","Attentato al tempio sikh, mossa Isis del riposizionamento afgano","post",1585250616,[54,55,56,57,58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/abdullah/","http://radioblackout.org/tag/afghanistan/","http://radioblackout.org/tag/daesh/","http://radioblackout.org/tag/ghani/","http://radioblackout.org/tag/pompeo/","http://radioblackout.org/tag/sikh/","http://radioblackout.org/tag/talebani/",[25,27,19,17,21,15,23],{"post_content":63,"post_title":67,"tags":70},{"matched_tokens":64,"snippet":65,"value":66},[15],"La notizia dell'attentato al tempio \u003Cmark>sikh\u003C/mark> di Kabul ha riportato l'attenzione","Nel silenzio ovattato da covid19 planetario una guerra lunga 40 anni procede con le mosse dei contendenti che sembrano volersi posizionare costantemente per uno scontro finale o un accordo di pace definitivo, entrambi ancora di là da venire.\r\n\r\nLa notizia dell'attentato al tempio \u003Cmark>sikh\u003C/mark> di Kabul ha riportato l'attenzione sull'Afghanistan, uno sguardo che non è mai stato realmente distolto in questi mesi di tentativo di disimpegno trumpiano in vista dele elezioni. Si tratta dell'ennesima azione portata dall'Isis direttamente contro i simboli di una setta religiosa diversa dal sunnismo jihadista, che il 25 marzo aveva già colpito un tempio hindu-sikh a Kabul; questa volta ha procurato almeno 25 morti (venti giorni prima aveva colpito la comunità hazara raccolta a commemorare. il leader Mazari, ucciso dai talebani nel 1995). È un tassello in più nel puzzle che vede il Daesh intento a cercare di raccogliere gli scontenti dell'avvicinamento del mondo talebano all'amministrazione statunitense che a Doha il 29 febbraio ha conseguito un accordo con poche luci e molte ombre, già disatteso in parte ancora prima che vengano realmente definiti i contorni, ma che finisce con il mettere all'angolo gli altri protagonisti afgani: i due presidenti autoproclamatisi tali dopo elezioni disertate e costellate da brogli.\r\n\r\nInfatti l'altra notizia di due giorni precedente l'attacco jihadista era quella che Pompeo, il segretario di stato americano, aveva pretestuosamente addotto l'incapacità di accordarsi tra Abdulla e Ghani per annunciare il taglio di due miliardo di dollari nei finanziamenti allo stato afgano, mossa che tende a comunicare ai contendenti il disimpegno dalla guerra più lunga della storia statunitense – comunque vada il negoziato.\r\n\r\nE questo negoziato appare ancora più aleatorio e laborioso del solito, reso ancora più precario dalla pandemia, che si sta rinfocolando per il rientro di molti migranti che si trovavano in Iran, paese da dove vengono spinti a varcare indietro la frontiera a migliaia. Il coronavirus rende ancora maggiori le difficoltà di organizzare incontri che procedono per via telematica (per quanto ci siano dubbi che possano avere validità in un contesto tribale simile), ma per altri versi lo stesso covid19 consente di sveltire paradossalmente i tempi diplomatici perché riduce la quantità dei partecipanti al negoziato e chi è coinvolto è come se fosse in conclave a discutere sugli autentici punti di separazione tra le parti... Ma poi, una volta che gli americani si saranno sfilati (e con loro i militari stranieri disseminati sul territorio – e portatori a loro volta di coronavirus) quale panorama si affaccerà al paese ridotto alla miseria senza il sostegno finanziario dall'estero? e tutti i protagonisti ora in campo a cercare di consolidare la propria posizione arriveranno a negoziare a loro volta, o si scateneranno nuovamente nuovi, ulteriori, conflitti armati?\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo cercato di dare un senso a tutto ciò con Giuliano Battiston, giornalista e ricercatore esperto dell'area del Khorasan:\r\nBattiston afg\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Battiston-afg.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":68,"snippet":69,"value":69},[15],"Attentato al tempio \u003Cmark>sikh\u003C/mark>, mossa Isis del riposizionamento afgano",[71,73,75,77,79,81,84],{"matched_tokens":72,"snippet":25},[],{"matched_tokens":74,"snippet":27},[],{"matched_tokens":76,"snippet":19},[],{"matched_tokens":78,"snippet":17},[],{"matched_tokens":80,"snippet":21},[],{"matched_tokens":82,"snippet":83},[15],"\u003Cmark>sikh\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":23},[],[87,93,96],{"field":28,"indices":88,"matched_tokens":90,"snippets":92},[89],5,[91],[15],[83],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":69,"value":69},"post_title",[15],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":65,"value":66},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":101,"best_field_weight":102,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":40,"score":104,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":40},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":106,"highlight":120,"highlights":126,"text_match":129,"text_match_info":130},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":40,"id":109,"is_sticky":40,"permalink":110,"post_author":43,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":46,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":51,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":119},[37],[39],"41029","http://radioblackout.org/2017/03/una-storia-di-lotta-tra-le-campagne-romane/","Non è certo una novità che le condizioni di chi è impiegato nel lavoro nei campi siano al limite della sopportazione. La storia che andiamo a raccontarvi è simile a tante altre ma per la sua conclusione, tutt'altro che tipica, può essere un buon esempio per tutti coloro che lottano in questo settore e può dar coraggio per ribellarsi allo sfruttamento semi-schiavistico imposto in tutte le campagne del nostro paese da nord a sud.