La sinistra indipendentista basca all’indomani delle elezioni
A vincere le elezioni autonome basche de 21 ottobre, è stato il Partito nazionalista basco (PNV), recuperando così la maggioranza che storicamente ha sempre avuto all’interno del parlamento della Comunità autonoma basca. I seggi ottenuti sono stati 27, e Iñigo Urkullu si appresta quindi ad essere il nuovo presidente della CAV, anche se ha perso 3 seggi e 16mila voti rispetto alle elezioni del 2009. La coalizioni indipendentista EH Bildu invece è la seconda forza maggiore, con 21 rappresentanti che da oggi siederanno in Parlamento. A differenza di quanto dicono molti media mainstream, non è stata certamente una vittoria dell’indipendentismo, tutt’al più si può parlare di una sorta di maggioranza nazionalista raggiunta con la vittoria di due forze che risultano essere di natura politica diversa per obiettivi e ideologie. E mentre Urkullu già annuncia alleanze con accordi puntuali, sul piatto sembrano per ora esserci almeno due aspetti con i quali fare i conti: la questione della sovranità -che secondo alcuni analisti probabilmente passerà in secondo piano per il fattore crisi- e gli accordi di natura politica-economica. La scena politica che si è venuta a creare è complicata poiché attualmente è imprevedibile dire in quali direzioni andranno le alleanze politiche, a partire da quelle che il PNV ha intenzione di attuare. Ma senza dubbio, in materia di accordi economici, a dettare legge rimane sempre Madrid, con il quale il PNV ha sempre avuto una relazione diretta e subalterna.
All’interno della puntata di giovedì 25 Ottobre di Radio Borroka, abbiamo discusso con Adriano Cirulli, presente in Euskal Herria per seguire le elezioni, sui possibili scenari all’interno dei movimenti popolari della sinistra indipendentista.
Ascolta la diretta con Adriano Cirulli, studioso e storico della questione basca
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