","Torino: Mazzoleni presenta il nuovo piano regolatore e viene indagato per falso e lottizzazione abusiva","post",1760636196,[58,59,60,61,62,63],"https://radioblackout.org/tag/comitati-territoriali/","https://radioblackout.org/tag/paolo-mazzoleni/","https://radioblackout.org/tag/piano-regolatore-torino/","https://radioblackout.org/tag/riqualificazione/","https://radioblackout.org/tag/speculazione-edilizia/","https://radioblackout.org/tag/un-altro-piano-per-torino/",[23,21,27,65,66,31],"riqualificazione","speculazione edilizia",{"post_content":68,"post_title":77,"tags":81},{"matched_tokens":69,"snippet":75,"value":76},[70,71,72,73,74],"Un","Altro","Piano","per","Torino","come sottolinea Claudio Decastelli di \u003Cmark>Un\u003C/mark> \u003Cmark>Altro\u003C/mark> \u003Cmark>Piano\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>Torino\u003C/mark>, la vaghezza con cui sono","E' di questa mattina la notizia che l'attuale assessore all'urbanistica della città di \u003Cmark>Torino\u003C/mark>, Paolo Mazzoleni, sia indagato all'interno di un'inchiesta portata avanti dalla Procura di Milano e chiusa in questi giorni \u003Cmark>per\u003C/mark> nuove costruzioni fatte passare \u003Cmark>per\u003C/mark> riqualificazione edilizia. Nello specifico, si tratta di \u003Cmark>un\u003C/mark> progetto avallato a Milano in \u003Cmark>un\u003C/mark> quartiere in cui sorge una zona di interesse ecologico e parco naturale (il Parco delle Cave): qui è stato aperto \u003Cmark>un\u003C/mark> maxi cantiere (sotto sequestro dal 2024) \u003Cmark>per\u003C/mark> la costruzione di tre torri alte 43 metri che hanno il solo obiettivo di agevolare speculazioni edilizie. Mazzoleni è indagato \u003Cmark>per\u003C/mark> aver partecipato al progetto in qualità di architetto, dichiarando la conformità alla legge del progetto, dichiarando quindi il falso. \n\n\n\nE' curioso che in questi giorni la città di \u003Cmark>Torino\u003C/mark> presenti il nuovo \u003Cmark>piano\u003C/mark> regolatore della città al quale ha ovviamente lavorato l'assessore all'urbanistica. Il \u003Cmark>piano\u003C/mark> regolatore indica le tendenze dell'amministrazione cittadina nel voler gestire e riorganizzare la città e, come sottolinea Claudio Decastelli di \u003Cmark>Un\u003C/mark> \u003Cmark>Altro\u003C/mark> \u003Cmark>Piano\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>Torino\u003C/mark>, la vaghezza con cui sono state riformulate le norme non lasciano immaginare nulla di buono. Nonostante le grandi dichiarazioni sulla necessità di dare priorità al verde pubblico e alla risposta delle esigenze dei quartieri in difficoltà della città è piuttosto chiaro quali siano gli obiettivi di questa manovra: agevolare nuovi progetti, ricevere finanziamenti \u003Cmark>per\u003C/mark> la \"riqualificazione\" e aprire ancora di più agli investitori privati. \n\n\n\nNon è l'unica inchiesta in cui Mazzoleni è coinvolto, ne segnaliamo altre sempre in ambito di speculazione edilizia e costruzioni immobiliari di lusso nel capoluogo lombardo: \u003Cmark>un\u003C/mark> maxi progetto Scalo House di via Leonina 4, la realizzazione di una palazzina in piazza Aspromonte e le Lambrate Twin Palace, edificio residenziale di lusso. 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Il corteo, molto partecipato, ha visto la la presenza di tanti comitati cittadini e degli abitanti di Cenisia e San Paolo che si oppongono all'ennesimo progetto speculativo nell'area. Punto di partenza la storica fabbrica Ex-Diatto, sgomberata e immediatamente demolita - senza alcuna autorizzazione ufficiale - proprio un anno fa. I lavori sono fermi e la bonifica non è completa. Cosa vorrebbero far sorgere su questo pezzo di Torino distrutto per far spazio a un progetto di palazzinari? \"Alloggi di pregio\", spazi commerciali e un parcheggio interrato.\r\n\r\nIl corteo non si è fermato qui e nel pomeriggio è andato ad occupare il giardino \"Artiglieri di montagna\" - in corso Vittorio, vicino alla stazione dei bus - con diverse attività, banchetti informativi ed interventi. Il giardino, abitato da alberi secolari, è un altro spazio verde di Torino che si vuole distruggere. Cosa prevede il piano di \"riqualificazione\" di quest'area chiamata ex-Westinghouse? Un centro congressi di 5000 posti, l'ennesimo centro commerciale, l'ennesimo parcheggio interrato. Andrea ha inoltre ricordato che oggi ci sarà un presidio alle 15 fuori dal Comune per protestare contro la delibera che svende pezzo dopo pezzo questa città e mercoledì è prevista una mobilitazione per difendere i Giardini Reali da un nuovo parcheggio, naturalmente interrato. Il cemento, tanto, lo offre il \"Sistema Torino\".\r\n\r\nAscolta l'intervento di Andrea\r\n\r\nandrea 7 giugno","9 Giugno 2014","","2014-06-12 08:39:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/distruzione-diatto-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/distruzione-diatto.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Passaggi e permessi \"democratici\" per cementificare Torino",1402321777,[136,137,138,139,140,141,142],"http://radioblackout.org/tag/cementificazione/","http://radioblackout.org/tag/comitato-snia-rischiosa/","http://radioblackout.org/tag/ex-diatto/","http://radioblackout.org/tag/ex-westinghouse/","http://radioblackout.org/tag/giardini-reali/","http://radioblackout.org/tag/sistema-torino/","http://radioblackout.org/tag/speculazione/",[144,29,15,145,19,146,147],"cementificazione","ex-westinghouse","sistema torino","speculazione",{"post_content":149,"post_title":153,"tags":156},{"matched_tokens":150,"snippet":151,"value":152},[96,97,74],"abitato da alberi secolari, è \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> spazio verde di \u003Cmark>Torino\u003C/mark> che si vuole distruggere. 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Per un ministero importante come gli Interni è stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA è un centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di un processo di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro e non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di per sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Aprile 2017","2017-04-23 17:02:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-768x1087.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1.jpg 877w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Resistenza continua, non antifascismo ingessato",1492801878,[201,202,203,204,205],"http://radioblackout.org/tag/antifascimo/","http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/san-salvario/",[207,208,209,210,211],"antifascimo","deportazioni","militarizzazione","resistenza","san salvario",{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[96,97,73],"sgomberare l'area coattivamente. 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L’ICSA è \u003Cmark>un\u003C/mark> centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni \u003Cmark>per\u003C/mark> traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” \u003Cmark>per\u003C/mark> l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e \u003Cmark>per\u003C/mark> consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (\u003Cmark>un\u003C/mark> caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali \u003Cmark>per\u003C/mark> i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE \u003Cmark>per\u003C/mark> lo stato italiano (magari permetterà \u003Cmark>un\u003C/mark> occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di \u003Cmark>un\u003C/mark> giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi \u003Cmark>per\u003C/mark> la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche \u003Cmark>per\u003C/mark> singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare \u003Cmark>per\u003C/mark> intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, \u003Cmark>per\u003C/mark> il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"\u003Cmark>un\u003C/mark> cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato \u003Cmark>un\u003C/mark> boicottaggio dei negozi stranieri, \u003Cmark>per\u003C/mark> difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio \u003Cmark>per\u003C/mark> contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di \u003Cmark>un\u003C/mark> processo di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno \u003Cmark>un\u003C/mark> quartiere come \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> e non \u003Cmark>un\u003C/mark> enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di \u003Cmark>un\u003C/mark> supermercato. Tra \u003Cmark>un\u003C/mark> cappuccino di soia o \u003Cmark>un\u003C/mark> long drink, \u003Cmark>per\u003C/mark> gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, \u003Cmark>per\u003C/mark> poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. \u003Cmark>Un\u003C/mark> esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in \u003Cmark>un\u003C/mark> altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della \u003Cmark>Torino\u003C/mark> bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> giro di vite \u003Cmark>per\u003C/mark> la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" \u003Cmark>per\u003C/mark> garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni \u003Cmark>per\u003C/mark> lo smartphone e simili. Si prova timore \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>un\u003C/mark> futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di \u003Cmark>per\u003C/mark> sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su \u003Cmark>un\u003C/mark> sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\n\u003Cmark>Un\u003C/mark> ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) \u003Cmark>per\u003C/mark> ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", \u003Cmark>per\u003C/mark> fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà \u003Cmark>per\u003C/mark> tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere \u003Cmark>per\u003C/mark> legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava \u003Cmark>per\u003C/mark> la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò \u003Cmark>un\u003C/mark> comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne \u003Cmark>un\u003C/mark> centro di coordinamento dell’insurrezione a \u003Cmark>Torino\u003C/mark>. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta \u003Cmark>per\u003C/mark> la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature \u003Cmark>per\u003C/mark> elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da \u003Cmark>un\u003C/mark> cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città \u003Cmark>per\u003C/mark> scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era \u003Cmark>un\u003C/mark> carcere militare. Il 19 settembre 1944 \u003Cmark>un\u003C/mark> gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di \u003Cmark>Torino\u003C/mark> il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di \u003Cmark>Torino\u003C/mark>, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto \u003Cmark>un\u003C/mark> vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad \u003Cmark>un\u003C/mark> colpo esploso da \u003Cmark>un\u003C/mark> carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo \u003Cmark>piano\u003C/mark> proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a \u003Cmark>un\u003C/mark> controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo \u003Cmark>piano\u003C/mark>. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a \u003Cmark>Torino\u003C/mark> il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo \u003Cmark>un\u003C/mark> giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a \u003Cmark>Torino\u003C/mark> il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a \u003Cmark>Torino\u003C/mark> il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con \u003Cmark>un\u003C/mark> sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ",[218],{"field":108,"matched_tokens":219,"snippet":215,"value":216},[96,97,73],{"best_field_score":184,"best_field_weight":185,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":221,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":44},"2889111915907252337",{"document":223,"highlight":247,"highlights":255,"text_match":260,"text_match_info":261},{"cat_link":224,"category":225,"comment_count":44,"id":226,"is_sticky":44,"permalink":227,"post_author":126,"post_content":228,"post_date":229,"post_excerpt":129,"post_id":226,"post_modified":230,"post_thumbnail":231,"post_thumbnail_html":232,"post_title":233,"post_type":55,"sort_by_date":234,"tag_links":235,"tags":241},[122],[43],"89024","http://radioblackout.org/2024/04/torino-abitare-bene-comune-sullo-sgombero-di-via-muriaglio-11-la-casa-e-di-chi-labita/","A Torino e in Piemonte continuano ad aumentare vertiginosamente gli sfratti. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, nel 2022 sono state richieste 5.223 esecuzioni di sfratto in tutto il Torinese, delle quali 2.761 eseguite, pari al 233% in più rispetto al 2021. La principale causa degli sfratti rimane l’inadempimento del pagamento dell’affitto. Ma l’incremento si deve anche agli sfratti per finita locazione, il dato il più alto degli ultimi dieci anni. Evidentemente molte persone e famiglie non riescono più a fare fronte agli aumentati costi dell’abitazione, mentre normalizzato è l'utilizzo degli sfratti “a sorpresa” (art. 610).\r\n\r\nIn questo contesto, su 502mila alloggi di civile abitazione, oltre 78mila, il 15%, sono sfitti, secondo Istat. Mentre le ultime richieste di case popolari nel torinese sono state 14.000, troveranno risposta in poche centinaia.\r\n\r\nQuesti freddi dati da statistica di governo non possono rendere la materialità della guerra contro chi non può permettersi una casa in questa città.