a rafforzare la resilienza e la preparazione delle società alle sfide in materia di sicurezza, consentendo nel contempo un maggiore controllo e scrutinio pubblico e democratico del settore della difesa; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare tali programmi nel quadro dello scudo europeo per la democrazia, seguendo il modello di programmi nazionali come l'iniziativa svedese di emergenza civile\"\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli\r\n\r\n5 milioni in marcia contro Trump e il suo mondo\r\nIl ciclone Trump comincia a trovare ostacoli lungo il percorso.\r\nLe imponenti manifestazioni che hanno attraversato gli States il 5 aprile sono il segnale del raggrumarsi di un’opposizione dal basso all’ondata reazionaria scatenata dal presidente statunitense.\r\nAbbiamo provato ad analizzare questo movimento per comprenderne le potenzialità, con uno sguardo alle dinamiche dello scontro di classe\r\nCe ne ha parlato Robertino Barbieri\r\n\r\nDecreto sicurezza. 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Chi nasce nel posto giusto non rischia la libertà se lavora in nero o perde un’occupazione regolare, chi viene dai posti sbagliati – oggi il governo ha anche le liste – rischia ogni momento di restarvi impigliati. Non tutti quelli che finiscono in un centro per il rimpatrio vengono poi deportati, ma sono comunque derubati di un anno e mezzo di vita.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nDisarmiamo la guerra! Antimilitaristi contro la Città dell'Aerospazio\r\nIl 23 marzo. Visita a sorpresa al cantiere della Città dell'Aerospazio in corso Marche, dove, da circa un mese sono cominciati i lavori di demolizione della palazzina 27 della ex Alenia - Aermacchi.\r\nUn manichino insanguinato, scritte, fumogeni, cartelli che ci ricordano le vite rubate dalle bombe, dalle armi, dalle guerre. Guerre tra potenti che si contendono risorse, potere, indifferenti alla distruzione di città, alla contaminazione dell'ambiente, al futuro negato di tanta parte di chi vive sul pianeta.\r\nLe macerie sono solo buoni affari per un capitalismo vorace e distruttivo che ha una sola logica, quella del profitto ad ogni costo. Uomini, donne, bambine e bambini sono solo pedine sacrificabili in un gioco terribile, che non ha altro limite se non quello imposto dalla forza di oppress e sfruttat, che si ribellano ad un ordine del mondo intollerabile.\r\nLa guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!\r\n\r\nIl manifesto strappato\r\nL’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene nel corso del dibattito alla Camera sul tema del piano di riarmo europeo ha avuto il merito di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su un documento politico che, probabilmente, non sono in molti a conoscere.\r\n«Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto» – questo il titolo originale – è, in realtà, un testo profondamente incompreso. Tanto incompreso quanto strumentalmente utilizzato, nel corso dei decenni, per finalità che poco o nulla hanno a che fare con la visione ideale e politica dei suoi estensori: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Tre antifascisti di diversa estrazione ma tutti e tre accomunati da una postura radicalmente eterodossa e originale rispetto alle grandi narrazioni ideologiche del loro tempo e alle rispettive famiglie politiche di riferimento. È per questo che il loro Manifesto viene spesso definito come un documento visionario: concepire ed elaborare nelle sofferenze del confino, in piena guerra e in un momento in cui le sorti del conflitto sembravano arridere al nazismo e al fascismo, l’idea di un’Europa unita e federale che superasse e archiviasse per sempre la centralità degli stati-nazione, fu un atto estremamente coraggioso e lungimirante. Si voleva scardinare, infatti, tutto quello che fino a quel momento aveva creato i presupposti per l’affermazione dei totalitarismi e della carneficina bellica: il nazionalismo, il militarismo, l’autoritarismo fondato sulla volontà di sopraffazione.\r\nNe abbiamo parlato con Alberto La Via\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. 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Uomini, donne, bambine e bambini sono solo pedine sacrificabili in un gioco terribile, che non ha altro limite se non quello imposto dalla forza di oppress e sfruttat, che si ribellano ad un ordine del mondo intollerabile.\r\nLa guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!\r\n\r\nIl manifesto strappato\r\nL’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene nel corso del dibattito alla Camera sul tema del piano di riarmo europeo ha avuto il merito di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su un documento politico che, probabilmente, non sono in molti a conoscere.\r\n«Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto» – questo il titolo originale – è, in realtà, un testo profondamente incompreso. Tanto incompreso quanto strumentalmente utilizzato, nel corso dei decenni, per finalità che poco o nulla hanno a che fare con la visione ideale e politica dei suoi estensori: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Tre antifascisti di diversa estrazione ma tutti e tre accomunati da una postura radicalmente eterodossa e originale rispetto alle grandi narrazioni ideologiche del loro tempo e alle rispettive famiglie politiche di riferimento. È per questo che il loro Manifesto viene spesso definito come un documento visionario: concepire ed elaborare nelle sofferenze del confino, in piena guerra e in un momento in cui le sorti del conflitto sembravano arridere al nazismo e al fascismo, l’idea di un’Europa unita e federale che superasse e archiviasse per sempre la centralità degli stati-nazione, fu un atto estremamente coraggioso e lungimirante. 