Corpi in eccesso
Scritto dainfosu 2 Luglio 2014
45 morti. Erano in fondo ad una stiva: chi li ha visti li pensava addormentati, ma il loro sonno non avrà fine. Così si è concluso il viaggio di uomini, donne, bambini in fuga dall’Eritrea della fame, delle torture, del servizio militare senza fine.
Nelle stesse ore viene diffusa la notizia di un’operazione di polizia contro gli scafisti, che organizzarono un altro viaggio della morte.
Era il 3 ottobre dello scorso anno. Quasi ogni giorno si muore nel Mediterraneo, lo ricordava uno degli scafisti finiti nel mirino degli investigatori, lamentando la “sfortuna” del clamore suscitato dalla strage di Lampedusa. L’uomo ignora le leggi della comunicazione: un morto al giorno in un mare divenuto sudario non sono una notizia. 366 morti in un giorno solo non poterono essere ignorati.
Le bare vennero allineate in un hangar per dare una parvenza di dignità alle ultime vittime della frontiera sud della Fortezza Europa. I sacchi neri, che a Lampedusa sono sempre pronti, non potevano reggere la prova della telecamera, il ginocchio piegato di Letta, il cordoglio di Barroso e Alfano, il lutto nazionale, l’indignazione degli assassini che hanno deciso di accendere i riflettori su uno dei tanti episodi della guerra ai poveri.
La guerra ai poveri è scritta nelle leggi che rendono impossibile entrare legalmente nel nostro paese per cercare un lavoro o un rifugio, perché la clandestinità non è una scelta ma un’imposizione dello Stato italiano.
Dopo Lampedusa il governo decise l’operazione “Mare Nostrum”: unità navali della marina militare italiana da allora sorvegliano le rotte dei clandestini, li intercettano, li scortano a terra. Lì qualche coperta, una spruzzata di disinfettante, il foglio di via e un nuovo viaggio verso altre frontiere.
Prima Letta, poi Renzi hanno provato a batter cassa in Europa per ottenere fondi a sostegno di Mare Nostrum senza ottenere nulla.
Gli accordi con il governo libico per una “pulita” esternalizzazione della repressione, sono rimasti lettera morta. La Libia è oggi uno Stato fallito ed il traffico di esseri umani è un buon affare. Nessuno oggi riesce più a fare il lavoro sporco per conto del governo di Roma.
Per i migranti è cambiato poco, perché violenze, torture, stupri, ricatti ed estorsioni fanno parte del dazio salatissimo che paga chi non può o non vuole tornare indietro.
Sono decine di migliaia quelli che qualcuno ha visto partire e non tornare mai più. La terribile normalità in quest’Europa di militari e poliziotti.
Nelle stesse ore l’Inno alla Gioia veniva eseguito nella seduta inaugurale del parlamento europeo. Un inno di fratellanza le cui note si frangono contro le frontiere della fortezza Europa, tra muri, filo spinato, uomini in armi ed un mare che mangia le vite di chi bussa alla porta, senza avere in tasca le carte giuste.
Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, blogger ed attivista antirazzista siciliano.
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