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Questo nonostante gli effetti funesti che la confusione tra “law enforcement” e ricerca e soccorso ha prodotto proprio in occasione del naufragio di fine febbraio dell’anno scorso a pochi metri dalle coste calabresi, quando morirono più di 90 persone . 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L’anestesia dei sentimenti, la loro declinazione secondo le logiche della paura e del ripiegamento identitario, generano normalissimi mostri.\r\nUn fascista spara su gente inerme, colpevole di avere la pelle scura. La notizia della tentata strage di Macerata non è dilagata sui media come le stragi dell’Isis, dei terroristi che sparano nel mucchio per spaventare tutti. Anzi. Sui media c’è chi giustifica e chi applaude.\r\nScenografia perfetta, studiata a lucidamente a tavolino: prima gli spari, il terrore, poi il tricolore in spalla, il braccio teso, il monumento ai caduti. La paccottiglia nazionalista ed identitaria per una guerra che non è la “follia” di uno, ma il fascismo che torna. Ben oltre i gruppi che se ne dicono eredi ed appoggiano chi spara ai migranti. Il fascismo è già qui. Da lunghi anni.\r\n\r\nDecenni di guerre (post)coloniali, respingimenti in mare, leggi razziste, deportazioni, prigioni per migranti, esternalizzazione della violenza, militari in strada, confini blindati, criminalizzazione della solidarietà sono l’emblema di questi tempi feroci. Finite le ideologie, le politiche razziste le fanno i governi di centro destra e quelli di centro sinistra. Tanti, troppi, plaudono. Chi non si accontenta delle stragi per procura, dei morti nel deserto, dei torturati nei lager libici, vuole una più radicale pulizia etnica. Traini non è solo. E lo sa. Di fronte al terrorismo fascista si sono sprecati i distinguo, i “ma” i “però”.\r\nI fascisti forniscono la cornice giusta per incanalare la paura, il desiderio di rivalsa verso immigrati e profughi. Ma il nostro oggi non è quello di un secolo fa.\r\nI confini, le linee di demarcazione tra sommersi e salvati, ricalcano quelli coloniali, le patrie, i confini invalicabili, ma non mettono al sicuro nessuno. Chi ha le carte in regola, il passaporto europeo, la cittadinanza italiana, può andare dove vuole, ma non ha alcun porto sicuro dove approdare.\r\nLungo le strade del postumano i ricchi si stanno costruendo un lungo futuro. I pezzi di ricambio coltivati in provetta non sono più utopie, ma un tempo che è già oggi.\r\nPer i poveri, di qualsiasi colore, c’è un orizzonte da robot umani, al servizio delle macchine intelligenti. Un braccialetto al polso ed il tempo scandito dai ritmi della merce. È la realtà nei magazzini di Jeff Bezos, quelli dove corpi in eccesso vengono spremuti finché reggono. Poi qualcun altro lo sostituisce.\r\nPer gli scarti, di qualsiasi colore, non c’è posto.\r\nIl fascismo storico fu una controrivoluzione preventiva attuata per bloccare le insorgenze sociali che avevano fatto tremare i padroni nel biennio rosso. Il fascismo disciplinò con la violenza operai e contadini del BelPaese. L’impero, ottenuto massacrando i civili con l’iprite e le bombe, creò un’illusione di grandezza per i proletari italiani, spinti verso le colonie.\r\nOggi la conquista dell’Africa la fanno eserciti di professionisti, seguiti da imprese con manodopera intercambiabile, che quando serve spostano il proprio core business ovunque trovino condizioni migliori. L’industria 4.0 è leggera, mobile, senza legami veri con un territorio. Non ci sono più certezze, sia pure minime, per nessuno.\r\nLe piccole patrie, il tricolore, il monumento ai caduti danno un ombrello identitario ad un’umanità spaventata e rancorosa. 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E lo sa. \u003Cmark>Di\u003C/mark> fronte al terrorismo fascista si sono sprecati i distinguo, i “ma” i “però”.\r\nI fascisti forniscono la cornice giusta per incanalare la paura, il desiderio \u003Cmark>di\u003C/mark> rivalsa verso immigrati e profughi. Ma il nostro oggi non è quello \u003Cmark>di\u003C/mark> un secolo fa.\r\nI confini, le linee \u003Cmark>di\u003C/mark> demarcazione tra sommersi e salvati, ricalcano quelli coloniali, le patrie, i confini invalicabili, ma non mettono al sicuro nessuno. Chi ha le carte in regola, il passaporto europeo, la cittadinanza italiana, può andare dove vuole, ma non ha alcun porto sicuro dove approdare.\r\nLungo le strade del postumano i ricchi si stanno costruendo un lungo futuro. I pezzi \u003Cmark>di\u003C/mark> ricambio coltivati in provetta non sono più utopie, ma un tempo che è già oggi.\r\nPer i poveri, \u003Cmark>di\u003C/mark> qualsiasi colore, c’è un orizzonte da robot umani, al servizio delle macchine intelligenti. Un braccialetto al polso ed il tempo scandito dai ritmi della merce. È la realtà nei magazzini \u003Cmark>di\u003C/mark> Jeff Bezos, quelli dove corpi in eccesso vengono spremuti finché reggono. Poi qualcun altro lo sostituisce.