\r\nSolo per citare alcuni casi recenti, in Corso Vigevano, a Nord-Est della città, decine di persone vivevano in un edificio che ha preso fuoco a fine febbraio. Alcune sono rientrate non avendo un posto dove andare ed è in corso uno sgombero portato avanti dalle solerti istituzioni proprio in queste settimane, nell'indifferenza e nel silenzio generale. A poche centinaia di metri di distanza da quell’immobile, nella notte di Capodanno, un altro stabile ha preso fuoco per la presenza di bombole di gas negli appartamenti. “Sono costretta a usarle perché senza termosifoni non so come scaldarmi”, ha raccontato una delle inquiline che pagava un canone di 630 euro al mese per l’affitto di due stanze.\r\n\r\nVa ricordato che il Comune guidato dal PD, con “Il piano va veloce”, sta promuovendo un nuovo piano regolatore fatto di destinazioni d’uso flessibili, di svendita di aree verdi, di nuovi supermercati, di social housing o di appartamenti sociali a tempo determinato al posto dell’edilizia pubblica. Nel frattempo l'Assessore Rosatelli con Sinistra Ecologista cerca un'operazione di marketing elettorale promuovendo la raccolta firme per “Vuoti a rendere”, una delibera che chiederebbe all’amministrazione comunale di requisire lo sfitto privato per metterlo a disposizione degli abitanti a un prezzo calmierato. Grottesco, perchè è la stessa amministrazione di cui Rosatelli fa parte e che non si fa remore a plaudire e incentivare sgomberi e sfratti.\r\n\r\nMa si sa, viviamo in un'epoca in cui il falso è un momento del falso, per cui gli stessi partiti che promuovono politiche dell'esclusione possono permettersi di fare i paladini del \"diritto all'abitare\", le stesse realtà che creano nuovi recinti messi a valore, come nel caso dei beni comuni urbani e del nuovo progetto di speculazione abitativa sulla pelle dei poveri promosso dalla Fondazione di Comunità Porta Palazzo, in Corso Giulio Cesare, denominato Community Land Trust, possono dichiarare di farlo per sottrarre gli immobili al mercato speculativo e per fare dell'abitare un bene comune...ma su questo ritorneremo con un futuro approfondimento.\r\n\r\nIn Via Muriaglio 11 una palazzina abbandonata per quasi trent'anni nel 2011 è stata occupata da decine di individui e famiglie che, in maniera autonoma e non sovraderminata da istituzioni e terzo settore, si sono ripresi un tetto e una stabilità. Una delle ultime occupazioni abitative storiche in città. Finchè la scorsa settimana, 13 anni dopo, le istituzioni sono arrivate a sbattere tutti in mezzo alla strada chiamandolo, come usa fare dalle parti di Torino, sgombero \"dolce\": 10 camionette, 6 pattuglie di vigili e altrettante volanti della polizia, che sono rimaste per tre giorni a blindare completamente la strada.\r\n\r\nNe parliamo con alcune ex occupanti di Via Muriaglio 11, rilanciando lo spezzone per la casa al corteo antifascista del 25 aprile in zona San Paolo. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/viamuriaglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Aprile 2024","2024-04-22 23:39:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino: abitare bene comune? Sullo sgombero di Via Muriaglio 11, la casa è di chi l'abita!",1713808369,[236,237,238,239,240],"http://radioblackout.org/tag/beni-comuni/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/la-casa-e-di-chi-labita/","http://radioblackout.org/tag/occupare/","http://radioblackout.org/tag/via-muriaglio-11/",[242,243,244,245,246],"beni comuni","guerra","la casa è di chi l'abita","occupare","Via Muriaglio 11",{"post_content":248,"post_title":252},{"matched_tokens":249,"snippet":250,"value":251},[96,97,73],"quell’immobile, nella notte di Capodanno, \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> stabile ha preso fuoco \u003Cmark>per\u003C/mark> la presenza di bombole di","A \u003Cmark>Torino\u003C/mark> e in Piemonte continuano ad aumentare vertiginosamente gli sfratti. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, nel 2022 sono state richieste 5.223 esecuzioni di sfratto in tutto il Torinese, delle quali 2.761 eseguite, pari al 233% in più rispetto al 2021. La principale causa degli sfratti rimane l’inadempimento del pagamento dell’affitto. Ma l’incremento si deve anche agli sfratti \u003Cmark>per\u003C/mark> finita locazione, il dato il più alto degli ultimi dieci anni. Evidentemente molte persone e famiglie non riescono più a fare fronte agli aumentati costi dell’abitazione, mentre normalizzato è l'utilizzo degli sfratti “a sorpresa” (art. 610).\r\n\r\nIn questo contesto, su 502mila alloggi di civile abitazione, oltre 78mila, il 15%, sono sfitti, secondo Istat. Mentre le ultime richieste di case popolari nel torinese sono state 14.000, troveranno risposta in poche centinaia.\r\n\r\nQuesti freddi dati da statistica di governo non possono rendere la materialità della guerra contro chi non può permettersi una casa in questa città.\r\nSolo \u003Cmark>per\u003C/mark> citare alcuni casi recenti, in Corso Vigevano, a Nord-Est della città, decine di persone vivevano in \u003Cmark>un\u003C/mark> edificio che ha preso fuoco a fine febbraio. Alcune sono rientrate non avendo \u003Cmark>un\u003C/mark> posto dove andare ed è in corso uno sgombero portato avanti dalle solerti istituzioni proprio in queste settimane, nell'indifferenza e nel silenzio generale. A poche centinaia di metri di distanza da quell’immobile, nella notte di Capodanno, \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> stabile ha preso fuoco \u003Cmark>per\u003C/mark> la presenza di bombole di gas negli appartamenti. “Sono costretta a usarle perché senza termosifoni non so come scaldarmi”, ha raccontato una delle inquiline che pagava \u003Cmark>un\u003C/mark> canone di 630 euro al mese \u003Cmark>per\u003C/mark> l’affitto di due stanze.\r\n\r\nVa ricordato che il Comune guidato dal PD, con “Il \u003Cmark>piano\u003C/mark> va veloce”, sta promuovendo \u003Cmark>un\u003C/mark> nuovo \u003Cmark>piano\u003C/mark> regolatore fatto di destinazioni d’uso flessibili, di svendita di aree verdi, di nuovi supermercati, di social housing o di appartamenti sociali a tempo determinato al posto dell’edilizia pubblica. Nel frattempo l'Assessore Rosatelli con Sinistra Ecologista cerca un'operazione di marketing elettorale promuovendo la raccolta firme \u003Cmark>per\u003C/mark> “Vuoti a rendere”, una delibera che chiederebbe all’amministrazione comunale di requisire lo sfitto privato \u003Cmark>per\u003C/mark> metterlo a disposizione degli abitanti a \u003Cmark>un\u003C/mark> prezzo calmierato. Grottesco, perchè è la stessa amministrazione di cui Rosatelli fa parte e che non si fa remore a plaudire e incentivare sgomberi e sfratti.\r\n\r\nMa si sa, viviamo in un'epoca in cui il falso è \u003Cmark>un\u003C/mark> momento del falso, \u003Cmark>per\u003C/mark> cui gli stessi partiti che promuovono politiche dell'esclusione possono permettersi di fare i paladini del \"diritto all'abitare\", le stesse realtà che creano nuovi recinti messi a valore, come nel caso dei beni comuni urbani e del nuovo progetto di speculazione abitativa sulla pelle dei poveri promosso dalla Fondazione di Comunità Porta Palazzo, in Corso Giulio Cesare, denominato Community Land Trust, possono dichiarare di farlo \u003Cmark>per\u003C/mark> sottrarre gli immobili al mercato speculativo e \u003Cmark>per\u003C/mark> fare dell'abitare \u003Cmark>un\u003C/mark> bene comune...ma su questo ritorneremo con \u003Cmark>un\u003C/mark> futuro approfondimento.\r\n\r\nIn Via Muriaglio 11 una palazzina abbandonata \u003Cmark>per\u003C/mark> quasi trent'anni nel 2011 è stata occupata da decine di individui e famiglie che, in maniera autonoma e non sovraderminata da istituzioni e terzo settore, si sono ripresi \u003Cmark>un\u003C/mark> tetto e una stabilità. 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Disinformazione, menzogna esplicita, persino la calunnia sono state armi ampiamente usate contro il movimento No Tav.\r\nIl tema è quello consueto. La tesi è sempre la stessa: la maggioranza dei No Tav sarebbe ostaggio di una minoranza di violenti. Il movimento è fatto di brave persone disponibili a manifestare pacificamente, senza provare ad inceppare i meccanismi del cantiere. Suonano questa canzone con infinite variazioni da moltissimi anni, ma non riescono mai a darle la giusta intonazione. Il movimento li ha sempre smentiti. Con le parole e, soprattutto, con i fatti.\r\nGli ultimi mesi sono stati durissimi. La violenza della polizia e la stretta repressiva sono il segno esplicito della volontà di dare una spallata definitiva al movimento, di spingerlo a suon di manganellate ed arresti su un piano meramente testimoniale.\r\nL’azione di disinformazione lavora ai fianchi il movimento, cercando di diffondere un sentimento di sconfitta, insistendo sui successi dello Stato nell’imporre l’avvio dei lavori per il tunnel geognostico. Difficile credere ad una vittoria che si gioca sulle armi, senza scalfire l’opposizione popolare all’opera. Lo scopo non è convincere ma vincere e per vincere occorre diffondere lo sconforto, suscitare l’idea che i giochi siano fatti, che la partita si sta chiudendo.\r\nIn agosto hanno deciso di inviare in Clarea altri 225 soldati. In questo modo il presidio militare sale a 450 effettivi, ai quali bisogna aggiungere centinaia di poliziotti, carabinieri, guardie di finanza.\r\nIl controllo militare della Valle e, in particolare della città di Susa, è diventato asfissiante. Ogni giorno ci sono posti di blocco sulle principali arterie di comunicazione. Perquisizioni, fermi, accuse e processi si moltiplicano.\r\n\r\nIl governo si prepara alla firma dell’accordo italo-francese per la Torino Lyon. La data fissata da tempo è il 20 novembre. Dalla sponda francese arrivano da oltre un anno segnali di incertezza sull’utilità e la sostenibilità economica della nuova linea transalpina. Gli esperti della Commissione Mobilità hanno di fatto confermato le tesi dei No Tav sul sottoutilizzo della linea attuale. Non solo. Persino l’AD di Trenitalia Moretti ha dichiarato che il trasporto merci su gomma è e resterà più competitivo di quello su rotaia. D’altra parte, sebbene l’Italia e la Francia abbiano costi autostradali proibitivi, quelli per il trasporto su ferrovia sono poco convenienti persino con l’attuale linea. Impossibile pensare che l’alta velocità i cui costi di ammortamento saranno enormi, possa essere competitiva.\r\nIl trasferimento modale dalla gomma al ferro resta un’utopia mal formulata di fronte all’avvio dei lavori per il raddoppio del tunnel autostradale del Freius, in una valle dove la proposta di contingentamento dei Tir sul modello valdostano non ha mai avuto gambe per correre.\r\nNel testo dell'accordo in approvazione al parlamento italiano è scritto in modo chiaro che l'intesa non riguarda l'avvio dei lavori. La firma del 20 a Roma sarà un atto poco più che simbolico.\r\nIl governo non fa marcia indietro, cercandosi un’altra mangiatoia per finanziare i partito, perché la bandiera con il treno crociato è comparsa nelle manifestazioni di ogni dove. E’ diventata sintomo di resistenza, di speranza che un altro ordine politico e sociale sia possibile. Per questo il governo vuole vincere ad ogni costo, per questo la valle di Susa è stata serrata in una morsa feroce.\r\n\r\nContro lo sperpero di denaro pubblico, contro la repressione politica, mediatica, istituzionale del movimento, per scuole, ospedali, trasporti pubblici il movimento scenderà in piazza il 16 novembre. Una manifestazione popolare per dire, ancora una volta, che il popolo No Tav ha resistito e continuarà a resistere attivamente alla realizzazione di un'opera inutile, costosa, dannosa per l'ambiente e la salute di tutti.\r\n\r\nAppuntamento alle 13 in piazza D'armi a Susa - dietro la stazione FS.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Perino, intervistato ieri prima della partecipatissima assemblea organizzata a Torino dai vari comitati della città.\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nPerino\r\n\r\nLa stessa sera, di fronte alla caserma degli alpini di Rivoli, nuovo apericena a sorpresa dei No Tav.\r\nNe abbiamo parlato con Monica del comitato di Giaglione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nmonica notav","13 Novembre 2013","2013-11-18 11:34:08","16 novembre. 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Il comitato ha lanciato un piano alternativo di gestione dei rifiuti della Provincia di Torino, basato su riduzione dei rifiuti, aumento della differenziata e trattamento a freddo dell'indifferenziato residuo, per cui l'inceneritore del Gerbido potrebbe essere chiuso anche domani; ma il comune di Torino finora si sta mostrando totalmente sordo alle richieste di audizione sull'argomento.\r\n\r\n2. Fortunatamente altro atteggiamento si riscontra da parte di altri comuni: ad Almese il 30 ottobre scorso è stato ufficializzato che 4 Consorzi della Provincia di Torino (Acsel Val Susa, Ivrea, Cirie' e Pinerolo) stanno pianificando un accorpamento e studiando la realizzazione di una fabbrica dei materiali, un impianto per il recupero di materia dal rifiuto indifferenziato attraverso il trattamento a freddo.\r\n\r\n3. Per quanto riguarda il monitoraggio della salute dei cittadini che abitano intorno all'inceneritore del Gerbido, esso doveva essere pagato da Trm, che ora dice di non avere i fondi; i mass media annunciano che verranno reperiti dallo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla Liguria.\r\n\r\nnoinc6nov","6 Novembre 2014","2014-11-10 13:16:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/emissioni_inceneritore-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/emissioni_inceneritore-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/emissioni_inceneritore-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/emissioni_inceneritore.jpg 526w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Inc: Piano rifiuti senza inceneritore",1415283278,[],[],{"post_content":309,"post_title":313},{"matched_tokens":310,"snippet":311,"value":312},[96,79,74],"1. 