Dalle 2 di questa notte (l’una in Italia) i combattimenti fra Israele e Hamas sono terminati in seguito ad un accordo di cessate il fuoco mediato dall’Egitto e dalle Nazioni Unite, col beneplacito di stati Uniti ed unione Europea. Una tregua che non risolve nessuna delle ingiustizie strutturali contro qui la popolazione palestinese continuerà a ribellarsi. Un accordo tutto (geo)politico, dall’alto, che ha permesso a Nethanyau di distogliere l’attenzione dai suoi guai giudiziari, ad Hamas di rivendicare una vittoria politico-militare, ai coloni di continuare a espropriare le abitazioni dei palestinesi di Sheikh Jarrah.
Silenziate dai media mainstream e dal fragore delle bombe le ragioni di quanti a Gerusalemme Est rifiutavano di andare ad ingrossare l’infinita schiera dei profughi.
Ancora una volta è però Gaza a pagare il prezzo più alto. Le squadre mediche della Striscia non sono in grado di trattare tutti i feriti negli attacchi aerei israeliani perché mancano le attrezzature mediche ed i farmaci necessari, secondo quanto denunciato mercoledì dal direttore della Mezzaluna Rossa palestinese, Bashar Murad.
Ai microfoni di Radio Blackout Sami, cooperante palestinese che vive e lavora nella Striscia di Gaza
Contro l’omologazione comunicativa dei media mainstream, numerose iniziative sotto le sedi Rai italiane sono previste per oggi pomeriggio.