\r\nPer gli scarti, \u003Cmark>di\u003C/mark> qualsiasi colore, non c’è posto.\r\nIl fascismo storico fu una controrivoluzione preventiva attuata per bloccare le insorgenze sociali che avevano fatto tremare i padroni nel biennio rosso. Il fascismo disciplinò con la violenza operai e contadini del BelPaese. L’impero, ottenuto massacrando i civili con l’iprite e le bombe, creò un’illusione \u003Cmark>di\u003C/mark> grandezza per i proletari italiani, spinti verso le colonie.\r\nOggi la conquista dell’Africa la fanno eserciti \u003Cmark>di\u003C/mark> professionisti, seguiti da imprese con manodopera intercambiabile, che quando serve spostano il proprio core business ovunque trovino condizioni migliori. L’industria 4.0 è leggera, mobile, senza legami veri con un territorio. Non ci sono più certezze, sia pure minime, per nessuno.\r\nLe piccole patrie, il tricolore, il monumento ai caduti danno un ombrello identitario ad un’umanità spaventata e rancorosa. 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I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. 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Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Gennaio 2025","2025-01-20 15:32:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.","podcast",1737387136,[461],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[463],"Bastioni di Orione",{"post_content":465,"post_title":469,"tags":475},{"matched_tokens":466,"snippet":467,"value":468},[81,15],"polizia bulgara che si è \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark> in difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci","Simone del collettivo \"Rotte balcaniche\" ci racconta la terribile esperienza vissuta al confine tra Bulgaria e Turchia.E' stato arrestato il 21 dicembre insieme a due compagne per aver soccorso dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark> nel sud-est della Bulgaria, subendo un trattamento brutale da parte della polizia bulgara che si è \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark> in difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci sono arrivate segnalazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> tre minorenni soli e a rischio immediato \u003Cmark>di\u003C/mark> morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città \u003Cmark>di\u003C/mark> Burgas, nel sud-est della Bulgaria. 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Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e \u003Cmark>di \u003C/mark> senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto \u003Cmark>di\u003C/mark> Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito \u003Cmark>di\u003C/mark> Burham della città \u003Cmark>di\u003C/mark> Wad Madani ,capitale dello stato \u003Cmark>di\u003C/mark> El Gezir ed importante nodo strategico \u003Cmark>di\u003C/mark> comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie \u003Cmark>di \u003C/mark> torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate \u003Cmark>di\u003C/mark> collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze \u003Cmark>di\u003C/mark> Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate \u003Cmark>di\u003C/mark> essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo \u003Cmark>di\u003C/mark> aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine \u003Cmark>di\u003C/mark> migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> morti e milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida \u003Cmark>di\u003C/mark> Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati \u003Cmark>di\u003C/mark> infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello \u003Cmark>di\u003C/mark> segnalare la continua violazione \u003Cmark>di\u003C/mark> diritti umani da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":470,"snippet":473,"value":474},[471,472,252],"STRAGE","DI","DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA \u003Cmark>STRAGE\u003C/mark> \u003Cmark>DI\u003C/mark> \u003Cmark>MIGRANTI\u003C/mark>- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI","BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA \u003Cmark>STRAGE\u003C/mark> \u003Cmark>DI\u003C/mark> \u003Cmark>MIGRANTI\u003C/mark>- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO \u003Cmark>DI\u003C/mark> EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",[476],{"matched_tokens":477,"snippet":478,"value":478},[81],"Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione",[480,482,484],{"field":110,"matched_tokens":481,"snippet":473,"value":474},[471,472,252],{"field":113,"matched_tokens":483,"snippet":467,"value":468},[81,15],{"field":38,"indices":485,"matched_tokens":486,"snippets":488,"values":489},[50],[487],[81],[478],[478],{"best_field_score":174,"best_field_weight":400,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":50,"score":491,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":50},"1736172819517014139",{"document":493,"highlight":518,"highlights":544,"text_match":275,"text_match_info":555},{"comment_count":50,"id":494,"is_sticky":50,"permalink":495,"podcastfilter":496,"post_author":401,"post_content":497,"post_date":498,"post_excerpt":56,"post_id":494,"post_modified":499,"post_thumbnail":500,"post_title":501,"post_type":458,"sort_by_date":502,"tag_links":503,"tags":511},"44927","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-15-dicembre-la-strage-di-stato-dopo-48-anni-scuole-libertarie-conflitto-e-percorsi-decisionali-le-seduzioni-elettoraliste-della-siniostra-radicale-notizie-dal-fronte/",[401],"Il 15 dicembre, data impressa a fuoco nella memoria dei movimenti dell’ultimo mezzo secolo, abbiamo fatto un nuovo viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Nel nuovo orario dalle 11 alle 13. Anche in streaming\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 12 15 anarres1\r\n2017 12 15 anarres2\r\n2017 12 15 anarres3\r\nin questa puntata:\r\n \r\n\r\nSono passati 48 anni dalla Strage di Piazza Fontana, dalle bombe alla banca dell’Agricoltura, dai 17 morti del 12 dicembre. La polizia, indirizzata dall’ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, fece partire le retate contro gli anarchici.\r\n\r\nCentinaia vennero portati in questura. Pietro Valpreda venne accusato della strage. Giuseppe Pinelli, anarchico, ferroviere, partigiano, attivo nel sostegno ai prigionieri politici entrò in questura a cavallo della sua bici il 12 dicembre. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre venne gettato dal quarto piano.\r\n\r\nI movimenti che in quegli anni avevano riempito le piazze e fatto tremare padroni e governanti, diedero un segnale forte e chiaro: gli anarchici sono innocenti, la strage è di Stato.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo, un compagno milanese, che attraversò quella stagione tragica, che mostrò l’intrinseca criminalità del potere.\r\n\r\nLe scuole libertarie da qualche anno sono diventate una realtà nel nostro paese: tante esperienze diverse accomunate dalla comune tensione a costruire ambiti relazionali il cui soggetto siano i bambini e le bambine. In questi mesi si è sviluppato un importante dibattito nella rete per l’educazione libertaria. Due i temi principali: come arrivare a decisioni condivise, come gestire il conflitto, ritta la barra della tensione libertaria.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello, anarchico, pedagogo, tra i promotori della Rete.\r\n\r\n \r\n\r\nUn altro giro di danza. Delle seduzioni elettoraliste della sinistra \"radicale”. Con Lorenzo Coniglione\r\n\r\nUn po’ di notizie dal fronte.\r\nIl Ministero della Difesa e quello del Lavoro e dell’Istruzione, Università e Ricerca hanno firmato il protocollo per fare l’alternanza scuola lavoro nelle forze armate.\r\n\r\n \r\n\r\nI militari a scuola di repressione interna\r\n\r\nLa prossima campagna d’Africa dell’esercito italiano sarà nel sahel, in Niger. Sulla carta una missione contro il terrorismo nel cuore della Franc’Afrique. Nei fatti porre le basi per la costruzione di campi di prigionia per migranti sud della Libia.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n\r\nSabato 16 dicembre\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nCena antinatalizia \r\nAnche quest’anno ti aspettiamo alla cena che ammazza li preti\r\nMenù eretico veg vegan e ed esposizione spettacolare del Pres-Empio autogestito:\r\n ciascuno porti la sua statuetta, decorazione, disegno per arricchirlo.\r\nIl nostro menù: antipastini diabolici / chiodi della croce al ragù veg / palle di natale / giostra infernale / dolci tentazioni / angolo di-vino / acqua santa e… tanti scherzi da prete!\r\nLa cena è benefit lotte sociali.\r\nChiediamo tanti soldi a chi li ha, meno a chi ne ha meno, anche niente a chi non ne ha.\r\nPrenotazioni\r\nMail: fai_to@inrete.it - Telefono: 327 13 42 350\r\nAscolta lo spot\r\n\r\n\r\nVenerdì 22 dicembre\r\nore 17 \r\npresidio\r\n al negozio Benetton di via Roma 121\r\n Le maglie Benetton sono sporche di sangue\r\nIl governo argentino ha deciso di regolare i conti con le comunità resistenti dei mapuche, che hanno recuperato, occupandole, alcune terre di insediamento tradizionale delle popolazioni indigene, che non avevano e non intendono adottare la proprietà privata. 