Anatomia di una sentenza: traballano i teoremi della Procura
Scritto dainfosu 12 Luglio 2012
La sentenza emessa dal tribunale di Torino nei confronti di due No Tav, accusate di resistenza e lesioni per la partecipazione ad una serata di lotta alle reti di Clarea, sebbene si sia conlcusa con la condanna per resistenza di Marianna, rappresenta tuttavia un colpo per le tesi accusatorie delle Procura torinese, che aveva sostenuto con forza la tesi del concorso morale di tutti i partecipanti alle iniziative, indipendentemente dalle azioni individuali.
Per la Procura bastava trovarsi alle reti ed avere strumenti necessari a tutelare la propria salute per essere responsabili persino dello scivolone di un carabiniere!
Per il PM avere con se oggetti il cui possesso è “astrattamente legale” come maschere antigas, guanti e occhiali dimostrava l’intenzione di commettere reati.
Sia Nina che Marianna sono state assolte dal reato di lesioni, mentre Marianna grazie alla testimonianza di ub carabiniere che confonde il nero con il bluette dei sui pantaloni, è stata condannata a 8 mesi.
Una sentenza che potrebbe avere un importante riflesso per l’altro processo ai No Tav, per i quali si sta svolgendo dal 6 luglio l’udienza preliminare.
Ne abbiamo parlato con Gianluca Vitale, avvocato del pool No Tav
Ascolta l’intervista: 2012 07 12 Vitale ninamarianna