Corrispondenza dalla Jordan Valley pt. 2

Scritto dasu 24 Dicembre 2024

Continuiamo l’approfondimento iniziato qui con la compagna che si trova in una zona C nella Valle del Giordano, in Cisgiordania.

Dal 7 ottobre, il territorio è interessato in maniera più concreta dal processo di costruzione del “Grande Israele”. Questo non è soltanto un progetto di annessione politico-giuridica, ma si istituisce su un piano necropolitico di violenza fisica costante, detenzione amministrativa ingiustificata, torture all’interno delle carceri, epidemie, esecuzioni sommarie.

Per debellare la resistenza armata, i campi profughi interni alle città sono diventate delle “piccole Gaza” in termini di distruzione delle infrastrutture e del tessuto urbano minimo necessario alla vita.

La repressione dei gruppi resistenti da parte dell’ANP non è una novità, solo che l’esecuzione di poche settimane fa, messa in atto a Jenin, ha messo in atto una protesta diffusa anche a Tubas e Nablus. Questo ha portato ad ulteriori incursioni da parte dell’Autorità Palestinese nei campi, come braccio alleato di Israele, in un crescendo di violenza.

Alla domanda: “cosa si può fare a supporto?”, si dice che è sempre utile documentare e fare presenza, mentre la partecipazione attiva ai soccorsi è ormai diventata sempre più difficile per l’attivismo internazionale.

Buon ascolto!

 


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