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Fortunatamente \u003Cmark>altro\u003C/mark> atteggiamento si riscontra da parte di altri comuni: ad Almese il 30 ottobre scorso è stato ufficializzato che 4 Consorzi della Provincia di \u003Cmark>Torino\u003C/mark> (Acsel Val Susa, Ivrea, Cirie' e Pinerolo) stanno pianificando \u003Cmark>un\u003C/mark> accorpamento e studiando la realizzazione di una fabbrica dei materiali, \u003Cmark>un\u003C/mark> impianto \u003Cmark>per\u003C/mark> il recupero di materia dal rifiuto indifferenziato attraverso il trattamento a freddo.\r\n\r\n3. \u003Cmark>Per\u003C/mark> quanto riguarda il monitoraggio della salute dei cittadini che abitano intorno all'inceneritore del Gerbido, esso doveva essere pagato da Trm, che ora dice di non avere i fondi; i mass media annunciano che verranno reperiti dallo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla Liguria.\r\n\r\nnoinc6nov",{"matched_tokens":314,"snippet":315,"value":315},[72],"No Inc: \u003Cmark>Piano\u003C/mark> rifiuti senza inceneritore",[317,319],{"field":108,"matched_tokens":318,"snippet":311,"value":312},[96,79,74],{"field":111,"matched_tokens":320,"snippet":315,"value":315},[72],2889111915236163600,{"best_field_score":323,"best_field_weight":185,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":44,"score":324,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":44},"3324293808128","2889111915236163698",6685,{"collection_name":55,"first_q":31,"per_page":327,"q":31},6,{"facet_counts":329,"found":370,"hits":371,"out_of":646,"page":14,"request_params":647,"search_cutoff":33,"search_time_ms":648},[330,346],{"counts":331,"field_name":344,"sampled":33,"stats":345},[332,334,336,338,340,342],{"count":116,"highlighted":333,"value":333},"anarres",{"count":11,"highlighted":335,"value":335},"metix flow",{"count":14,"highlighted":337,"value":337},"ponte radio",{"count":14,"highlighted":339,"value":339},"stakka stakka",{"count":14,"highlighted":341,"value":341},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":343,"value":343},"Macerie su macerie","podcastfilter",{"total_values":327},{"counts":347,"field_name":32,"sampled":33,"stats":368},[348,350,352,354,356,358,360,362,364,366],{"count":11,"highlighted":349,"value":349},"milano",{"count":11,"highlighted":351,"value":351},"francia",{"count":11,"highlighted":353,"value":353},"carcere",{"count":11,"highlighted":355,"value":355},"intervista",{"count":11,"highlighted":357,"value":357},"repressione",{"count":14,"highlighted":359,"value":359},"idomeni",{"count":14,"highlighted":361,"value":361},"cariche",{"count":14,"highlighted":363,"value":363},"alpi libere",{"count":14,"highlighted":365,"value":365},"san raffaele",{"count":14,"highlighted":367,"value":367},"sciopero a torino",{"total_values":369},240,21,[372,417,442,468,523,604],{"document":373,"highlight":391,"highlights":404,"text_match":413,"text_match_info":414},{"comment_count":44,"id":374,"is_sticky":44,"permalink":375,"podcastfilter":376,"post_author":377,"post_content":378,"post_date":379,"post_excerpt":129,"post_id":374,"post_modified":380,"post_thumbnail":381,"post_title":129,"post_type":382,"sort_by_date":383,"tag_links":384,"tags":388},"95708","http://radioblackout.org/podcast/95708/",[335],"metrixflow","Nella prima parte della trasmissione di oggi abbiamo ospitato telefonicamente una compagna che si trova a Lahr, in Germania, per partecipare ad una lunga marcia organizzata dai curdi per domani 15 febbraio, giornata del complotto internazionale contro Abdullah öcalan. 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Quindi se ci puoi raccontare quello che è successo e se nell'ultima giornata, nelle ultime 24 ore abbiamo qualche novità in più.\r\n\r\nAllora, sì, di sicuro in questo contesto è una novità poi dopo vi racconterò che non è una novità in un contesto più ampio se torniamo a ritroso a precedenti guerre con Libano o a precedenti invasioni della striscia di Gaza: Israele ha sempre usato la radio per avvertire la popolazione di attacchi, ma lo facevano in un modo diverso lo facevano spesso bombardando fisicamente i trasmettitori oppure andando a trasmettere sulla stessa frequenza con un segnale proprio, oppure utilizzando dei metodi che hanno usato anche gli americani. Gli americani avevano un aereo che è stato appena dismesso che si chiamava Commando Solo che era un C-130 riadattato, che al posto delle bombe aveva dei trasmettitori radio e usando degli strumenti simili l'aereo andava a coprire le frequenze radio delle stazioni che si volevano occupare e in questo modo il risultato era lo stesso cioè chi ascoltava Voice of Lebanon non sapeva più se stava ascoltando quella che vera o quella che arrivava dall'aereo israeliano.\r\n\r\nQuello che è successo ieri e l'altro ieri in questo contesto medio orientale è qualcosa di nuovo sono state una decina le stazioni radio che hanno visto la loro programmazione mutale non so se avete visto i video andati in onda: prima viene trasmesso dall'esercito israeliano l'inno libanese forse per attirare l'attenzione e poi un messaggio in arabo che diceva che a breve sarebbe iniziato un bombardamento che se le persone che abitavano nelle vicinanze di zone che avevano a che fare con Hetzbollah dovevano immediatamente scappare.\r\n\r\nChe cosa è successo? È successo qualcosa che io vedo che sta succedendo molto spesso nel conflitto in Ucraina cioè degli hacker o presunti tali hanno preso il controllo informatico delle emittenti, non ci sono ormai emittenti che non abbiano almeno in un punto della produzione un computer, che poi sia per mandare la musica, per mandare i programmi o per fare uno stream che alimenta il trasmettitore. Hanno preso il controllo di uno di questi pezzi e da lì hanno preso il controllo dell'emittente. Perché dico la guerra in Ucraina? Perché da quando è esploso il conflitto russo-ucraino sono decine i casi di emittenti ucraine che vengono prese sotto controllo russo e riempite di propaganda allo stesso modo gli hacker ucraini hanno hackerato la televisione, hanno hackerato il digitale terrestre, hanno hackerato tantissimi canali radiofonici, da poco hanno hackerato i canali russi in Crimea trasmettendo dei messaggi contro Putin insomma è una modalità conosciuta la novità è appunto l'applicazione di tutto questo nel conflitto medio orientale è una specie di salto di gradino fa capire che queste competenze sono arrivate anche lì e dal punto di vista strategico è anche più comodo non dover bombardare l'emittente ma usarla. Perché immaginate il fatto che andando a occupare un emittente tu hai già un potenziale pubblico in ascolto e la cosa incredibile è quella.\r\n\r\nEcco su questo ti faccio una domanda un po' tecnica che non cambia molto la sostanza ma un po' di curiosità anche perché la nostra è un po' una trasmissione tecnica. Per caso ci sono delle informazioni legati a qual è il punto della produzione che citavi prima che è stato attaccato? Nel senso che pensando anche a un'infrastruttura molto piccola come quella che può essere quella di Blackout ci sono tanti punti attaccabili a partire dall'antenna che diciamo sono i punti finali di trasmissione fino in cima agli studi ai sistemi più o meno automatizzati per la produzione ci sono già dei dati, dei riscontri su questo?\r\n\r\nNo, non c'è nulla, non c'è nulla su questi attacchi non c'è assolutamente nulla c'è qualcosa andando a scavare si trova di come lo stanno facendo in Ucraina appunto in Russia e lì ci sono di solito due punti di attacco: il primo è quando viene utilizzato uno stream per mandare o dagli studio al trasmettitore o anche internamente negli studi, in molte radio ormai il routing dei segnali audio avviene in digitale cioè quindi non c'è più una connessione fisica tipo tra il mixer e un eventuale modulatore è tutto in digitale quindi questo di solito è l'ingresso principale. Il secondo sono i programmi di automazione che di fatto prendendone il controllo: tu prendi il controllo della radio e quindi ti permetti di andareanche a superare la messa in onda quindi se c'è qualcuno in studio viene superato da un programma che l'eventuale software di messa in onda decide che ha una priorità maggiore questi sono i due punti che vengono usati.\r\n\r\nAggiungo che ce n'è anche un terzo che è ancora più inquietante il fatto che leggevo che molti dei mixer digitali per esempio la serie Yamaha sono stati hackerati e quindi anche lì i mixer digitali possono essere connessi in rete anche lì potrebbe essere un punto di ingresso e quindi il segnale l'eventuale programma in mp3 farlocco viene inserito dentro il mixer che ormai molti mixer possono fare anche da play out, adesso entriamo in un campo molto tecnico quello che possiamo dire è che i punti di ingresso per hackerare una radio o una tv il discorso è lo stesso, io lavoro in Rai penso questo si sappia, da 27 anni. Io quando sono entrato in Rai negli anni 90 avevo visto per la prima volta le sale di messa in onda della tv ed erano delle stanzette piene di videoregistratori con delle cassette beta che venivano inserite per mandare in onda gli spot i programmi i programmi registrati oggi il play out è tutto digitale allo stesso modo la radio quindi in verità tutto il sistema di produzione è attaccabile poi dipende solo dalle competenze di chi attacca e anche dalle competenze di chi si difende ma in verità non c'è un sistema difendibile all'infinito.\r\n\r\nSi tra l'altro hai fatto benissimo a citare mixer e queste componentistica qua perché mentre magari gli aspetti tecnici più esterni sono protetti adeguatamente, penso ai server di streaming che comunque hanno delle tecnologie che negli ultimi anni sono abbastanza rodate per proteggersi dagli attacchi parlo di attacchi generici poi è chiaro che quando si parla del Mossad parliamo di un livello di sofisticatezza che va appena al di là delle nostre capacità, però invece i mixer che hai citato te eccetera chi li produce mediamente si pone tutti i problemi tranne che questi possano essere soggetti ad attacchi perché anche storicamente insomma è un settore dell'industria che non è predisposto a pensare in termini di sicurezza dei device. Noi per quanto appunto trasmettiamo da una radio a dir poco provinciale come Blackout se pensiamo al nostro flusso tecnico dell'audio, DAB, streaming ed FM i punti vulnerabili sono veramente tanti potenzialmente.\r\n\r\nCerto e fra l'altro lasciatemi dire che quest'idea che comunque ormai si vede se andiamo da una radio piccola come Blackout, una radio medio piccola, una radio provinciale, una radio nazionale in verità quest'idea di mettere tutto in rete è sempre più spinta perché semplifica perché tieni tutto sotto controllo perché puoi controllare a distanza e più metti in rete e più aumenti per un possibile attaccatore le possibilità di entrare.\r\n\r\nAd esempio che ne so le antenne del DAB, adesso che da una singola antenna trasmettono molte radio come ad esempio fa Blackout qua in Piemonte chiaramente è un vantaggio perché si spende meno corrente e anche a livello infrastrutturale c'è un'ottimizzazione però dall'altro lato diventa il singolo punto in cui può fallire per dire noi ieri abbiamo avuto il DAB che ha avuto dei problemi ed insieme ad altre 20 radio siamo andati giu'.\r\n\r\nPoi immaginiamo che comunque il lavoro di creazione del multiplex cioè che di fatto questo flusso DAB che viene trasmesso viene fatto da un PC o da una macchina che dentro contiene un PC e quindi potenzialmente quello è un altro punto molto a rischio della catena dove uno virtualmente potrebbe sostituire il flusso di Blackout con un'altra catena con un flusso identico che si chiama Blackout uguale e vai non davanti a Blackout cioè nel senso nel mondo del digitale diciamo mentre in verità prima una radio che trasmetteva tutto in analogico aveva molto più controllo del suo segnale non a caso prima queste cose cioè per avere lo stesso effetto si bombardava il trasmettitore e si sostituiva il segnale radio però siamo arrivati appunto in un dominio in cui evidentemente il Mossad ma lasciami dire anche altri cioè il Mossad di sicuro lavora a un livello altissimo però quello che stiamo vedendo in Ucraina e in Russia è lo stesso addirittura prendere il controllo della messa in onda della tv pubblica russa non penso che sia una roba piccola però l'hanno fatto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\nFare la Copyrigher dell'Intelligenza Artificiale\r\nOggi ritorniamo a parlare di un argomento, ahi noi, stra approfondito dentro questa trasmissione, ovvero di intelligenza artificiale, soprattutto approfondito con la lente del lavoro. Forse gli appassionati e appassionate di questa trasmissione si ricorderanno che prima dell'estate abbiamo fatto un'intervista ad Antonio Casilli proprio sul tema del lavoro nascosto dietro l'intelligenza artificiale e i sistemi generativi che è quelli di apprendimento e adesso proviamo a fare una chiacchiera con qualcuno che questo lavoro lo vive nella quotidianità. Infatti abbiamo raggiunto una lavoratrice che si occupa esattamente di questo, ovvero fa la copywriter per, diciamo, in subappalto indirettamente per Gemini, che è l'intelligenza artificiale di Google. Io però prima di darti la parola devo anche stoppare la musica, altrimenti facciamo un casino. Allora, noi ti abbiamo voluto sentire perché siamo caduti abbastanza dal pero quando abbiamo scoperto il tuo mestiere. Infatti ti chiederei, insomma, di introdurti da sola, un po' perché mi allievi il lavoro, ma anche perché, appunto, un po' raccontarci cosa facevi prima di questo, cioè un po' come ci sei arrivata, e poi entriamo un pochino più nel dettaglio di quali sono le attività del tuo lavoro adesso.