","Perquisizioni a Brescia dopo lo sciopero generale del 22","post",1759150636,[66,67,68,69,70],"https://radioblackout.org/tag/brescia/","https://radioblackout.org/tag/daspo/","https://radioblackout.org/tag/global-suud-flotilla/","https://radioblackout.org/tag/perquisizioni/","https://radioblackout.org/tag/sciopero-generale/",[72,73,74,18,75],"brescia","daspo","global suud flotilla","Sciopero Generale",{"post_content":77,"post_title":81,"tags":85},{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":80},[18],"superiori e universitarix, per effettuare \u003Cmark>perquisizioni\u003C/mark> per lo sciopero generale “Blocchiamo","All’alba delle giornate di domenica 28 settembre 2025, agenti della Digos della Questura di Brescia si sono presentati a casa di alcuni giovani studentx, delle scuole superiori e universitarix, per effettuare \u003Cmark>perquisizioni\u003C/mark> per lo sciopero generale “Blocchiamo tutto” del 22 settembre. Anche oggi, lunedì mattina, ci sono state altre \u003Cmark>perquisizioni\u003C/mark> in città, che hanno preso di mira alcunx compagnx sempre in merito alle recenti iniziative di piazza in solidarietà alla Palestina e alla Global Sumud Flotilla.\n\n\n\nAl termine dell’operazione repressiva sono stati notificati ad alcuni compagni e compagne “avvisi orali” del Questore Sartori e divieti di accedere alle manifestazioni sportive (DASPO).\n\n\n\nA Brescia, come in molte città italiane, lo sciopero generale del 22 settembre ha visto una partecipazione massiccia, con migliaia di persone che hanno occupato le strade per tutta la giornata. Due cortei distinti hanno attraversato la città, uno al mattino e l'altro alla sera, ciascuno con oltre diecimila partecipanti, causando il blocco totale del traffico cittadino. In linea con lo slogan nazionale della mobilitazione, \"Blocchiamo tutto\", il corteo serale ha tentato di raggiungere i binari della Stazione Fs deviando da Piazza Repubblica, dopo che la mattina c'era stato un blocco alla circolazione della metropolitana cittadina. Tuttavia, lungo il percorso si è trovato di fronte un imponente schieramento di polizia in assetto antisommossa che ha effettuato diverse cariche. Come riportato anche nel comunicato uscito in seguito alle \u003Cmark>perquisizioni\u003C/mark>, vista la forte partecipazione studentesca del corteo, sono state colpite persone giovani e giovanissime, alcune delle quali hanno avuto bisogno di ricorrere a cure ospedaliere. Gli agenti hanno caricato con particolare durezza, mirando al volto e alla testa, e durante gli attacchi al corteo sono stati utilizzati una quantità considerevole di gas lacrimogeni. \n\n\n\nAbbiamo chiesto a Giulia, di Radio Onda d'Urto, di raccontarci l'ultima settimana di mobilitazione a Brescia e le ultime notizie repressive dalla città.",{"matched_tokens":82,"snippet":84,"value":84},[83],"Perquisizioni","\u003Cmark>Perquisizioni\u003C/mark> a Brescia dopo lo sciopero generale del 22",[86,88,90,92,95],{"matched_tokens":87,"snippet":72},[],{"matched_tokens":89,"snippet":73},[],{"matched_tokens":91,"snippet":74},[],{"matched_tokens":93,"snippet":94},[18],"\u003Cmark>perquisizioni\u003C/mark>",{"matched_tokens":96,"snippet":75},[],[98,103,106],{"field":40,"indices":99,"matched_tokens":100,"snippets":102},[34],[101],[18],[94],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":84,"value":84},"post_title",[83],{"field":107,"matched_tokens":108,"snippet":79,"value":80},"post_content",[18],578730123365712000,{"best_field_score":111,"best_field_weight":112,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":52,"score":113,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":52},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":116,"highlight":139,"highlights":158,"text_match":109,"text_match_info":169},{"cat_link":117,"category":119,"comment_count":52,"id":120,"is_sticky":52,"permalink":121,"post_author":35,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":58,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":63,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":135},[118],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[51],"34566","http://radioblackout.org/2016/03/no-tav-arresti-e-perquisizioni/","Questa mattina intorno alle sei e mezza è scattata un'operazione repressiva contro 8 attivisti No Tav. Su mandato del PM Andrea Padalino, della Procura di Torino, i carabinieri di Susa hanno cominciato a notificare provvedimenti di restrizione della libertà con l'accusa di minacce e rifiuto di obbedienza agli ordini dell'autorità. Pare che quattro No Tav, di cui solo due già rintracciati, siano stati imposti gli arresti domiciliari, per gli gli altri scatta l'obbligo di firma quotidiano. L'episodio entrato nel mirino della Procura risale al 17 settembre, quando un gruppo di No Tav accorse in solidarietà ad un altro attivista fermato a Bussoleno dopo una cena in Clarea. \r\nCi sono sono state anche numerose perquisizioni domiciliari in case di attivisti No Tav, al presidio di Venaus, all'osteria La Credenza. \r\nGli attivisti fermati sono stati condotti alla caserma dei carabinieri di Susa, dove si radunato un piccolo presidio solidale.