","Amianto killer: consapevolezza etica oltre alle condanne","post",1469188941,[60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/amianto/","http://radioblackout.org/tag/asbesto/","http://radioblackout.org/tag/mesotelioma/","http://radioblackout.org/tag/padroni-e-processi/",[21,19,27,31],{"post_content":66,"tags":71},{"matched_tokens":67,"snippet":69,"value":70},[68],"e","ribalta. Ormai le situazioni di malattia \u003Cmark>e\u003C/mark> morte sono andati a regime","L'attualità vede molte notizie in cui il caso amianto viene alla ribalta. Ormai le situazioni di malattia \u003Cmark>e\u003C/mark> morte sono andati a regime \u003Cmark>e\u003C/mark> continuano a esserci senza che facciano notizia o suscitino alcun scalpore; ma per altro questo non \u003Cmark>è\u003C/mark> mai avvenuto realmente, perché le morti di questa strage sono diluite nel tempo \u003Cmark>e\u003C/mark> non assumono mai i contorni della strage mediatica che ha bisogno della concentrazione di morti in uno spazio \u003Cmark>e\u003C/mark> tempo relativamente brevi; invece le fonti di informazione si eccitano di fronte ai \u003Cmark>processi\u003C/mark>, soprattutto se vedono come imputati personaggi eminenti come i fratelli De Benedetti – ma in questo caso non c'è quasi traccia nelle testate del gruppo di famiglia –, che sono stati condannati in prima istanza \u003Cmark>e\u003C/mark> rischiano una nuova incriminazione per altri morti di quelli che silenziosamente continuano a spegnersi per colpa delle sciagurate scelte delle condizioni di lavoro degli anni Settanta \u003Cmark>e\u003C/mark> Ottanta in Olivetti. Ulteriore addentellato con l'attualità \u003Cmark>è\u003C/mark> la decisione della Corte costituzionale di considerare processabile il magnate svizzero Schmidheiny nel nuovo processo Eternit, dove viene contestato l'omicidio volontario di 258 vittime dell'amianto.\r\n\r\nCom'è ovvio, a noi non interessa che qualcuno finisca in galera (o i cavilli in latinorum del ne bis in idem), quanto piuttosto che più nessuno debba rimetterci la vita per feroci valutazioni di profitto \u003Cmark>e\u003C/mark> se un risvolto positivo si può immaginare in questo ambito giudiziario \u003Cmark>è\u003C/mark> che pare possa fare breccia una nuova consapevolezza \u003Cmark>e\u003C/mark> un riconoscimento di responsabilità per quello che riguarda le condizioni di vita \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoro, perciò con piacere abbiamo sentito Michele del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro ribadire questo concetto.\r\n\r\n \r\n\r\nMichelino",[72,74,76,78],{"matched_tokens":73,"snippet":21},[],{"matched_tokens":75,"snippet":19},[],{"matched_tokens":77,"snippet":27},[],{"matched_tokens":79,"snippet":81},[15,68,80],"processi","\u003Cmark>padroni\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>processi\u003C/mark>",[83,88],{"field":34,"indices":84,"matched_tokens":85,"snippets":87},[38],[86],[15,68,80],[81],{"field":89,"matched_tokens":90,"snippet":69,"value":70},"post_content",[68],1736172819517538300,{"best_field_score":93,"best_field_weight":37,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":46,"score":95,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":46},"3315704398080",2,"1736172819517538410",{"document":97,"highlight":121,"highlights":145,"text_match":156,"text_match_info":157},{"cat_link":98,"category":99,"comment_count":46,"id":100,"is_sticky":46,"permalink":101,"post_author":49,"post_content":102,"post_date":103,"post_excerpt":52,"post_id":100,"post_modified":104,"post_thumbnail":105,"post_thumbnail_html":106,"post_title":107,"post_type":57,"sort_by_date":108,"tag_links":109,"tags":117},[43],[45],"43507","http://radioblackout.org/2017/10/oltre-il-g7-analisi-e-prospettive/","Il G7 per il governo è stata una mera questione di ordine pubblico.\r\nSono passati 16 anni dal G8 di Genova, tornato G7 dopo la cacciata della Russia putiniana. I movimenti, che in quegli anni scelsero di sfidare i potenti del mondo, assediando gli incontri, dove si affinavano le politiche che hanno reso più tagliente e aguzza la piramide sociale, si sono inabissati. Il moltiplicarsi dei fronti di guerra, l'inaridirsi in percorsi istituzionali, l'incapacità di cogliere l'occasione di tessere reti autonome dal quadro politico, ne hanno segnato la fine.\r\nOggi, la scarsa reattività dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei senza reddito agli attacchi convergenti di governo e padroni, il moltiplicarsi contestuale di misure di disciplinamento sociale, ci mettono di fronte ad una strada tutta in salita.\r\n\r\nNel contenitore ReSetG7 si sono confrontate, senza però trovare una forte sintesi, diverse anime.\r\n\r\nTra chi ha scelto le periferie della città, lasciando i G7 nella loro residenza di caccia, e chi invece ha puntato sui luoghi e sui simboli, la distanza si è accorciata senza tuttavia mai colmarsi del tutto. Gli uni hanno attraversato le periferie, per dare rappresentazione alle lotte dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, che, sia pure in forme minoritarie, mettono in difficoltà i padroni, gli altri si sono concentrati sulla metafora dell'assedio, del Palazzo, della Reggia, della ghigliottina.