\r\n\r\nSostanzialmente sono arrivata a lavorare per Gemini senza che nessuno lo sappia poi alla fine, perché c'è sempre un po' quest'aura di mistero dietro queste cose, partendo da copywriter per siti web, più che disparati, per e-commerce, per comunque questo tipo di realtàin cui bisogna creare dei contenuti che un po' vendono magari dei prodotti, un po' si tratta di fare il ghostwriter per dei blogger, insomma, ce n'è un po' di ogni quando inizi questo tipo di lavoro. Io sinceramente avevo iniziato a fare la copywriter un po' perché in realtà scrivere mi è sempre piaciuto, sicuramente non per vendere perché non era molto il mio settore, però perché questo tipo di lavoro mi dava la possibilità di lavorare da casa, che è una roba che a me è sempre interessato un casino, cercare di avere meno vincoli possibile con gli orari, quindi comunque ho iniziato come freelance ed è una cosa che per un paio d'annetti mi ha permesso di vivere tranquilla, diciamo, senza grandi pretese, però senza neanche essere particolarmente sfruttata, a parte agli inizi in cui comunque il settore anche della scrittura online ha una specie di barriera all'entrata per cui devi essere abituato a essere pagato pochissimo, proprio poco poco poco, e non è che ci siano tutti questi diritti anche per i copywriter al di fuori della AI. Poi però, alla fine, dopo un paio d'anni, è arrivatoci a GPT e le persone come me si sono trovate da un mese all'altro, diciamo, a non avere più niente da fare. Questo è stato.\r\n\r\nEcco, ma giusto per farci esageratamente i cavoli tuoi, per parlare del mondo di prima, ci puoi dare magari un'idea di quanto si poteva essere pagate per un lavoro del genere? Cioè farci due o tre esempi di un articoletto, una recensione...?\r\n\r\nSì, praticamente se hai appena iniziato e ti confronti anche in realtà, ed era quello anche pesante, con aziende del calibro di Mondadori, non sto dicendo con il primo sfigato, ma se erano capaci di offrirti una cosa come 3 euro lordi ad articolo, e questi articoli erano magari a volte anche lunghi, nel senso che comunque ti dovevi prendere il tempo di trovare le fonti, scrivere le cose, poi magari le mandavi e non andavano bene perché il linguaggio era troppo difficile, invece l'obiettivo è di renderlo meno difficile possibile, e insomma, quello era il tenore. Quindi in una settimana di lavoro a volte ti facevi meno di 50 euro.\r\n\r\nE infatti diciamo che con ChatGPT, che comunque diciamo che per quanto lo si possa criticare è uno strumento che comunque riesce a generare testi abbastanza prolissi in maniera praticamente automatica, un mestiere come quello del copywriter appariva quasi fuori contesto oramai, non so voi come l'avete vista.\r\n\r\nAssolutamente, soprattutto perché davvero a volte i contenuti chiesti comunque sono iper vuoti, iper ripetitivi, servono solo per fare, diciamo, il riempimento di pagine web in cui poi il focus sono le pubblicità, cioè non c'entra niente il contenuto. E io addirittura avevo lavorato per quasi sei mesi per un'azienda di Torino, parecchio grande, ed ero stata assoldata ai primissimi avventi di ChatGPT per essere quella che faceva scrivere a ChatGpt contenuti di questo tipo, quindi articoli ricopiati e stra-copiati da altri, magari anche belli, che vengono poi svuotati, solo ed esclusivamente per riempire siti fake, creati appositamente solo per gli inserzionisti e silurati di centinaia di articoli al giorno. Addirittura loro si erano sviluppati la loro Intelligenza artificiale interna che pubblicava questi articoli anche tutta la notte, quando i lavoratori non potevano esserci.\r\n\r\nSì, infatti, allora, l'immagine che ci dai è un po' come è stato internet negli ultimi, direi, 10-15 anni. Nel senso che noi parliamo di lavoro nascosto, abbiamo introdotto un po' questo termine negli ultimi anni, riferito molto all'intelligenza artificiale, ma quando misteri altamente specializzati come il tuo, in verità, navigano, alimentano internet, da quando sostanzialmente esistono le pubblicità. Infatti tu, giustamente, hai evidenziato il ruolo degli inserzionisti, perché da sempre si sa che c'è una bolla attorno alle pubblicità online. È una cosa, tra l'altro, arcinota, che è un enorme problema di quell'economia lì. E questo è un po' internet, appunto, degli ultimi 15 anni, che non è scoppiata per, insomma, qua ci sarebbe più un'analisi economica, però per qualche motivo questa bolla non è scoppiata e adesso lascia un pochino il posto alla nuova fase. Infatti, adesso, cosa fai? Quali sono le tue attività oggi?\r\n\r\nOra come ora mi occupo di analizzare, da un lato. Ad un lato analizzare le risposte che Gemini ha generato fin da quando è nata e di rimandare poi indietro a Google i nostri feedback su quanto siano accurate da vari punti di vista, quindi sia quello grammaticale, tutto fatto in italiano, perché in realtà quello che cercano, per esempio in Italia, sono persone che parlino bene l'italiano, perché gli serve ovviamente, e quindi analizzo come rispondono le AI, in particolare Gemini, che errori fanno, e anche appunto se riescono poi effettivamente a rispondere alla domanda che fa l'utente, oppure se iniziano a dire cose completamente a caso. E oltre a quello mi occupo anche di generare io stessa dei prompt, che sarebbero le richieste, poi le domande che si fanno a Gemini, specifici, definiti dannosi, nel senso che contengono materiale dannoso come violenza, insulti, odio razziale. Io creo queste domande appositamente, tra virgolette, cattive, in modo che l'AI venga poi allenata a riconoscere i contenuti di questo tipo.\r\n\r\nE' interessante vedere poi che questo è un lavoro altrettanto specializzato, nel senso che quello che ci racconti comunque è un lavoro che richiede molte competenze, da la conoscenza specifica di una lingua e di un contesto, a quindi avere il polso di come stuzzicare e cosa andare a colpire, diciamo, dell'intelligenza artificiale. E quello che mi viene a chiedere è rispetto alla parte di prima, cioè stiamo parlando di due ruoli comunque di un lavoro intellettuale, diciamo, però questo secondo probabilmente è ancora più slegato dal contesto, cioè mentre prima probabilmente avevi un task, un qualcosa da fare, che aveva un inizio e una fine, adesso la tua giornata come funziona? Cioè ti danno tante cose da fare, tutte slegate tra di loro, hai una programmazione, tra virgolette, c'è quindi un piano di... Per arrivare un pochino al tema di quanto è alienante la tua giornata?\r\n\r\nAllora, diciamo che di base a me è capitato, in questo momento mi ritengo, tra virgolette, all'interno di questa categoria una privilegiata, non posso dire che non sia così, nel senso che sono ufficialmente sotto contratto otto ore, come andassi in ufficio normalmente, e durante queste otto ore, tra l'altro, spesso c'è veramente poco da fare, nel senso che Google ha delle ondate di materiale che ti manda, magari per una settimana lavori, che ne so, 4-5 ore tutto il tempo, in modo, sì, molto alienante, perché queste risposte ti arrivano sotto forma di testo dentro la loro piattaforma, e tu hai sempre lo stesso questionario sotto da riempire, quindi è iperripetitivo come lavoro, nel senso che devi dire, la parte A è giusta, la parte B è sbagliata, la parte C è giusta, e bla bla bla, e va avanti così.\r\nPerò tutto sommato, per come sono messa adesso, questa cosa è circoscritta in un sistema, diciamo lavorativo \"normale\", nel senso, faccio le mie otto ore, timbro il cartellino al mattino e alla sera, è il pre di questa specifica situazione in cui mi trovo adesso, che come dite voi, era veramente, poteva diventare veramente alienante e disumano, nel senso che chi lavora come freelancer queste cose, per una parte l'ho fatto anch'io, e diciamo che poi è la maggior parte di quelli grazie al quale poi le AI vengono allenate, sono i freelancer, sono quelli che dicono: io sono disposto a lavorare anche alle quattro del mattino, se mi arriva, diciamo, l'ordine alle quattro del mattino, alle cinque, alle sei, può essere veramente quando cavolo gli pare a Google o a chi come loro, quella cosa là io l'ho vissuta ed è stata la parte che mi ha veramente, non lo so, stupita, ovviamente in senso negativo di più, perché ho visto purtroppo un entusiasmo generale da parte di quelli come me, che magari venivano, come è successo a me, reclutati alla loro volta a piattaforme per freelance, in cui comunque viene già presa una parte di percentuale del tuo lavoro, in cui non hai nessun tipo di rapporto con nessuno, semplicemente un giorno ti arriva un'email e ti dicono, ah, sei disponibile per fare questo lavoro? Sì o no? Vieni insilurato in delle specie di mega chat, in cui sono tutti, tutti i freelance vengono inseriti dopo aver creato un account, dopo aver comunque fornito dei dati, eccetera, e da lì poi questa specie di, come dire, insieme di addetti dall'America, perché si parla poi sempre solo in inglese, iniziano a scrivere quando vogliono loro, senza dirti niente, in questa chat,\r\ne magari tu il 15 agosto sei a farti la grigliata, però loro intanto hanno condiviso tutte le indicazioni di come si lavora, e se tu non le leggi, boh, sono, tra virgolette, cioè, sono cazzi tuoi, sostanzialmente, e poi torni e ti becchi magari la trafila di indicazioni su cosa fare, e non solo, poi magari dici: \"non ho capito proprio niente\", perché non è che sia una roba immediata, se non l'ho mai vista, quindi non spiegano niente, magari il lavoro è pure già finito, perché ci sono altri 100-200 stronzi come te che sono stati lì, svegli, oppure hanno detto, ciao famiglia, io non la faccio la grigliata con te, perché magari devo iniziare a lavorare, e quindi hanno preso il lavoro, e diventa veramente un mare di pesci, di squali, che si devono mordere a vicenda per ottenere cosa? 5 euro, 10 euro, perché poi comunque sono quelle le cifre. Dicono che ti pagano 20 euro l'ora all'inizio, poi guarda caso, cambia sempre, quando poi arriva di fatto l'ordine per fare la fattura, e mai 20 euro.\r\n\r\nSecondo te, da quello che hai avuto modo di vedere in questi anni, i diversi ordini, le mansioni che vi vengono mandate, quale funzione hanno? Cioè, nel vostro ruolo, diciamo la vostra componente, qual è? Com'è che aggiungete valore allo strumento, all'algoritmo di Gemini? Vi occupate semplicemente dell'addestramento, o è anche una forma, tra virgolette, di moderazione, per cui bisogna calibrare i contenuti, calibrarne il linguaggio, eccetera?\r\n\r\nEh sì, ci sono tutte e due. Allora, all'inizio, inizio, era proprio una questione di, forse, quello che mi è capitato. Di correggere da un punto di vista proprio solo della forma, e invece, quindi comunque togliere errori, togliere ripetizioni, perché spesso le risposte che vengono date all'inizio dalle macchine sono molto ripetitive, tipo che ripete la stessa cosa per centomila volte, quindi tu devi dire no, bastava una, e selezioni tutti questi tipi di giudizi attraverso una piattaforma loro, tu non è che sia libero di dire: \"questo, secondo me è così, questo secondo me è cos'à. Sono anche regole abbastanza stringenti che ti danno da Google, che sono preformate, quindi non c'è davvero poi forse un valore in più che si possa dare dal lato nostro, devi semplicemente conformarti a delle guide, linee guide che ti vengono date, e addirittura, appunto, a me è capitato poi in questa azienda adesso di sviluppare magari delle riunioni per dire: \"però noi abbiamo detto che quella determinata risposta va bene\", quando in realtà è fondamentalmente una minchiata allucinante, e loro: \"però Google nelle guide, nelle linee guide ha detto così\", quindi gliela rimandiamo indietro così, ok, va bene. Cioè, non c'è molto da stare a parlarne.\r\n\r\nEcco, ma infatti su questo, diciamo, soggettivamente, tu lo fai da, non tantissimo, ma abbastanza probabilmente per avere già un po' di visione su, in questi mesi, cosa, uno, se hai avuto la percezione che ci stessi, siano stati dei cambiamenti, magari in relazione a particolari temi, eccetera, che sono diventati sensibili, mi viene da pensare ai temi d'attualità, nella prima parte della trasmissione abbiamo parlato di Libano, di Israele e Palestina, della guerra in Ucraina, altre cose, probabilmente il Covid era in una fase precedente che non ti ha coinvolto, però, insomma, questi temi di attualità, e la seconda, diciamo, domanda annessa era se, rispetto a questi temi, cioè, quanto cambiano nel futuro? E quanto diventano schizofrenici ogni tanto? Cioè, se avete proprio l'impressione del, cavolo, oggi Google si è resa conto di questo e sta cercando di pecciare, di salvare capra e cavoli all'ultimo.\r\n\r\nMa sì, effettivamente, quello che ho notato, in una mega descrizione ipergenerica, è una sempre maggiore censura, nel senso che, se tu adesso dici guerra a Gemini, o anche ad altri, è molto probabile che non otterrai grandi risposte, nel senso che stanno allenando sempre di più l'AI a glissare su qualunque cosa, e al massimo quello che puoi ottenere è: \"io non posso dire niente, vai su Google\" ok, vai a cercare su Google, e questa è un po' la tendenza che ho visto io, nel senso che non c'è alcun tipo di possibilità di introdurre queste tematiche, quindi, visto che, per quello che so, la tendenza sarà di sostituire sempre di più i motori di ricerca, che già sono iperbasati sulla AI, con poi proprio un assistente AI, che ti darà le risposte che vorrai, perché l'obiettivo di queste aziende è rendere la cosa sempre più personalizzata, sarà probabilmente molto difficile, se andiamo avanti così, affrontare tematiche, magari di questo tipo, o socialmente rilevanti sull'internet per come lo conosciamo adesso, diciamo, in questo senso è abbastanza preoccupante.\r\n\r\nEcco, su questa stessa domanda, hai avuto una percezione di contenuti e risposte targettizzate per paese, ora, chiaramente, immagino che tu principalmente veda contenuti per l'Italia, quindi non so se hai l'opportunità di avere questa lente, però, hai mai avuto il riscontro che, che ne so, un tema viene filtrato, trattato diversamente, a seconda del paese, nel senso che noi di questo abbiamo conferme, storicamente, da come funzionano le risposte di Google, per varie questioni, soprattutto anche la moderazione di social network, a seconda del paese, la religione, magari comunque la cultura del paese, si applicano dei filtri diversi. Ecco, per quanto riguarda il training, c'è la stessa cosa, riescono a fare più o meno la stessa cosa, oppure no?