\r\nAscolta la prima intervista a caldo con Ermelinda, dopo la perquisizione della sua casa:\r\n\r\n2016-03-15-ermelinda-arrestinotav\r\n\r\nAscolta Nicoletta dal presidio davanti alla caserma dei carabinieri di Susa:\r\n\r\n2016-03-16-nicoletta-arrestinotav\r\n\r\n ","15 Marzo 2016","2016-03-17 13:50:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/notav_scritta-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"192\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/notav_scritta-300x192.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/notav_scritta-300x192.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/notav_scritta.jpg 450w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Tav. 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Al momento si parla di 5 arresti a Milano e 5 ad Atene. Altre cinque persone sarebbero indagate a piede libero. La prevedibile tempistica dell'operazione è stata determinata proprio dal timore che il già traballante Expo milanese potesse essere messo ulteriormente in difficoltà dalle reazioni.\r\n\r\nI toni trionfali e allarmistici allo stesso tempo utilizzati da comunicati ufficiali e media mainstream palesano la natura politica e “d'immagine” di questa operazione. Il 1° Maggio di Milano ha rotto su grande scala la rappresentazione dell'Expo sognata dalle istituzione e da Renzi. Con la narrazione istituzionale ormai messa in discussione, l'immagine del grande evento ha dovuto affrontare continui problemi. Le istituzioni hanno dovuto reagire in modo spettacolare e spettacolarizzato, un po' per rappresaglia, un po' perché tutto fosse riportato nell'alveo della compatibilità e del successo di Expo. 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Gli studenti universitari che occupano l'ex-CUEM si trovano di fronte uno scenario di guerra.\r\nLo spazio della libreria non è stato semplicemente sgomberato, è stato completamente devastato, spariti i libri, spariti i computer, i tavoli, le pareti, la cucina e persino il pavimento.\r\nSubito decidono di riallestire la libreria nell'atrio. Poi parte un corteo interno che termina con l'occupazione di un nuovo spazio.\r\nIl rettore Vago e il cda della Statale chiedono l'intervento della polizia. Oltre 60 poliziotti in tenuta antisommossa caricano a freddo spingendo i compagni alle porte dell'università. Quattro studenti in ospedale, un braccio, un polso e due teste rotte. Questo è il bilancio della giornata.\r\nNei giorni successivi un nuovo spazio viene occupato e l'esperienza della libreria riprende.\r\nQuesta mattina la magistratura ha presentato il conto. Sette compagni ai domiciliari, di cui due con le restrizioni, tre perquisiti, trenta in tutto gli indagati. 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A cavallo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, in Inghilterra, si registrano centinaia di ordigni e di attacchi esplosivi ai danni di diversi obiettivi delle classi dominanti e dello Stato. Molti hanno a che fare con gli interessi spagnoli. Alcuni sono firmati The Angry Brigade. In questa conversazione con John Barker, ritroviamo il quadro di un’epoca e delle sue tensioni, attraverso un racconto in prima persona che si snoda dalle lotte antimilitariste al dissacrante disprezzo per i rituali di Cambridge e alle lotte nel quartiere londinese di Notting Hill. In questo contesto nasce l’Angry Brigade: edonisti, sì, ma persone serie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/The-Angry-Brigade_39.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 9 - 19 Febbraio 1937, la strage di Addis Abeba [No Trip For Cats, Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 19 febbraio saranno passati 84 anni dal massacro di Addis Abeba, tra i tanti crimini del colonialismo italiano, uno dei più disgustosi e spietati, perché commesso lontano dai campi di battaglia, senza nemmeno l’alibi di una guerra in corso.Si trattò di un’immane rappresaglia, scattata in seguito all’attentato fallito contro il viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani. Esercito e camicie nere si riversarono in strada, non tanto per stanare e arrestare i due responsabili, quanto per terrorizzare e colpire in maniera indiscriminata i nuovi sudditi dell’Italia imperiale, colpevoli di essersi ribellati agli invasori. Oltre ai militi e ai fascisti organizzati, si lanciarono entusiasti nella caccia al nero anche operai, burocrati e impiegati coloniali. Prigionieri e semplici passanti – colpevoli soltanto di essere africani – vennero uccisi a bastonate, a badilate, oppure pugnalati, fucilati, impiccati, investiti con automezzi, bruciati vivi nelle