Idroelettrico “energia pulita”? L’esempio delle donne di Kruščica
Nel cuore della verde Bosnia-Erzegovina si sta portando avanti una dura lotta contro quattro progetti di costruzione di dighe lungo il fiume Kruščica, che attraversa l’omonimo villaggio. Queste dighe procurerebbero lo spopolamento dell’intero abitato, in quanto non permetterebbero più l’arrivo dell’acqua potabile. Un gruppo di donne particolarmente determinato ha presidiato il luogo dei lavori per 400 giorni e notti, impedendo l’ingresso ai mezzi delle ditte incaricate. Nonostante le pressioni, le botte, e le minacce, queste persone, alla prima esperienza d’attivismo, sono riuscite a bloccare due di questi progetti, dimostrando una forza ed una coscienza ambientale non scontata.
I progetti di sfruttamento idroelettrico per produrre elettricità da esportare all’estero si stanno imponendo in gran numero (diverse migliaia) e violentemente in tutti i Balcani, poiché visti come grande fonte di profitto che potrebbe risollevare il Paese dalla crisi economica subita a partire dai conflitti etnici di cui sono stati protagonisti negli scorsi decenni.
Di altri esempi di lotte contro dighe e impianti ne è pieno il mondo. Ma se l’energia idroelettrica è un’energia pulita, perché dovrebbero esistere così tante lotte contro di essa?
Un recente studio ha rivelato che ben 2/3 dei fiumi più lunghi del mondo è rovinato da dighe, bacini idrici e altre attività antropiche. Questo perché il loro percorso viene ostacolato, deviato, prosciugato, mettendo così a rischio tutti quei delicati ecosistemi che da esso dipendono: le dighe ad esempio, non permettono il naturale scorrere di elementi nutritivi vitali per controbilanciare la perdita di fertilità causata dall’agricoltura, mettono a repentaglio la sopravvivenza della fauna e flora di fiume, danneggiano le coste perché non permettono la creazione di sedimenti costieri, esponendo questi territori a erosione e altri fenomeni pericolosi.
Le motivazioni che contraddicono la teoria dell’”energia pulita” sono moltissime, e cerchiamo di approfondirle in questa puntata, anche grazie al contributo di un’intervista scritta ad una delle “coraggiose donne” di Kruščica.