Carcere assassino, retroscena Italia-Libia, Clearview-AI e il riconoscimento facciale di massa
[Estratti da Bello Come Una Prigione Che Brucia del 3 febbraio 2020]
Che il carcere uccida è cosa risaputa, addirittura normalizzata dalle modalità con cui i media di regime – meri amplificatori delle veline dei sindacati dei secondini – sono riusciti ad atrofizzare qualsiasi forma di attivazione empatica verso quella parte della popolazione che finisce inghiottita dall’apparato detentivo. Individui deumanizzati anche a livello narrativo. Partiamo dalla recente morte nel carcere di Torino di un uomo di cui non ci sono neanche date sapere le inziali del nome, per passare a vedere come il carcere uccida in tanti modi, spesso con la corresponsabilità della sua componente sanitaria.
Sono stati appena rinnovati gli accordi Italia-Libia per la gestione militare-concentrazionaria dei flussi migratori. Le comprovate torture, gli stupri di donne e uomini, la trasformazione delle persone rinchiuse in merce, il conferimento di potere e legittimità a gruppi criminali e para-militari, non sono mai stati elementi sufficienti a suscitare concrete forme di ravvedimento nei ministri italiani, Minniti, Salvini, Lamorgese, che, viste le loro responsabilità, possiamo definire “aguzzini e stupratori per procura”. Insieme a Lorenzo D’Agostino, giornalista freelance, andiamo ad approfondire alcuni retroscena dell’esternalizzazione delle frontiere, il ruolo del Capitano Ultimo, dell’antimafia, insieme a conseguenze e trasformazioni derivanti dalla “War on Migrants”.
Nel mercato delle tecnologie di riconoscimento facciale si è recentemente affacciato un nuovo attore, Clearview AI, che con la delicatezza di una trebbiatrice ha significativamente mosso l’asticella del possibile in ambito sorvegliante. Senza grandi remore, ha dichiarato di aver costituito il proprio database di volti pescando a strascico su Facebook, Twitter, Youtube e via dicendo. Con circa 3 miliari di “figurine” rubate, Clearview AI ha l’album per il riconoscimento facciale più grande di tutti… e le spalle coperte da Peter Thiel: azionista di Facebook, presidente di PayPal, fondatore del colosso della sorveglianza globale Palantir, regista della distopia con forti affiliazioni alla destra ultra-reazionaria. Ne parliamo insieme a Riccardo Coluccini.