loro case.Il 22 febbraio 1937, Graziani spedì a Mussolini un telegramma eloquente: “In questi tre giorni ho fatto compiere nella città perquisizioni con l’ordine di far passare per le armi chiunque fosse trovato in possesso di strumenti bellici, che le case relative fossero incendiate. Sono state di conseguenza passate per le armi un migliaio di persone e bruciati quasi altrettanti tucul”.In breve, la strage debordò dal cerchio di fuoco che gli aerei italiani avevano stretto intorno ad Addis Abeba. Raggiunse i villaggi, le case sparse, i luoghi di culto. Centinaia di persone furono arrestate e morirono nei campi di detenzione di Danane, in Somalia, e Nocra, in Eritrea, dove Graziani ordinò che avessero minime quantità d’acqua e di cibo. Il clero copto fu identificato come un pericoloso sobillatore di ribelli e dopo la classica indagine dove il colpevole è stabilito in anticipo, a maggio Graziani spedì il generale Maletti ad annientare il villaggio conventuale di Debre Libanos, la comunità monastica più importante del paese. Le esecuzioni ufficiali ammontarono a 449. Lo storico Ian Campbell considera invece plausibile l’uccisione di circa duemila persone, compresi centinaia di minorenni, sia laici sia religiosi. Almeno il doppio ne sarebbero morte,secondo Angelo del Boca per le strade di Addis Abeba, mentre per Campbell sarebbero state 19mila e per le autorità etiopi – come denunciarono nel dopoguerra – 30000.Questo è l’inizio dell’articolo apparso sul blog di Wu Ming che ricorda quelle giornate e propone una mappa ,un inventario della memoria dei crimini del colonialismo italiano ,una giornata quella significativa del 19 febbraio ,per ricordare dal basso con iniziative diffuse le responsabilità rimaste impunite del colonialismo italiano.Creare una mappa delle lapidi ,dei nomi ,della toponomastica che ancora intossica i luoghi pubblici celebrando le atrocità del colonialismo e contribuendo alla smemoratezza collettiva e alla rimozione di quegli avvenimenti .Attraverso la rimozione del colonialismo si sdogana il lessico razzista che diviene senso comune ,dietro l’alibi degli “italiani brava gente ” si nasconde il meccanismo securitario che aizza l’odio contro il diverso.Diamo il nostro piccolo contributo al ricordo del massacro di Addis Abeba ripubblicando una puntata di “No trips for cats ” andata in onda il 16 febbraio di un anno fa ,dedicata al racconto di quei terribili giorni del 1937.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/19-Febbraio-1937-la-strage-di-Addis-Abeba_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 20 - Ghigliottina - Achille Lauro 50 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nAchì? Perchè Achille Lauro si chiama Achille Lauro? Da un piroscafo degli anni ’20 all’Intelligenza Artificiale passando per le radici della prima Intifada. Correva l’anno 1985.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Ghigliottina-Achille-Lauro_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 9:30 - La coscienza di Isabella 4 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPensieri di un entità artificiale\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/La-coscienza-di-Isabella_4.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 10,30 - Sciopero minatori 4 minuti [Cronache Ribelli e Radio Blackout]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/sciopero-minatori_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRacconto dello sciopero dei minatori inglesi nel 1972, tratto da Cronache Ribelli vol.3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 13,30 - Rebetiko 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCarcere e fumerie di hashish, bande di strada e scontri con l’ordine costituito, profughi e sofferenza. Le origini e la storia del Rebetiko, più un modo di vita che un mero stile musicale, si intrecciano con la storia della plebe urbana greca, con la vita del Pireo e con le principali fasi politiche della penisola ellenica nella prima metà del XX secolo. Ci siamo fatti raccontare questa vicenda da Epaminondas Thomos, un compagno greco che ha curato l’edizione italiana del testo di Elias Petropulos, Rebetiko. Vita, musica, danza tra carcere e fumi dell’hashish.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rebetiko_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","19 Maggio 2024","2024-05-19 19:17:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 13 al 19 maggio 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Dall’autonomia proletaria calabrese alla rete meridionale del Sud ribelle. Da lì, questa narrazione sulle origini storiche e la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e, col suo combinato di “plasticità” e “nomadismo”, di “comunicazione fisica” e “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione e ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 14 ore 11,30 - Meditazione anticlassista 50 minuti [Penny-kella, Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesta è una meditazione guidata incentrata principalmente sulla pace, la presenza e la rivoluzione politica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Meditazione-anticlassista_50.