MESSICO. Il campo di concentramento e sterminio nel ranch Izaguirre.

Scritto dasu 20 Marzo 2025

In Messico è stato dichiarato Lutto nazionale dopo la scoperta di un campo di concentramento nel ranch Izaguirre. Le piazze sono caratterizzate da distese di scarpe che simboleggiano questo sistema di morte, che continua a mietere vittime fra la popolazione civile.
Nello stato di Jalisco, nel centro del paese, nella zona di Teuchitlán, è stato ritrovato un campo di sterminio del Cartello Jalisco Nueva Generación. In questo ranch sono state trovate più di 400 paia di scarpe e oggetti personali. Grazie a ricerche successive sono stati trovati forni crematori con frammenti ossei di  centinaia e centinaia di persone. I ritrovamenti sono stati compiuti dai guerreros buscadores, ovvero tutte quelle persone che ricercano le loro persone care sparite nel nulla. Siamo di fronte a vari tipi di genocidio e di crimini contro l’umanità. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, bambine sono state rapite e portate nel ranch per subire abusi e violenze sessuali da parte dei responsabili dell’operazione, prima di essere assassinate. Questi trasferimenti erano deliberatamente mirati a bambine di specifiche fasce d’età. In questo caso non sono stati commessi per motivi di razza, etnia, religione o nazionalità, bensì per motivi di classe e genere (uomini e donne in cerca di lavoro e bambine). 
Ci sono decine e decine di gruppi di buscadores, che vanno a rastrellare tutto il territorio messicano alla ricerca delle loro persone care che sono sparite nel nulla. La ricerca di questo campo di sterminio in particolare, era stata condotta anche dalla polizia in precedenza, ma la versione ufficiale è che non ci fosse niente da segnalare.
In Messico è in atto una guerra silenziosa, contro la propria popolazione, frutto del sistema economico-capitalista, che permette che vengano perpetrate queste atrocità. Nonostante il Messico venga percepito all’estero come un paese ormai del primo mondo, con un’economia in salita, con un governo progressista, dove il narcotraffico non è che non venga raccontato, ma viene spesso solo folklorizzato, si fa fatica ad accettare che ci siano più di 124000 persone sparite nel nulla – numeri ufficiali che probabilmente sottostimano la realtà. La sparizione forzata è un crimine tremendo perché chi perde l3 propri3 car3, non sa se queste si sono unite al narcotraffico, se sono morte, se sono state torturate, se sono ancora vive e ancora sfruttate e violate. 
Siamo di fronte a un dispositivo di morte, un narco-stato, un mostro narco-capitalista che da un lato produce ricchezza per una parte della popolazione globale, dall’altro miete vittime fra le classi sociali popolari. Una guerra condotta da un essere con tante teste, un mostro con il viso dei para militari, dei capi militari, dei politici, dei narcos, del’INM (Istituto Nazionale della migrazione). Proprio per la multiformità di questo essere, è difficile denunciarne le responsabilità e i crimini orrendi.
Il Messico è un paese in cui non piovono le bombe, dove la guerra forse è più silenziosa, ma esiste.
Abbiamo trasmesso, durante l’informazione del mercoledì di Radio Blackout, un  racconto dalla piazza di San Cristobal de Las Casas, durante una delle manifestazioni che si inscrivono nelle proteste di Luto Nacional:

Radio Blackout 105.25

One station against the nation

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