\r\n\r\nQuesta è la storia di 60 lavoratori impiegati in un'azienda agricola della campagna romana, nei pressi del litorale, che produce ortofrutta e aromi per i maggiori marchi della grande distribuzione e discount, da Coop a Conad, ad Eurospin. I braccianti che lavorano per quest'azienda sono quasi tutti indiani Sikh provenienti dal Punjab, ad eccezione di qualche italiano che ricopre però mansioni di livello superiore.\r\n\r\nQuesti lavoratori sono costretti a paghe da fame di 4 euro l'ora e a giornate lavorative interminabili di 10 ore minimo al giorno, quando per contratto non dovrebbero lavorare più di 6 ore e mezza al giorno e prendere una retribuzione di 8 euro l'ora circa. Per non parlare delle condizioni lavorative: una sola pausa giornaliera di lavoro, quella per il pranzo, di non più di mezz'ora circa e con l'obbligo di portarsi da casa pasto ed acqua; un lavoro duro e insopportabile, esposti al freddo e alle intemperie di inverno o alle temperature infuocate delle serre in estate; sotto lo sguardo scrutatore e vigilante di un caporale autoritario e dispotico; obbligati a comprarsi in azienda le attrezzature di cui necessitano per lavorare, come ad esempio i guanti.\r\n\r\nNonostante le condizioni di profonda precarietà, la paura del caporale e della perdita del posto, insieme hanno trovato il coraggio di dire basta e iniziare una lotta. Si sono auto-organizzati e sono entrati in sciopero, richiedendo l'allontanamento del caporale, la fornitura delle attrezzature a spese dell'azienda, un aumento della paga oraria e un'ulteriore pausa dal lavoro di 10 minuti la mattina per fare colazione. Il padrone è stato costretto a recarsi in azienda, che da tempo immemorabile ormai gestiva a distanza tramite l'intermediario scelto, e a negoziare con i lavoratori. Ha provato a fare la voce grossa, a non cedere, a ricattarli, dicendo loro che potevano anche andarsene, tanto ne avrebbe trovati chissà quanti di indiani disposti a sostituirli alle medesime condizioni. Ma i braccianti Sikh non si sono lasciati intimidire e l'indomani dopo solo 5 ore di lavoro e sono usciti dall'azienda e al padrone, costretto nuovamente a recarsi sul posto, hanno gridato: 'sarà così tutti i giorni finché non ci riconoscerai quello che chiediamo!' E così i 60 lavoratori Sikh hanno ottenuto dall'azienda la fornitura di attrezzature a suo carico; hanno costretto il datore di lavoro ad allontanare il caporale autoritario che li aveva gestiti sino ad allora, anche se poi sostituito da un altro ma meno dispotico ed odioso; hanno ottenuto un ulteriore pausa dal lavoro di 10 minuti la mattina e un aumento di 50 centesimi della paga oraria.\r\n\r\nAbbiamo sentito Lucilla dei Clash City Workers per farci raccontare direttamente questa lotta e riflettere insieme a lei sui meccanismi di sfruttamento dei lavoratori, che sono sistemici e propri del capitalismo, non certo geografici come sostengono alcuni sindacati confederali, all'interno della catena di produzione e distribuzione degli alimenti dal campo fino allo scaffale del supermercato.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\nLottaLavoratoriSikh","25 Marzo 2017","2017-03-29 11:49:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493.jpg 740w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Una storia di lotta tra le campagne romane",1490449647,[],[],{"post_content":121},{"matched_tokens":122,"snippet":124,"value":125},[123],"Sikh","quest'azienda sono quasi tutti indiani \u003Cmark>Sikh\u003C/mark> provenienti dal Punjab, ad eccezione","Non è certo una novità che le condizioni di chi è impiegato nel lavoro nei campi siano al limite della sopportazione. 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Andiamo quindi a spulciare i faldoni dei tribunali americani (i loro riassunti...) per analizzare i motivi per cui il Dipartimento di Giustizia USA avrebbe deciso di accusare Google di monopolio. Ripassata l'aritmetica elementare e il da sempre ostico concetto di \"percentuale\", viriamo verso il vicino oriente per parlare dell'NSO e di come Apple e il governo USA stiano tentando di metterle i bastoni fra le ruote. Per dessert, accenni di propaganda politica online in salsa indiana.\r\n\r\nSulle accuse di monopolio a Google:\r\n\r\nSunto della vicenda su Naked Capitalism\r\n\r\nDocumento ufficiale\r\n\r\nSulle recenti vicende di NSO:\r\n\r\nLa denuncia di Apple\r\n\r\nI provvedimenti del governo USA\r\n\r\nSu India e propaganda online:\r\n\r\nFarm laws: Sikhs being targeted by fake social media profiles\r\n\r\nTwitter Analysis: Identifying a Pro-BJP Copypasta Influence Operation in India\r\n\r\nInside a BJP Influence Operation Targeting West Bengali Politics\r\n\r\nPro-govt actors amplify hashtags calling for violence against protesting farmers in India\r\n\r\nModi's Political Party Creates Abusive Social Media Campaigns And Breeds Internet Trolls, Claims New Book\r\n\r\nMusica\r\n\r\nPeawees - Road to rock'n' roll\r\n\r\nShye Ben-Tzur, Jonny Greenwood and The Rajasthan Express - Julus\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/stakkastakka131.mp3\"][/audio]","8 Dicembre 2021","2021-12-08 18:52:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/google-monopoly-200x110.jpg","StakkaStakka 131 - Di monopoli, India ed NSO","podcast",1638989570,[],[],{"post_content":166},{"matched_tokens":167,"snippet":168,"value":169},[123],"e propaganda online:\r\n\r\nFarm laws: \u003Cmark>Sikh\u003C/mark>s being targeted by fake social","Riavuti dalle tragiche notizie sulle sventure dei vigili in smart working, questa settimana proviamo a ritrovare concentrazione e serenità necessarie a trattare più seriamente alcuni fra i nostri argomenti preferiti. 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