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Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Marzo 2025","2025-05-28 17:14:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/REArm-Europe-200x110.jpeg","Anarres del 14 marzo. Economia di guerra. Le parole proibite di Trump. Antimilitarist al cantiere della città dell’Aerospazio…",1742041410,[],[],{"post_content":307},{"matched_tokens":308,"snippet":266,"value":309},[179],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-03-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nSpesa militare, dazi, dinamiche inflattive, impoverimento e i guerrafondai del 15 marzo\r\nLa scorsa settimana abbiamo cominciato a ragionare sulle implicazioni del programma di riarmo europeo che il parlamento UE ha approvato l’altro ieri.\r\nOggi proveremo ad approfondire l’effetto devastante che il ciclone von der Leyen, sommandosi al ciclone Trump, avrà sulle vite di chi vive in Europa.\r\nNel frattempo la sinistra istituzionale italiana si è sfracellata sul ReArm Europe. La manifestazione in difesa dell’Europa, cui si erano accodati tutt proprio perché sottilmente ambigua sulla guerra, ha finito con l’imbarazzare alcuni. Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rioluzionario\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso \u003Cmark>Novara\u003C/mark>\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[311],{"field":92,"matched_tokens":312,"snippet":266,"value":309},[179],{"best_field_score":224,"best_field_weight":225,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":37,"score":249,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":130},{"document":315,"highlight":327,"highlights":332,"text_match":222,"text_match_info":335},{"comment_count":37,"id":316,"is_sticky":37,"permalink":317,"podcastfilter":318,"post_author":107,"post_content":319,"post_date":320,"post_excerpt":43,"post_id":316,"post_modified":321,"post_thumbnail":322,"post_title":323,"post_type":158,"sort_by_date":324,"tag_links":325,"tags":326},"94230","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-6-dicembre-lotte-operaie-alla-sbarra-cpt-di-torino-always-on-the-move/",[107]," \r\n\r\nll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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È il dato dei procedimenti seguiti da un solo studio legale di Milano sulle una parte delle inchieste nate da lotte sindacali soprattutto nella logistica nel nord Italia.\r\nLo studio, specializzatosi dal 2016 in poi nella difesa di operai e esponenti sindacali nel settore della logistica, ne ha contati circa tremila, solo nei territori seguiti: in particolare Milano e Piacenza, ma anche Bologna, Alessandria, Pavia, Brescia, Novara, Mantova, Cremona, Bergamo.\r\nSignifica che il numero totale italiano è molto più alto.\r\nAd oggi sono 300 i procedimenti ancora aperti.\r\nCon il DDL 1660 la situazione è destinata a peggiorare.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSanitalia è il nuovo gestore del CPR di Torino\r\nL’appalto da 8,4 milioni di euro per la gestione della prigione per migranti di corso Brunelleschi se lo è aggiudicato Sanitalia. La Cooperativa era già stata in corso Brunelleschi, quando aveva gestito i “servizi di igiene e sanificazione” e di “assistenza infermieristica” per l’allora ente gestore Gepsa, multinazionale francese che dal 2016 al 2022 ha incassato 8,6 milioni di euro dalla prefettura di Torino.\r\nSi tratta di un gruppo specializzato nella gestione di strutture chiuse: dalle RSA a spazi dedicati a malati di Alzahimer, a numerosi CAS in Piemonte.\r\nNon c’è bisogno si scomodare Foucault per cogliere l’intima interconnessione tra strutture di tipo sanitario/assitenziale e luoghi di detenzione amministrativa. Si tratta di posti caratterizzati dalla necessità di gestire corpi in eccesso, non produttivi, incontrollabili, inutili, fastidiosi, che si decide di concentrare in spazi specifici.\r\nLa scelta di tentare la scalata dei CPR ha visto Saniatalia partecipare, senza successo, alle gare per i CPR in Albania e per quello di via Corelli a Milano.\r\nPresto entrerà in corso Brunelleschi.\r\nQuindi a breve la prigione per migranti di Torino, chiusa in seguito alle rivolte del febbraio 2023, riaprirà.\r\n\r\nAlways on the move\r\nTorino. Vetrina per turisti e città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.\r\nTorino è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi. Il primo è il fulcro della narrazione pubblica, il secondo viene occultato tra satelliti ed esplorazioni spaziali.\r\nLa lenta ma inesorabile fuga della Fiat, ormai solo più un marchio per le auto, ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni, hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché si è basata su violente dinamiche di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludente, una sempre più netta dinamica di gentrification.\r\nVi abbiamo proposto la lettura ragionata della prima parte dell’opuscolo, presentato il 28 novembre a Torino.\r\nPer chi si fosse perso l’incontro qui c’è il video della serata: https://www.anarresinfo.org/video-always-on-the-move-torino-vetrina-per-turisti-e-citta-delle-armi/\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 14 dicembre\r\ncena antinatalizia\r\nMenù vegan\r\nBenefit lotte\r\nore 20\r\ncorso Palermo 46\r\nQuanto costa? Tantissimo per chi ne ha, meno per chi ha meno, poco per chi ha poco. Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale.\r\nPorta la tua statuetta per il pres-empio autogestito!\r\nPer prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Dicembre 2024","2024-12-12 19:04:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/2024-12-07-cena-antinatalizia-2-200x110.jpeg","Anarres del 6 dicembre. 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La Cooperativa era già stata in corso Brunelleschi, quando aveva gestito i “servizi di igiene e sanificazione” e di “assistenza infermieristica” per l’allora ente gestore Gepsa, multinazionale francese che dal 2016 al 2022 ha incassato 8,6 milioni di euro dalla prefettura di Torino.\r\nSi tratta di un gruppo specializzato nella gestione di strutture chiuse: dalle RSA a spazi dedicati a malati di Alzahimer, a numerosi CAS in Piemonte.\r\nNon c’è bisogno si scomodare Foucault per cogliere l’intima interconnessione tra strutture di tipo sanitario/assitenziale e luoghi di detenzione amministrativa. 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