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 15 ore 8,30 - Occupare a Milano nel 2022 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nDa qualche tempo a Milano il ritmo di sfratti e sgomberi ha ripreso a correre e le forze di polizia sono tornate a martellare i quadranti più poveri della città. Ciò nonostante le occupazioni “abusive” non si fermano e sono migliaia le persone che ancora possono vivere a Milano solo grazie a forme “illegali” di sopravvivenza abitativa. Siamo partiti da qui per farci raccontare che aria tira in Corvetto – quartiere a sud est del centro – e cosa bolle in pentola in via Gola – ultima sacca del fu quartiere Ticinese già sventrato dalla movida.\r\nUn racconto a quattro voci dalla città di sotto, contesa tra i progetti di grossi studi immobiliari e le istanze di resistenza degli abitanti, lasciate covare sotto la cenere di un fuoco certamente spento ma per nulla estinto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Occupare-a-Milano-nel-2022_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 16 ore 8,30 - Storia del Balon 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nL’implacabile coerenza di chi sta ridisegnando il tessuto urbano e sociale di Torino, con un’applicazione da manuale degli imperativi della gentrificazione, non poteva certo tollerare la presenza di alcuni venditori di stracci nel Balon, lo storico mercato delle pulci della città. Giacché nelle categorie merceologiche appetibili per i nuovi abitanti di Porta Palazzo può certo rientrare l’usato, purché di antiquariato o adeguatamente vintage. Così assistiamo a una storia di ridefinizione, nominale e fattiva, degli spazi del quartiere e alla cacciata degli straccivendoli in periferia, tra una discarica e un cimitero. Una storia altamente istruttiva di cui ci narra una compagna di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Storia-Balon_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 8,30 - Fred Buscaglione 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del cantautore.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Fred-Buscaglione_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 13,30 - The Angry brigade 39 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n“L’Angry Brigade è l’uomo o la donna seduto accanto a voi. Hanno delle pistole in tasca e la collera nella mente”. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, in Inghilterra, si registrano centinaia di ordigni e di attacchi esplosivi ai danni di diversi obiettivi delle classi dominanti e dello Stato. Molti hanno a che fare con gli interessi spagnoli. Alcuni sono firmati The Angry Brigade. In questa conversazione con John Barker, ritroviamo il quadro di un’epoca e delle sue tensioni, attraverso un racconto in prima persona che si snoda dalle lotte antimilitariste al dissacrante disprezzo per i rituali di Cambridge e alle lotte nel quartiere londinese di Notting Hill. In questo contesto nasce l’Angry Brigade: edonisti, sì, ma persone serie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/The-Angry-Brigade_39.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 9 - 19 Febbraio 1937, la strage di Addis Abeba [No Trip For Cats, Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 19 febbraio saranno passati 84 anni dal massacro di Addis Abeba, tra i tanti crimini del colonialismo italiano, uno dei più disgustosi e spietati, perché commesso lontano dai campi di battaglia, senza nemmeno l’alibi di una guerra in corso.Si trattò di un’immane rappresaglia, scattata in seguito all’attentato fallito contro il viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani. Esercito e camicie nere si riversarono in strada, non tanto per stanare e arrestare i due responsabili, quanto per terrorizzare e colpire in maniera indiscriminata i nuovi sudditi dell’Italia imperiale, colpevoli di essersi ribellati agli invasori. Oltre ai militi e ai fascisti organizzati, si lanciarono entusiasti nella caccia al nero anche operai, burocrati e impiegati coloniali. Prigionieri e semplici passanti – colpevoli soltanto di essere africani – vennero uccisi a bastonate, a badilate, oppure pugnalati, fucilati, impiccati, investiti con automezzi, bruciati vivi nelle loro case.Il 22 febbraio 1937, Graziani spedì a Mussolini un telegramma eloquente: “In questi tre giorni ho fatto compiere nella città \u003Cmark>perquisizioni\u003C/mark> con l’ordine di far passare per le armi chiunque fosse trovato in possesso di strumenti bellici, che le case relative fossero incendiate. Sono state di conseguenza passate per le armi un migliaio di persone e bruciati quasi altrettanti