930.000 ettari di quelle terre, vendute dallo Stato alle multinazionali inglesi per l’industria estrattiva nell’Ottocento, dagli anni Novanta del secolo scorso sono passate al colosso manifatturiero Benetton, che le utilizza per farvi pascolare le proprie pecore da lana. \r\nBenetton è complice della repressione durissima, costata la vita a Santiago Maldonado in agosto e cl’uccisione di Rafael Nahuel, il ferimento di altre due persone, la scomparsa di diverse altre alla fine di novembre. Dal 2009 sono 14 gli attivisti uccisi dalla polizia. \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 13 gennaio\r\nore 10,30 / 14\r\nPunto info antimilitarista al Balon\r\ncon vin brulè, cibo e the caldo\r\n benefit assemblea antimilitarista\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 26 gennaio\r\nore 21 \r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\nI fascisti del \"secondo millennio\"\r\nCon Pietro Stara, autore de \"L’identità escludente, La Nuova Destra tra piccole patrie e Europa nazione\"\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese\r\nriunioni ogni giovedì alle 21\r\ncorso Palermo 46 – a destra nel cortile -\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","16 Dicembre 2017","2018-10-17 22:58:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/baj-pinelli-200x110.png","Anarres del 15 dicembre. La strage di Stato dopo 48 anni. Scuole libertarie, conflitto e percorsi decisionali. Le seduzioni elettoraliste della siniostra “radicale”. Notizie dal fronte: truppe italiane in Niger? Alternanza scuola lavoro in caserma. I fanti imparano a reprimere le insorgenze sociali...",1513452505,[504,505,506,507,508,509,510],"http://radioblackout.org/tag/anarres/","http://radioblackout.org/tag/giuseppe-pinelli/","http://radioblackout.org/tag/niger/","http://radioblackout.org/tag/notizie-dal-fronte/","http://radioblackout.org/tag/scuole-libertarie/","http://radioblackout.org/tag/seduzioni-elettorali/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-piazza-fontana/",[401,512,513,514,515,516,517],"Giuseppe Pinelli","niger","notizie dal fronte","scuole libertarie","seduzioni elettorali","strage di piazza fontana",{"post_content":519,"post_title":524,"tags":528},{"matched_tokens":520,"snippet":522,"value":523},[521,81],"Strage","Sono passati 48 anni dalla \u003Cmark>Strage\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> Piazza Fontana, dalle bombe alla","Il 15 dicembre, data impressa a fuoco nella memoria dei movimenti dell’ultimo mezzo secolo, abbiamo fatto un nuovo viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 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I sacchi neri, che a Lampedusa sono sempre pronti, non potevano reggere la prova della telecamera, il ginocchio piegato di Letta, il cordoglio di Barroso e Alfano, il lutto nazionale, l'indignazione degli assassini che hanno deciso di accendere i riflettori su uno dei tanti episodi della guerra ai poveri.\r\nSullo sfondo i pescatori che fuggono le telecamere perché sanno che chi tira fuori dall'acqua qualcuno rischia l'incriminazione per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e il sequestro della barca, del lavoro, del futuro. Le immagini dei giornalisti a caccia di \"eroi\" potrebbero essere usate da qualche solerte magistrato. Nei lunghi anni di questa guerra nascosta chi ha teso la mano nell'usuale solidarietà di chi solca il mare spesso è incappato nelle maglie della giustizia.\r\nAmara come fiele l'indignazione di Letta per l'incriminazione dei superstiti, come se i governanti non sapessero che l'ordinamento lo impone.\r\n\r\nAnarres ha chiesto un commento a caldo ad Alberto La Via, un antirazzista siciliano, che in questi anni ha visto il Mare di Mezzo farsi sudario per i corpi cui la ferocia delle frontiere avevano sottratto la vita.\r\nVentimila quelli che qualcuno ha visto partire da uno dei tanti sud e non tornare mai più. Certo di più quelli di cui non si è avuta alcuna notizia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 04 Alberto Lampedusa\r\n\r\nLa guerra ai poveri è fatta di respingimenti collettivi, è una guerra scritta nelle leggi che rendono impossibile entrare legalmente nel nostro paese per cercare un lavoro o un rifugio, perché la clandestinità non è una scelta ma un'imposizione dello Stato italiano.\r\nAl governo, ai padroni non è mai interessato fermare l'immigrazione, ma avere a disposizione tanti corpi clandestini, anonimi, ricattabili per metterli al lavoro, per piegarli alle esigenze dei padroni. Schiavi senza diritti. Schiavi la cui condizione ha fatto da modello per tritare buona parte del sistema di garanzie strappato in decenni di lotte durissime dai lavoratori italiani.\r\nNella sua forma più cruda è il modello nazista. Durante la seconda guerra mondiale nelle fabbriche della Germania hitleriana i prigionieri selezionati nei lager venivano sfruttati a morte e poi uccisi. Selezione, sfruttamento, sterminio dei corpi in eccesso, dei più deboli, degli anziani, dei bambini, dei malati. Il nazismo non fu una perversione ma la cruda realizzazione della logica del profitto, l'apoteosi del sistema capitalista, cui veniva fornita manodopera gratuita, sostituibile all'infinito.