Deposito nazionale di scorie nucleari: pubblicata la Carta delle Aree Potenzialmente Idonee
Da pochi giorni è stata ufficialmente pubblicata la Cnapi, ovvero la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il futuro deposito di scorie nucleari nazionale in Italia. Si tratta di un evento lungamente atteso, che ci svela quali sono le zone selezionate dalla Sogin (società di gestione degli impianti nucleari) per costruire l’enorme sarcofago di 150 ettari che conterrà i 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media intensità, dei quali 50mila provenienti dallo smantellamento dei vecchi impianti nucleari e 28mila dai campi della ricerca, della medicina nucleare e dell’industria, che costantemente, ancora oggi, utilizzano materiale radioattivo per diverse finalità. A tale quantità di materiale si dovranno aggiungere 17mila metri cubi di scorie ad alta attività, che verranno stoccate temporaneamente all’interno del deposito in attesa di trovare (chissà quando) un sito dove sotterrarle in collaborazione con gli altri paesi europei.
Attualmente la Carta presenta 67 luoghi potenzialmente idonei, ma per sapere quale sarà il prescelto è necessario attendere un iter di diversi mesi (o più) in cui la Sogin ed i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo metteranno in moto con ogni mezzo necessario un piano di convincimento adeguato che faccia passare la minaccia ed il rischio di un deposito nucleare come un’innocua necessità, o ancora meglio una vera e propria “occasione di crescita economica e di benessere” (sic!) per i territori.
In questa direzione punta anche la costruzione, annessa al deposito, di un centro di ricerca altamente tecnologico, dedicato allo studio della gestione del materiale radioattivo, e venduto come innovativo, green ed indispensabile per arricchire il territorio che ospiterà tale nocività.
La minaccia del nucleare, lo sappiamo bene, non è mai scomparsa dal territorio italiano in seguito alla chiusura degli impianti di produzione energetica, ma continua a farsi sentire sotto altre forme. La costruzione di un deposito nazionale non è e non può essere una soluzione di fronte alla quantità di scorie che continuano ad essere prodotte ogni giorno e che sono la dimostrazione dell’irresponsabilità di chi le produce e le gestisce, creando un pericolo serio per la salute nostra e del mondo che ci circonda.
Se le catastrofi nucleari di oggi e di ieri ci hanno insegnato qualcosa, ciò dev’essere la necessità di ostacolare progetti di questo tipo, affinché di 67 siti potenzialmente idonei, non ve ne rimanga nemmeno uno.
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