\r\nLa Questura, ha messo in campo una militarizzazione imponente, ma discreta, con una gestione di piazza senza particolari eccessi. Sanna ha calato le carte pesanti solo dopo la fine del vertice, arrestando due attivisti No G7. Ad Andrea, uno di loro, dopo l'udienza di convalida, è stato imposto l'obbligo di dimora a Bussoleno.\r\n\r\nVale la pena chiarire subito un fatto. Nella tre giorni contro il G7 sono scese in piazza minoranze agenti, mai grandi folle capaci di dare qualche grattacapo ai potenti chiusi nella Reggia.\r\nLa radicalità degli obiettivi e il radicamento sociale sono condizioni indispensabili ad innescare processi capaci di mutare senso ai tempi che siamo forzati a vivere. Questo G7 è stato però un'occasione di costruire e rafforzare le relazioni sul territorio in vista delle sfide dell'autunno.\r\nPer questa ragione ampi settori di movimento hanno puntato su un corteo di lavoratori e lavoratrici che partisse da Porta Palazzo, inoltrandosi per le strade di Barriera, sostando a lungo per confrontarsi con la gente. Una scommessa vinta. Lo dimostra il suo crescere durante il percorso: tante persone si sono unite alla manifestazione, i negozi sono rimasti aperti e la gente era in strada nonostante la campagna di criminalizzazione degli ultimi giorni e i divieti invocati dai due presidenti della sesta e settima circoscrizione, Carlotta Silvestri e Luca Deri. \r\nIn Barriera hanno manifestato circa 500 lavoratori, precari, disoccupati, le vittime delle politiche dei G7 rinchiusi nella Reggia di Venaria. Tutti insieme dietro allo striscione “Contro i padroni del mondo. La nostra lotta”.\r\nQuest'iniziativa ha rappresentato il tentativo, simbolico e reale, di rimettere al centro le periferie, luoghi dove si può creare la miscela capace di accendere un processo di trasformazione sociale.\r\nQuello stesso giorno un corteo di trecento studenti, cui si è unito un gruppetto di No Tav, ha percorso del vie del centro: un tentativo di avvicinarsi a piazza Carlina è finito con una breve carica. In serata, mentre in Barriera si stava svolgendo l'assemblea finale con cui si è chiuso il corteo dei lavorator*, un centinaio di attivisti si è mosso da Palazzo Nuovo, occupato dagli studenti, verso piazza Carlina. É finita con una carica in via Po per impedire l'avvicinamento all'albergo delle delegazioni. \r\n\r\nLe manifestazioni erano cominciate giovedì 28 con “Reclaim the street”, la parade che ha attraversato le zone della movida con lo slogan “A noi le strade, a voi i privè”.\r\n\r\nSabato mattina volantinaggio al mercato di corso Cincinnato e un corteo per il quartiere, prima della partenza della manifestazione pomeridiana diretta alla Reggia, dove era prevista la conferenza stampa finale del G7.\r\nMille e quattrocento manifestanti, partiti dalle Vallette, hanno attraversato la periferia di Venaria, dove le case dormitorio e la scuola sono accanto ai tralicci dell'alta tensione e alla tangenziale, dirigendosi verso piazza Matteotti, dove comincia la strada pedonale che immette nel piazzale della Reggia.\r\nL'ingresso all'area pedonale era chiuso da grate, camion con idrante e un nugolo di poliziotti dell'antisommossa e digos.\r\nLa testa del corteo, a mani nude e con tre carrelli pieni di enormi brioche di gommapiuma, ha provato a passare. È partita una breve carica, durante la quale la digos è riuscita prendere un manifestante pesarese. Dal corteo sono partiti fuochi d'artificio contro la polizia che ha replicato con un fittissimo lancio di lacrimogeni, che hanno reso l'aria irrespirabile. Il corteo è arretrato in strada. Dopo una mezz'ora nuovo lancio pirotecnico dai manifestanti e nuovo areosol al Cs dalla polizia.\r\n\r\nIn serata la sindaca di Torino si è congratulata con la polizia, il suo vice Montanari, anima “sinistra” del governo della città, schierato con i manifestanti, si è affrettato a dividerli in buoni e cattivi, per mantenere il piede in due scarpe.\r\n\r\nIl G7 è finito. Restano aperte le tante questioni sulle quali si sono articolate le varie piazze. Prima tra tutte la crescita di un movimento radicale e radicato che sappia mettere in difficoltà padroni e governanti.\r\n\r\nAbbiamo chiacchierato di questi temi con un sindacalista di base, Stefano che ha partecipato alla tre giorni di lotta contro il G7.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 03 capello g7","3 Ottobre 2017","2017-10-05 19:34:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/G7_biscotti1_Adn-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/G7_biscotti1_Adn-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/G7_biscotti1_Adn-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/G7_biscotti1_Adn.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Oltre il G7. 