La complessità di osservare Hong Kong
Scritto dainfosu 14 Settembre 2019
Sono molteplici le contraddizioni, gli sguardi deviati, le ricostruzioni proposte utilizzando parametri non adatti o culturalmente distanti da una realtà remota di cui si vorrebbero riportare i fatti, magari riconducendoli a stereotipi familiari.
Ecco, il bisogno invece di avere la percezione di comprendere un movimento che si sta ribellando in massa su parole d’ordine che si accavallano e si superano, andando oltre le risposte del potere cinese in una mobilitazione permanente che si compone di tanti impulsi e infinite anime, sedimentate negli anni fin da quelli del protettorato britannico, ancora vive e vivacizzate da emersioni carsiche: infatti andrebbe sviscerato anche il rapporto con la rivolta degli ombrelli del 2014 e il suo superamento.
Abbiamo cercato di inquadrare con Gabriele Battaglia il momento storico, ripercorrendo passaggi epocali, analizzando il sistema elettorale, ma anche le istanze e i bisogni che confluiscono nel movimento nelle sue distinzioni, nel suo essere senza leader; le sue possibilità di sviluppo a fronte di punti impossibili che Pechino non concederà mai; ma anche implicazioni economiche e potenziali sviluppi di eventi come la proposta di acquisto della Borsa di Londra da parte di quella hongkonghese, che forse potrebbe venire dislocata gradualmente a Shenzen (causa o effetto del movimento?), o i patti tra tycoon locali e potere centrale cinese. Oppure le distinzioni tra vecchi hongkonghesi (arrivati prima del 1997) e nuovi migranti economici e le implicazioni quasi “razziste”
Semplicemente avviandosi nell’interpretazione degli avvenimenti con la guida di Gabriele Battaglia i vari aspetti di questa vicenda si cominciano a intrecciare tra loro e anche con fenomeni diversi apparentemente collaterali che complicano le questioni sul tappeto, fino a far emergere persino quella lotte di classe che sembrerebbe non essere centrale in questa contingenza.
Gli occhiali giusti per osservare Hong Kong