tucul”.In breve, la strage debordò dal cerchio di fuoco che gli aerei italiani avevano stretto intorno ad Addis Abeba. Raggiunse i villaggi, le case sparse, i luoghi di culto. Centinaia di persone furono arrestate e morirono nei campi di detenzione di Danane, in Somalia, e Nocra, in Eritrea, dove Graziani ordinò che avessero minime quantità d’acqua e di cibo. Il clero copto fu identificato come un pericoloso sobillatore di ribelli e dopo la classica indagine dove il colpevole è stabilito in anticipo, a maggio Graziani spedì il generale Maletti ad annientare il villaggio conventuale di Debre Libanos, la comunità monastica più importante del paese. Le esecuzioni ufficiali ammontarono a 449. Lo storico Ian Campbell considera invece plausibile l’uccisione di circa duemila persone, compresi centinaia di minorenni, sia laici sia religiosi. Almeno il doppio ne sarebbero morte,secondo Angelo del Boca per le strade di Addis Abeba, mentre per Campbell sarebbero state 19mila e per le autorità etiopi – come denunciarono nel dopoguerra – 30000.Questo è l’inizio dell’articolo apparso sul blog di Wu Ming che ricorda quelle giornate e propone una mappa ,un inventario della memoria dei crimini del colonialismo italiano ,una giornata quella significativa del 19 febbraio ,per ricordare dal basso con iniziative diffuse le responsabilità rimaste impunite del colonialismo italiano.Creare una mappa delle lapidi ,dei nomi ,della toponomastica che ancora intossica i luoghi pubblici celebrando le atrocità del colonialismo e contribuendo alla smemoratezza collettiva e alla rimozione di quegli avvenimenti .Attraverso la rimozione del colonialismo si sdogana il lessico razzista che diviene senso comune ,dietro l’alibi degli “italiani brava gente ” si nasconde il meccanismo securitario che aizza l’odio contro il diverso.Diamo il nostro piccolo contributo al ricordo del massacro di Addis Abeba ripubblicando una puntata di “No trips for cats ” andata in onda il 16 febbraio di un anno fa ,dedicata al racconto di quei terribili giorni del 1937.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/19-Febbraio-1937-la-strage-di-Addis-Abeba_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 20 - Ghigliottina - Achille Lauro 50 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nAchì? 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Le origini e la storia del Rebetiko, più un modo di vita che un mero stile musicale, si intrecciano con la storia della plebe urbana greca, con la vita del Pireo e con le principali fasi politiche della penisola ellenica nella prima metà del XX secolo. Ci siamo fatti raccontare questa vicenda da Epaminondas Thomos, un compagno greco che ha curato l’edizione italiana del testo di Elias Petropulos, Rebetiko. 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Al di là del fatto che per prevenire i suicidi sarebbe necessario mettere in discussione la natura depressogena propria del carcere, secondo alcuni calcoli, queste risorse non risulterebbero comunque sufficienti a garantire un consistente incremento del sostegno psicologico e potrebbero venire impiegate per allineare gli stipendi del personale psicoterapico (passati negli scorsi mesi da 17,63 a 30 euro l’ora).\r\n\r\nOltre alla perdita di controllo e di progettazione della propria esistenza, il carcere opera una sistematica privazione delle relazioni e un allontanamento dai propri affetti; molti dei telefoni di contrabbando rinvenuti durante le perquisizioni servono proprio a integrare i 10 minuti di colloquio telefonico consentiti.\r\n\r\nMentre in Italia un sindacato dei secondini propone di schermare le carceri con dei disturbatori di segnale per arginare il fenomeno delle telefonate illecite, una storia dal Michigan ci racconta di come vengano proibiti i colloqui con i familiari per avvantaggiare le aziende di telecomunicazione che lucrano su questa ulteriore privazione afflittiva.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/BCUPCB_suicidi-telefoni-copag.mp3\"][/audio]","10 Aprile 2024","2024-04-10 10:53:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/bcupcb-nordio5milioni-200x110.jpg","CARCERE: PREVENZIONE SUICIDI, TELEFONI E NEOLIBERISMO",1712746405,[464,682,683,469],"http://radioblackout.org/tag/copaganda/","http://radioblackout.org/tag/neoliberismo/",[362,685,686,374],"copaganda","neoliberismo",{"post_content":688},{"matched_tokens":689,"snippet":690,"value":691},[18],"di contrabbando rinvenuti durante le \u003Cmark>perquisizioni\u003C/mark> servono proprio a integrare i","Estratto dalla puntata del 8 aprile 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nIl Ministro della Giustizia ha stanziato 5 milioni di euro per la prevenzione dei suicidi nelle carceri italiane, nello specifico destinati al presunto potenziamento del sostegno psicologico delle persone detenute. 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