Dietro lo spettacolo della pubblicità

liberation front

La pubblicità natalizia di Amazon è una freccia pronta a colpire le nostre emozioni. In un minuto riassume i sogni, le difficoltà, le delusioni, il coraggio e la forza che ognuno di noi incontra qualvolta si prefigge un obbiettivo. È un messaggio di speranza in questo periodo di chiusura e difficoltà. Ma cosa si cela dietro? Perchè una mega-azienda come Amazon sceglie di schierarsi al fianco delle minoranze, dei lavoratori, degli esclusi? Perchè la SUA merce è il sogno che tutti devono ambire. Perchè la rivalsa sociale è possibile unicamente praticando un acquisto che ti arriva comodamente a casa.
Amazon vuol farsi portavoce di chi non vede un futuro, la sigla “the show must go on” è un inno al progresso, è la voce di “sinistra” che manca nel discorso politico,  assomiglia al “yes, we can” Obamiano, capace di assimilare le lotte e le rivendicazione delle minoranze; Amazon diventa il portavoce di chi voce non ha: ne costruisce i codici e i linguaggi anche, e soprattutto, grazie all’ingresso nel mercato post-cinamatografico con Amazon Prime. Tra Obama e il colosso dell’e-commerce corre un altra similitudine: il miraggio libertario di internet in cui si sono affermati, sogno di uguaglianza divenuto col tempo incubo totalitario. E così anche Amazon, con la sua retorica di facciata a favore dei lavoratori, dell’ambiente e delle minoranze, sviluppa un sistema di sfruttamento, inquinamento e aumento del divario sociale come mai si era potuto verificare, grazie all’uso e l’elaborazione dei dati che tutti gli utenti regalano ad ogni click sulla rete.
Ne parliamo con Angela Maiello autrice dell’articolo “la politica delle emozioni di Amazon” (https://www.lavoroculturale.org/la-politica-delle-emozioni-di-amazon/angela-maiello/)

Un analisi sul ruolo sociale della pubblicità e dell’importanza che questa forma comunicativa ha avuto nell’affermazione della società industriale e nel consumismo edonista. Corruttrice e assimilatrice delle lotte sociali, ha contribuito alla devastazione ambientale tanto quanto alla desolazione umana. Un analisi del gruppo Marcuse apparsa nel 2007 nel libro “miseria umana della pubblicità” che parte del movimento Casseurs de Pub che vent’anni fa attaccava e vandalizzava i cartelloni e le vetrine pubblicitarie nelle stazione e pensiline parigine.




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