\r\n\r\nSì, posso dire di sì, nel senso che io mi sono veramente solo occupata dell'Italia, quindi non ti posso dire poi degli esempi pratici su altri paesi, ma proprio intrinseco nel tipo di lavoro che faccio, ci sono dei task che ci mandano e sono anche quelli più numerosi, di localizzazione, nel senso che tu devi poi leggere la risposta che l'AI da e concentrarti sul valutare se questo contenuto che ha generato è in linea con il paese per cui tu lavori, quindi magari io sono italiana, devo controllare che una risposta data non sia, che ne so, offensiva per gli italiani, non sia troppo sensibile per gli italiani, e questo viene fatto in tutto il resto del mondo, perché io appunto ho colleghi di tutto il mondo, quindi sì.\r\n\r\nGiusto un'ultima domanda che mi veniva in mente, non so se hai notato nel tempo come gli argomenti che ti solito ti vengono proposti siano selezionati e se secondo te ci sia una spinta da parte delle aziende nel, non so, magari far sì che un giorno, in un futuro, il vostro lavoro sia sempre meno necessario.\r\n\r\nEh, questo è una tendenza che io personalmente credo che sarà portata avanti in questo senso, cioè visto che comunque l'algoritmo viene allenato ed è stato ampiamente allenato, probabilmente arriverà un momento in cui non servirà più neanche questo tipo di figura. Cioè io sono abbastanza convinta di questo, lo vedo in parte perché nel tempo i compiti, già nell'unico anno in cui ho fatto questo lavoro, comunque i compiti sono diminuiti in un certo senso. Ho visto un processo di raffinazione, no? Sempre di più, cioè prima magari avevi enormi quantità di risposte da analizzare, adesso sempre meno e sono sempre più simili perché la capacità della macchina di scrivere, di fare quello che fa è migliorata, inevitabilmente. Quindi è palesemente una ruota che tornerà al punto di partenza, secondo me, secondo me sì.\r\n\r\nGuarda, noi ti ringraziamo tanto anche perché, cioè di questo tema noi l'abbiamo approfondito insomma più volte, provando a dare tanti punti di vista insomma alle contraddizioni di questi sistemi sia di apprendimento che generativi, però io trovo che mentre su altri dispositivi sia di censura che comunque altre contraddizioni tecnologiche, noi riusciamo a guardarle con gli occhi dei tecnici, chiaramente con una visione politica, però insomma riusciamo a raccontarle, invece mi sembra che su questo l'unico modo per riuscire a raccontarle, per cogliere le contraddizioni sia attraverso i vostri occhi perché siete un po' le uniche, gli unici che effettivamente sono in grado di dire qualcosa di questi attrezzi e andare un po' nel dettaglio.","25 Settembre 2024","2024-09-25 22:05:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/75bb019f083839cc-200x110.png","StakkaStakka 25 settembre 2024 – Commando Solo",1727301906,[],[],{"post_content":457},{"matched_tokens":458,"snippet":459,"value":460},[96,79,283,96],"programmazione, tra virgolette, c'è quindi \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>piano\u003C/mark> di... \u003Cmark>Per\u003C/mark> arrivare \u003Cmark>un\u003C/mark> pochino al tema","Puntata Completa\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/stakkastakka-232.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nHacking Radio Fm Libanesi\r\ncon Andrea Borgnigno autore di Interferenze\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/andrea-borgnino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nFare la Copyrigher dell'Intelligenza Artificiale\r\nintervista ad una lavoratrice digitale che si occupa di addestrare e revisionare l'intelligenza artificiale generativa di Google chiamata Gemini\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/gemini-worker.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito trovate le trascrizioni delle due interviste\r\nHacking Radio Fm Libanesi\r\nPrima abbiamo introdotto \u003Cmark>un\u003C/mark> pochino il contesto dell'argomento e quindi volevamo \u003Cmark>un\u003C/mark> po' chiamarti \u003Cmark>per\u003C/mark> fare \u003Cmark>un\u003C/mark> aggiornamento molto rapido perché come abbiamo detto Israele non è nuova a una guerra di informazione né contro il Libano né all'interno nei i suoi anni di guerra genocida, ma sicuramente questa modalità di hacking delle frequenze radiofoniche FM è abbastanza una novità o almeno ci risulta essere una novità. Quindi se ci puoi raccontare quello che è successo e se nell'ultima giornata, nelle ultime 24 ore abbiamo qualche novità in più.\r\n\r\nAllora, sì, di sicuro in questo contesto è una novità poi dopo vi racconterò che non è una novità in \u003Cmark>un\u003C/mark> contesto più ampio se torniamo a ritroso a precedenti guerre con Libano o a precedenti invasioni della striscia di Gaza: Israele ha sempre usato la radio \u003Cmark>per\u003C/mark> avvertire la popolazione di attacchi, ma lo facevano in \u003Cmark>un\u003C/mark> modo diverso lo facevano spesso bombardando fisicamente i trasmettitori oppure andando a trasmettere sulla stessa frequenza con \u003Cmark>un\u003C/mark> segnale proprio, oppure utilizzando dei metodi che hanno usato anche gli americani. Gli americani avevano \u003Cmark>un\u003C/mark> aereo che è stato appena dismesso che si chiamava Commando Solo che era \u003Cmark>un\u003C/mark> C-130 riadattato, che al posto delle bombe aveva dei trasmettitori radio e usando degli strumenti simili l'aereo andava a coprire le frequenze radio delle stazioni che si volevano occupare e in questo modo il risultato era lo stesso cioè chi ascoltava Voice of Lebanon non sapeva più se stava ascoltando quella che vera o quella che arrivava dall'aereo israeliano.\r\n\r\nQuello che è successo ieri e l'altro ieri in questo contesto medio orientale è qualcosa di nuovo sono state una decina le stazioni radio che hanno visto la loro programmazione mutale non so se avete visto i video andati in onda: prima viene trasmesso dall'esercito israeliano l'inno libanese forse \u003Cmark>per\u003C/mark> attirare l'attenzione e poi \u003Cmark>un\u003C/mark> messaggio in arabo che diceva che a breve sarebbe iniziato \u003Cmark>un\u003C/mark> bombardamento che se le persone che abitavano nelle vicinanze di zone che avevano a che fare con Hetzbollah dovevano immediatamente scappare.\r\n\r\nChe cosa è successo? È successo qualcosa che io vedo che sta succedendo molto spesso nel conflitto in Ucraina cioè degli hacker o presunti tali hanno preso il controllo informatico delle emittenti, non ci sono ormai emittenti che non abbiano almeno in \u003Cmark>un\u003C/mark> punto della produzione \u003Cmark>un\u003C/mark> computer, che poi sia \u003Cmark>per\u003C/mark> mandare la musica, \u003Cmark>per\u003C/mark> mandare i programmi o \u003Cmark>per\u003C/mark> fare uno stream che alimenta il trasmettitore. Hanno preso il controllo di uno di questi pezzi e da lì hanno preso il controllo dell'emittente. Perché dico la guerra in Ucraina? Perché da quando è esploso il conflitto russo-ucraino sono decine i casi di emittenti ucraine che vengono prese sotto controllo russo e riempite di propaganda allo stesso modo gli hacker ucraini hanno hackerato la televisione, hanno hackerato il digitale terrestre, hanno hackerato tantissimi canali radiofonici, da poco hanno hackerato i canali russi in Crimea trasmettendo dei messaggi contro Putin insomma è una modalità conosciuta la novità è appunto l'applicazione di tutto questo nel conflitto medio orientale è una specie di salto di gradino fa capire che queste competenze sono arrivate anche lì e dal punto di vista strategico è anche più comodo non dover bombardare l'emittente ma usarla. Perché immaginate il fatto che andando a occupare \u003Cmark>un\u003C/mark> emittente tu hai già \u003Cmark>un\u003C/mark> potenziale pubblico in ascolto e la cosa incredibile è quella.\r\n\r\nEcco su questo ti faccio una domanda \u003Cmark>un\u003C/mark> po' tecnica che non cambia molto la sostanza ma \u003Cmark>un\u003C/mark> po' di curiosità anche perché la nostra è \u003Cmark>un\u003C/mark> po' una trasmissione tecnica. \u003Cmark>Per\u003C/mark> caso ci sono delle informazioni legati a qual è il punto della produzione che citavi prima che è stato attaccato? Nel senso che pensando anche a un'infrastruttura molto piccola come quella che può essere quella di Blackout ci sono tanti punti attaccabili a partire dall'antenna che diciamo sono i punti finali di trasmissione fino in cima agli studi ai sistemi più o meno automatizzati \u003Cmark>per\u003C/mark> la produzione ci sono già dei dati, dei riscontri su questo?\r\n\r\nNo, non c'è nulla, non c'è nulla su questi attacchi non c'è assolutamente nulla c'è qualcosa andando a scavare si trova di come lo stanno facendo in Ucraina appunto in Russia e lì ci sono di solito due punti di attacco: il primo è quando viene utilizzato uno stream \u003Cmark>per\u003C/mark> mandare o dagli studio al trasmettitore o anche internamente negli studi, in molte radio ormai il routing dei segnali audio avviene in digitale cioè quindi non c'è più una connessione fisica tipo tra il mixer e \u003Cmark>un\u003C/mark> eventuale modulatore è tutto in digitale quindi questo di solito è l'ingresso principale. Il secondo sono i programmi di automazione che di fatto prendendone il controllo: tu prendi il controllo della radio e quindi ti permetti di andareanche a superare la messa in onda quindi se c'è qualcuno in studio viene superato da \u003Cmark>un\u003C/mark> programma che l'eventuale software di messa in onda decide che ha una priorità maggiore questi sono i due punti che vengono usati.\r\n\r\nAggiungo che ce n'è anche \u003Cmark>un\u003C/mark> terzo che è ancora più inquietante il fatto che leggevo che molti dei mixer digitali \u003Cmark>per\u003C/mark> esempio la serie Yamaha sono stati hackerati e quindi anche lì i mixer digitali possono essere connessi in rete anche lì potrebbe essere \u003Cmark>un\u003C/mark> punto di ingresso e quindi il segnale l'eventuale programma in mp3 farlocco viene inserito dentro il mixer che ormai molti mixer possono fare anche da play out, adesso entriamo in \u003Cmark>un\u003C/mark> campo molto tecnico quello che possiamo dire è che i punti di ingresso \u003Cmark>per\u003C/mark> hackerare una radio o una tv il discorso è lo stesso, io lavoro in Rai penso questo si sappia, da 27 anni. Io quando sono entrato in Rai negli anni 90 avevo visto \u003Cmark>per\u003C/mark> la prima volta le sale di messa in onda della tv ed erano delle stanzette piene di videoregistratori con delle cassette beta che venivano inserite \u003Cmark>per\u003C/mark> mandare in onda gli spot i programmi i programmi registrati oggi il play out è tutto digitale allo stesso modo la radio quindi in verità tutto il sistema di produzione è attaccabile poi dipende solo dalle competenze di chi attacca e anche dalle competenze di chi si difende ma in verità non c'è \u003Cmark>un\u003C/mark> sistema difendibile all'infinito.\r\n\r\nSi tra l'altro hai fatto benissimo a citare mixer e queste componentistica qua perché mentre magari gli aspetti tecnici più esterni sono protetti adeguatamente, penso ai server di streaming che comunque hanno delle tecnologie che negli ultimi anni sono abbastanza rodate \u003Cmark>per\u003C/mark> proteggersi dagli attacchi parlo di attacchi generici poi è chiaro che quando si parla del Mossad parliamo di \u003Cmark>un\u003C/mark> livello di sofisticatezza che va appena al di là delle nostre capacità, però invece i mixer che hai citato te eccetera chi li produce mediamente si pone tutti i problemi tranne che questi possano essere soggetti ad attacchi perché anche storicamente insomma è \u003Cmark>un\u003C/mark> settore dell'industria che non è predisposto a pensare in termini di sicurezza dei device. Noi \u003Cmark>per\u003C/mark> quanto appunto trasmettiamo da una radio a dir poco provinciale come Blackout se pensiamo al nostro flusso tecnico dell'audio, DAB, streaming ed FM i punti vulnerabili sono veramente tanti potenzialmente.\r\n\r\nCerto e fra l'altro lasciatemi dire che quest'idea che comunque ormai si vede se andiamo da una radio piccola come Blackout, una radio medio piccola, una radio provinciale, una radio nazionale in verità quest'idea di mettere tutto in rete è sempre più spinta perché semplifica perché tieni tutto sotto controllo perché puoi controllare a distanza e più metti in rete e più aumenti \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>un\u003C/mark> possibile attaccatore le possibilità di entrare.\r\n\r\nAd esempio che ne so le antenne del DAB, adesso che da una singola antenna trasmettono molte radio come ad esempio fa Blackout qua in Piemonte chiaramente è \u003Cmark>un\u003C/mark> vantaggio perché si spende meno corrente e anche a livello infrastrutturale c'è un'ottimizzazione però dall'altro lato diventa il singolo punto in cui può fallire \u003Cmark>per\u003C/mark> dire noi ieri abbiamo avuto il DAB che ha avuto dei problemi ed insieme ad altre 20 radio siamo andati giu'.