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È stato questo lo scenario dove, l'altro ieri, si è svolta l'udienza preliminare per i 45 indagati e indagate dell'operazione Lince. Non per ragioni giuridiche, solo cinque persone rischiano di dover affrontare il processo in Corte d'Assise, si tratta delle persone su cui è fatta cadere l'assurda accusa di associazione a delinquere con finalità terroristiche, ma per semplici ragioni logistiche: era l'unica aula abbastanza grande per contenere tutti quegli indagati e indagate.\r\n\r\n\r\nBisogna tornare indietro nel tempo, in Sardegna, per trovare un processo di questo tipo. Siamo negli anni Sessanta a Oristano, e centinaia di pescatori di Cabras vengono indagati per rapina e altri reati gravi. Si trattava di una forzatura portata avanti da quegli stessi magistrati che ricevevano in regalo quintali di muggini e vivevano in affitto nelle fastose residenze dei padroni dello stagno, le presunte vittime della presunta rapina che era, in realtà, al massimo una pesca di frodo.\r\n\r\n\r\nUn processo farsa, che non partirà mai, perché all'epoca a Oristano non c'era nemmeno un teatro dove poter ospitare i circa 300 pescatori indagati. Un processo interamente politico, smontato da un collegio di legali di cui fecero parte nomi del calibro di Umberto Terracina. E i parallelismi sono tanti, con quanto è successo ieri a Cagliari.\r\n\r\n\r\nObiettivo di quel processo era criminalizzare e soffocare il nascente movimento dei pescatori liberi, che dopo 30 anni di lotte, scioperi, arresti e persino morti, riuscirà nell'intento di sottrarre lo stagno di Cabras ai suoi padroni feudali e trasformarlo in un bene pubblico. Obiettivo del procedimento legato all'operazione Lince è quello di criminalizzare il movimento sardo contro l'occupazione militare che, tra alti e bassi certamente, gode da decenni di un consenso significativo in seno al popolo sardo.\r\n\r\n\r\nOggi come allora le accuse sono slegate dalla realtà e mescolate insieme in un minestrone difficile da digerire anche per gli stomaci più pelosi. «Questi vogliono fare la rivoluzione!» ha detto più o meno l'accusa nella sua requisitoria, durante la quale ha chiesto il rinvio a giudizio di tutte e tutti gli indagati. È un peccato che il processo non sia stato trasmesso in diretta da qualche parte: chi lo avesse seguito si sarebbe reso conto dei suoi caratteri assurdi.\r\n\r\n\r\nAllora ci furono verbali falsi e un sistema di connivenze all'interno della Oristano bene che vedeva dalla stessa parte della barricata magistrati, carabinieri e padroni dello stagno. Anche oggi l'accusa e le presunte parti lese fanno parte della stessa consorteria: lo Stato. Quello Stato che è il responsabile dell'occupazione militare della Sardegna, quella stessa Procura che chiede l'archiviazione per i cinque generali indagati per il disastro ambientale del poligono di Teulada e della sua penisola Delta.\r\n\r\n\r\nMercoledì il processo vedeva sul banco degli imputati la possibilità di svolgere una legittima attività politica di opposizione all'occupazione militare della nostra terra. Gli imputati e le imputate non sono solo 45, ma sono migliaia se non di più. Alla sbarra c'erano i diecimila di Capo Frasca de 2014, le migliaia scese in piazza negli anni successivi, tutte e tutti quelli che manifesteranno da ora in avanti.\r\n\r\n\r\nA chiedere la condanna di un intero movimento ci si è messo il vertice stesso dello Stato, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri che si è costituita parte civile ed è pronta a chiedere un cospicuo risarcimento alle 45 indagate e indagati. La goccia di veleno ben custodita nella coda di questo governo Conte bis, che non si differenzia in nulla dai suoi predecessori per quel che riguarda l'occupazione militare della Sardegna come non saranno diversi i suoi successori.\r\n\r\n\r\nL'udienza è stata aggiornata al 15 aprile, quando ascolteremo le parole della difesa contro la richiesta di rinvio a giudizio. Ma la battaglia non la si vincerà solo dentro l'aula della Corte d'Assise di Cagliari. È un processo politico, e politica dovrà essere la risposta.\r\n\r\n\r\nCi vedremo sicuramente il 15 aprile per una nuova manifestazione, contro la repressione e contro l'occupazione militare della Sardegna.","29 Gennaio 2021","2021-01-29 11:31:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/144063381_1895073607325072_8020743367996321786_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"201\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/144063381_1895073607325072_8020743367996321786_o-300x201.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/144063381_1895073607325072_8020743367996321786_o-300x201.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/144063381_1895073607325072_8020743367996321786_o-768x515.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/144063381_1895073607325072_8020743367996321786_o.jpg 806w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cagliari, al via il processo contro la rete sarda contro l’occupazione militare.",1611919134,[175,176],"http://radioblackout.org/tag/a-foras/","http://radioblackout.org/tag/cagliari/",[23,25],{"post_content":179},{"matched_tokens":180,"snippet":181,"value":182},[68,15],"parte della barricata magistrati, carabinieri \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>padroni\u003C/mark> dello stagno. 