\r\nUn ideale difficile da eguagliare ma sempre vivo tra chi non ha altra morale che quella dei soldi.\r\n\r\nSulla Turco-Napolitano Bossi-Fini ascolta la diretta con Federico, un antirazzista triestino:\r\n2013 10 11 federico frontex Bossi Fini\r\n\r\nUna morale ragioniera\r\nQualche giorno dopo la strage di Lampedusa la commissione giustizia del Senato ha votato l'abolizione del reato di immigrazione clandestina. Tra i sì quello dei due senatori grillini. Il giorno dopo è scattata violentissima la reprimenda di Grillo e Casaleggio contro i due parlamentari che si erano discostati dal \"programma\", lo scarno vademecum del delegato a Cinque Stelle.\r\nCasaleggio usa argomenti da ragioniere populista, ricordando che nel nostro paese chi non attacca l'immigrazione perde voti. Un chiaro esempio di etica politica, quella che misura la saldezza dei propri principi sui punti che vale nella partita delle poltrone. Niente di nuovo sotto il sole.\r\nIl guru genovese, famoso per le sue dichiarazioni di stampo leghista sugli immigrati, considerati potenziali terroristi, non può che nuotare nel mare caldo della maggioranza rancorosa su cui si sono fondate le fortune della destra xenofoba.\r\nAltre crepe si aprono nella compagine pentastellata, dove il populismo giustizialista macina insieme le vicende giudiziarie di Berlusconi, gli affogati del Mediterraneo, gli affarucci della casta.\r\nDi fatto il reato di immigrazione clandestina è una scatola vuota, che costa ben poco buttare nel bidone della carta da riciclare. Il governo Berlusconi fu obbligato a cancellare la pena detentiva per adeguarsi alle normative che anche l'Italia aveva sottoscritto in sede europea. Oggi chi viola l'ordine di allontanarsi dal territorio nazionale rischia una multa da cinque a dieci mila euro. La sanzione non cancella il reato, anche se l'immigrato paga, resta sempre clandestino. Ne consegue che nessuno paga e nessuno se va spontaneamente dall'Italia.\r\nAbolire il reato di immigrazione clandestina sarebbe un gesto meramente simbolico. Certo anche i simboli contano, ma non vorremmo che qualcuno si salvasse la faccia con poco sforzo.\r\n\r\nNuovi democristiani\r\nDal canto suo Enrico Letta con raffinatezza democristiana dichiara al direttore di Repubblica Ezio Mauro, che da uomo e da politico, cancellerebbe la Bossi-Fini. Peccato che il governo delle grandi alleanze gli fornisca un buon alibi per fare bella figura senza fare nulla.\r\nI piroscafi stanno portando via le bare da Lampedusa: bisogna fare posto ai morti pescati di fresco. Altre centinaia nella contabilità di morte della Turco-Napolitano Bossi-Fini. La Libia del dopo Gheddafi non garantisce più il servizio delle proprie prigioni/lager. Un servizio pulito, dove gli ordini di Roma venivano eseguiti dall'esecrabile alleato.\r\nIl caos mediatico/politico dei morti di Lampedusa ha uno scopo molto chiaro: ottenere maggiori risorse dall'Europa, una sede di Frontex in Italia e più risorse per pagare i paesi della sponda sud del Mediterraneo perché facciano da gendarmi e carcerieri per migranti e profughi.\r\nCosì i corpi in eccesso potranno essere respinti, richiusi, seppelliti lontano dalle nostre sponde. Ancora una volta invisibili.\r\n\r\nIl corpo del nazista e il corpo politico\r\nSin troppo visibile è il corpo dell'anziano nazista Priebke. Nessuno lo vuole. In questo paese senza memoria un nazista morto crea imbarazzo. Come se una tomba al Verano fosse un eccesso di pietas, quella pietas che certo l'ufficiale delle SS non ebbe mai per le proprie vittime.\r\nCosì si assiste al paradosso che la strage di Stato di Lampedusa, i corpi in eccesso selezionati dal mare per conto del governo italiano hanno esequie di Stato, mentre il corpo del nazista ospitato per anni a Roma crea imbarazzo. Questione di identità. Gli italiani brava gente seppelliscono le vittime delle loro leggi, negano la sepoltura a chi, nel nome di una legge analoga, ha fatto fucilare 335 inermi. Per una singolare corrispondenza il numero delle vittime è quasi lo stesso.\r\n\r\nDanza macabra\r\nA Torino, senza pudore, i leghisti hanno compiuto la loro danza macabra nel centro cittadino. Qualche centinaio di metri di corteo, poche migliaia di persone hanno sfilato in un verde metallico che nulla ha della tenerezza dell'erba. Intorno a loro un dispositivo militare senza pari. Centinaia di poliziotti e carabinieri hanno paralizzato il centro, chiudendo in una morsa d'acciaio la manifestazione leghista.\r\nNonostante l'imponente dispositivo la manifestazione è stata contestata da più parti: non violenti in piazza CLN, No Tav in via Nizza, un migliaio di antirazzisti in corteo hanno assediato per ore i tristi padani. Gli antirazzisti hanno attraversato il centro cittadino, cercando di raggiungere la stazione. La polizia ha fatto leggere ma frequenti cariche per impedire al corteo di avvicinarsi ai leghisti.