ecofascismo e autoritarismo ambientalista

I regimi del passato, in particolare quello fascista e quello nazista, hanno strumentalizzato il concetto di territorio, terra e ambiente per ricalcare il valore delle razza e della patria. In particolare la propaganda fascista ha completamente distorto i concetti di ruralità e bonifica, applicando al primo, all’Italiano Rurale, la figura della persona legata alla sua patria, lavoratore obbediente, amante della tradizione. Una storia completamente falsata, poiché è stato in primis il fascismo ad italianizzare le zone rurali e le sue culture e ha creato un proletario agricolo predando le piccole comunità appenniniche-montane. Il concetto di bonifica e di modifica del territorio è stato un leitmotiv della propaganda: la nazione che cambia grazie all’immolazione dei suoi gloriosi lavoratori. Una storia che nasconde i morti di malaria e di fatica nelle zone paludose d’Italia.

Anche oggi i movimenti di estrema destra in tutto il mondo riprendono istanze animaliste e ambientaliste per accaparrarsi un po’ di visibilità, distorcendo in maniera schizofrenica le questioni legate all’ecologia. L’idea di fermare il tracollo climatico e ambientale favorendo la difesa della patria e lo sterminio del resto del mondo, si rivela una tesi misantropa e assurda che permette a gente come Trump o Bolsonaro (negazionisti climatici) di avere il favore di un elettorato “sensibile” al futuro della terra.

Ma c’è una forma ancor più silenziosa e strisciante di ecofascismo, ossia l’autoritarismo ambientalista perpetrato dallo Stato, ma anche da gruppi progressisti ambientalisti che credono in una gestione totalmente tecno-scientifica di quella che proclamano “emergenza climatica”. Già il termine “emergenza” e il modello di gestione che crea, spianano la strada a interventi autoritari e di delega allo Stato. Ma anche la pervasività tecnologica rischia di andare ad ostacolare le pratiche di autoproduzione e intervento collettivo sui territori, minacciando i legami simbiotici tra essere umani e Vivente.

Ne parliamo con Marco Armiero, storico dell’ambiente.
E andiamo a spulciare l’opuscolo “Conoscerli per isolarli” del collettivo Antispefa (https://antispefa.noblogs.org/files/2016/02/Conoscerli-per-isolarli-antispefa-2016.pdf)

 




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