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Non per ragioni giuridiche, solo cinque persone rischiano di dover affrontare il processo in Corte d'Assise, si tratta delle persone su cui \u003Cmark>è\u003C/mark> fatta cadere l'assurda accusa di associazione a delinquere con finalità terroristiche, ma per semplici ragioni logistiche: era l'unica aula abbastanza grande per contenere tutti quegli indagati \u003Cmark>e\u003C/mark> indagate.\r\n\r\n\r\nBisogna tornare indietro nel tempo, in Sardegna, per trovare un processo di questo tipo. Siamo negli anni Sessanta a Oristano, \u003Cmark>e\u003C/mark> centinaia di pescatori di Cabras vengono indagati per rapina \u003Cmark>e\u003C/mark> altri reati gravi. Si trattava di una forzatura portata avanti da quegli stessi magistrati che ricevevano in regalo quintali di muggini \u003Cmark>e\u003C/mark> vivevano in affitto nelle fastose residenze dei \u003Cmark>padroni\u003C/mark> dello stagno, le presunte vittime della presunta rapina che era, in realtà, al massimo una pesca di frodo.\r\n\r\n\r\nUn processo farsa, che non partirà mai, perché all'epoca a Oristano non c'era nemmeno un teatro dove poter ospitare i circa 300 pescatori indagati. Un processo interamente politico, smontato da un collegio di legali di cui fecero parte nomi del calibro di Umberto Terracina. \u003Cmark>E\u003C/mark> i parallelismi sono tanti, con quanto \u003Cmark>è\u003C/mark> successo ieri a Cagliari.\r\n\r\n\r\nObiettivo di quel processo era criminalizzare \u003Cmark>e\u003C/mark> soffocare il nascente movimento dei pescatori liberi, che dopo 30 anni di lotte, scioperi, arresti \u003Cmark>e\u003C/mark> persino morti, riuscirà nell'intento di sottrarre lo stagno di Cabras ai suoi \u003Cmark>padroni\u003C/mark> feudali \u003Cmark>e\u003C/mark> trasformarlo in un bene pubblico. Obiettivo del procedimento legato all'operazione Lince \u003Cmark>è\u003C/mark> quello di criminalizzare il movimento sardo contro l'occupazione militare che, tra alti \u003Cmark>e\u003C/mark> bassi certamente, gode da decenni di un consenso significativo in seno al popolo sardo.\r\n\r\n\r\nOggi come allora le accuse sono slegate dalla realtà \u003Cmark>e\u003C/mark> mescolate insieme in un minestrone difficile da digerire anche per gli stomaci più pelosi. «Questi vogliono fare la rivoluzione!» ha detto più o meno l'accusa nella sua requisitoria, durante la quale ha chiesto il rinvio a giudizio di tutte \u003Cmark>e\u003C/mark> tutti gli indagati. \u003Cmark>È\u003C/mark> un peccato che il processo non sia stato trasmesso in diretta da qualche parte: chi lo avesse seguito si sarebbe reso conto dei suoi caratteri assurdi.\r\n\r\n\r\nAllora ci furono verbali falsi \u003Cmark>e\u003C/mark> un sistema di connivenze all'interno della Oristano bene che vedeva dalla stessa parte della barricata magistrati, carabinieri \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>padroni\u003C/mark> dello stagno. 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Continuità e rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo\r\nore 14,30\r\ninterventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell'Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La colonizzazione mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","2 Marzo 2022","2022-03-02 13:28:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/migranti-polonia-1-690x362-1-200x110.jpg","Anarres dell’11 febbraio. Apartheid in Palestina. 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Continuità \u003Cmark>e\u003C/mark> rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo\r\nore 14,30\r\ninterventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell'Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La colonizzazione mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":253,"snippet":254,"value":254},[68,15,68],"Anarres dell’11 febbraio. Apartheid in Palestina. Decostruire la “naturalità” degli Stati. Una Barriera contro militari \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>padroni\u003C/mark>. Polonia: lotta contro le frontiere. 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Leggeremo e commenteremo insieme questo articolo di Byung–Chul Han, filosofo coreano che considera Covid 19, un’occasione per effettuare un “test di sistema”, sulla tenuta del panopticon globale dell’epidemia.\r\nLa sorveglianza globale, strategia “vincente” contro la diffusione del contagio in Cina e in Corea, rischia di diffondersi ovunque. I dispositivi cinesi e coreani consentono l’equazione fallita sinora in Italia: riaprire o tenere aperta la produzione, attuando un controllo capillare della popolazione in ogni momento della vita .