\r\n\r\nPoi immaginiamo che comunque il lavoro di creazione del multiplex cioè che di fatto questo flusso DAB che viene trasmesso viene fatto da \u003Cmark>un\u003C/mark> PC o da una macchina che dentro contiene \u003Cmark>un\u003C/mark> PC e quindi potenzialmente quello è \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> punto molto a rischio della catena dove uno virtualmente potrebbe sostituire il flusso di Blackout con un'altra catena con \u003Cmark>un\u003C/mark> flusso identico che si chiama Blackout uguale e vai non davanti a Blackout cioè nel senso nel mondo del digitale diciamo mentre in verità prima una radio che trasmetteva tutto in analogico aveva molto più controllo del suo segnale non a caso prima queste cose cioè \u003Cmark>per\u003C/mark> avere lo stesso effetto si bombardava il trasmettitore e si sostituiva il segnale radio però siamo arrivati appunto in \u003Cmark>un\u003C/mark> dominio in cui evidentemente il Mossad ma lasciami dire anche altri cioè il Mossad di sicuro lavora a \u003Cmark>un\u003C/mark> livello altissimo però quello che stiamo vedendo in Ucraina e in Russia è lo stesso addirittura prendere il controllo della messa in onda della tv pubblica russa non penso che sia una roba piccola però l'hanno fatto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\nFare la Copyrigher dell'Intelligenza Artificiale\r\nOggi ritorniamo a parlare di \u003Cmark>un\u003C/mark> argomento, ahi noi, stra approfondito dentro questa trasmissione, ovvero di intelligenza artificiale, soprattutto approfondito con la lente del lavoro. Forse gli appassionati e appassionate di questa trasmissione si ricorderanno che prima dell'estate abbiamo fatto un'intervista ad Antonio Casilli proprio sul tema del lavoro nascosto dietro l'intelligenza artificiale e i sistemi generativi che è quelli di apprendimento e adesso proviamo a fare una chiacchiera con qualcuno che questo lavoro lo vive nella quotidianità. Infatti abbiamo raggiunto una lavoratrice che si occupa esattamente di questo, ovvero fa la copywriter \u003Cmark>per\u003C/mark>, diciamo, in subappalto indirettamente \u003Cmark>per\u003C/mark> Gemini, che è l'intelligenza artificiale di Google. Io però prima di darti la parola devo anche stoppare la musica, altrimenti facciamo \u003Cmark>un\u003C/mark> casino. Allora, noi ti abbiamo voluto sentire perché siamo caduti abbastanza dal pero quando abbiamo scoperto il tuo mestiere. Infatti ti chiederei, insomma, di introdurti da sola, \u003Cmark>un\u003C/mark> po' perché mi allievi il lavoro, ma anche perché, appunto, \u003Cmark>un\u003C/mark> po' raccontarci cosa facevi prima di questo, cioè \u003Cmark>un\u003C/mark> po' come ci sei arrivata, e poi entriamo \u003Cmark>un\u003C/mark> pochino più nel dettaglio di quali sono le attività del tuo lavoro adesso.\r\n\r\nSostanzialmente sono arrivata a lavorare \u003Cmark>per\u003C/mark> Gemini senza che nessuno lo sappia poi alla fine, perché c'è sempre \u003Cmark>un\u003C/mark> po' quest'aura di mistero dietro queste cose, partendo da copywriter \u003Cmark>per\u003C/mark> siti web, più che disparati, \u003Cmark>per\u003C/mark> e-commerce, \u003Cmark>per\u003C/mark> comunque questo tipo di realtàin cui bisogna creare dei contenuti che \u003Cmark>un\u003C/mark> po' vendono magari dei prodotti, \u003Cmark>un\u003C/mark> po' si tratta di fare il ghostwriter \u003Cmark>per\u003C/mark> dei blogger, insomma, ce n'è \u003Cmark>un\u003C/mark> po' di ogni quando inizi questo tipo di lavoro. Io sinceramente avevo iniziato a fare la copywriter \u003Cmark>un\u003C/mark> po' perché in realtà scrivere mi è sempre piaciuto, sicuramente non \u003Cmark>per\u003C/mark> vendere perché non era molto il mio settore, però perché questo tipo di lavoro mi dava la possibilità di lavorare da casa, che è una roba che a me è sempre interessato \u003Cmark>un\u003C/mark> casino, cercare di avere meno vincoli possibile con gli orari, quindi comunque ho iniziato come freelance ed è una cosa che \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>un\u003C/mark> paio d'annetti mi ha permesso di vivere tranquilla, diciamo, senza grandi pretese, però senza neanche essere particolarmente sfruttata, a parte agli inizi in cui comunque il settore anche della scrittura online ha una specie di barriera all'entrata \u003Cmark>per\u003C/mark> cui devi essere abituato a essere pagato pochissimo, proprio poco poco poco, e non è che ci siano tutti questi diritti anche \u003Cmark>per\u003C/mark> i copywriter al di fuori della AI. Poi però, alla fine, dopo \u003Cmark>un\u003C/mark> paio d'anni, è arrivatoci a GPT e le persone come me si sono trovate da \u003Cmark>un\u003C/mark> mese all'altro, diciamo, a non avere più niente da fare. Questo è stato.\r\n\r\nEcco, ma giusto \u003Cmark>per\u003C/mark> farci esageratamente i cavoli tuoi, \u003Cmark>per\u003C/mark> parlare del mondo di prima, ci puoi dare magari un'idea di quanto si poteva essere pagate \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>un\u003C/mark> lavoro del genere? Cioè farci due o tre esempi di \u003Cmark>un\u003C/mark> articoletto, una recensione...?\r\n\r\nSì, praticamente se hai appena iniziato e ti confronti anche in realtà, ed era quello anche pesante, con aziende del calibro di Mondadori, non sto dicendo con il primo sfigato, ma se erano capaci di offrirti una cosa come 3 euro lordi ad articolo, e questi articoli erano magari a volte anche lunghi, nel senso che comunque ti dovevi prendere il tempo di trovare le fonti, scrivere le cose, poi magari le mandavi e non andavano bene perché il linguaggio era troppo difficile, invece l'obiettivo è di renderlo meno difficile possibile, e insomma, quello era il tenore. Quindi in una settimana di lavoro a volte ti facevi meno di 50 euro.\r\n\r\nE infatti diciamo che con ChatGPT, che comunque diciamo che \u003Cmark>per\u003C/mark> quanto lo si possa criticare è uno strumento che comunque riesce a generare testi abbastanza prolissi in maniera praticamente automatica, \u003Cmark>un\u003C/mark> mestiere come quello del copywriter appariva quasi fuori contesto oramai, non so voi come l'avete vista.\r\n\r\nAssolutamente, soprattutto perché davvero a volte i contenuti chiesti comunque sono iper vuoti, iper ripetitivi, servono solo \u003Cmark>per\u003C/mark> fare, diciamo, il riempimento di pagine web in cui poi il focus sono le pubblicità, cioè non c'entra niente il contenuto. E io addirittura avevo lavorato \u003Cmark>per\u003C/mark> quasi sei mesi \u003Cmark>per\u003C/mark> un'azienda di \u003Cmark>Torino\u003C/mark>, parecchio grande, ed ero stata assoldata ai primissimi avventi di ChatGPT \u003Cmark>per\u003C/mark> essere quella che faceva scrivere a ChatGpt contenuti di questo tipo, quindi articoli ricopiati e stra-copiati da altri, magari anche belli, che vengono poi svuotati, solo ed esclusivamente \u003Cmark>per\u003C/mark> riempire siti fake, creati appositamente solo \u003Cmark>per\u003C/mark> gli inserzionisti e silurati di centinaia di articoli al giorno. Addirittura loro si erano sviluppati la loro Intelligenza artificiale interna che pubblicava questi articoli anche tutta la notte, quando i lavoratori non potevano esserci.\r\n\r\nSì, infatti, allora, l'immagine che ci dai è \u003Cmark>un\u003C/mark> po' come è stato internet negli ultimi, direi, 10-15 anni. Nel senso che noi parliamo di lavoro nascosto, abbiamo introdotto \u003Cmark>un\u003C/mark> po' questo termine negli ultimi anni, riferito molto all'intelligenza artificiale, ma quando misteri altamente specializzati come il tuo, in verità, navigano, alimentano internet, da quando sostanzialmente esistono le pubblicità. Infatti tu, giustamente, hai evidenziato il ruolo degli inserzionisti, perché da sempre si sa che c'è una bolla attorno alle pubblicità online. È una cosa, tra l'altro, arcinota, che è \u003Cmark>un\u003C/mark> enorme problema di quell'economia lì. E questo è \u003Cmark>un\u003C/mark> po' internet, appunto, degli ultimi 15 anni, che non è scoppiata \u003Cmark>per\u003C/mark>, insomma, qua ci sarebbe più un'analisi economica, però \u003Cmark>per\u003C/mark> qualche motivo questa bolla non è scoppiata e adesso lascia \u003Cmark>un\u003C/mark> pochino il posto alla nuova fase. Infatti, adesso, cosa fai? Quali sono le tue attività oggi?\r\n\r\nOra come ora mi occupo di analizzare, da \u003Cmark>un\u003C/mark> lato. Ad \u003Cmark>un\u003C/mark> lato analizzare le risposte che Gemini ha generato fin da quando è nata e di rimandare poi indietro a Google i nostri feedback su quanto siano accurate da vari punti di vista, quindi sia quello grammaticale, tutto fatto in italiano, perché in realtà quello che cercano, \u003Cmark>per\u003C/mark> esempio in Italia, sono persone che parlino bene l'italiano, perché gli serve ovviamente, e quindi analizzo come rispondono le AI, in particolare Gemini, che errori fanno, e anche appunto se riescono poi effettivamente a rispondere alla domanda che fa l'utente, oppure se iniziano a dire cose completamente a caso. E oltre a quello mi occupo anche di generare io stessa dei prompt, che sarebbero le richieste, poi le domande che si fanno a Gemini, specifici, definiti dannosi, nel senso che contengono materiale dannoso come violenza, insulti, odio razziale. Io creo queste domande appositamente, tra virgolette, cattive, in modo che l'AI venga poi allenata a riconoscere i contenuti di questo tipo.\r\n\r\nE' interessante vedere poi che questo è \u003Cmark>un\u003C/mark> lavoro altrettanto specializzato, nel senso che quello che ci racconti comunque è \u003Cmark>un\u003C/mark> lavoro che richiede molte competenze, da la conoscenza specifica di una lingua e di \u003Cmark>un\u003C/mark> contesto, a quindi avere il polso di come stuzzicare e cosa andare a colpire, diciamo, dell'intelligenza artificiale. E quello che mi viene a chiedere è rispetto alla parte di prima, cioè stiamo parlando di due ruoli comunque di \u003Cmark>un\u003C/mark> lavoro intellettuale, diciamo, però questo secondo probabilmente è ancora più slegato dal contesto, cioè mentre prima probabilmente avevi \u003Cmark>un\u003C/mark> task, \u003Cmark>un\u003C/mark> qualcosa da fare, che aveva \u003Cmark>un\u003C/mark> inizio e una fine, adesso la tua giornata come funziona? Cioè ti danno tante cose da fare, tutte slegate tra di loro, hai una programmazione, tra virgolette, c'è quindi \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>piano\u003C/mark> di... \u003Cmark>Per\u003C/mark> arrivare \u003Cmark>un\u003C/mark> pochino al tema di quanto è alienante la tua giornata?\r\n\r\nAllora, diciamo che di base a me è capitato, in questo momento mi ritengo, tra virgolette, all'interno di questa categoria una privilegiata, non posso dire che non sia così, nel senso che sono ufficialmente sotto contratto otto ore, come andassi in ufficio normalmente, e durante queste otto ore, tra l'altro, spesso c'è veramente poco da fare, nel senso che Google ha delle ondate di materiale che ti manda, magari \u003Cmark>per\u003C/mark> una settimana lavori, che ne so, 4-5 ore tutto il tempo, in modo, sì, molto alienante, perché queste risposte ti arrivano sotto forma di testo dentro la loro piattaforma, e tu hai sempre lo stesso questionario sotto da riempire, quindi è iperripetitivo come lavoro, nel senso che devi dire, la parte A è giusta, la parte B è sbagliata, la parte C è giusta, e bla bla bla, e va avanti così.\r\nPerò tutto sommato, \u003Cmark>per\u003C/mark> come sono messa adesso, questa cosa è circoscritta in \u003Cmark>un\u003C/mark> sistema, diciamo lavorativo \"normale\", nel senso, faccio le mie otto ore, timbro il cartellino al mattino e alla sera, è il pre di questa specifica situazione in cui mi trovo adesso, che come dite voi, era veramente, poteva diventare veramente alienante e disumano, nel senso che chi lavora come freelancer queste cose, \u003Cmark>per\u003C/mark> una parte l'ho fatto anch'io, e diciamo che poi è la maggior parte di quelli grazie al quale poi le AI vengono allenate, sono i freelancer, sono quelli che dicono: io sono disposto a lavorare anche alle quattro del mattino, se mi arriva, diciamo, l'ordine alle quattro del mattino, alle cinque, alle sei, può essere veramente quando cavolo gli pare a Google o a chi come loro, quella cosa là io l'ho vissuta ed è stata la parte che mi ha veramente, non lo so, stupita, ovviamente in senso negativo di più, perché ho visto purtroppo \u003Cmark>un\u003C/mark> entusiasmo generale da parte di quelli come me, che magari venivano, come è successo a me, reclutati alla loro volta a piattaforme \u003Cmark>per\u003C/mark> freelance, in cui comunque viene già presa una parte di percentuale del tuo lavoro, in cui non hai nessun tipo di rapporto con nessuno, semplicemente \u003Cmark>un\u003C/mark> giorno ti arriva un'email e ti dicono, ah, sei disponibile \u003Cmark>per\u003C/mark> fare questo lavoro? Sì o no? Vieni insilurato in delle specie di mega chat, in cui sono tutti, tutti i freelance vengono inseriti dopo aver creato \u003Cmark>un\u003C/mark> account, dopo aver comunque fornito dei dati, eccetera, e da lì poi questa specie di, come dire, insieme di addetti dall'America, perché si parla poi sempre solo in inglese, iniziano a scrivere quando vogliono loro, senza dirti niente, in questa chat,\r\ne magari tu il 15 agosto sei a farti la grigliata, però loro intanto hanno condiviso tutte le indicazioni di come si lavora, e se tu non le leggi, boh, sono, tra virgolette, cioè, sono cazzi tuoi, sostanzialmente, e poi torni e ti becchi magari la trafila di indicazioni su cosa fare, e non solo, poi magari dici: \"non ho capito proprio niente\", perché non è che sia una roba immediata, se non l'ho mai vista, quindi non spiegano niente, magari il lavoro è pure già finito, perché ci sono altri 100-200 stronzi come te che sono stati lì, svegli, oppure hanno detto, ciao famiglia, io non la faccio la grigliata con te, perché magari devo iniziare a lavorare, e quindi hanno preso il lavoro, e diventa veramente \u003Cmark>un\u003C/mark> mare di pesci, di squali, che si devono mordere a vicenda \u003Cmark>per\u003C/mark> ottenere cosa? 5 euro, 10 euro, perché poi comunque sono quelle le cifre. Dicono che ti pagano 20 euro l'ora all'inizio, poi guarda caso, cambia sempre, quando poi arriva di fatto l'ordine \u003Cmark>per\u003C/mark> fare la fattura, e mai 20 euro.\r\n\r\nSecondo te, da quello che hai avuto modo di vedere in questi anni, i diversi ordini, le mansioni che vi vengono mandate, quale funzione hanno? Cioè, nel vostro ruolo, diciamo la vostra componente, qual è? Com'è che aggiungete valore allo strumento, all'algoritmo di Gemini? Vi occupate semplicemente dell'addestramento, o è anche una forma, tra virgolette, di moderazione, \u003Cmark>per\u003C/mark> cui bisogna calibrare i contenuti, calibrarne il linguaggio, eccetera?