
Honningswag, Dicembre 2025,
Nel mio taccuino, le pagine sembrano incrinarsi come vetro e la penna si frantuma.
Gli scenari nordici mi osservano, immobili, come se attendessero che ammettessi la mia colpa o la mia fame: quella incessante ricerca mi accompagna come una bussola sfasata. La tempesta interiore sibila più forte della bora e .la neve si apre su vallate che paiono crescere dal nulla, mentre io scribacchio il sondaggio fondamentale: “con il pelo o senza?”. Ogni risposta qui, nell’estremo nord, si fa inquietudine e l’inquietudine si fa animale: mi accompagna nelle ore in cui il sole non sa più cosa fare.
Cammino, e ogni ombra potrebbe essere una donna o un lupo.
Cammino, e il fiordo ridacchia.
Cammino, e mi accorgo che la solitudine è un mirino puntato sul conto bancario. Cammino, perché fermarmi significherebbe ammettere che non ho trovato la risposta.