\r\nPer loro i morti di Lampedusa sono una festa. Come dimenticare i manifesti, che incitavano a fermare l’invasione? Come dimenticare la presidente leghista della Camera Irene Pivetti che nel 1997 esortava la Marina Militare a speronare le barche degli immigrati? Il 28 marzo la corvetta Sibilla mandò a picco la Kater i Rades piena di albanesi. Vennero recuperati solo 81 corpi. Gli altri restarono tra le braccia del Mediterraneo.\r\nIl figlio del Senatur qualche anno dopo è andato proprio in Albania ad acquisire una laurea.\r\nLa presidente ultracattolica della Camera passò dal modello Vandea a quello sado maso, restando così coerente con se stessa.\r\nI democratici, da vent'anni al governo della città, hanno scelto di stare al coperto. Un silenzio fragoroso.\r\nNelle stesse ore a Roma i sinceri democratici sfilavano per la Costituzione, come se l'astrattezza dei principi potesse fare argine alla concreta ferocia del nostro tempo.\r\nIl boia delle Ardeatine ha sempre negato le camere a gas, i forni che smaltivano quel che restava dei corpi in eccesso.\r\nI boia democratici rendono omaggio alle loro vittime.","13 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/mare-nostrum-200x110.jpg","I morti di Lampedusa, il vecchio nazista, la danza macabra della Lega Nord",1381689483,[295,192,568,569,570],"http://radioblackout.org/tag/lega-nord/","http://radioblackout.org/tag/priebke/","http://radioblackout.org/tag/razzismo-di-stato/",[18,21,572,573,574],"Lega Nord","priebke","razzismo di stato",{"post_content":576,"post_title":580,"tags":583},{"matched_tokens":577,"snippet":578,"value":579},[80,81],"ragioniera\r\nQualche giorno dopo la \u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa la commissione giustizia del","Corpi in eccesso\r\n359 bare allineate in un hangar per dare una parvenza \u003Cmark>di\u003C/mark> dignità alle ultime vittime della frontiera sud della Fortezza Europa. I sacchi neri, che a Lampedusa sono sempre pronti, non potevano reggere la prova della telecamera, il ginocchio piegato \u003Cmark>di\u003C/mark> Letta, il cordoglio \u003Cmark>di\u003C/mark> Barroso e Alfano, il lutto nazionale, l'indignazione degli assassini che hanno deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> accendere i riflettori su uno dei tanti episodi della guerra ai poveri.\r\nSullo sfondo i pescatori che fuggono le telecamere perché sanno che chi tira fuori dall'acqua qualcuno rischia l'incriminazione per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e il sequestro della barca, del lavoro, del futuro. Le immagini dei giornalisti a caccia \u003Cmark>di\u003C/mark> \"eroi\" potrebbero essere usate da qualche solerte magistrato. Nei lunghi anni \u003Cmark>di\u003C/mark> questa guerra nascosta chi ha teso la mano nell'usuale solidarietà \u003Cmark>di\u003C/mark> chi solca il mare spesso è incappato nelle maglie della giustizia.\r\nAmara come fiele l'indignazione \u003Cmark>di\u003C/mark> Letta per l'incriminazione dei superstiti, come se i governanti non sapessero che l'ordinamento lo impone.\r\n\r\nAnarres ha chiesto un commento a caldo ad Alberto La Via, un antirazzista siciliano, che in questi anni ha visto il Mare \u003Cmark>di\u003C/mark> Mezzo farsi sudario per i corpi cui la ferocia delle frontiere avevano sottratto la vita.\r\nVentimila quelli che qualcuno ha visto partire da uno dei tanti sud e non tornare mai più. 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Durante la seconda guerra mondiale nelle fabbriche della Germania hitleriana i prigionieri selezionati nei lager venivano sfruttati a morte e poi uccisi. Selezione, sfruttamento, sterminio dei corpi in eccesso, dei più deboli, degli anziani, dei bambini, dei malati. Il nazismo non fu una perversione ma la cruda realizzazione della logica del profitto, l'apoteosi del sistema capitalista, cui veniva fornita manodopera gratuita, sostituibile all'infinito.\r\nUn ideale difficile da eguagliare ma sempre vivo tra chi non ha altra morale che quella dei soldi.\r\n\r\nSulla Turco-Napolitano Bossi-Fini ascolta la diretta con Federico, un antirazzista triestino:\r\n2013 10 11 federico frontex Bossi Fini\r\n\r\nUna morale ragioniera\r\nQualche giorno dopo la \u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> Lampedusa la commissione giustizia del Senato ha votato l'abolizione del reato \u003Cmark>di\u003C/mark> immigrazione clandestina. Tra i sì quello dei due senatori grillini. Il giorno dopo è scattata violentissima la reprimenda \u003Cmark>di\u003C/mark> Grillo e Casaleggio contro i due parlamentari che si erano discostati dal \"programma\", lo scarno vademecum del delegato a Cinque Stelle.