\r\n\r\nEh sì, ci sono tutte e due. Allora, all'inizio, inizio, era proprio una questione di, forse, quello che mi è capitato. Di correggere da \u003Cmark>un\u003C/mark> punto di vista proprio solo della forma, e invece, quindi comunque togliere errori, togliere ripetizioni, perché spesso le risposte che vengono date all'inizio dalle macchine sono molto ripetitive, tipo che ripete la stessa cosa \u003Cmark>per\u003C/mark> centomila volte, quindi tu devi dire no, bastava una, e selezioni tutti questi tipi di giudizi attraverso una piattaforma loro, tu non è che sia libero di dire: \"questo, secondo me è così, questo secondo me è cos'à. Sono anche regole abbastanza stringenti che ti danno da Google, che sono preformate, quindi non c'è davvero poi forse \u003Cmark>un\u003C/mark> valore in più che si possa dare dal lato nostro, devi semplicemente conformarti a delle guide, linee guide che ti vengono date, e addirittura, appunto, a me è capitato poi in questa azienda adesso di sviluppare magari delle riunioni \u003Cmark>per\u003C/mark> dire: \"però noi abbiamo detto che quella determinata risposta va bene\", quando in realtà è fondamentalmente una minchiata allucinante, e loro: \"però Google nelle guide, nelle linee guide ha detto così\", quindi gliela rimandiamo indietro così, ok, va bene. Cioè, non c'è molto da stare a parlarne.\r\n\r\nEcco, ma infatti su questo, diciamo, soggettivamente, tu lo fai da, non tantissimo, ma abbastanza probabilmente \u003Cmark>per\u003C/mark> avere già \u003Cmark>un\u003C/mark> po' di visione su, in questi mesi, cosa, uno, se hai avuto la percezione che ci stessi, siano stati dei cambiamenti, magari in relazione a particolari temi, eccetera, che sono diventati sensibili, mi viene da pensare ai temi d'attualità, nella prima parte della trasmissione abbiamo parlato di Libano, di Israele e Palestina, della guerra in Ucraina, altre cose, probabilmente il Covid era in una fase precedente che non ti ha coinvolto, però, insomma, questi temi di attualità, e la seconda, diciamo, domanda annessa era se, rispetto a questi temi, cioè, quanto cambiano nel futuro? E quanto diventano schizofrenici ogni tanto? Cioè, se avete proprio l'impressione del, cavolo, oggi Google si è resa conto di questo e sta cercando di pecciare, di salvare capra e cavoli all'ultimo.\r\n\r\nMa sì, effettivamente, quello che ho notato, in una mega descrizione ipergenerica, è una sempre maggiore censura, nel senso che, se tu adesso dici guerra a Gemini, o anche ad altri, è molto probabile che non otterrai grandi risposte, nel senso che stanno allenando sempre di più l'AI a glissare su qualunque cosa, e al massimo quello che puoi ottenere è: \"io non posso dire niente, vai su Google\" ok, vai a cercare su Google, e questa è \u003Cmark>un\u003C/mark> po' la tendenza che ho visto io, nel senso che non c'è alcun tipo di possibilità di introdurre queste tematiche, quindi, visto che, \u003Cmark>per\u003C/mark> quello che so, la tendenza sarà di sostituire sempre di più i motori di ricerca, che già sono iperbasati sulla AI, con poi proprio \u003Cmark>un\u003C/mark> assistente AI, che ti darà le risposte che vorrai, perché l'obiettivo di queste aziende è rendere la cosa sempre più personalizzata, sarà probabilmente molto difficile, se andiamo avanti così, affrontare tematiche, magari di questo tipo, o socialmente rilevanti sull'internet \u003Cmark>per\u003C/mark> come lo conosciamo adesso, diciamo, in questo senso è abbastanza preoccupante.\r\n\r\nEcco, su questa stessa domanda, hai avuto una percezione di contenuti e risposte targettizzate \u003Cmark>per\u003C/mark> paese, ora, chiaramente, immagino che tu principalmente veda contenuti \u003Cmark>per\u003C/mark> l'Italia, quindi non so se hai l'opportunità di avere questa lente, però, hai mai avuto il riscontro che, che ne so, \u003Cmark>un\u003C/mark> tema viene filtrato, trattato diversamente, a seconda del paese, nel senso che noi di questo abbiamo conferme, storicamente, da come funzionano le risposte di Google, \u003Cmark>per\u003C/mark> varie questioni, soprattutto anche la moderazione di social network, a seconda del paese, la religione, magari comunque la cultura del paese, si applicano dei filtri diversi. Ecco, \u003Cmark>per\u003C/mark> quanto riguarda il training, c'è la stessa cosa, riescono a fare più o meno la stessa cosa, oppure no?\r\n\r\nSì, posso dire di sì, nel senso che io mi sono veramente solo occupata dell'Italia, quindi non ti posso dire poi degli esempi pratici su altri paesi, ma proprio intrinseco nel tipo di lavoro che faccio, ci sono dei task che ci mandano e sono anche quelli più numerosi, di localizzazione, nel senso che tu devi poi leggere la risposta che l'AI da e concentrarti sul valutare se questo contenuto che ha generato è in linea con il paese \u003Cmark>per\u003C/mark> cui tu lavori, quindi magari io sono italiana, devo controllare che una risposta data non sia, che ne so, offensiva \u003Cmark>per\u003C/mark> gli italiani, non sia troppo sensibile \u003Cmark>per\u003C/mark> gli italiani, e questo viene fatto in tutto il resto del mondo, perché io appunto ho colleghi di tutto il mondo, quindi sì.\r\n\r\nGiusto un'ultima domanda che mi veniva in mente, non so se hai notato nel tempo come gli argomenti che ti solito ti vengono proposti siano selezionati e se secondo te ci sia una spinta da parte delle aziende nel, non so, magari far sì che \u003Cmark>un\u003C/mark> giorno, in \u003Cmark>un\u003C/mark> futuro, il vostro lavoro sia sempre meno necessario.\r\n\r\nEh, questo è una tendenza che io personalmente credo che sarà portata avanti in questo senso, cioè visto che comunque l'algoritmo viene allenato ed è stato ampiamente allenato, probabilmente arriverà \u003Cmark>un\u003C/mark> momento in cui non servirà più neanche questo tipo di figura. Cioè io sono abbastanza convinta di questo, lo vedo in parte perché nel tempo i compiti, già nell'unico anno in cui ho fatto questo lavoro, comunque i compiti sono diminuiti in \u003Cmark>un\u003C/mark> certo senso. Ho visto \u003Cmark>un\u003C/mark> processo di raffinazione, no? Sempre di più, cioè prima magari avevi enormi quantità di risposte da analizzare, adesso sempre meno e sono sempre più simili perché la capacità della macchina di scrivere, di fare quello che fa è migliorata, inevitabilmente. Quindi è palesemente una ruota che tornerà al punto di partenza, secondo me, secondo me sì.\r\n\r\nGuarda, noi ti ringraziamo tanto anche perché, cioè di questo tema noi l'abbiamo approfondito insomma più volte, provando a dare tanti punti di vista insomma alle contraddizioni di questi sistemi sia di apprendimento che generativi, però io trovo che mentre su altri dispositivi sia di censura che comunque altre contraddizioni tecnologiche, noi riusciamo a guardarle con gli occhi dei tecnici, chiaramente con una visione politica, però insomma riusciamo a raccontarle, invece mi sembra che su questo l'unico modo \u003Cmark>per\u003C/mark> riuscire a raccontarle, \u003Cmark>per\u003C/mark> cogliere le contraddizioni sia attraverso i vostri occhi perché siete \u003Cmark>un\u003C/mark> po' le uniche, gli unici che effettivamente sono in grado di dire qualcosa di questi attrezzi e andare \u003Cmark>un\u003C/mark> po' nel dettaglio.",[462],{"field":108,"matched_tokens":463,"snippet":459,"value":460},[96,79,283,96],2889111916175687700,{"best_field_score":466,"best_field_weight":185,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":467,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":44},"3324294266880","2889111916175687793",{"document":469,"highlight":487,"highlights":507,"text_match":519,"text_match_info":520},{"comment_count":44,"id":470,"is_sticky":44,"permalink":471,"podcastfilter":472,"post_author":333,"post_content":473,"post_date":474,"post_excerpt":129,"post_id":470,"post_modified":475,"post_thumbnail":476,"post_title":477,"post_type":382,"sort_by_date":478,"tag_links":479,"tags":485},"15150","http://radioblackout.org/podcast/lotte-nella-sanita-tra-milano-e-torino/",[333],"Ancora repressione contro i lavoratori del S. Raffaele. Venerdì la polizia ha nuovamente caricato dentro l'ospedale, dove la lotta era partita il lunedì precedente, all'arrivo delle prime lettere di licenziamento, per eliminare gli esuberi.\r\nUna follia.\r\nGiovedì 18 un lavoratore è stato obbligato a fare un turno doppio per coprire il buco lasciato da un altro lavoratore appena licenziato, perché in esubero.\r\nVenerdì mattina c'è stata un'assemblea dei lavoratori che hanno deciso di fare un corteo interno e bloccare, come già avvenuto lunedì, l'accettazione. Secondo alcune fonti i danni inflitti all'azienda per il mancato pagamento dei ticket ammonta ormai ad un milione di euro.\r\nLa polizia ha tentato di bloccare i lavoratori per difendere gli interessi dei padroni. Nella carica è stata travolta una lavoratrice, che è finita al pronto soccorso. Numerosi altri compagni e compagne sono stati ammaccati ma hanno preferito non andare al pronto.\r\nNonostante le cariche i lavoratori sono riusciti a sfondare lo sbarramento e a bloccare l'accettazione. Anche venerdì visite ed esami sono stati fatti regolarmente. Però nessuno ha pagato.\r\nLa solidarietà intorno alla lotta del San Raffaele sta crescendo di giorno in giorno.\r\nLunedì i lavoratori faranno un'altra assemblea senza chiedere permesso e si annunciano nuovi blocchi.\r\nSabato 8 maggio i sindacati di base ed autogestionari hanno proclamato lo sciopero nella sanità in sostegno alla lotta dei lavoratori del S. Raffaele e contro le politiche del governo regionale.\r\nAscolta la testimonianza di Giulio, un lavoratore dell'USI sanità del S. Raffaele\r\n2013 04 19 giulio san raffaele cariche\r\n\r\nA Torino lo sciopero regionale si è svolto il 18 aprile. Indetto sia dai confederali sia da parte del sindacalismo di base, aveva scopi e piattaforme diversi. Anche il corteo che è partito da Porta Susa, si è diviso lungo il percorso. Mentre CGIL, CISL e UIL hanno raggiunto direttamente il palazzo della Regione in Piazza Castello, il corteo animato da un ampio cartello di settori politici e sociali, è passato dal comune, per manifestare contro i tagli e i licenziamenti nel settore dell'assistenza attuati dalla giunta Fassino, prima di convergere in piazza Castello, dove stava terminando la manifestazione di CGIL, CISL e UIL.\r\nIl piano della giunta Cota per coprire i buchi di bilancio si tradurrà in una svendita degli ospedali, che, una volta privatizzati, dovranno essere affittati dalla Regione stessa. Un regalo alle banche, un ulteriore colpo alla tutela della salute di noi tutti.\r\nQuesti provvedimenti hanno portato in piazza circa ventimila lavoratori, tra sanità, assistenza, trasporti, pensionati ed altre categorie.\r\nUna risposta importante alle scelte del governo regionale guidato dal leghista Cota. Peccato che ragioni squisitamente politiche abbiano fatto calare il silenzio verso le scelte analoghe fatte dall'ammnistrazione guidata dal democratico Piero Fassino.\r\nSolo l'iniziativa del cartello sindacale e politico di base è riuscita ad allargare il fronte, proseguendo in un percorso di lotta, che nei mesi scorsi era riuscito ad estendere la propria influenza anche tra lavoratori e lavoratrici ancora legati al carrozzone dei confederali.\r\n\r\nAnarres ha chiesto un resoconto e una valutazione della giornata a Stefano della CUB.\r\nAscolta l'intervista\r\n2013 04 19 stefanone sciopero sanità","21 Aprile 2013","2018-10-17 22:59:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/sr_1Nov_4big-200x110.jpg","Lotte nella sanità tra Milano e Torino",1366550380,[480,481,482,483,484],"http://radioblackout.org/tag/cariche/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/san-raffaele/","http://radioblackout.org/tag/sanita/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-a-torino/",[361,349,365,486,367],"Sanità",{"post_content":488,"post_title":492,"tags":495},{"matched_tokens":489,"snippet":490,"value":491},[96,73,96,97],"a fare \u003Cmark>un\u003C/mark> turno doppio \u003Cmark>per\u003C/mark> coprire il buco lasciato da \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> lavoratore appena licenziato, perché in","Ancora repressione contro i lavoratori del S. Raffaele. Venerdì la polizia ha nuovamente caricato dentro l'ospedale, dove la lotta era partita il lunedì precedente, all'arrivo delle prime lettere di licenziamento, \u003Cmark>per\u003C/mark> eliminare gli esuberi.\r\nUna follia.\r\nGiovedì 18 \u003Cmark>un\u003C/mark> lavoratore è stato obbligato a fare \u003Cmark>un\u003C/mark> turno doppio \u003Cmark>per\u003C/mark> coprire il buco lasciato da \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> lavoratore appena licenziato, perché in esubero.\r\nVenerdì mattina c'è stata un'assemblea dei lavoratori che hanno deciso di fare \u003Cmark>un\u003C/mark> corteo interno e bloccare, come già avvenuto lunedì, l'accettazione. Secondo alcune fonti i danni inflitti all'azienda \u003Cmark>per\u003C/mark> il mancato pagamento dei ticket ammonta ormai ad \u003Cmark>un\u003C/mark> milione di euro.\r\nLa polizia ha tentato di bloccare i lavoratori \u003Cmark>per\u003C/mark> difendere gli interessi dei padroni. Nella carica è stata travolta una lavoratrice, che è finita al pronto soccorso. Numerosi altri compagni e compagne sono stati ammaccati ma hanno preferito non andare al pronto.\r\nNonostante le cariche i lavoratori sono riusciti a sfondare lo sbarramento e a bloccare l'accettazione. Anche venerdì visite ed esami sono stati fatti regolarmente. Però nessuno ha pagato.\r\nLa solidarietà intorno alla lotta del San Raffaele sta crescendo di giorno in giorno.\r\nLunedì i lavoratori faranno un'altra assemblea senza chiedere permesso e si annunciano nuovi blocchi.\r\nSabato 8 maggio i sindacati di base ed autogestionari hanno proclamato lo sciopero nella sanità in sostegno alla lotta dei lavoratori del S. Raffaele e contro le politiche del governo regionale.\r\nAscolta la testimonianza di Giulio, \u003Cmark>un\u003C/mark> lavoratore dell'USI sanità del S. Raffaele\r\n2013 04 19 giulio san raffaele cariche\r\n\r\nA \u003Cmark>Torino\u003C/mark> lo sciopero regionale si è svolto il 18 aprile. Indetto sia dai confederali sia da parte del sindacalismo di base, aveva scopi e piattaforme diversi. Anche il corteo che è partito da Porta Susa, si è diviso lungo il percorso. Mentre CGIL, CISL e UIL hanno raggiunto direttamente il palazzo della Regione in Piazza Castello, il corteo animato da \u003Cmark>un\u003C/mark> ampio cartello di settori politici e sociali, è passato dal comune, \u003Cmark>per\u003C/mark> manifestare contro i tagli e i licenziamenti nel settore dell'assistenza attuati dalla giunta Fassino, prima di convergere in piazza Castello, dove stava terminando la manifestazione di CGIL, CISL e UIL.