Dis-equitiamoci: una critica all’equitazione. Con Egon Botteghi
Quando si parla di equitazione, l’immaginario a cui si fa riferimento è molto spesso quello di uno sport in sintonia con la natura, di rapporto rispettoso e alla pari tra l’umano e il cavallo. Ma è davvero così? È possibile osservare in maniera non antropocentrica questa attività, spogliarla di quel senso di bucolico e di “naturale” che le si associa (per via anche della sua storia lunga migliaia di anni) e portare uno sguardo critico a tutte quelle pratiche e abitudini interiorizzate ma impregnate di dominio che fanno parte di questo sport? Grazie alle riflessioni portate da Egon Botteghi, attivista per i diritti delle persone trans, antispecista ed ex istruttore di equitazione proviamo a gettare le basi per una critica all’equitazione e alle retoriche che ne giustificano le pratiche di imprigionamento, dolore e sfruttamento. Partendo da un’analisi storica (che ne mette in evidenza l’origine militarista, sessista e classista), fino ad arrivare alle forme moderne di addestramento ed imposizione del volere umano sul cavallo, abbiamo analizzato quali sono le necessità etologiche di questo animale, quali forme di interazione si possono sperimentare con esso e che ruolo svolgono le generazioni più giovani in un’ottica di educazione al rispetto verso il mondo animale.
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