\r\nLa fascinazione di questo sistema, la cui efficienza è sbandierata costantemente dai media, rischia di far accelerare processi analoghi, già in corso da tempo nel nostro paese. Un paese dove, in ogni caso, si fa ricorso ad una potente pressione poliziesca. \r\nAbbiamo poi continuato la chiacchierata della scorsa settimana con Salvo Vaccaro, anarchico e docente di filosofia politica all’Università di Palermo\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","16 Aprile 2020","2020-04-16 12:10:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/panopticon-200x110.jpg","Anarres del 10 aprile. Ecofascisti tifano Covid. Senza Frontiere. La società del virus e del controllo...",1587034164,[274],"http://radioblackout.org/tag/il-virus-del-controllo/",[276],"il virus del controllo",{"post_content":278,"post_title":282},{"matched_tokens":279,"snippet":280,"value":281},[68,15],"diffusione del contagio di governi \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>padroni\u003C/mark>, che non hanno attuato le","Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Da Napoli a Barcellona sta crescendo anche la resistenza.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, sociologo e docente all’ateneo torinese.\r\n\r\nResistenza indigena e popolare in Brasile\r\nIl compagno brasiliano Johnny del Centro di Cultura Sociale della Favela Vila Dalva e del Colettivo Anarcopunk Aurora Negra sarà a Torino mercoledì 17 luglio per un incontro sulle lotte sociali, ecologiche e le iniziative autogestite nel Brasile sotto il tallone di Bolsonaro.\r\nSi parlerà della situazione politica e sociale in Brasile, della resistenza popolare al regime di Bolsonaro, delle attività e le iniziative culturali di organizzazione e lotta all'interno dello spazio.\r\nJohnny è in Europa come delegato al congresso IFA di Lubiana per Iniciativa Federalista Anarquista Brasil.\r\nCi presenta il tour Simone Ruini della CRINT della FAI, che conosce bene il Brasile dove ha vissuto per qualche tempo.\r\n\r\nMorire al CPR. Faisal, “Sahid” e gli altr*\r\n\r\nDiario di un bagnino\r\n\r\nFree(k) Pride – Il 13 luglio un Pride indecoroso, libero, mostruoso attraversa le strade di Torino, nel segno della rivolta frocia, della liberazione dai confini tra i corpi e tra gli Stati, del rifiuto del pinkwashing istituzionale, della costruzione di percorsi di autonomia dai generi. Un Pride che trova il suo orgoglio nella lotta contro ogni forma di oppressione e di sfruttamento. Un Pride che fugge la norma eteropatriarcale e non si piega alla legalizzazione delle proprie identità costitutivamente ed orgogliosamente erranti, fuori posto, fuorilegge.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 17 luglio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nBrasile. Resistenza indigena e popolare\r\nIncontro sul Brasile con Johnny do Centro de Cultura Social da Favela Vila Dalva e del Coletivo Anarcopunk Aurora Negra / I.F.A. Brasil\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","16 Luglio 2019","2019-07-16 15:42:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/66733897_432131707374593_4575352751176810496_n-200x110.jpg","Anarres del 12 luglio. Turismo e gentrification. Resistenza indigena e popolare in Brasile. Morire al CPR. Faisal, “Sahid” e gli altr*. Diario di un bagnino. 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Quest'ultima reclutava i futuri riders, anche in centri di accoglienza, andando a pescare in un bacino di lavoratori ancora più ricattabili, ma nonostante questo ha trovato pane per i suoi denti. Con determinazione i fattorini si sono informati e hanno raccolto tutte le documentazioni (messaggi, chiamate, comunicazioni dall'azienda) che potevano essere utili da portare ai processi. Domani 18/11 ci sarà la sentenza di primo grado del processo civile e dai nostri microfoni abbiamo rilanciato l'importanza di andare a portare solidarietà a questi ragazzi al presidio che si svolgerà dalle ore 9 davanti al palagiustizia di Torino.\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/events/1801102136745320/?ref=newsfeed\r\n\r\nRex ci ha spiegato come è nato tutto questo e dove questo percorso li sta portando, compresa la cena benefit che lui e i suoi colleghi hanno organizzato lunedì 15 all' Edera Squat, che servirà per il viaggio che li porterà a Milano in presidio con gli altri riders alla sentenza del processo penale per caporalato contro la manager di Uber. Un momento importante per l'unione tra le lotte di riders di diverse città contro il nemico comune Uber Eats, che ha permesso che tutto questo succedesse.\r\n\r\nL'intervista è formata da più domanda e risposta, ognuna la ascolterete prima in inglese e poi in versione tradotta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Intervista-a-Rex-rider-Uber-eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Eddy del Movimento di Lotta Disoccupati 7 Novembre di Napoli, con il quale abbiamo parlato del percorso che li ha portati alla imponente manifestazione tenutasi sabato 13, una piazza ricca di contenuti, tra i quali il rifiuto di misure che minano il diritto stesso a manifestare. Su questa giornata importante per il movimento di classe tutto, i compagni di Napoli così si esprimono dai loro profili social:\r\n\r\n\"[..] Migliaia di persone hanno risposto al nostro appello per stringersi attorno alla lotta ed alla prospettiva che la nostra lotta ha indicato in questi anni: lavoro stabile e sicuro, salario garantito, unità con le lotte dei lavoratori e lavoratrici e tutte le altre lotte sociali contro la repressione. Ma la mobilitazione è andata, come volevamo, ben oltre la solidarietà contro la repressione che colpisce il movimento (ed in generale tutte le lotte) e l'indagine di Associazione a Delinquere che vede coinvolti alcuni nostri portavoce.