Le conseguenze dell’escalation bellica sui nostri territori: dalla scuola alle basi militari.

Scritto dasu 5 Giugno 2023

A pochi giorni dal 2 giugno, occasione sfruttata dalla propaganda mediatica e governativa per rafforzare la normalizzazione della cultura militarista, ritorniamo su alcune vicende recenti relative alla militarizzazione del nostro territorio, in particolare in Sicilia.

Nell’ambito della formazione vediamo il realizzarsi di una pesante mistificazione della presenza sempre più massiccia dell’esercito, della cultura militarista e della guerra all’interno di scuole e università. Innanzitutto, facciamo riferimento alla circolare emessa dal Ministro Valditara in merito ai festeggiamenti del 2 giugno, concretizzatasi a Roma in un un invito alle scuole a presentare la propria candidatura non solo per assistere alla parata militare del 2 giugno, ma anche per sfilare insieme ai vari reparti delle forze armate. A Messina, proprio in questa data, è andato in scena un evento che ha coinvolto scuole e università, in un luogo simbolico della città: di fronte al monumento ai Caduti della Batteria Masotto  che “commemora” il sacrificio dei morti nella battaglia di Adua nel 1896, durante la campagna di guerra d’aggressione di Abissinia del governo Crispi, si è tenuta una parata con il reparto d’élite delle forze di pronto intervento NATO, il sindaco, la Prefettura, studenti delle scuole peloritane, l’Associazione vittime del dovere e terrorismo, altri sponsor di armatori privati. Il tutto, come riporta Antonio Mazzeo nel suo blog, per “comunicare, anche ai più piccoli, i valori fondamentali della convivenza democratica e del vivere comune, piccole regole che però sono i pilastri su cui poggia il cittadino di domani”, secondo le parole dello Stato maggiore dell’Esercito.

Proprio con Antonio Mazzeo, docente e militante antimilitarista, abbiamo dunque approfondito gli esempi attuali di propaganda bellica all’interno delle scuole, quali sono le reazioni e le prese di posizione dei soggetti interessati, provando a tracciare un quadro più ampio di cosa significa militarizzazione del territorio, in particolare in Sicilia, terra puntellata da diverse infrastrutture belliche e basi militari, come quella di Sigonella, base USA, che sta vedendo un’operazione di ampliamento tramite l’esproprio di un centinaio di ettari di terreni, che vede l’investimento di 2500000 euro alla Sater Srl di Mario Ciancio, imputato a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa.

In Sicilia, proprio in queste ultime settimane, è stato promosso un nuovo progetto di hub militare che dovrebbe coinvolgere i Comuni di Gangi, Sperlinga, Nicosia. Saputa la notizia gli abitanti dei tre comuni che dovrebbero collaborare con il Ministero della Difesa per la costruzione di questa nuova base militare che coinvolgerebbe una vasta area intorno a questi territori, si è scatenata una forte protesta convogliata nei Consigli Comunali aperti a cui ha fatto seguito il ritiro da parte dei sindaci della delibera che accordava la collaborazione in vista della realizzazione del progetto.

Abbiamo sentito Gennaro, abitante di Nicosia, che ha raccontato cosa sta accadendo in questi giorni e la prospettiva di lotta contro la militarizzazione del territorio dovuta all’escalation bellica.


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