Esercitazioni militari nei luoghi naturali: il recente caso del Montenegro
Le esercitazioni militari che si svolgono nei territori di tutto il mondo (si contano a centinaia le zone preposte a tali attività ogni anno in Italia) portano sempre con sé un notevole danno ambientale, disturbo sonoro e immondizia. Allo stesso tempo rappresentano l’ennesima forma di imposizione dall’alto di obblighi e divieti, di sequestro delle terre e di interdizione delle attività quotidiane per le popolazioni locali che vengono colpite da questi eventi.
In Montenegro, nella zona montuosa di Sinjajevina, il governo ha deciso nel 2019 di destinare questo territorio alle esercitazioni militari (forze montenegrine in collaborazione con corpi della NATO) per due settimane all’anno. Da subito si è venuta a creare una forte opposizione popolare contro questa decisione che metterebbe a repentaglio la millenaria attività di pastorizia locale (Sinjajevina rappresenta una delle più estese aree di pascolo d’Europa), di agricoltura, di apicoltura e di raccolta delle erbe medicinali che sostenta le centinaia di famiglie che ci vivono. Per queste persone la zona dovrebbe non solo essere libera dalle invasioni militari, ma anche diventare parco naturale (così come lo è attualmente l’intera regione circostante) per permettere alla ricca ed importante biodiversità che la caratterizza di mantenere intatta la propria stabilità ecologica.
Avendo vissuto sulla propria pelle l’esercitazione inaugurale del 2019, in cui molti animali si sono feriti o sono morti per lo scompiglio creato dalle esplosioni e dai bombardamenti, ed in cui le prove della devastazione ambientale della zona sono risultate evidenti, la resistenza popolare si è unita in comitati ed associazioni, decisa ad opporsi ai ritrovi militari successivi: nell’ottobre 2020 un campeggio di 150 persone è riuscito ad occupare la zona per 51 giorni e a fermare le esercitazioni, nonostante le condizioni climatiche durissime. Dopo questo successo ed in seguito ad un cambio di governo in Montenegro, vi sono state dichiarazioni da parte del Ministro della Difesa in cui viene promesso l’annullamento di ogni esercitazione futura. Queste promesse non hanno ovviamente incantato gli abitanti di Sinjajevina che mantengono alta l’attenzione per mettersi in gioco nella difesa del proprio territorio e della propria autosussistenza, dimostrandoci ancora una volta che fermare le esercitazioni militari è importante ed è possibile.
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