\r\n\r\n\r\nUn accusa che abbiamo rispedito al mittente come chiariva l'apertura del corteo con i cartonati con scritto \"L'associazione a delinquere siete voi\" ed il chiaro riferimento dei volti di Draghi, il Presidente di Confindustria Bonomi, i rappresentanti dell'Unione Europea, i sindacati confederali.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nBen oltre perche' abbiamo rotto l'isolamento attorno alla nostra vertenza (su cui entreremo nel merito in altri comunicati) ma nello stesso tempo abbiamo rimesso al centro i temi, i bisogni e le parole d'ordine che disoccupati, lavoratori, studenti e proletari hanno portato avanti in questi anni nelle lotte ed abbiamo lanciato un segnale chiaro al Governo Draghi. Un compito non facile per chi lotta tutti i giorni e non ha bisogno di giornate campali. [..] \r\n\r\nCorteo doveva essere, corteo è stato. Il messaggio è stato dunque chiaro: non accettiamo nessun divieto di manifestare ed andiamo ben oltre la vera e propria opera di divisione di massa finalizzata a distrarci dai veri responsabili di questa crisi pandemica e della criminale gestione dell’emergenza sanitaria che ha palesato il vero volto del sistema capitalistico rispetto ai bisogni essenziali della classe lavoratrice e della maggioranza della popolazione.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLe responsabilità dei governi che hanno subordinato la salute e la sicurezza agli interessi del profitto e del mercato sono chiare dall'inizio: lo smantellamento della sanità, principale alleato del ‘coronavirus’, i diktat di Confindustria, le 132 mila vittime per inadeguatezza e l’irresponsabilità delle misure sanitarie di contenimento dei contagi, dei servizi sanitari devastati, di una politica di privatizzazioni e taglio del personale, dell’attacco alla spesa sociale e ai servizi socio-sanitari sul territorio, un informazione criminale sui vaccini, l'applicazione di misure come il “green pass” dietro cui si nascondono le responsabilità di governo e padroni, in linea con le misure ipocrite, che si inseriscono nel contesto della tendenza crescente dello Stato e dei governi a disimpegnarsi da una gestione pubblica di emergenza sanitaria. [..] \r\n\r\nQuesta mobilitazione è stata un successo anche per quello che ha rappresentato per tutti noi disoccupati: dalla preparazione ed agitazione nei nostri quartieri, alla giornata stessa ed alla crescita di molti nostri militanti disoccupati che hanno acquisito ancor di più coscienza e consapevolezza della propria lotta.\r\n\r\n\r\nNon è un caso che il settore dei disoccupati concludeva con uno striscione che chiariva la prospettiva generale dentro la quale questa vertenza si inserisce e la tendenza politica a cui guarda questa lotta: nessun sfruttato, nessun disoccupato, lavorare meno e lavorare tutti per il lavoro socialmente necessario.\" [..]\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Movimento-disoccupati-7-novembre-su-loro-piazze.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","17 Novembre 2021","2021-11-17 20:32:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/eatubereats-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 16/11/2021",1637181129,[],[],{"post_content":337},{"matched_tokens":338,"snippet":339,"value":340},[68,15],"nascondono le responsabilità di governo \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>padroni\u003C/mark>, in linea con le misure","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto con Rex, un rider di Uber Eats che si \u003Cmark>è\u003C/mark> organizzato con i suoi colleghi per fare causa a chi aveva deciso di guadagnare sulle sue spalle, uno dei tanti caporali del mondo del lavoro contemporaneo, l'azienda individuale FRC. Quest'ultima reclutava i futuri riders, anche in centri di accoglienza, andando a pescare in un bacino di lavoratori ancora più ricattabili, ma nonostante questo ha trovato pane per i suoi denti. Con determinazione i fattorini si sono informati \u003Cmark>e\u003C/mark> hanno raccolto tutte le documentazioni (messaggi, chiamate, comunicazioni dall'azienda) che potevano essere utili da portare ai \u003Cmark>processi\u003C/mark>. Domani 18/11 ci sarà la sentenza di primo grado del processo civile \u003Cmark>e\u003C/mark> dai nostri microfoni abbiamo rilanciato l'importanza di andare a portare solidarietà a questi ragazzi al presidio che si svolgerà dalle ore 9 davanti al palagiustizia di Torino.