\r\nCasaleggio usa argomenti da ragioniere populista, ricordando che nel nostro paese chi non attacca l'immigrazione perde voti. Un chiaro esempio \u003Cmark>di\u003C/mark> etica politica, quella che misura la saldezza dei propri principi sui punti che vale nella partita delle poltrone. Niente \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo sotto il sole.\r\nIl guru genovese, famoso per le sue dichiarazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> stampo leghista sugli immigrati, considerati potenziali terroristi, non può che nuotare nel mare caldo della maggioranza rancorosa su cui si sono fondate le fortune della destra xenofoba.\r\nAltre crepe si aprono nella compagine pentastellata, dove il populismo giustizialista macina insieme le vicende giudiziarie \u003Cmark>di\u003C/mark> Berlusconi, gli affogati del Mediterraneo, gli affarucci della casta.\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> fatto il reato \u003Cmark>di\u003C/mark> immigrazione clandestina è una scatola vuota, che costa ben poco buttare nel bidone della carta da riciclare. Il governo Berlusconi fu obbligato a cancellare la pena detentiva per adeguarsi alle normative che anche l'Italia aveva sottoscritto in sede europea. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/2023-09-22-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nPiù galera per tutti (i migranti)\r\nIl governo Meloni ha scelto ancora una volta una cornice simbolica per annunciare nuovi provvedimenti repressivi contro i migranti. La prima volta era stata a Cutro, dove si era appena consumata una nuova strage di Stato, ora ha scelto Lampedusa dove da mesi si sta creando a tavolino l’emergenza stipando sull’isola quelli che arrivano.\r\nGli obiettivi del governo sono due e ricalcano le politiche di tutti i governi precedenti. La prima è il blocco delle partenze, pagando i governanti dei paesi di emigrazione e transito. Non sarà facile per Meloni e soci, specie se mirano a far pagare all’UE o persino all’ONU le mazzette destinate ai governi africani. \r\nIl secondo obiettivo è il rinforzamento della detenzione amministrativa, prolungando a 18 mesi il periodo di reclusione nei Centri per il Rimpatrio e dando mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti, scegliendo piccole località poco abitate. Non solo. Anche i richiedenti asilo saranno obbligati a restare sino a 18 mesi nelle strutture che verranno, con gli stessi criteri, realizzate per loro e, se provenienti da paesi considerati “sicuri” potrà sfuggire alla detenzione amministrativa solo se pagherà cinquemila euro dal governo.\r\nIl nocciolo dell’operazione è l’affidamento al Ministero della Difesa dell’intera operazione. Una scelta che consente di limitare i costi riutilizzando l’immenso numero di strutture militari dismesse dopo la sospensione della leva obbligatoria. Una scelta che qualifica CPR, Cas ed hotspot come “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”.\r\nIn questo modo si evita di passare dal parere dei comuni e delle regioni.\r\nUn merito va riconosciuto a Meloni: il governo fa la guerra ai migranti e schiera le forze armate. I CPR sono, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nA scuola come soldatini\r\nIl nuovo anno scolastico si apre con un’accelerazione nella militarizzazione delle scuole. Dai voti i condotta ai militari che si propongono come esperti se non, direttamente, come reclutatori.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nZainetti dell’esercito? Quest’anno l’Esercito Italiano aveva concluso un accordo con la ditta di giocattoli “Giochi Preziosi” offrendo il proprio marchio per la realizzazione di zainetti da scuola targati Alpini, Folgore ed Esercito.\r\nUna delle tante operazioni di marketing dell’Esercito, sul cui sito troverete un’intera gamma di prodotti.\r\nQuesta volta la ciambella non è riuscita con il buco. La denuncia dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole ha indotto Giochi Preziosi a fare marcia indietro.\r\n\r\nPer un autunno di lotta al militarismo e alla guerra\r\nAntimilitaristi da tutta Italia si sono incontrati a Milano la scorsa settimana, per un confronto ricco e serrato, dal quale sono scaturiti numerosi impegni di lotta a ottobre e novembre.\r\nDallo sciopero generale del 20 ottobre ai cortei antimilitaristi di Pisa e Palermo, sino alle tante iniziative per il 4 novembre (Monfalcone, Livorno, Torino, Sicilia, Reggio Emilia…) e al corteo contro la mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra a Torino il 18 novembre.\r\nProsegue la campagna di sostegno a chi si oppone e diserta la guerra in Russia e Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nFrecce. Il tricolore che uccide\r\nL’ultimo “incidente” ha ucciso una bambina e ustionato gravemente il fratellino e i genitori. Siamo a San Francesco al Campo, lungo il perimetro dell’aeroporto dual use di Caselle Torinese.\r\nLa storia della pattuglia acrobatica tricolore è segnata da immemori stragi. Gli strumenti di guerra costellano di cadaveri anche le esibizioni propagandistiche.