\r\nIl \u003Cmark>piano\u003C/mark> della giunta Cota \u003Cmark>per\u003C/mark> coprire i buchi di bilancio si tradurrà in una svendita degli ospedali, che, una volta privatizzati, dovranno essere affittati dalla Regione stessa. \u003Cmark>Un\u003C/mark> regalo alle banche, \u003Cmark>un\u003C/mark> ulteriore colpo alla tutela della salute di noi tutti.\r\nQuesti provvedimenti hanno portato in piazza circa ventimila lavoratori, tra sanità, assistenza, trasporti, pensionati ed altre categorie.\r\nUna risposta importante alle scelte del governo regionale guidato dal leghista Cota. Peccato che ragioni squisitamente politiche abbiano fatto calare il silenzio verso le scelte analoghe fatte dall'ammnistrazione guidata dal democratico Piero Fassino.\r\nSolo l'iniziativa del cartello sindacale e politico di base è riuscita ad allargare il fronte, proseguendo in \u003Cmark>un\u003C/mark> percorso di lotta, che nei mesi scorsi era riuscito ad estendere la propria influenza anche tra lavoratori e lavoratrici ancora legati al carrozzone dei confederali.\r\n\r\nAnarres ha chiesto \u003Cmark>un\u003C/mark> resoconto e una valutazione della giornata a Stefano della CUB.\r\nAscolta l'intervista\r\n2013 04 19 stefanone sciopero sanità",{"matched_tokens":493,"snippet":494,"value":494},[74],"Lotte nella sanità tra Milano e \u003Cmark>Torino\u003C/mark>",[496,498,500,502,504],{"matched_tokens":497,"snippet":361,"value":361},[],{"matched_tokens":499,"snippet":349,"value":349},[],{"matched_tokens":501,"snippet":365,"value":365},[],{"matched_tokens":503,"snippet":486,"value":486},[],{"matched_tokens":505,"snippet":506,"value":506},[88],"sciopero a \u003Cmark>torino\u003C/mark>",[508,510,512],{"field":108,"matched_tokens":509,"snippet":490,"value":491},[96,73,96,97],{"field":111,"matched_tokens":511,"snippet":494,"value":494},[74],{"field":32,"indices":513,"matched_tokens":515,"snippets":517,"values":518},[514],4,[516],[88],[506],[506],2889111915638817000,{"best_field_score":521,"best_field_weight":185,"fields_matched":117,"num_tokens_dropped":44,"score":522,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":44},"3324294004736","2889111915638816883",{"document":524,"highlight":556,"highlights":590,"text_match":289,"text_match_info":602},{"comment_count":44,"id":525,"is_sticky":44,"permalink":526,"podcastfilter":527,"post_author":333,"post_content":528,"post_date":529,"post_excerpt":129,"post_id":525,"post_modified":530,"post_thumbnail":531,"post_title":532,"post_type":382,"sort_by_date":533,"tag_links":534,"tags":547},"36237","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-27-maggio-francia-grecia-le-strade-di-torino-il-corteo-del-2-giugno-e-tanto-altro/",[333],"Ogni venerdì intorno alle 10,45 dalle libere frequenze di Blackout si sbarca su Anarres, pianeta delle utopie concrete.\r\nQui potete (ri)ascoltare la prima parte della puntata del 27 maggio:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-primaparte\r\n\r\ne la seconda parte:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-secondaparte\r\n\r\nDi seguito gli argomenti trattati oggi:\r\n\r\n* Francia. I blocchi delle raffineria e gli scioperi di ferrovieri e lavoratori di EDF. Nostro corrispondente Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di Vive La Sociale! su radio Frequence Plurielle.\r\nAl di là della cronaca dell'ultima settimana, tra blocchi delle raffinerie, scioperi delle ferrovie e grandi manifestazioni di piazza, con Gianni abbiamo provato a cogliere le prospettive di un movimento che, dopo due mesi, continua ad essere in crescita, nonostante ampi settori del maggiore sindacato, la CGT, abbiano scelto di radicalizzarsi per provare a controllare una situazione che minaccia(va) di non essere più controllabile dalle burocrazie sindacali. In quest'ultima settimana è scesa in campo anche FO, Force Ouvriere, sindacato classicamente padronale, mentre meno rilevante è il ruolo degli studenti. Crepe si aprono nel fronte governativo, dove il partito socialista deve fare i conti con una crescente fronda della sua base sociale e politica.\r\nContinuano le Nouit Debout e tentano – sia pure a fatica - di sbarcare anche nella banlieaue, mentre gli attivisti si spostano dove ci sono blocchi e azioni di picchetto.\r\nUna riflessione particolare è stata dedicata al tema del blocco (delle merci, delle persone, dei flussi di notizie) come strumento per mettere in difficoltà un padronato, molto più libero di agire, vista la leggerezza estrema del sistema produttivo, ancorato al just in time, privo di magazzino, con capannoni e macchine in leasing.\r\nNe è scaturito un dibattito interessante, in cui è emerso, che sebbene la pratica del blocco sia efficace nel mettere in difficoltà la controparte, l'ingovernabilità del territorio, passa, necessariamente da un allargamento del fronte di lotta più radicale. \r\n\r\n* Torino. Anarchici in piazza contro razzisti e polizia. Cronaca della giornata di lotta – corteo e contestazione della fiaccolata di poliziotti e comitati razzisti in sostegno ad un piano “sicurezza” il cui solo obiettivo è la guerra ai poveri.\r\n\r\n* Torino. Giovedì 2 giugno, ore 15,30 in piazza XVIII dicembre, vecchia Porta Susa\r\nQui l'appello per il corteo antimilitarista del 2 giugno a Torino\r\nAscolta e diffondi lo spot del corteo\r\n\r\n* Grecia. Abbiamo parlato dello sgombero di Idomeni con Jannis, anarchico greco, che ci racconta delle centri di detenzione che attendono i profughi deportati dall'accampamento spontaneo al confine tra Grecia e Macedonia.\r\nGrandi capannoni industriali all'estrema periferia di Salonicco, quello che resta delle fabbriche brasate dalla crisi, sono la destinazione “momentanea” per i profughi deportati in questi giorni da Idomeni. Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde per i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. Gli altri 7.900, in parte sono saliti spontaneamente sui pullman dell'esercito, molti altri – forse 3000 - se ne sono andati prima dello sgombero, improvvisando accampamenti in altre località lungo il confine. A Polycastro, in una stazione di servizio, sono accampate oltre duemila persone, in parte provenienti da Idomeni.\r\nSecondo fonti No Border in 700 ce l'avrebbero fatta a bucare il confine macedone.\r\nLo sgombero sinora “pacifico” dell'accampamento di Idomeni è frutto del lungo lavorio fatto da ONG, volontari e funzionari statali. I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava per tutti, l'accesso ad internet per tentare la domanda di ricollocazione in un altro paese europeo non era altro che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello sgombero, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo sgombero era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede e racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\nUn risultato che il governo Tsipras non dava certo per scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto e mangia la minestra. É il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza e controllo dei migranti in viaggio a Chios e Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista e complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo sgombero dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate e aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì per mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, per ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il lavoro umanitario consiste nel trovare “un buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le migranti. I desideri e le richieste dei/delle migranti sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, e dovremmo cominciare a resistere e opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon è solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da un volontario come un piccolo e temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e un diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai migranti non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non è mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le migranti dalla scena politica e dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze e dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo per scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.","27 Maggio 2016","2018-10-17 22:58:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/2016-05-20-manif-antimili-2-giu-200x110.jpg","Anarres del 27 maggio. 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Abbiamo parlato dello sgombero di Idomeni con Jannis, anarchico greco, che ci racconta delle centri di detenzione che attendono i profughi deportati dall'accampamento spontaneo al confine tra Grecia e Macedonia.\r\nGrandi capannoni industriali all'estrema periferia di Salonicco, quello che resta delle fabbriche brasate dalla crisi, sono la destinazione “momentanea” \u003Cmark>per\u003C/mark> i profughi deportati in questi giorni da Idomeni. Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde \u003Cmark>per\u003C/mark> i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. Gli altri 7.900, in parte sono saliti spontaneamente sui pullman dell'esercito, molti altri – forse 3000 - se ne sono andati prima dello sgombero, improvvisando accampamenti in altre località lungo il confine. A Polycastro, in una stazione di servizio, sono accampate oltre duemila persone, in parte provenienti da Idomeni.\r\nSecondo fonti No Border in 700 ce l'avrebbero fatta a bucare il confine macedone.\r\nLo sgombero sinora “pacifico” dell'accampamento di Idomeni è frutto del lungo lavorio fatto da ONG, volontari e funzionari statali. I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava \u003Cmark>per\u003C/mark> tutti, l'accesso ad internet \u003Cmark>per\u003C/mark> tentare la domanda di ricollocazione in \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> paese europeo non era \u003Cmark>altro\u003C/mark> che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello sgombero, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo sgombero era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede e racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\n\u003Cmark>Un\u003C/mark> risultato che il governo Tsipras non dava certo \u003Cmark>per\u003C/mark> scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto e mangia la minestra. É il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza e controllo dei migranti in viaggio a Chios e Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista e complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo sgombero dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate e aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì \u003Cmark>per\u003C/mark> mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. \u003Cmark>Per\u003C/mark> garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da \u003Cmark>un\u003C/mark> rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo \u003Cmark>per\u003C/mark> trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua \u003Cmark>per\u003C/mark> poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto \u003Cmark>un\u003C/mark> migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, \u003Cmark>per\u003C/mark> ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il lavoro umanitario consiste nel trovare “\u003Cmark>un\u003C/mark> buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le migranti. I desideri e le richieste dei/delle migranti sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, e dovremmo cominciare a resistere e opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon è solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, \u003Cmark>per\u003C/mark> lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila \u003Cmark>per\u003C/mark> ottenere \u003Cmark>un\u003C/mark> paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da \u003Cmark>un\u003C/mark> volontario come \u003Cmark>un\u003C/mark> piccolo e temporaneo inconveniente – non \u003Cmark>un\u003C/mark> abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e \u003Cmark>un\u003C/mark> diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, \u003Cmark>per\u003C/mark> molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come \u003Cmark>un\u003C/mark> aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come \u003Cmark>un\u003C/mark> “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai migranti non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere \u003Cmark>un\u003C/mark> principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da \u003Cmark>un\u003C/mark> luogo a \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>altro\u003C/mark> non è mai \u003Cmark>un\u003C/mark> aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato \u003Cmark>un\u003C/mark> posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano \u003Cmark>un\u003C/mark> approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia \u003Cmark>un\u003C/mark> “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare \u003Cmark>per\u003C/mark> rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le migranti dalla scena politica e dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze e dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo \u003Cmark>per\u003C/mark> scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.",{"matched_tokens":562,"snippet":563,"value":563},[74,97],"Anarres del 27 maggio. 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Ore16 appuntamento in Piazza Carlina.\r\n\r\n\r\nOgni giorno in giro \u003Cmark>per\u003C/mark> la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli. \r\nBus e tram devono essere gratuiti \u003Cmark>per\u003C/mark> tutti. 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