\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/events/1801102136745320/?ref=newsfeed\r\n\r\nRex ci ha spiegato come \u003Cmark>è\u003C/mark> nato tutto questo \u003Cmark>e\u003C/mark> dove questo percorso li sta portando, compresa la cena benefit che lui \u003Cmark>e\u003C/mark> i suoi colleghi hanno organizzato lunedì 15 all' Edera Squat, che servirà per il viaggio che li porterà a Milano in presidio con gli altri riders alla sentenza del processo penale per caporalato contro la manager di Uber. Un momento importante per l'unione tra le lotte di riders di diverse città contro il nemico comune Uber Eats, che ha permesso che tutto questo succedesse.\r\n\r\nL'intervista \u003Cmark>è\u003C/mark> formata da più domanda \u003Cmark>e\u003C/mark> risposta, ognuna la ascolterete prima in inglese \u003Cmark>e\u003C/mark> poi in versione tradotta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Intervista-a-Rex-rider-Uber-eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Eddy del Movimento di Lotta Disoccupati 7 Novembre di Napoli, con il quale abbiamo parlato del percorso che li ha portati alla imponente manifestazione tenutasi sabato 13, una piazza ricca di contenuti, tra i quali il rifiuto di misure che minano il diritto stesso a manifestare. Su questa giornata importante per il movimento di classe tutto, i compagni di Napoli così si esprimono dai loro profili social:\r\n\r\n\"[..] Migliaia di persone hanno risposto al nostro appello per stringersi attorno alla lotta ed alla prospettiva che la nostra lotta ha indicato in questi anni: lavoro stabile \u003Cmark>e\u003C/mark> sicuro, salario garantito, unità con le lotte dei lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici \u003Cmark>e\u003C/mark> tutte le altre lotte sociali contro la repressione. Ma la mobilitazione \u003Cmark>è\u003C/mark> andata, come volevamo, ben oltre la solidarietà contro la repressione che colpisce il movimento (ed in generale tutte le lotte) \u003Cmark>e\u003C/mark> l'indagine di Associazione a Delinquere che vede coinvolti alcuni nostri portavoce.\r\n\r\n\r\nUn accusa che abbiamo rispedito al mittente come chiariva l'apertura del corteo con i cartonati con scritto \"L'associazione a delinquere siete voi\" ed il chiaro riferimento dei volti di Draghi, il Presidente di Confindustria Bonomi, i rappresentanti dell'Unione Europea, i sindacati confederali.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nBen oltre perche' abbiamo rotto l'isolamento attorno alla nostra vertenza (su cui entreremo nel merito in altri comunicati) ma nello stesso tempo abbiamo rimesso al centro i temi, i bisogni \u003Cmark>e\u003C/mark> le parole d'ordine che disoccupati, lavoratori, studenti \u003Cmark>e\u003C/mark> proletari hanno portato avanti in questi anni nelle lotte ed abbiamo lanciato un segnale chiaro al Governo Draghi. Un compito non facile per chi lotta tutti i giorni \u003Cmark>e\u003C/mark> non ha bisogno di giornate campali. [..] \r\n\r\nCorteo doveva essere, corteo \u003Cmark>è\u003C/mark> stato. 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-19-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2021 03 19 anarres\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLouise Michel. Anarchica, femminista, antispecista, anticolonialista dalla Comune all’alba del nuovo secolo.\r\nLa sua vita non può essere separata dalle lotte, dai pensieri e dagli scritti: Louise, che, dopo l’esperienza vissuta sulle barricate della Comune, maturò una scelta anarchica, era una rivoluzionaria ed un’insegnante, impugnò il moschetto sulle barricate di Parigi, liberò gli uccelli dalle loro gabbie, si schierò con i Kanachi insorti contro il dominio coloniale francese.\r\nNe parliamo con Selva Varengo dell’università di Milano\r\n\r\nIl 18 marzo 2021 è l’anniversario della Comune di Parigi, La rivolta di Parigi diede vita alla prima importante esperienza di autogoverno popolare. I lavoratori e le lavoratrici parigine insorsero abolendo l’esercito permanente e gli organi repressivi dell’ordine autoritario e gerarchico. Le fabbriche abbandonate dai padroni rifugiatisi a Versailles, vennero autogestite dagli operai. Il centro della decisionalità politica furono le assemblee popolari, qualunque mandato divenne revocabile. Le donne furono protagoniste al pari degli uomini dei processi decisionali e della difesa armata. La repressione, condotta dal capo del governo di Versailles Adoplhe Thiers, fu terribile, almeno 30.000 comunardi e comunarde vennero fucilate, migliaia furono i deportati. Thiers telegrafò ai prefetti: “il suolo è disseminato dei loro cadaveri. Questo spettacolo spaventoso servirà di lezione”.\r\nIl nome di Thiers è ormai sepolto, la memoria degli insorti e delle insorte di quel 1871 è viva nelle lotte degli oppressi e degli sfruttati dei giorni nostri.\r\nNe parliamo con Federico Ferretti, dell’Università di Dublino.\r\n\r\nDoora, la nuova frontiera del food delivery, la consegna di cibo a domicilio.