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\n(Senza) Residenza. L’anagrafe tra selezione e controllo\r\nMercoledì 4 ottobre\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Enrico Gargiulo\r\n\r\n“Ahmed e Ismail si sono trasferiti in Italia dal Marocco, hanno lo stesso tipo di permesso di soggiorno e abitano in comuni diversi della stessa regione del Nord est. Conducono esistenze molto simili per ritmi di vita, abitudini e contesto familiare. La somiglianza tra le loro situazioni, tuttavia, è messa in discussione da un dettaglio apparentemente insignificante: il primo è iscritto all’anagrafe mentre il secondo no.”\r\nQuesto è l’incipit di un agile libretto di Enrico Gargiulo, appena uscito per i tipi di Eris. Questo libro illustra in maniera efficace cosa comporti il non avere la residenza e, soprattutto, quali siano i percorsi che portano a non averla. Non solo. Si va alla radice: come e perché esiste l’anagrafe? L’anagrafe nasce con l’unità d’Italia: lo Stato la introduce per controllare il territorio, sia in senso statistico-amministrativo sia per scopi squisitamente securitari.\r\nVi è un legame rigido tra residenza anagrafica ed esercizio dei diritti: chi non è registrato semplicemente non esiste e, quindi, non può accedere ai servizi basilari garantiti ai residenti.\r\nDa fine Ottocento ad oggi i comuni non hanno cancellato dagli elenchi dei residenti persone emigrate altrove, perché conviene mantenere stabile il numero degli aventi diritto al voto. Hanno invece evitato di iscrivere i nuovi arrivati se poveri, immigrati, rom.\r\nGargiulo, che insegna sociologia all’Alma Mater di Bologna, dimostra perché meccanismi banali come l’iscrizione anagrafica abbiano un portato di violenza istituzionale profonda.\r\nLa vita delle persone cambia se non si ha la possibilità di avere un medico di base, di iscrivere i figli a scuola, di affittare una casa.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Ottobre 2023","2023-10-01 02:04:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/cpr-200x110.jpg","Anarres del 22 settembre. Più galera per tutti (i migranti). A scuola come soldatini. Zainetti dell’esercito? Frecce. 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Una brutalità che avremo potuto osservare chiaramente - circa un mese dopo - con la “macelleria di Santa Maria Capua Vetere”, ma che in modo molto più invisibilizzato a Modena produsse 9 morti.\r\n\r\nCi sembra importante sottolineare il silenzio che a soli tre anni di distanza sta cercando di cancellare quegli eventi. Per evitare l’oblio di quelle giornate, in solidarietà con la lotta anticarceraria e lo sciopero della fame di Alfredo Cospito, domenica 12 marzo un corteo ha sfilato per le strade di Modena, fin sotto le mura del carcere Sant’Anna.\r\n\r\nUn compagno ci racconta della manifestazione, dell’apparato sorvegliante e preventivo che l’ha accompagnata, della deumanizzazione che accomuna la strage di persone detenute nel carcere di Modena con quella di persone migranti a largo di Cutro.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/pietro-modena_2023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","16 Marzo 2023","2023-03-16 10:13:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/bcupcb-modena2023-200x110.jpg","2020 - 2023: la strage del Sant'Anna di Modena",1678961627,[685],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/",[427],{"post_content":688,"post_title":692},{"matched_tokens":689,"snippet":690,"value":691},[80,81,81],"della deumanizzazione che accomuna la \u003Cmark>strage\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> persone detenute nel carcere \u003Cmark>di\u003C/mark>","Estratto dalla puntata \u003Cmark>di\u003C/mark> lunedì 13 marzo \u003Cmark>di\u003C/mark> Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\n2020 > 2023 : LA \u003Cmark>STRAGE\u003C/mark> NEL CARCERE \u003Cmark>DI\u003C/mark> MODENA TRE ANNI DOPO\r\n\r\nL’8 marzo 2020 un’ondata \u003Cmark>di\u003C/mark> ammutinamenti prese campo in diverse carceri italiane.\r\n\r\nUna mobilitazione \u003Cmark>di\u003C/mark> autodifesa contro il lockdown carcerario, contro la scelta \u003Cmark>di\u003C/mark> chiudere tutte e tutti invece \u003Cmark>di\u003C/mark> ridurre il più possibile il numero \u003Cmark>di\u003C/mark> persone incarcerate, \u003Cmark>di\u003C/mark> bloccare i colloqui con i familiari consentendo invece ai secondini \u003Cmark>di\u003C/mark> entrare e uscire liberamente.\r\n\r\nUna giornata che, al \u003Cmark>di\u003C/mark> là della diffusione della rabbia in tantissime parti della geografia penitenziaria italiana, vide il carcere Sant’Anna \u003Cmark>di\u003C/mark> Modena come epicentro del dispiegamento del potere letale dello Stato. 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