\r\nVolevano trasformare i rider in robot sempre disponibili, flessibili e in marcia? Non ci sono riusciti. \r\nQuale soluzione migliore di progettare e mettere in strada robot al posto dei rider? Si chiama Doora, è realizzata dall'operatore telefonico svedese Tele2 in collaborazione con foodora, colosso tedesco del food delivery, ed è una sorta di robot su due ruote che si muove grazie alla guida autonoma e in grado di effettuare consegne a domicilio. Ha montata una telecamera che consente di monitorarne gli spostamenti in tempo reale.\r\nPer ora Doora consegnerà pizze a Stoccolma, ma se funzionerà, questa scatola rosa a due ruote potrebbe entrare in servizio in più luoghi. Il lavoro umano si sposterà dalle strade alle control room e, ovviamente, il numero di impiegati sarà infinitamente inferiore e controllabile. \r\n\r\nNe parliamo con Giammarco\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 27 marzo\r\nUna Barriera contro padroni e militari\r\nore 15\r\npiazzetta di corso Palermo all’angolo con via Sesia\r\nliberiamo gli spazi pubblici del quartiere: giornata di informazione e lotta\r\ninterventi, musica, mostre e… tanto altro\r\n\r\nSabato 2 aprile ore 21\r\nScuole libertarie. Un’utopia concreta\r\nIncontro on line\r\nCon Francesco Codello, pedagogista, tra i fondatori della Rete dell’educazione libertaria\r\nhttps://us02web.zoom.us/j/89954592229\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo\r\n\r\np { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 115% }a:link { so-language: zxx }","25 Marzo 2021","2021-03-25 18:13:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/robot-at-work-200x110.jpg","Anarres del 19 marzo. Louise Michel. La Comune di Parigi. 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Riflessioni e dirette dalle piazze di Torino e di Milano \r\n\r\nSaluzzo. La Rosarno del nord?\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25 ottobre\r\nGentrification. Le città luna park, tra riqualificazioni escludenti, resistenza popolare e autogestione\r\nCon i sociologi Giovanni Semi e Guido Anselmi\r\nore 21 alla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 26 ottobre\r\ncorteo contro la guerra in Rojava\r\nA Milano ore 14,40 da Palestro\r\n\r\nSabato 2 novembre\r\npunto info antimilitarista\r\nore 10/13 al Balon\r\n\r\nDal 16 al 27 novembre\r\nSabato 16 novembre manifestazione antimilitarista \r\n\r\n10 giorni di informazione e lotta contro l’Aerospace and Defence meeting – Mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra in programma il 26 e 27 novembre all’Oval Lingotto\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli. \r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro. \r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","25 Ottobre 2019","2019-10-25 14:49:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/c_4b70f28319-200x110.jpeg","Anarres del 25 ottobre. Sciopero generale… Cile, Libano, Iraq. Gentrification. Saluzzo come Rosarno...",1572014986,[379],"http://radioblackout.org/tag/anarres-gentrification-sciopero-generale/",[381],"anarres gentrification sciopero generale",{"post_content":383},{"matched_tokens":384,"snippet":311,"value":385},[15,68],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-10-25-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nCile, Libano, Iraq, Ecuador… La rivolta parte dai ragazzi. Quando il futuro non c’è più\r\n\r\nGentrification. Le città Luna Park. \u003Cmark>Processi\u003C/mark> di gentrificazione, espulsione dei poveri, il turismo esotico nei tristi tropici tra Milano \u003Cmark>e\u003C/mark> Torino\r\nI governi cittadini attuano riqualificazioni escludenti, cacciano i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nNelle periferie eccentriche crescono la resistenza popolare \u003Cmark>e\u003C/mark> la pratica dell'autogestione.\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Semi, docente di sociologia all’università di Torino, che questa sera, con Guido Anselmi, introduce l’incontro alla FAT, dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nSciopero generale! Riflessioni \u003Cmark>e\u003C/mark> dirette dalle piazze di Torino \u003Cmark>e\u003C/mark> di Milano \r\n\r\nSaluzzo. La Rosarno del nord?\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25 ottobre\r\nGentrification. Le città luna park, tra riqualificazioni escludenti, resistenza popolare \u003Cmark>e\u003C/mark> autogestione\r\nCon i sociologi Giovanni Semi \u003Cmark>e\u003C/mark> Guido Anselmi\r\nore 21 alla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 26 ottobre\r\ncorteo contro la guerra in Rojava\r\nA Milano ore 14,40 da Palestro\r\n\r\nSabato 2 novembre\r\npunto info antimilitarista\r\nore 10/13 al Balon\r\n\r\nDal 16 al 27 novembre\r\nSabato 16 novembre manifestazione antimilitarista \r\n\r\n10 giorni di informazione \u003Cmark>e\u003C/mark> lotta contro l’Aerospace and Defence meeting – Mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra in programma il 26 \u003Cmark>e\u003C/mark> 27 novembre all’Oval Lingotto\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. 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